Camera dei Deputati -2-00560 –Interpellanza sulla crisi in cui versa il Porto Canale di Cagliari.

Camera dei Deputati -2-00560 –Interpellanza presentata il 13 novembre 2019.

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, per sapere – premesso che:

il Porto Canale di Cagliari attraversa la fase più acuta di una lunga crisi, che sta culminando nell'avvio del licenziamento collettivo per i 210 lavoratori diretti da parte della società che si occupa del traffico container, che ha già annunciato «l'addio» al capoluogo;

buona parte delle speranze di rinascita dello scalo isolano sono affidate allo sblocco dei progetti relativi all'ampliamento e all'infrastrutturazione delle banchine destinate alle navi merci e alla cantieristica;

l'avvio di tali interventi rappresenterebbe certamente una possibilità in più per rilanciare lo scalo e salvare i posti di lavoro;

l'Autorità di sistema portuale del Mare di Sardegna dispone di 94 milioni di euro per la realizzazione delle infrastrutture negli avamporti a est a ovest e ha redatto un progetto da 60 milioni di euro per costruire i «denti» per le navi «RO RO» e ha previsto un contributo di 34 milioni di euro per il distretto della cantieristica;

la stessa Autorità ha a disposizione un ulteriore finanziamento per «opere di mitigazione e compensazione», da destinare alla vicina spiaggia di Giorgino e ai percorsi interni;

attualmente la possibilità di tradurre in concreto gli interventi programmati è pregiudicata dalla reviviscenza di una serie di vincoli paesaggistici, per opera di una sentenza del Consiglio di Stato, posti paradossalmente a presidio di una spiaggia e di un contesto che non esiste più;

il 27 maggio 2019 la conferenza di servizi convocata Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna, alla presenza della regione – servizio di tutela del paesaggio, del Cacip e della capitaneria di porto, quest'ultima in qualità di rappresentante unico delle amministrazioni periferiche dello Stato nominato dal prefetto di Cagliari, ha approvato sotto il profilo paesaggistico il progetto del Porto Canale, nonché una serie di opere di mitigazione e compensazione;

il 31 maggio il presidente dell'Autorità di sistema portuale ha adottato, con la firma del decreto di recepimento, le determinazioni conclusive;

tra le opere in compensazione all'infrastrutturazione portuale sono stati proposti, per renderli fruibili alla cittadinanza, alcuni spazi di pregio che circondano lo scalo: tra questi, la realizzazione del parco della chiesa di S. Efisio nell'avamporto est, che verrà collegato al villaggio dei pescatori con un percorso ciclo-pedonale; la sistemazione a verde e la realizzazione di percorsi di accesso all'avamporto est sui quali verranno individuate delle aree per attività ricettive e professionali di servizio per la nautica. Sono previsti anche altri due percorsi ciclo-pedonale nella diga foranea di levante e in quella dell'avamporto ovest, nuove aree verdi e una fascia di mitigazione della parte occidentale del porto;

il Comandante della Capitaneria di porto, capitano di vascello Minotauro, in conferenza di servizi, ha espresso parere favorevole al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica sul porto canale e sulle opere di mitigazione/compensazione oggetto della conferenza, in qualità di rappresentante unico, abilitato ad esprimere in modo univoco e vincolante la posizione di tutte le amministrazioni dello Stato coinvolte nella conferenza;

tuttavia, lo stesso capitano di vascello ha precisato che tale parere non è condiviso dalla Soprintendenza, avendo la stessa espresso il proprio orientamento non favorevole. Tali determinazioni vengono pertanto assunte agli atti anche al fine di consentire alla Soprintendenza ogni forma di tutela che l'ordinamento e, in particolare, l'articolo 14-quinquies della legge n. 241 del 1990, consente alle amministrazioni dissenzienti;

la situazione di stallo venutasi a creare rischia di produrre un paradosso politico, giuridico e amministrativo, con conseguenze disastrose sia sul piano economico che su quello di una ormai immaginaria tutela ambientale. Infatti, in nome della tutela di un bene paesaggistico che non esiste più, si blocca la possibilità di realizzare le opere di compensazione di mitigazione dell'area circostante il porto canale di Cagliari e, sempre sulla base di un presupposto non più sussistente, verrebbero bloccati gli interventi necessari per un rilancio produttivo e occupazionale dello scalo;

a rendere ancora più grave la situazione vi è il fatto che il vincolo impedirebbe anche l’iter per l'avvio della zona franca. L'operatività di scali portuali e aeroportuali efficienti per le persone e per le merci rappresenta la principale condizione per colmare il divario derivante dall'insularità e pertanto sono necessarie azione straordinarie per consentire a una regione come la Sardegna pari opportunità di sviluppo rispetto alle altre regioni italiane ed europee;

le segreterie territoriali dei sindacati hanno sollecitato la convocazione del tavolo interministeriale permanente, come già concordato al Ministero dello sviluppo economico durante l'incontro del 31 luglio 2019 –:

se il Governo non ritenga opportuno, al fine di superare una volta per tutte gli ostacoli sopra citati, adottare le iniziative di competenza per la dichiarazione del porto canale di Cagliari opera di interesse strategico nazionale;

in alternativa, quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare al riguardo tenendo conto che il vincolo generico non implica un divieto di trasformazione.
(2-00560)

 

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