Rapporto annuale «Infrastrutture strategiche e prioritarie – programmazione e realizzazione», aggiornato al 31 ottobre 2019. Fonte Camera dei Deputati

CAMERA DEI DEPUTATI

Mercoledì 12 febbraio 2020

Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 12 febbraio 2020. — Presidenza del presidente Alessandro Manuel BENVENUTO.

La seduta comincia alle 16.20.

Sul rapporto annuale «Infrastrutture strategiche e prioritarie – programmazione e realizzazione», aggiornato al 31 ottobre 2019.

 

Infrastrutture strategiche e prioritarie - Programmazione e realizzazione - Aggiornamento al 31 ottobre 2019

Rapporto

Open data

Presentazione e grafici

 

Alessandro Manuel BENVENUTO, presidente, comunica che il Rapporto «Infrastrutture strategiche e prioritarie – Programmazione e realizzazione», elaborato dal Servizio Studi della Camera, su incarico dell'VIII Commissione, in collaborazione con l'Autorità nazionale anticorruzione e l'istituto di ricerca CRESME, fornisce un'analisi sullo stato della programmazione e della realizzazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie con dati ed elementi di informazione aggiornati al 31 ottobre 2019. Il quadro delineato tiene conto, pertanto, anche dei diversi interventi legislativi che si sono susseguiti negli ultimi anni e delle linee di indirizzo strategico enucleate negli allegati ai documenti di economia e finanza (DEF), che sono stati trasmessi al Parlamento.

Il quadro di riferimento del Rapporto comprende le opere oggetto di monitoraggio inserite nella programmazione delle infrastrutture strategiche nel periodo 2001-2014 e le opere prioritarie individuate negli allegati ai Documenti di economia e finanza (DEF) 2015, 2017 e 2019.

I singoli capitoli del rapporto sono dedicati all'analisi sullo stato di avanzamento delle infrastrutture strategiche prioritarie e non prioritarie, con riguardo ai costi e alle disponibilità, alla tipologia delle opere, alla ripartizione territoriale, nonché alla fase di avanzamento. Uno specifico capitolo è dedicato all'analisi delle dinamiche del mercato delle opere pubbliche che, come si è constatato nel corso degli anni, fornisce un importante strumento per valutare lo stato di avanzamento delle infrastrutture strategiche.

Il Rapporto è corredato da una nota di sintesi, che sarà allegata al resoconto della seduta odierna della Commissione (vedi allegato 2).

Alla pubblicazione dei rapporti negli ultimi anni si è accompagnata l'implementazione del sistema informativo SILOS (Sistema Informativo Legge Opere Strategiche), anch'esso accessibile sul sito web della Camera, che in occasione del nuovo rapporto 2020 è stato aggiornato ed arricchito e che consente di consultare i dati, anche in formato di tipo aperto, relativi a tutte le infrastrutture oggetto di monitoraggio ed elementi di dettaglio concernenti lo stato di avanzamento delle singole opere contenuti nelle relative schede opera. La Commissione prende atto. La seduta termina alle 16.25.

ALLEGATO 2 - Sul rapporto annuale «Infrastrutture strategiche e prioritarie – programmazione e realizzazione», aggiornato al 31 ottobre 2019.

NOTA DI SINTESI

  Il presente documento analizza i dati del monitoraggio sullo stato della programmazione e della realizzazione delle infrastrutture strategiche e prioritarie al 31 ottobre 2019. Il quadro delineato tiene conto, pertanto, dell'evoluzione normativa e delle linee di indirizzo strategico enucleate negli allegati ai documenti di economia e finanza (DEF), che sono stati annualmente trasmessi al Parlamento.

  Il Rapporto prende a riferimento una base di dati complessiva che riguarda sia le infrastrutture prioritarie, sia le infrastrutture strategiche non prioritarie per ricomprendere anche le altre opere strategiche ultimate, in corso di esecuzione, in fase di affidamento dei lavori o di progettazione. Il quadro di riferimento comprende, infatti, sia le opere oggetto di monitoraggio inserite nella programmazione delle infrastrutture strategiche nel periodo 2001-2014 sia le opere prioritarie individuate negli allegati ai Documenti di economia e finanza (DEF) 2015, 2017 e 2019.

