Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea (Anno 2020).

Relazione programmatica sulla partecipazione dell’Italia all’Unione europea (Anno 2020) – Presentata dal Ministro per gli affari europei Amendola

La relazione si inserisce nel contesto del nuovo ciclo istituzionale europeo, avviatosi da ultimo con l’insediamento della Commissione von der Leyen, e condivide pienamente l’obiettivo europeo di recuperare la propria competitività tutelando il proprio modello di sviluppo basato sui diritti sociali, attraverso un piano ambizioso di politica industriale che muova lungo due grandi direttrici. La prima è quella del Green Deal; la seconda, mira a coniugare la nostra capacità di ricerca e sviluppo con la costruzione di nuove “global value chains” europee, capaci di contrastare la competizione spesso sleale degli altri grandi attori globali

Contenuto della relazione

  • Rapporti con le istituzioni europee (Parte I)
  • Mercato unico, migrazione, politiche per l’impresa, spazio di libertà, sicurezza e giustizia (Parte II)
  • Politica estera e di sicurezza comune, vicinato e collaborazione con Paesi terzi (Parte III)
  • Partecipazione italiana all’Unione europea (Parte IV)
  • Comitato Interministeriale per gli Affari europei, adeguamento del diritto interno a quello dell’Unione europea (Parte V)

 

PARTE PRIMA - SVILUPPO DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA E QUESTIONI ISTITUZIONALI

 

Questioni istituzionali

Quadro finanziario pluriennale (QFP), Brexit

Il Governo agirà in tutte le sedi istituzionali dell’Unione europea per promuovere un rinnovamento delle strutture e dei processi decisionali europei, per far avanzare il progetto di integrazione verso l’obiettivo di un’Europa più efficace, più solidale e socialmente equa.

Nel corso del 2020, il Governo continuerà ad attribuire massima priorità al negoziato per la definizione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione europea per il periodo 20212027. Nel 2019 il negoziato è stato condotto da Romania e Finlandia, Presidenze di turno rispettivamente nel primo e nel secondo semestre, che hanno proseguito l’analisi delle proposte avanzate dalla Commissione europea nel maggio 2018, e ha visto affinarsi le posizioni degli Stati membri. Allo stato, le visioni degli Stati membri sul futuro bilancio pluriennale risultano ancora piuttosto distanti tra loro. Da un lato i “contributori netti” (Paesi che versano al bilancio europeo più di quanto ottengono in termini di risorse destinate al proprio territorio) sostengono la riduzione delle dimensioni complessive del QFP, che vorrebbero ricondurre entro l’1 per cento del PIL dei ventisette Stati UE; dall’altro i “beneficiari netti” invocano un bilancio più ambizioso, per evitare il ridimensionamento della politica di coesione e della politica agricola comune. Il Governo italiano, ritiene che l’ammontare complessivo delle risorse ipotizzato dalla Commissione europea (1.135 miliardi di euro a prezzi 2018, pari all’1,11 per cento del PIL dei ventisette Stati UE) rappresenti il “minimo indispensabile” per finanziare adeguatamente le priorità d’azione che l’Unione si è data, e punterà a salvaguardare l’impianto della proposta originaria della Commissione europea e a difenderne gli elementi più apprezzabili, tra cui:

- l’accresciuta flessibilità, intesa a consentire al prossimo QFP di reagire rapidamente ad eventi imprevisti ed all’evolversi delle priorità;

- la maggiore enfasi posta sulle sfide emergenti e le conseguenti maggiori risorse attribuite ad ambiti quali la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione;

- l’attenzione dedicata al fenomeno migratorio; la razionalizzazione, in un’ottica di efficientamento, degli strumenti per l’azione esterna dell’Unione, con l’individuazione dell’Africa e dei Paesi del vicinato quali aree di intervento prioritarie.

Per quanto riguarda la Brexit, il Governo italiano assicurerà l’attuazione in Italia delle disposizioni dell’accordo e vigilerà affinché i diritti acquisiti dei connazionali residenti nel Regno Unito siano garantiti anche in concreto. Con l’uscita del Regno Unito dall’UE il 31 gennaio 2020, inizierà immediatamente il negoziato sulle future relazioni, in linea con il quadro delineato dalla Dichiarazione Politica adottata nell’ottobre 2019. L’Unione europea intende adottare rapidamente il mandato negoziale per il Capo della “task force Regno Unito” della Commissione europea, Michel Barnier. Per l’Italia tra le priorità vi sono le seguenti: la garanzia di un livello di mobilità che sia adeguato all’intensità degli scambi tra i nostri cittadini, un accordo di libero scambio senza tariffe e quote che non comprometta la parità di condizioni, una forte cooperazione di sicurezza. In un quadro in cui sembra probabile la ratifica dell’accordo di recesso, il Governo italiano è comunque pronto ad attivare le misure necessarie per far fronte anche allo scenario, poco auspicabile, di una Brexit senza accordo.

