Camera dei deputati - 3-01192 – Interrogazione sulle zone economiche speciali collegate alla rete Trans-europea dei trasporti (Ten-T). RISPOSTA

Camera dei deputati - 3-01192 – Interrogazione a risposta immediata presentata il 10 dicembre 2019.

 Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

le zone economiche speciali rappresentano una straordinaria ed irripetibile occasione di crescita e di attrazione degli investimenti, pubblici e privati, per lo sviluppo del Mezzogiorno e del Paese;

lo stato di attuazione delle zone economiche speciali, così come rappresentato dalla stampa specializzata, appare ancora lento, nonostante le risorse stanziate e la possibilità di accedere al credito di imposta per gli investimenti, ai vantaggi doganali ed a procedure di semplificazione e velocizzazione amministrativa;

fino al 13 novembre 2019 sono state accolte ventisei comunicazioni, presso l'Agenzia delle entrate, per una domanda di circa 40 milioni di euro di investimenti, a riprova di un'ancora limitata attuazione rispetto alle potenzialità offerte;

le zone economiche speciali possono rappresentare la piattaforma normativa, finanziaria, fiscale e burocratica ottimale per stimolare l'incontro tra domanda di investimenti, locali e stranieri, con la finanza pubblica e privata, di origine anche bancaria (ad oggi si registra una disponibilità dichiarata di 2,6 miliardi di euro per sostenere progetti di insediamento nelle zone economiche speciali), per lo sviluppo di infrastrutture e di piani di insediamento industriale, anche in ragione della collocazione strategica del Mezzogiorno rispetto ai nuovi flussi e interessi commerciali provenienti dalla direttrice est-ovest;

è emersa da più parti la richiesta ad estendere l'istituzione di zone economiche speciali ulteriori, fuori dal perimetro delle regioni meno sviluppate o in transizione;

attualmente le zone economiche speciali comprendono almeno un'aerea portuale con le caratteristiche del regolamento dell'Unione europea n. 1315 dell'11 dicembre 2013, collegata alla rete Trans-europea dei trasporti (Ten-T) –:

quali siano le zone economiche speciali che possono considerarsi operative, quali invece le zone ancora non attivate e per quali ragioni, in tale contesto se si intenda adottare iniziative volte a istituire ulteriori zone economiche speciali fuori dal perimetro delle regioni meno sviluppate ed in transizione e se per area portuale collegata alla rete Ten-T, di cui al regolamento europeo citato in premessa, si intendano compresi i porti classificabili come «core» o anche come «comprehensive».

(3-01192)

Camera dei Deputati

Mercoledì 11 dicembre 2019

La seduta è cominciata alle 15:00.

Elementi in merito allo stato di attuazione delle zone economiche speciali e iniziative volte a promuovere tale strumento a fini di crescita e attrazione degli investimenti

PRESIDENTE. La deputata Moretto ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Alessandro ed altri n. 3-01192 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.

SARA MORETTO (IV). Grazie, Presidente. Le ZES sono aree geografiche che comprendono almeno un'area portuale e che godono di benefici fiscali e semplificazioni amministrative. In Italia, l'istituzione delle ZES è legata al decreto “Sud” che prevede una serie di misure per favorire la crescita economica nelle aree del Mezzogiorno. Stampa qualificata riporta che solo quattro ZES su otto sono pronte e alla data del 13 novembre sono state accolte, presso l'Agenzia delle entrate, 26 comunicazioni per un valore di 40 milioni di investimenti, a riprova di un'ancora limitata attuazione rispetto alle potenzialità dello strumento.

Ci rivolgiamo a lei, signor Ministro, per chiederle quali sono effettivamente le ZES attive e le ragioni della mancata attivazione delle restanti; se ci sono le intenzioni da parte sua e del Governo di attivare altre ZES e con quali forme, sappiamo, ad esempio, che c'è una forte richiesta di attivazione da Rovigo, collegata al porto di Venezia, perché, purtroppo, le zone depresse si trovano anche in aree interne e periferiche del Nord; e, infine, se tra i requisiti delle aree definibili come ZES ci sono anche quelli che comprendono porti classificabili come “core”, oppure anche quelli classificabili come “comprehensive”. Chiediamo a lei delle risposte precise su questi punti, perché siamo convinti che attraverso questi strumenti ci possa essere vero sviluppo economico (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, Provenzano, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE LUCIANO CALOGERO PROVENZANO, Ministro per il Sud e la coesione territoriale. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti perché mi consentono, con la domanda, di chiarire l'impegno del Governo per l'accelerazione nell'attuazione dello strumento e anche le misure di potenziamento delle Zone economiche speciali.

Confermo che al momento sono istituite solo quattro ZES, quella calabra, quella campana, quella ionica e quella adriatica, nelle quali è operativo il credito d'imposta per investimenti che, però, per i ritardi accumulati, abbiamo, proprio in legge di bilancio, prorogato con altri 100 milioni, per consentire l'estensione dello strumento a nuove attività imprenditoriali insediate localmente. È in corso una discussione con l'Agenzia delle entrate per estendere il beneficio fiscale anche alle imprese della logistica che, paradossalmente, sono state escluse, al momento, dal beneficio fiscale.

Per quanto riguarda, invece, le attività di semplificazione, queste sono partite nelle quattro zone già istituite; nella cabina di regia del 22 novembre che ho riunito proprio sulle ZES abbiamo definito un percorso per omogeneizzare le procedure di semplificazione.