  Anche quest'anno il rapporto dedica una specifica sezione alle dinamiche del mercato delle opere pubbliche, che fornisce un importante strumento per valutare lo stato di avanzamento delle infrastrutture. In particolare, e analizzato l'andamento dei bandi e delle aggiudicazioni in un periodo temporale più vasto che va dal 2014 al 31 ottobre 2019. la scelta di analizzare un orizzonte temporale pluriennale, in linea con le passate edizioni del rapporto, e determinata dalla necessita di disporre di un periodo di riferimento lungo, al fine di confrontare i dati del periodo più recente con quelli precedenti.

  Un primo elemento importante che il rapporto registra e la ripresa della spesa per investimenti pubblici che comincia a dare evidenza concreta delle diverse azioni che sono state avviate nelle ultime due legislature: nel 2015 e iniziato il processo di selezione delle opere prioritarie; nel 2016 e entrato in vigore il nuovo Codice dei contratti pubblici; con la legge di bilancio 2017 e stato istituito il fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, avviando il meccanismo per garantire continuità nella messa a disposizione delle risorse per la realizzazione delle opere. A fronte delle ingenti risorse attivate con le leggi di bilancio 2017-2020 e con il superamento del vincolo di bilancio e lo sblocco degli avanzi di amministrazione degli enti locali, permaneva peraltro una significativa difficolta realizzativa, soprattutto sul piano degli enti territoriali, sulla quale si e cercato di intervenire con diversi interventi legislativi e, da ultimo, con le misure contenute nel decreto-legge n. 32 del 2019 (c.d. decreto «sblocca cantieri»). A seguito di tale complesso quadro di azioni, nel 2016 si registra l'accelerazione della crescita delle progettazioni; nel 2017 ripartono i bandi per la realizzazione delle opere; nel 2018 crescono le aggiudicazioni, e nel 2019 riprendono a crescere gli investimenti. I dati disegnano, quindi, un quadro positivo, non solo sul lato di alcune tipologie di opere di trasporto, ma anche sul lato della spesa per investimenti che gli enti locali hanno avviato sul territorio (e per la quale specifici finanziamenti sono stati previsti dalle leggi di bilancio 2019 e 2020). I dati del sistema informativo SIOPE della Ragioneria generale dello Stato, relativamente alla spesa dei Comuni, mostrano nei primi dieci mesi del 2019 una crescita della spesa in conto capitale del 16 per cento. È l'inizio di una fase di ripresa che segue la pesante caduta avviatasi a partire dalla crisi nel 2009.

  Nei punti di seguito elencati, sono enucleati i principali dati e le principali considerazioni emerse dal lavoro di analisi sull'evoluzione della programmazione e lo stato di avanzamento delle opere e degli interventi in relazione ai vari aggregati di opere monitorati, e dal lavoro di analisi del mercato delle opere pubbliche.

1. Una nuova programmazione attraverso una più stringente selezione delle priorità: confermata e rafforzata l'attenzione per la manutenzione del patrimonio infrastrutturale esistente.

   Il quadro di riferimento del Rapporto prende in considerazione infrastrutture, il cui costo, aggiornato al 31 ottobre 2019, ammonta a 273 miliardi di euro.

   Il costo delle opere monitorate risulta in riduzione di circa 44,210 miliardi (-14 per cento) rispetto al costo complessivo delle opere monitorate al 31 maggio 2018 (317,144 miliardi), ed e il risultato, perseguito in un'ottica di più stringente selezione delle priorità infrastrutturali, dell'azzeramento del costo degli interventi non prioritari in project review o da sottoporre a progetto di fattibilità e non finanziati, dell'aggiornamento del costo delle altre infrastrutture strategiche e prioritarie monitorate al 31 maggio 2018 nonché dei nuovi interventi e programmi individuati con il DEF 2019.

   Circa l'80 per cento dei 273 miliardi di costi esaminati (219 miliardi) riguarda le cosiddette opere prioritarie nelle quali sono comprese infrastrutture strategiche già programmate prima del 2017 (120 miliardi) e nuovi programmi e interventi prioritari individuati con gli allegati ai DEF 2017 e 2019 (99 miliardi). tra le infrastrutture programmate prima del 2017 si distinguono le 25 opere prioritarie del DEF 2015 (90,7 miliardi), mentre le nuove priorità riguardano in misura prevalente i «programmi diffusi» per la manutenzione del patrimonio infrastrutturale esistente in ambito ferroviario (circa 50 miliardi per interventi relativi a sicurezza, ambiente, adeguamento a obblighi di legge, tecnologie per la circolazione e per l'efficientamento) e stradale (circa 23 miliardi per la valorizzazione del patrimonio stradale esistente e per il ripristino e la messa in sicurezza delle infrastrutture a rischio sismico).