Impegni del Governo

  • Lavorare per favorire la ripresa del dibattito sul futuro dell’Unione e del progetto di integrazione, prestando particolare attenzione nei rapporti con le Istituzioni europee alle iniziative capaci di rafforzarne l’efficienza decisionale e la rappresentatività democratica;
  • Continuare ad attribuire massima priorità al negoziato per la definizione del Quadro finanziario pluriennale (QFP) dell’Unione europea per il periodo 2021-2027, adoperandosi in particolare per impedire tagli ulteriori alle politiche tradizionali dell’Unione (politica di coesione economica e sociale e politica agricola comune);
  • Perseguire l’obiettivo di un utilizzo strategico ed appropriato degli strumenti di analisi e valutazione d’impatto della regolamentazione, finalizzato ad evitare ogni possibile eccesso di regolamentazione e di oneri burocratici che possa appesantire le procedure amministrative a carico di cittadini, imprese e amministrazioni, sensibilizzando anche il nuovo esecutivo europeo sulla necessità di rafforzare l’accordo interistituzionale “Legiferare meglio”;
  • In vista del recesso del Regno Unito, contribuire ad impostare i negoziati sulle future relazioni con Londra.

Politiche macroeconomiche

Unione bancaria, Alert Mechanism Report (AMR), Macroeconomic Imbalance Procedure (MIP)

Il Governo contribuirà alla riflessione sulle attuali regole fiscali nell’ambito della più ampia discussione sul completamento dell’UEM e del miglioramento del quadro di governance economica dell’UE. A fronte di una loro possibile semplificazione, l’Italia si impegnerà perché ciò non si traduca in un’applicazione meccanica dei vincoli fiscali e perché eventuali regole più semplici siano applicate in modo flessibile ed economicamente ragionato, tenendo anche conto della situazione specifica dei singoli paesi, e a supporto di una programmazione di medio-lungo termine. Il Governo parteciperà attivamente al dibattito sull’istituzione di un Bilancio dell’Area Euro che favorisca la crescita di lungo termine e la convergenza tra i Paesi, auspicando un’adeguata ambizione in termini di risorse e di obiettivi. Sosterrà inoltre la continuazione del confronto sulla creazione di una funzione di stabilizzazione macroeconomica comune, per esempio tramite uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione.

Rispetto alla riforma dell’architettura dell’area dell’euro, il Governo continuerà a fornire il proprio contributo ai lavori finalizzati al completamento dell’Unione bancaria e alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM), in linea con quanto deciso dai Capi di Stato e di Governo in occasione degli ultimi Vertici europei. L'Eurogruppo è stato incaricato di continuare a lavorare sul pacchetto di riforme del MES – fatte salve le procedure nazionali – e di proseguire i lavori su tutti gli elementi dell'ulteriore rafforzamento dell'unione bancaria, su base consensuale. L’Italia contribuirà, inoltre, alla prosecuzione dei lavori inerenti alla definizione di uno strumento di bilancio per la convergenza e la competitività nell’area euro (BICC), finalizzato a sostenere riforme e investimenti nei paesi dell’area euro.

Sulla base della proposta di regolamento per la governance del BICC, presentata dalla Commissione europea, le fasi del BICC saranno parte integrante del processo del Semestre europeo, che l’orientamento strategico sarà fornito dagli Stati membri dell’area euro e che l’accesso allo strumento da parte degli Stati membri sarà volontario. Il Governo continuerà a seguire un approccio complessivo in una logica “di pacchetto” con riferimento ai tre ambiti: revisione del Trattato ESM, introduzione del BICC e Unione bancaria, incluso lo schema di assicurazione europeo dei depositi bancari (EDIS). Il Governo è impegnato, tra l’altro, ad attribuire il maggior peso possibile alle scelte nazionali in tema di riforme e investimenti e a sollecitare l’individuazione di strumenti europei con funzioni di stabilizzazione economica.