Nella legge di bilancio stiamo prevedendo anche un intervento sulle infrastrutture di ultimo miglio, che molto spesso nelle ZES non sono ancora finanziate e, in particolare, nelle aree retroportuali.

Le altre quattro ZES, per cui le regioni hanno fatto richiesta - sarda, abruzzese e due siciliane - sono in fase di istruttoria, alcune sono più avanzate, come quella sarda e quella abruzzese; quest'ultima ha una complessità legata al collegamento funzionale con l'autorità portuale che è fuori dalla regione.

C'è l'esigenza del concerto con il Ministero dell'Economia e delle finanze e con il MIT, che sta ovviamente rendendo il procedimento un po' più complesso, ma stiamo proprio lavorando.

Quelle siciliane, invece, sono arrivate in ritardo e l'istruttoria è in corso; noi stiamo accelerando. Considerando che l'operatività della norma risale all'agosto del 2017, io confermo i vostri ritardi e proprio per accelerare questa procedura in legge di bilancio abbiamo previsto la nomina di un commissario di Governo, per ogni ZES, che si faccia carico non solo dell'accelerazione dell'istituzione, ma anche di tutta la fase successiva, sgravando in questo le autorità portuali dal loro già gravoso compito, dopo la riforma, in particolare, di istituzione e operatività delle Zone franche doganali che sono molto utili a completare tutto l'incentivo che si realizza nelle ZES.

Confermo che le aree portuali legate alle reti Ten-T comprendono sia i porti “core” che quelli “comprehensive”. Questa volontà vuole recuperare anche la ratio della norma, che è quella di rendere lo strumento non uno strumento di politica territoriale o di sviluppo territoriale, ma di attrazione di grandi investimenti.

Per quanto riguarda l'estensione alle regioni più sviluppate e in transizione, è già prevista la possibilità di istituire Zone logistiche semplificate. Con la legge di bilancio abbiamo previsto un emendamento che consente di estendere non solo i benefici amministrativi, ma anche quelli fiscali nelle aree all'interno delle ZLS che sono ammissibili agli aiuti di Stato, secondo l'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Chiarisco che, diciamo, sono consapevole della grande aspettativa dello strumento e della grande potenzialità che ha lo strumento. Però, non facciamone - e lo dico a me stesso e a quest'Aula - l'idea che possa da lì derivare la palingenesi, diciamo, dei problemi dello sviluppo del Mezzogiorno.

Ricordo, negli anni Ottanta, Deng Xiaoping che lanciò il nuovo corso dell'economia cinese: ne lanciò otto e noi ne abbiamo già otto previste e ne abbiamo richieste oltre 20. Insomma, lo sviluppo, in particolare del Mezzogiorno ma anche delle altre aree depresse del Paese, va fatto con un serio rilancio di una politica articolata e strategica di sviluppo.

PRESIDENTE. Il deputato D'Alessandro ha facoltà di replicare.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente, e grazie, Ministro. Non sarà la panacea dei mali, Ministro, però, in particolare al Sud, è l'unico strumento di attrazione degli investimenti, oltre ad altre misure che, però, hanno un impatto minore. Infatti, c'è la combinazione della disponibilità della finanza pubblica attraverso le ZES, il credito d'imposta e la semplificazione amministrativa e, dall'altra, la disponibilità della finanza privata, e lei sa che il sistema bancario ha stanziato nei vari diversi livelli di banca circa 2,6 miliardi per accompagnare gli investimenti al Sud.

Poi, c'è tutta un'attenzione di investimenti stranieri rispetto al Paese e rispetto alle aree dove si può massimizzare l'investimento e anche le agevolazioni legate all'investimento.

Quello che voglio dire, Ministro, è che più ritardiamo questa partita più noi rischiamo di non raggiungere gli obiettivi di attrazione degli investimenti e, quindi, di crescita e, quindi, di occupazione.

Nella sua risposta lei ha individuato quattro ZES, quattro richieste di quattro regioni che non sono ancora attive, e si è soffermato un attimo sull'Abruzzo.

Sull'Abruzzo, Ministro, c'è un tema gigantesco che lei conosce, perché è stato qualche giorno fa in Abruzzo. C'è un indirizzo da parte dei Ministeri che dice che la ZES può essere fatta solo con Ancona, perché porto core. Lei ha chiarito che può essere fatta anche col porto comprehensive ma nell'ultima riunione del presidente della regione Abruzzo il Ministero delle Infrastrutture, prima di lei, ha chiarito che invece se la regione Abruzzo optasse per un'autorità trasversale diversa da quella adriatica - cioè con Civitavecchia - essendo Civitavecchia porto comprehensive, rischieremmo di perdere la possibilità di istituire la ZES.

Quindi, io credo che questa cosa vada chiarita definitivamente e non credo che anche nella sua risposta sia stata chiarita perché lei ha detto “Sì, è possibile istituire le ZES anche nelle aree comprehensive”, però nel caso della regione Abruzzo significherebbe dover cambiare l'autorità portuale - ammesso e concesso che il Governo regionale lo voglia fare - ma in quel caso le comunicazioni ufficiali oggi arrivate sono che perderemmo la possibilità di istituire la zona economica speciale proprio perché agganciata…

PRESIDENTE. Concluda.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). …a un porto comprehensive e non core, cioè a Civitavecchia e non più Ancona (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

La seduta è terminata alle 16:00.

 

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