   Il restante 20 per cento del costo delle infrastrutture programmate, pari a 53,928 miliardi, e invece riconducibile a opere «non prioritarie» ma inserite nella programmazione delle infrastrutture strategiche, e segnatamente nell'ultimo documento perfezionato sulla base dell'abrogata disciplina sulla programmazione delle infrastrutture strategiche (11o allegato al DEF 2013, approvato con la delibera del CIPE n. 26 del 2014). Il costo delle infrastrutture strategiche non prioritarie monitorate risulta in riduzione di circa 96,877 miliardi (-64 per cento) rispetto al costo complessivo delle opere monitorate al 31 maggio 2018 (150,805 miliardi). Di questi, 93,242 miliardi sono imputabili all'azzeramento del costo e circa 3,635 miliardi all'aggiornamento del costo o al trasferimento di talune infrastrutture strategiche non prioritarie tra le prioritarie a seguito di project review.

2. Le risorse disponibili per le opere programmate ammontano a 199 miliardi, di cui 155 miliardi per le opere prioritarie e 44 miliardi per le non prioritarie. Complessivamente il contributo pubblico rappresenta il 78 per cento e quello privato il restante 22 per cento.

   Le risorse complessivamente disponibili al 31 ottobre 2019, per la realizzazione delle opere programmate, ammontano a 199 miliardi, il 73 per cento del costo previsto. Il contributo pubblico rappresenta il 78 per cento (155 miliardi) e quello privato il restante 22 per cento (44 miliardi). Il fabbisogno residuo, necessario per completare le opere programmate, ammonta a 74 miliardi.

   I 155 miliardi di risorse disponibili destinate alle infrastrutture prioritarie sono stati alimentati negli ultimi anni anche dal fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), a valere sulla programmazione 2014-2020, dal fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese (istituito dall'articolo 1, comma 140, della legge di bilancio 2017 e rifinanziato dal comma 1072 della legge di bilancio 2018) e dal fondo da ripartire per il rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e lo sviluppo del Paese (istituito dall'articolo 1, comma 95, della legge di bilancio 2019). Il contributo pubblico rappresenta l'82 per cento (127 miliardi) e quello privato il restante 18 per cento (28 miliardi).

   Per le infrastrutture non prioritarie, invece, si osserva una copertura finanziaria dell'81 per cento corrispondente a un importo di circa 44 miliardi. Il contributo pubblico rappresenta il 64 per cento (28 miliardi) e quello privato il restante 36 per cento (16 miliardi).

3. La meta circa del costo delle opere prioritarie riguarda interventi in fase di progettazione. I lotti con obbligazioni giuridicamente vincolanti (o.g.v.) rappresenta il 36,5 per cento dei costi di cui il 21 per cento sono lavori in corso, l'11 per cento lavori ultimati e il restante 5 per cento lotti contrattualizzati ma lavori non avviati. Per le 25 opere prioritarie del DEF 2015 i costi per gli interventi in fase di progettazione rappresentano il 23 per cento, i lotti con o.g.v. il 68,5 per cento, di cui il 36 per cento sono lavori in corso, il 24,5 per cento lavori ultimati e il restante 8 per cento lotti con contratto.

   Dall'analisi dello stato di avanzamento per lotti riguardanti le infrastrutture prioritarie, al 31 ottobre 2019, emerge che:

    il 50 per cento dei costi, pari a circa 109 miliardi, riguarda opere in fase di progettazione. In questo ambito, le ferrovie rappresentano il sistema infrastrutturale di maggiore costo, con circa 69,682 miliardi, il 64 per cento del costo delle priorità individuate con i DEF 2015, 2017 e 2019 in fase di progettazione, dei quali circa 51 miliardi riferiti a nuove priorità individuate con il DEF 2017.