Il nuovo ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche dei Paesi membri dell’UE è stato avviato con la pubblicazione del “Pacchetto autunnale”, che ne fissa le linee guida. Il Pacchetto comprende una pluralità di documenti tra i quali:

  • l’Analisi annuale della crescita (Annual Growth Survey, AGS);
  • la Relazione sul meccanismo di allerta (Alert Mechanism Report, AMR);
  • le Raccomandazioni all’area dell’euro;
  • una Comunicazione sull'orientamento di bilancio dell’area dell’euro;
  • il parere sui Documenti Programmatici di Bilancio dei Paesi dell’area euro;
  • il Rapporto congiunto sul mercato del lavoro (Joint Employment Report).

In particolare con la pubblicazione dell’AMR prende avvio la procedura per gli squilibri macroeconomici (Macroeconomic Imbalance Procedure, MIP), che si svolge contestualmente al Semestre europeo. La MIP è il processo di sorveglianza multilaterale istituito per contrastare i rischi di natura macroeconomica presenti nei Paesi membri e il loro potenziale impatto negativo sulle economie degli altri Paesi dell’Unione. Nell’ambito del rafforzamento della funzione di coordinamento del Semestre europeo, il Governo sarà impegnato ad accrescere ulteriormente l'attenzione sulla dimensione complessiva dell'area dell'euro, con un ruolo più forte per le Raccomandazioni comuni ai Paesi che ne fanno parte. In particolare, nel contesto della MIP, il Governo continuerà a sostenere l’opportunità che i Paesi dell’area dell’euro con surplus elevati e persistenti delle partite correnti della bilancia dei pagamenti promuovano politiche di stimolo della domanda interna (non solo investimenti, ma consumi). Al contempo, promuoverà le iniziative volte a favorire il completamento del Mercato unico e a superarne i limiti, quali le profonde differenze tributarie tra Paesi, che possono avere un effetto negativo sulla concorrenza. Al riguardo, il Governo ritiene che vada nella giusta direzione l’introduzione di indicazioni esplicite al contrasto a programmi fiscali aggressivi (Aggressive Tax Planning) nelle Raccomandazioni specifiche per Paese del 2019 (Country Specific Recommendation, CSR).

Impegni del Governo

  • Sostenere il completamento dell’Unione monetaria e nella definizione delle politiche economiche dell’Unione europea, con l’obiettivo di promuovere riforme e strategie che rilancino crescita economica e occupazione, favoriscano uno sviluppo economico inclusivo e sostenibile, riducendo diseguaglianze e favorendo la convergenza economica tra Paesi e regioni dell’UE;
  • Partecipare al dibattito sull’istituzione di un Bilancio dell’Area Euro che favorisca la crescita di lungo termine e la convergenza tra i Paesi, auspicando un’adeguata ambizione in termini di risorse e di obiettivi;
  • Sostenere la continuazione del confronto sulla creazione di una funzione di stabilizzazione macroeconomica comune, per esempio tramite uno schema di assicurazione europeo contro la disoccupazione.
  • Contribuire ai lavori finalizzati al completamento dell’Unione bancaria e alla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità

