Newsletter Finco n.11/ 2020.

EDITORIALE: APPALTO E SUBAPPALTO VERITA’ E FALSE VERITA’

Cosa pensano di fare le forze politiche nel Parlamento Italiano ed in quello Europeo per arginare lo slogan del “subappalto libero” negli appalti, in particolare con riferimento alle lavorazioni specialistiche e Superspecialistiche? L’Europa ha come modelli di riferimento sistemi nazionali che sono lontani da noi: poche imprese sul mercato e poca criminalità organizzata. E’ peraltro paradossale che i Commissari Europei protagonisti in materia sono stati una inglese, il cui Paese è appena uscito dalla Comunità Europea, ed un polacco, i cui produttori ed installatori di infissi, tanto per fare un esempio, non rispettano esattamente gli standard comunitari. Non c’è quindi alcuna “sacralità” in queste posizioni. Occorre sfatare l’opinione secondo cui più subappalto equivale a maggiore partecipazione delle PMI: più subappalto equivale solo a deresponsabilizzare l’appaltatore principale (che finisce per essere un puro intermediario) ed a mortificare le imprese serie che dopo aver molto investito in qualificazione delle maestranze ed attrezzature (laddove necessario), si trovano ad essere stritolate in un meccanismo che consente contratti capestro (da qui la necessità di un Contratto di Subappalto Tipo) e pagamenti insufficienti e tardivi (da qui la necessità del pagamento diretto sempre e del mantenimento del ribasso massimo del 20% tra appalto e subappalto – altra cosa contestata dalla Corte di Giustizia Europea -). Strumenti di partecipazione ci sono già e si chiamano: Raggruppamenti Temporanei di Imprese, Reti di Imprese, Consorzi. Non invochiamo quindi limitazioni in materia di libertà di uso dei fattori della produzione, ma solo di uso “costruttivo” degli stessi. E non dimentichiamo l’Avvalimento che è possibilità di partecipare ad una gara con requisiti minimi (se non inesistenti) - che sarebbe proprio per questo da eliminare o limitare fortemente - FINCO ha una proposta articolata per rivedere i limiti al subappalto che si può sintetizzare così: • mantenimento dei limiti percentuali attuali del subappalto sottosoglia comunitaria; • mantenimento dei limiti attuali per le c.d. SIOS – Superspecialistiche sempre; • applicazione di valutazione discrezionale da parte della Stazione Appaltante (secondo una serie di • meccanismi predefiniti) soprasoglia. Bisogna decidere una volta per tutte se si vuole puntare su un tessuto sano di imprese che devono crescere o su un sistema di scatole vuote in cui le piccole imprese si spremono e si buttano via. E se oltre alla sacrosanta qualificazione delle imprese non si debba pretendere anche quella delle Stazioni Appaltanti. Non c’è bisogno di molte parole in proposito, né di grandi relazioni. Magari un supplemento di attenzione da parte dell’ Esecutivo ed anche del Parlamento.

 

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