    il 21 per cento del costo dei lotti prioritari riguarda lavori in corso. Si tratta di 149 lotti del valore di circa 45,798 miliardi. In questo ambito, sono le 25 opere prioritarie del DEF 2015 che espongono i maggiori costi, con circa 32,580 miliardi, il 71 per cento degli interventi prioritari con lavori in corso.

   i lotti ultimati rappresentano l'11 per cento del costo delle priorità individuate con i DEF 2015, 2017 e 2019. Si tratta di 129 lotti del valore di circa 24,143 miliardi. Anche in questo ambito, sono le 25 opere prioritarie del DEF 2015 che espongono i maggiori costi, con circa 22,200 miliardi, il 92 per cento degli interventi prioritari ultimati.

    il 5,5 per cento dei programmi e degli interventi prioritari riguarda lotti in gara o aggiudicati, e segnatamente 22 lotti del valore di circa 11,623 miliardi. I sistemi infrastrutturali con il maggiore costo sono le ferrovie e le strade e autostrade, con circa 10,508 miliardi, il 90 per cento degli interventi prioritari con lotti in gara o aggiudicati.

    il 4,5 per cento risulta con contratto, ma i lavori non sono ancora iniziati e il restante 8 per cento riguarda lotti con contratto rescisso o con uno stato di avanzamento misto. 4. Il 41 per cento del costo delle opere strategiche non prioritarie riguarda interventi ultimati. I lotti con o.g.v. pesano il 19 per cento e quelli in fase di progettazione il 35 per cento.

   Per le infrastrutture strategiche non prioritarie si osserva uno stato di avanzamento più maturo. In questo ambito, tenendo conto della revisione del perimetro operata, l'incidenza dei lotti ultimati e del 41 per cento, circa 22 miliardi, e quello dei lotti con o.g.v. e del 19 per cento, circa 10 miliardi, di cui 9 miliardi relativi a lavori in corso e 1 miliardo a lotti con contratto e lavori non avviati.

   L'incidenza dei lotti in fase di progettazione per le infrastrutture non prioritarie e del 35 per cento. In questo ambito, dove una parte dei lotti risulta in fase di revisione progettuale (project review) o da sottoporre a progettazione di fattibilità, si riscontra un elevato fabbisogno finanziario residuo. le disponibilità, infatti, coprono meno del 50 per cento del costo.

   I lotti in gara o aggiudicati rappresentano meno dell'1,5 per cento del costo totale e quelli con contratto approvato e in attesa di avviare i lavori meno del 2 per cento. Il restante 3,5 per cento riguarda lotti con contratto rescisso o con uno stato di avanzamento misto.

5. L'analisi per sistema infrastrutturale evidenzia una prevalenza di ferrovie, strade e autostrade sia in relazione alle opere prioritarie che a quelle non prioritarie. In particolare le ferrovie rappresentano il 48 per cento del costo delle infrastrutture prioritarie, le strade il 56 per cento delle opere non prioritarie.

   Le infrastrutture prioritarie comprendono opere ferroviarie, stradali, metropolitane, porti, interporti, aeroporti, ciclovie e il Mo.S.E. Il 48 per cento del costo di tali interventi, pari a circa 105 miliardi, riguarda le ferrovie; il 34 per cento strade e autostrade (74 miliardi); il 13 per cento i sistemi urbani (circa 28 miliardi) e in particolare i sistemi di trasporto rapido di massa nelle regioni Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia (circa 26 miliardi); il 2 per cento gli aeroporti (circa 4 miliardi); l'1 per cento porti e interporti (2,5 miliardi); il 3 per cento il Mo.S.E. (5,5 miliardi) e lo 0,2 per cento le ciclovie.

   Le opere non prioritarie includono infrastrutture stradali, ferroviarie, metropolitane, porti, interporti, aeroporti, schemi idrici, reti energetiche ed edilizia pubblica. Il 56 per cento del costo complessivo delle infrastrutture non prioritarie, pari a circa 30 miliardi, riguarda strade e autostrade, specialmente interventi di completamento, ammodernamento e messa in sicurezza delle strade statali e regionali; il 24 per cento ferrovie (circa 13 miliardi); il 5 per cento le infrastrutture dei sistemi urbani (circa 3 miliardi); il 4,5 per cento porti e interporti (2,4 miliardi); il 3 per cento interventi rientranti nel sistema degli schemi idrici (circa 2 miliardi); il 4 per cento le infrastrutture energetiche (2,4 miliardi); meno del 3 per cento aeroporti, edilizia e altre infrastrutture diverse.