PARTE SECONDA - PRINCIPALI POLITICHE ORIZZONTALI E SETTORIALI

Politiche sulla migrazione

Riforma del sistema comune europeo di asilo, regolamento di Dublino

L’obiettivo prioritario del Governo sarà quello di fornire nuovo slancio al dialogo con le Istituzioni europee e con gli altri Stati membri sul tema della gestione dei flussi migratori, con particolare riferimento a quelli che utilizzano le rotte via mare. In quest’ottica, si attende la pubblicazione del “Nuovo Patto su Asilo e Migrazioni”, annunciato dalla Presidente della Commissione europea von der Leyen, che dovrebbe prendere la forma di un’ampia Comunicazione ufficiale, cui sarebbe allegata una tabella di marcia per le singole iniziative legislative che comporranno il Patto. In linea con l’accordo raggiunto tra alcuni Ministri dell’Interno europei nel Vertice di Malta del 23 settembre 2019, l’Italia porrà in primo piano l’esigenza di evitare la perdita di vite umane in mare, ma anche quella che, a seguito dello sbarco sul territorio europeo, siano garantiti adeguati e rapidi meccanismi di ripartizione dei migranti tra tutti gli Stati membri. Parallelamente, è convinzione del Governo che questi strumenti debbano essere affiancati da una vera e propria strategia sui flussi che attraversano il Mediterraneo in grado di prevenire quanto più possibile le partenze. L’Italia, in particolare, ribadirà la peculiarità degli attraversamenti e degli sbarchi via mare e, di conseguenza, la differenza non solo quantitativa, ma anche qualitativa degli oneri ricadenti sugli Stati membri più esposti geograficamente. Una corretta interpretazione ed attuazione dell’art. 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea richiede, in questo senso, un adeguato riconoscimento dell’impegno garantito dai Paesi di frontiera esterna marittima in termini di salvataggi, accoglienza e controllo delle frontiere. In questo quadro, l’obiettivo di una maggiore condivisione degli oneri sconterà, presumibilmente, anche nel 2020 le resistenze già manifestate da molti Stati membri nel corso degli ultimi anni. L’azione italiana si svolgerà, pertanto, in uno scenario particolarmente complesso e sensibile sul piano politico per tutti gli Stati membri, e sarà mirata a raggiungere forme di compromesso in grado di superare la contrapposizione con gli Stati membri meno esposti sul piano geografico.

Un altro terreno sul quale l’Italia chiederà un salto di qualità nell’impegno dell’Unione europea sarà quello del sostegno nel controllo delle frontiere esterne, anche attraverso la valorizzazione dell’attività dell’Agenzia per la Guardia costiera e di frontiera europea (Frontex). L’Italia, pur non avendo votato a favore del nuovo regolamento di disciplina dell’Agenzia, sarà impegnata nella sua implementazione, ma chiederà con forza che la stessa rappresenti un valore aggiunto, non solo per il controllo delle frontiere esterne terrestri, ma anche per quelle marittime. È, infatti, convinzione del Governo che all’ampliamento dell’organico dell’Agenzia debba corrispondere un rinnovato impegno sul piano, ad esempio, dei rimpatri e della cooperazione con le Autorità dei Paesi terzi.

Il Governo solleciterà, infatti, l’Unione europea affinché sviluppi una coerente strategia per i rimpatri che preveda strumenti di supporto agli Stati membri più esposti ai flussi migratori, sia attraverso meccanismi di rimpatrio a carico dell’Unione, sia sul terreno della definizione ed attuazione di accordi di riammissione dell’Unione europea con gli Stati di origine e transito dei migranti.

Impegni del Governo

  • Fornire nuovo slancio al dialogo con le Istituzioni europee e con gli altri Stati membri sul tema della gestione dei flussi migratori, con particolare riferimento a quelli che utilizzano le rotte via mare;
  • Porre in primo piano l’esigenza di evitare la perdita di vite umane in mare, ma anche quella che, a seguito dello sbarco sul territorio europeo, siano garantiti adeguati e rapidi meccanismi di ripartizione dei migranti tra tutti gli Stati membri;
  • Proseguire nell’azione di sostegno alla realizzazione di un partenariato strategico e di lungo periodo tra l’Unione europea e i Paesi di origine e transito dei migranti, in particolare africani, con l’obiettivo di consolidare ed ampliare i risultati sinora conseguiti in termini di maggior controllo delle rotte della migrazione irregolare transitanti dalla Libia e di minori sbarchi registrati sulle coste italiane;
  • Rilanciare il dialogo con l’Unione europea per la costruzione di un sistema di gestione dei flussi migratori che concretizzi i principi di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità di cui all’art. 80 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea;
  • Raggiungere un accordo sulla riforma del Sistema comune europeo d’asilo, ed in particolare, del cosiddetto regolamento Dublino in grado di superare il principio di responsabilità dello Stato di primo ingresso sulle domande di protezione internazionale;
  • Stimolare le Istituzioni europee e gli altri Stati membri in merito ad un maggiore impegno collettivo per collaborare con i Paesi terzi di origine e transito dei flussi, al fine di favorire i rimpatri e prevenire le partenze.

Politiche per il mercato interno dell’Unione

Mercato unico, Blockchain, e-privacy, cyber sicurezza, geoblocking, unione dei mercati dei capitali

Il completamento e l’enforcement delle norme del mercato interno sono fondamentali per il pieno sviluppo delle potenzialità economiche dell’Unione. In tale direzione si innesta l’invito rivolto dal Consiglio europeo di marzo 2019 alla Commissione europea a presentare, entro marzo 2020, un Piano di Azione sul tema.

Per quanto riguarda il mercato unico, Il Governo è impegnato nel rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono a una libera circolazione di beni e servizi, e nella piena attuazione della direttiva 2006/123/CE. In riferimento al mercato unico digitale, il Governo lavorerà su Banda Ultralarga, 5G, WiFi, IOT, Intelligenza Artificiale e Blockchain.

In particolare, per questo ultimo aspetto, il 27 settembre 2018 l’Italia ha aderito allo European Blockchain Partneship, promosso dalla Commissione europea per creare una piattaforma europea basata sulla tecnologia blockchain per lo sviluppo di servizi pubblici digitali e nel luglio 2019 ne ha ottenuto la presidenza per un anno insieme a Svezia e Repubblica Ceca. Il Governo sperimenterà una prima applicazione della piattaforma EBSI (European Blockchain Services Infrastructure) per la fornitura di servizi pubblici transfrontalieri. Inoltre, nel contesto dell’adesione italiana alla dichiarazione sulla cooperazione in ambito Blockchain tra i paesi del MED7, il lavoro del Governo si concentrerà sulla valorizzazione del Made in Italy.

In ambito e-privacy, la Presidenza croata nel 2020 proseguirà il negoziato ai fini dell’adozione della proposta di regolamento sulla tutela della vita privata nelle comunicazioni elettroniche (regolamento e-privacy), che troverà applicazione sia ai contenuti che ai metadati (es. dati relativi al tempo ed alla localizzazione), a dati personali e non personali, di persone fisiche e giuridiche, alle comunicazioni tra dispositivi (machine-to-machine).

La Presidenza finlandese, nel secondo semestre del 2019, non è riuscita nell’intento di portare avanti il negoziato speditamente e di raggiungere un orientamento politico generale. Tale accelerazione non è stata sostenuta da una maggioranza di Paesi, tra cui l’Italia, in quanto il testo di compromesso presenta delle criticità: le disposizioni sulla conservazione dei dati potrebbero pregiudicare la disponibilità di strumenti di indagine nella lotta alla criminalità; non vi sono inoltre riferimenti alla tutela nel settore dell’antiterrorismo, che proprio in ambito europeo vede una forte propensione degli Stati verso l’adozione di linee di intervento sulla limitazione della diffusione in rete di contenuti inneggianti al terrorismo, con il rischio di rimettere ogni iniziativa di carattere preventivo unicamente alla redazione, in sede privatistica, di adeguate policy da parte dei provider.

La piattaforma per la definizione di standard comuni per favorire gli acquisti pubblici (public procurement) e l’interoperabilità all’interno dell’Unione trova origine nella Decisione del 28 novembre 2011 (“Setting up the European multi-stakeholder platform on ICT standardisation” - MSP). Ai fini della attuazione del Digital Single Market, la MSP ha il compito di identificare gli standard comuni per facilitare sia la fornitura di servizi paneuropei, sia per favorire il procurement pubblico. Il Rolling Plan della MSP nel 2019 ha incluso 4 nuovi capitoli: "Intelligenza artificiale", "Sistema globale europeo di navigazione satellitare (EGNSS)", "Key enablers and security" e"Crescita sostenibile". Il Governo parteciperà direttamente alle attività intraprese dalla MSP che rappresenta il punto di convergenza degli interessi degli stakeholders. Alcuni settori del mercato digitale non sono ancora aperti alla concorrenza anche in considerazione del fatto che le applicazioni su cui si basano i servizi digitali non sono del tutto consolidati; a tal proposito verranno rafforzate le attività di coordinamento con gli Organismi di Standardizzazione Nazionali (UNI, UNINFO) e con i rappresentanti italiani degli Organismi di Standardizzazione Europei (CENELEC).

La MSP fornirà input in merito alle attività che gravitano intorno al regolamento UE 2019/881 del 17 aprile 2019 relativo all’ENISA, l’Agenzia dell’Unione europea per la cibersicurezza, e alla certificazione della cibersicurezza per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (noto come Cyber Act). Nel 2020 sarà assicurata la partecipazione alle attività in ambito europeo sui temi della sicurezza informatica delle reti dei sistemi informativi nonché dei prodotti e sistemi. Di seguito si riportano le principali iniziative che vedranno coinvolto il Governo nel prossimo anno. Il Governo proseguirà a collaborare con l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA). Il Governo collaborerà inoltre ai vertici dello European Cyber Security Organisation (ECSO) partecipando alla governance dell’Organizzazione tramite il Board of Directors e il Napac (National Public Authority Representatives Committee).