6. Per le infrastrutture prioritarie il peso del centro-nord e del 44 per cento e quello di sud e isole del 24,5 per cento. Il restante 31,5 per cento riguarda interventi diffusi. Per le opere non prioritarie il peso del centro-nord e del 61 per cento e quello di sud e isole il 36 per cento, mentre gli interventi diffusi pesano il 3 per cento.

   Il 44 per cento del costo delle infrastrutture prioritarie, pari a circa 96 miliardi di euro, e localizzato nelle regioni del centro-nord (dove si concentra il 66 per cento della popolazione). Il 24,5 per cento del costo (circa 54 miliardi) e riconducibile a interventi nelle regioni del sud e nelle isole (in cui risiede il 34 per cento della popolazione). Il restante 31,5 per cento del costo, pari a circa 69 miliardi, riguarda interventi per i quali non è stato possibile ricostruire il dettaglio territoriale, in quanto riferiti, in misura prevalente, ai nuovi «programmi diffusi» per la manutenzione del patrimonio infrastrutturale esistente, inseriti nei contratti di programma di RFI e di ANAS.

7. Lo stato di attuazione delle infrastrutture prioritarie localizzate nelle regioni del centro-nord è più avanzato di quelle nel sud e nelle isole. Il 69 per cento dei programmi e interventi non ripartibili a livello territoriale e in fase di progettazione.

   Il 54 per cento dei lotti prioritari localizzati nelle regioni del centro-nord, circa 51,5 miliardi, riguarda lavori ultimati (circa 13 miliardi), in corso di realizzazione (circa 29 miliardi) o con contratto sottoscritto (poco più di 9 miliardi). nel sud e nelle isole tale percentuale e del 47 per cento, circa 25,4 miliardi (circa 11 miliardi i lotti ultimati, 14 miliardi i lotti in corso e circa 500 milioni i lotti con contratto).

   Il 69 per cento del costo dei programmi e interventi non ripartibili a livello territoriale, circa 48 miliardi su un costo totale di 69 miliardi, e in fase di progettazione con un elevato fabbisogno (71,5 per cento).

8. Il mercato delle opere pubbliche continua a crescere: crescono i bandi e le aggiudicazioni.

   L'aggiornamento dell'analisi del mercato delle opere pubbliche conferma e accentua nel 2019 la crescita del mercato avviata nella seconda meta del 2017 e l'accelerazione avvenuta nel 2018.

   Il motore trainante della ripresa sono i contratti di lavori tradizionali, che analizzati nelle tre fasi della progettazione, delle gare e delle aggiudicazioni mostrano la seguente dinamica, in linea con l'entrata in operatività del nuovo Codice dei contratti pubblici nell'aprile 2016: crescono prima i bandi per la progettazione (2016, 2017 e 2018), compresi quelli BIM, poi i bandi per l'esecuzione dei lavori (2017, 2018 e 2019), e da ultimo le aggiudicazioni dei lavori (2018 e 2019).

9. In forte crescita gli importi per la progettazione di infrastrutture di trasporto che nel 2019 vedono protagonisti i bandi per direzione lavori e coordinamento della sicurezza.

   I bandi per servizi di progettazione mostrano una crescita iniziata nel 2013, soprattutto riguardo agli importi, e una accelerazione della crescita a partire dal 2016. In base ai dati sui bandi di servizi di architettura e ingegneria, tra il 2015 e il 2018 i bandi di progettazione sono cresciuti del 95 per cento e l'importo del 355 per cento. Il numero dei bandi passa da 2.623 a 5.122; l'importo da 214 milioni a 973 milioni. nei primi 10 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, si osserva un rallentamento del numero di bandi (-9,8 per cento) ma non dell'importo che al contrario continua a crescere (+19,9 per cento).

   Nel 2019 prosegue la domanda di servizi di progettazione che prevedono l'utilizzo di metodi e strumenti elettronici di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture, in cui rientra il BIM. Si e passati da circa 30 bandi nel biennio 2015-2016 a 103 bandi nel 2017, e poi a 304 bandi nel 2018, il triplo del 2017. In crescita anche l'importo dei bandi. nel 2018 l'ammontare delle gare di progettazione in BIM e salito a 242 milioni di euro, nel 2017 erano stati 117 milioni. Il trend di crescita dei bandi BIM sembra destinato a consolidarsi nel 2019, considerando che nei primi dieci mesi si osservano tassi di crescita del 20 per cento per numero e importo.