Per quanto riguarda il geoblocking, il Governo attende la valutazione della Commissione europea, a marzo 2020, sulla eventuale estensione dell’ambito di applicazione del regolamento n.2018/302 anche ai servizi prestati tramite mezzi elettronici, la cui principale caratteristica consiste nel fornire accesso a opere tutelate dal diritto d'autore o altri beni protetti, inclusa la vendita di opere tutelate dal diritto d'autore o altri beni immateriali protetti. Sarà valutato se estendere ad altri settori nell’ambito dei servizi, quali ad esempio i trasporti.

Con riferimento all’Unione dei mercati dei capitali (UMC), l’azione europea mira a: fornire nuove fonti di finanziamento alle imprese, soprattutto alle piccole e medie imprese; ridurre il costo della raccolta di capitali; aumentare le opzioni per i risparmiatori in tutta l'UE; agevolare gli investimenti transfrontalieri, nonché attrarre maggiori investimenti stranieri nell'UE; collegare la finanza all'economia reale promuovendo fonti di finanziamento di tipo non bancario; rendere il sistema finanziario dell'UE più stabile, resiliente e competitivo. Il Governo sostiene e partecipa costruttivamente al lavoro delle istituzioni europee sul progetto complessivo della UMC e sui negoziati attualmente in corso:

  • Proposta di regolamento relativo ai fornitori europei di servizi di crowdfunding per le imprese [COM(2018)113] e dalla proposta di direttiva che modifica la direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari (MIFID II) [COM(2018)99]. Si
  • Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla gestione di crediti, agli acquirenti di crediti e al recupero delle garanzie reali (cd. direttiva “AECE”) [COM(2018)135].
  • Proposta di regolamento relativa ad un quadro di risanamento e risoluzione delle controparti centrali (CCP Recovery and Resolution) [COM(2016)856].
  • Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili [COM(2018)353].

Impegni del Governo

  • Contribuire al completamento del mercato unico digitale portando avanti le molteplici iniziative europee tese a promuovere gli investimenti innovativi nelle reti ad alta capacità e nei servizi digitali (Banda Ultralarga, 5G, WiFi, IOT, Intelligenza Artificiale e Blockchain);
  • seguire con attenzione le iniziative della Commissione europea in materia di protezione dei consumatori e di sicurezza dei prodotti, con particolare riferimento al commercio on-line;
  • continuare la collaborazione in sede europea circa la definizione di standard comuni per favorire gli acquisti pubblici (public procurement), l’interoperabilità e la sicurezza delle reti informatiche e di comunicazione;
  • favorire un efficace completamento dell’attuazione del mercato unico digitale, nelle sedi europee, anche sotto il profilo connesso al diritto d’autore e alle politiche per il cinema e l’audiovisivo

 

Fiscalità e Unione Doganale

eCommerce, scambio di informazioni

La programmazione dell’attività in materia di fiscalità diretta dell’anno 2020 comprende la prosecuzione dei lavori in materia di riforma delle regole attuali di tassazione, con la finalità di rispondere alle sfide poste dalla digitalizzazione e globalizzazione dell’economia. Tali lavori sono iniziati con la pubblicazione, il 21 marzo 2018 da parte della Commissione europea, di due proposte per l’introduzione di misure di tassazione delle imprese digitalizzate:

- una proposta di direttiva relativa al sistema comune d’imposta temporaneo sui servizi digitali applicabile ai ricavi derivanti dalla fornitura di taluni servizi digitali;

- una proposta di direttiva del Consiglio che stabilisce norme per la tassazione delle società che hanno una presenza digitale significativa.

Durante il 2019, i lavori europei in materia di economia digitale si sono concentrati sulla proposta di direttiva relativa al sistema comune di imposte su taluni servizi digitali. Tuttavia, viste anche le difficoltà emerse nel raggiungere un accordo tra gli Stati, alla riunione di marzo 2019 il Consiglio ha deciso di sospendere le discussioni sulla proposta di direttiva e di attendere i risultati delle discussioni internazionali, in corso all’OCSE, sulla revisione delle regole di tassazione.

Il Governo continuerà a supportare l’iniziativa “Capacity Building Programme” dell’OCSE, finalizzata all’implementazione delle competenze necessarie per una più efficace azione di contrasto agli illeciti tributari: con l’OCSE è in essere un protocollo d’intesa che riconosce la Scuola di polizia economicofinanziaria della Guardia di Finanza come “International Academy for Tax Crime Investigation”. In tale ambito, per il 2020, sono pianificate quattro iniziative formative, rivolte a rappresentanti di Paesi appartenenti all’OCSE, nonché ad amministrazioni fiscali di paesi terzi rientranti nell’area di interesse della citata Organizzazione internazionale. Con riferimento all’imposizione diretta, il Governo proseguirà nella direzione di una sempre maggiore aderenza dell’ordinamento interno a quello dell’UE, mediante la predisposizione di specifiche disposizioni che consentano il pieno recepimento della normativa europea in materia fiscale e prevedano un celere ed esaustivo scambio di informazioni tra i diversi Enti facenti parte dell’amministrazione fiscale italiana.

Impegni del Governo

  • Contribuire alle attività dell’Unione europea volte a riformare le regole attuali di tassazione, con la finalità di rispondere alle sfide poste dalla digitalizzazione e globalizzazione dell’economia;
  • Proseguire nella direzione di una sempre maggiore aderenza dell’ordinamento interno a quello dell’UE, mediante la predisposizione di specifiche disposizioni che consentano il pieno recepimento della normativa europea in materia fiscale e prevedano un celere ed esaustivo scambio di informazioni tra i diversi Enti facenti parte dell’amministrazione fiscale italiana;
  • Nel settore delle imposte indirette, provvederà a rafforzare il contrasto alle frodi all’IVA adoperando strumenti quali il network “Eurofisc” e i controlli multilaterali con le Amministrazioni fiscali degli altri Paesi membri dell’UE;
  • Sostenere la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce, nell’ambito del Fondo per la gestione integrata delle frontiere, lo Strumento di sostegno finanziario relativo alle attrezzature per il controllo doganale.

Impresa, concorrenza consumatori

PMI, frequenze, veicoli, proprietà industriale

Con riferimento ai negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027, l’impegno del Governo, in materia di politiche industriali, sarà volto nel 2020 a garantire che i programmi e gli strumenti finanziari dell’Unione per l’attuazione dell’obiettivo “Mercato unico, innovazione e agenda digitale” siano definiti in modo adeguato – sotto il profilo del volume di risorse disponibili e delle modalità esecutive – per affrontare le sfide della crescita sostenibile nel lungo periodo. In questa direzione, si lavorerà affinché i programmi “Mercato Unico”, “Orizzonte Europa”, “InvestEU” e “Europa Digitale”, tengano in considerazione i fabbisogni delle imprese, specie le piccole e le medie, per attuare una trasformazione digitale pervasiva, favorire la transizione verso l’impatto zero sul clima, anche grazie all’utilizzo di modelli di produzione sempre più circolari. Il Governo si dedicherà a rendere la dimensione PMI orizzontale e integrata in tutta la politica industriale europea.

Il Governo parteciperà ai processi europei legati ai programmi di sostegno alle PMI (es. Digitising European Industry e Digital Single Market Programme). L’azione del Governo sarà tesa inoltre a garantire un dialogo costante con le nuove istituzioni europee, al fine di rimarcare l’importanza di giungere in tempi rapidi alla definizione di una nuova politica europea per la competitività e la crescita.

Un’ulteriore linea di azione sarà rivolta a favorire, nel 2020, il processo di trasformazione industriale con la realizzazione di investimenti in progetti di rilevanza europea che si collocano sulla frontiera dell’innovazione tecnologica (Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo - IPCEI). Si darà seguito ai lavori che hanno portato all’individuazione, a livello europeo, delle catene di valore strategiche (elaborazioni ad elevata prestazione, internet delle cose, sicurezza informatica, tecnologie a bassa produzione di carbonio, idrogeno, veicoli verdi, batterie, microelettronica, salute intelligente) ed alla definizione dei rispettivi piani di azione.