   Nella dinamica degli importi sono determinanti gli interventi nel settore dei trasporti. nei primi dieci mesi del 2019 gli importi dei servizi di progettazione per l'insieme delle infrastrutture di trasporto (strade e autostrade, ferrovie e metropolitane, porti, interporti e aeroporti) ammontano a circa 273 milioni di euro (il 31 per cento del valore complessivo del mercato pari a circa 875 milioni di euro), un valore in crescita del 16 per cento rispetto all'ammontare totalizzato nello stesso periodo del 2018 (237 milioni di euro, il 32 per cento del valore totale del mercato pari a 730 milioni) e i protagonisti sono i bandi per l'affidamento della direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione.

10. I bandi per la realizzazione di opere pubbliche sono in crescita dal 2017. nel 2019 si rafforza la crescita degli importi spinta dalle grandi opere.

   Dalla seconda meta del 2017 la domanda di opere pubbliche cresce sostenuta dagli appalti di sola esecuzione, dagli appalti di costruzione/manutenzione e gestione, nonché dai contratti di partenariato pubblico privato (PPP). l'analisi dei dati annuali sui bandi dell'ultimo quinquennio 2014-2018 evidenzia che il 2018 e l'anno in cui si registrano i valori più alti, con 23.338 procedure dell'importo complessivo a base di gara di 31,7 miliardi, un valore quest'ultimo superiore al valore medio annuo del periodo 2003-2008 (30 miliardi annui), gli anni dei bandi delle grandi opere strategiche della legge obiettivo (Autostrada Asti-Cuneo, Pedemontana Veneta e lombarda, tangenziale Est Esterna di Milano, Quadrilatero Marche-Umbria, macro lotti dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, M4 e M5 di Milano, linea C di Roma, tra le principali).

   Nei primi 10 mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, si rafforza la crescita degli importi in gara spinta dalle grandi opere. I tassi di crescita sono del 4 per cento, il numero, e del 48 per cento, l'importo. Quanto alla crescita espansiva degli importi nel 2019 si consideri che l'ammontare totalizzato tra gennaio e ottobre 2019, pari a 33,7 miliardi di euro, e superiore a tutti i valori annui dal 2002 (valori annui simili ma non superiori sono stati raggiunti nel triennio 2003-2005, circa 32,3 miliardi annui). Determinanti, tra gli altri, gli importi dei seguenti bandi: circa 3,3 miliardi per l'affidamento dei 5 lotti TELT per la costruzione del tunnel di base della sezione transfrontaliera del collegamento ferroviario alta velocita Lione-Torino – Cantieri operativi 5, 6/7 e 8 e 3, 4 e 10; 2,2 miliardi per l'affidamento in concessione del Servizio Idrico Integrato nel bacino di affidamento di Rimini, ad esclusione del comune di Maiolo, comprensivo della realizzazione dei lavori strumentali; 1,2 miliardi quale valore degli investimenti previsti nel bando MIT – Dg Strade ed Autostrade – per l'affidamento in concessione delle tratte autostradali A21 Torino- Alessandria-Piacenza, A5 Torino-Ivrea-Quincinetto, Bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhia, la diramazione Torino-Pinerolo e il SATT, nonché la progettazione e l'esecuzione dei lavori finalizzati al miglioramento delle condizioni di sicurezza delle stesse infrastrutture stradali.

   Nel 2019 l'aumento del numero di bandi e trainato dai lavori tradizionali, per i quali si osserva un incremento del 2,3 per cento (da 14.629 a 14.965), dai contratti di PPP che crescono del 3,5 per cento (da 3.131 a 3.241) e dagli appalti di costruzione/ manutenzione e gestione (+67,5 per cento, da 409 a 685) sostenuti dai servizi facility management (FM) agli edifici. Riguardo agli importi i lavori tradizionali aumentano del 20,0 per cento (da 16,0 a 19,2 miliardi), i contratti di PPP del 129,9 per cento (da 5,6 a 12,8 miliardi, il valore annuo più alto dal 2002) e gli appalti di costruzione/manutenzione e gestione del 50,3 per cento (da 1,1 a 1,7 miliardi).

11. Si consolida la crescita del numero delle aggiudicazioni.

   Le aggiudicazioni di opere pubbliche superiori al milione di euro nel 2018 crescono del 37,9 per cento riguardo al numero e del 39 per cento riguardo agli importi. l'aumento del numero di aggiudicazioni e trainato dai lavori tradizionali, per i quali si osserva un incremento del 41,5 per cento (da 1.153 a 1.631). In crescita del 46,1 per cento le aggiudicazioni di appalti di costruzione/manutenzione e gestione (da 76 a 111) e del 23,4 per cento le aggiudicazioni di contratti di PPP (da 325 a 401). Riguardo all'importo, in forte crescita il valore dei lavori tradizionali aggiudicati (+67,4 per cento).

   In crescita anche il valore delle aggiudicazioni di appalti di costruzione/manutenzione e gestione (+71,6 per cento). In calo quello dei contratti di PPP (-12,2 per cento).

   La crescita delle aggiudicazioni si consolida nel 2019. Il numero di aggiudicazioni di importo superiore a 1 milione di euro cresce del 34,4 per cento, da 1.717 a 2.307 aggiudicazioni. l'incremento e del 38,0 per cento per i lavori tradizionali (da 1.299 a 1.792);

del 45,5 per cento per gli appalti di costruzione/manutenzione e gestione (da 88 a 128); del 19,0 per cento per i contratti PPP (da 330 a 387). l'importo complessivo delle aggiudicazioni cresce del 5,5 per cento (da 17,1 a 18,1 miliardi). l'incremento e del 4,1 per cento per i lavori tradizionali aggiudicati e del 19,0 per cento per i contratti PPP. Si riduce del 15,4 per cento il valore delle aggiudicazioni di appalti di costruzione/manutenzione e gestione aggiudicati.

12. Si consolida la crescita della domanda dei Comuni. In forte crescita la domanda dei gestori delle infrastrutture di trasporto.

   L'analisi dei bandi del periodo gennaio 2014-ottobre 2019, articolati per gruppi di stazioni appaltanti, evidenzia l'importanza della domanda espressa dai comuni, i principali committenti territoriali e nazionali. Per i comuni nel 2018 si consolida e si rafforza la crescita del mercato, con un incremento del numero dei bandi del 2,8 per cento (da 10.982 bandi a 14.065) e dell'importo del 15,2 per cento (da 5,7 miliardi a 6,6) rispetto al 2017, dopo la crescita dello 0,8 per cento del numero dei bandi e del 9 per cento degli importi registrato nel 2017 rispetto al 2016 (10.173 bandi e 5,3 miliardi). I dati dei primi dieci mesi del 2019 confermano la nuova fase di crescita delle opere pubbliche comunali. Si registrano aumenti del 4,6 per cento del numero dei bandi e del 44 per cento degli importi, rispetto allo stesso periodo del 2018.

   Ai gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici nazionali spetta una quota significativa del valore del mercato complessivo delle opere pubbliche, che e cresciuta notevolmente negli ultimi anni per il peso assunto dalle infrastrutture di trasporto (ferrovie, strade e autostrade, sistemi di trasporto rapido di massa, porti, interporti e aeroporti). Si passa da una quota inferiore al 20 per cento negli anni antecedenti il 2016 a una quota media annua superiore al 30 per cento nel quadriennio 2016-2019. nel 2018, per l'insieme dei gestori di reti, infrastrutture e servizi pubblici nazionali si osserva un incremento dei bandi del 2,2 per cento (da 1.015 a 1.037), dopo la contrazione del 3,6 per cento registrata nel 2017 rispetto al 2016. nel 2019 la crescita si rafforza (+3,2 per cento, da 866 a 894 bandi). Riguardo agli importi il 2018 si e chiuso con un calo dell'1 per cento (da 8,8 miliardi a 8,7) a motivo della forte riduzione degli importi dei bandi dei gestori della rete ferroviaria (-34 per cento, da 5,9 miliardi a 3,9), dopo la fase espansiva del 2017. nel 2019, considerando il valore complessivo degli importi in gara nei primi dieci mesi, pari a oltre 10 miliardi, si supera ampiamente sia il valore annuo del 2018 (8,7 miliardi) che tutti i valori annui degli anni 2000, se si esclude quello del 2004 (11,1 miliardi). Determinanti alcuni lotti strategici e prioritari relativi al collegamento ferroviario Lione-Torino, alla linea ferroviaria AV/AC Milano-Verona, all'itinerario ferroviario Napoli-Bari, alla terza corsia autostradale nel tratto Firenze-Pistoia, alla Gronda di Genova.

13. In crescita le piccole, le medie e le grandi opere.

   Dall'analisi delle procedure di affidamento monitorate, tra gennaio 2014 e ottobre 2019, articolate per classi di importo ed escludendo i bandi di importo non segnalato, risulta che l'82 per cento dei bandi riguarda opere piccole di importo pari o inferiore a 1 milione di euro, mentre l'88 per cento degli importi riguarda opere medie e grandi di importo superiore.

   Per le opere piccole si osserva una crescita a partire dal 2017, con un numero di bandi incrementato del 14,3 per cento (da 12.038 bandi a 13.762) e un importo aumentato del 23,5 per cento (da 2,5 miliardi a 3,1). la crescita delle piccole opere si consolida e si rafforza nel 2018 (+26,3 per cento il numero dei bandi; +28,8 per cento l'importo) e prosegue nel 2019 con minore intensità (+0,1 per cento il numero dei bandi; +8,4 per cento gli importi).

   Per le opere medie – che nell'intero periodo rappresentano quote del 17 per cento, per numero di bandi, e del 51 per cento, per importo, del mercato delle opere pubbliche al netto dei bandi di importo non segnalato – si osserva un trend simile a quello osservato per le piccole opere. la ripresa ha inizio nel 2017, con un numero di bandi aumentato del 27,1 per cento (da 1.998 bandi a 2.540) e un importo aumentato del 27,0 per cento (da 9,7 miliardi a 12,3). la crescita si consolida e si rafforza nel 2018 (+36,2 per cento il numero dei bandi; +42,6 per cento l'importo) e prosegue nel 2019 con minore intensità (+11,8 per cento il numero dei bandi; +8,6 per cento gli importi).

   Anche le grandi opere di importo superiore a 50 milioni di euro – che nell'intero periodo rappresentano quote dello 0,4 per cento, per numero di bandi, e del 37 per cento, per importo, del mercato delle opere pubbliche al netto dei bandi di importo non segnalato – a partire dal 2017 crescono. Il miglior risultato riguardo al valore economico, contrariamente a quanto rilevato per le opere di minore importo, e raggiunto nei primi dieci mesi del 2019. Si tratta di 16,2 miliardi, un valore record mai raggiunto prima. tale valore e composto per il 40 per cento da appalti di lavori tradizionali (circa 6,6 miliardi) e per il 60 per cento (9,7 miliardi) da contratti di PPP o appalti misti di costruzione/manutenzione e gestione.

14. La crescita coinvolge tutto il territorio. nelle regioni del centro-nord e forte la spinta delle grandi opere.

   L'aggregazione dei bandi per area geografica, considerando che una parte dei bandi non e riconducibile a una delle due aree geografiche individuate, evidenzia per il centro-nord una dinamica di progressiva crescita del numero dei bandi, con percentuali superiori al 10 per cento tra il 2015 e il 2018. Per quanto riguarda gli importi, il trend di crescita si interrompe nel 2016 (- 18,8 per cento rispetto al 2015) e riprende nel 2017 (+15,3 per cento, da 13,1 a 15,1 miliardi) per poi proseguire e rafforzarsi nel 2018 (+40,6 per cento, da 15,1 a 21,3 miliardi) e nei primi dieci mesi del 2019 (+52,8 per cento, da 6,4 a 7,2 miliardi).

   Per quanto riguarda il sud e le isole, i dati evidenziano una contrazione del mercato tra il 2014 e il 2017. nel 2018 il mercato riparte, con aumenti del 18,7 per cento, riguardo al numero di bandi (da 5.426 a 6.439), e del 67,8 per cento riguardo agli importi (da circa 5,4 a 9 miliardi). nei primi dieci mesi del 2019 la crescita si consolida, con aumenti dell'11,4 per cento, per numero di bandi, e del 12,4 per cento, per importo.

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