Con riferimento al rilascio delle frequenze, nel triennio 2020-22 il Governo, in linea con le politiche europee, proseguirà l’espletamento di tutte le azioni finalizzate a dare esecuzione al Piano di azione per il 5G definito a livello UE e riguardante l'introduzione delle reti di nuova generazione del servizio radiomobile terrestre (5G) anche in coordinamento con gli stakeholder interessati riuniti al Tavolo TV 4.0 Tra le azioni concorrenti all’implementazione delle reti 5G che dovranno essere attuate dal Governo, riveste particolare importanza la liberazione della banda 700 MHz di cui alla decisione (UE) 2017/899 del 17 maggio 2017 relativa all’uso della banda di frequenza 470-790 MHz nell’Unione, in quanto, a partire dal primo luglio 2022, gli operatori del servizio radiomobile utilizzeranno per l’implementazione delle reti 5G le frequenze della banda 700 MHz, che dovranno quindi essere libere da altri utilizzi. A tal fine il Governo, a partire dal 2020, è impegnato a dare seguito alla liberazione della banda 700 MHz da parte degli operatori di rete radiotelevisiva titolari di diritto d’uso per i canali DVB-T in ambito nazionale e locale ricompresi nella predetta banda e alla contestuale riassegnazione ai medesimi operatori di rete di diritto d’uso per i canali DVB-T ricompresi nella banda 470-694 MHz.

Per quanto riguarda i veicoli, nel corso del 2020 il Governo seguirà i negoziati riguardanti la proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 715/2007 relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (euro 5 ed euro 6) e all'ottenimento di informazioni sulla riparazione e la manutenzione del veicolo. In data 13 dicembre 2018 il Tribunale dell’Unione europea, accogliendo il ricorso presentato dalle città di Bruxelles, Madrid e Parigi, ha parzialmente annullato il regolamento (UE) 2016/646 che, nello stabilire le modalità di esecuzione della prova di misurazione delle emissioni inquinanti dei veicoli su strada (Real Driving Emissions - RDE), aveva introdotto valori limite di emissioni (i c.d. fattori di conformità). Tale parametro costituisce un valore limite massimo di emissione per alcuni gas inquinanti che non deve essere superato durante la prova e che, a giudizio della Corte, non poteva essere adottato con un atto della Commissione europea (il regolamento UE 2016/646), ma attraverso la procedura legislativa ordinaria.

Con riferimento alla proprietà industriale, l’avvio del sistema di brevetto europeo con effetto unitario si trova ancora in uno stato di stallo a causa del ritardo nella promulgazione della legge di ratifica dell’Accordo per l’istituzione del Tribunale Unificato dei Brevetti da parte della Germania per via della pendenza di un giudizio di costituzionalità. Ove l’accordo, a seguito di una positiva soluzione della procedura giurisdizionale tedesca innanzi detta, entrasse in vigore nel corso del 2020, l’Italia sarebbe pronta a partecipare al nuovo sistema di brevetto unitario, avendo completato tutti gli adempimenti formali necessari per la ratifica dell’Accordo: l’adesione al Protocollo per l’Applicazione Provvisoria dell’Accordo e la ratifica del Protocollo per Immunità e Privilegi dei giudici del Tribunale. L’Italia ha già comunicato ufficialmente che ospiterà una sede locale del Tribunale a Milano, dove l’italiano, oltre all’inglese, sarà usato come lingua del procedimento giudiziario. A tal fine nel 2020, se sarà avviata la fase di applicazione provvisoria dell’Accordo del Tribunale Unificato dei Brevetti, dovrà essere stipulato un accordo di sede tra il Governo italiano ed il Tribunale unificato dei brevetti per poter rendere operativa la sede locale di Milano. Una volta che sarà noto il momento dell’avvio del sistema del brevetto unitario, il Governo agirà affinché i vantaggi del nuovo sistema siano oggetto di specifici momenti informativi e di comunicazione, diretti soprattutto al mondo delle piccole e medie imprese, delle start up e delle università, promuovendo il coinvolgimento delle associazioni di categoria e degli ordini professionali interessati.

Impegni del Governo

  • Lavorare affinché le iniziative di policy e i programmi settoriali previsti dal Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 rispondano agli obiettivi di supportare le PMI, facilitare la trasformazione digitale, favorire la transizione verso la neutralità climatica e l’economia circolare;
  • Collaborare per raggiungere una migliore applicazione e una modernizzazione delle norme UE relative alla protezione dei consumatori;
  • Promuovere gli investimenti innovativi nelle reti ad alta capacità e nei servizi digitali integrati, portando avanti le diverse iniziative avviate dal Governo in coerenza con gli obiettivi e i diversi piani d’azione stabiliti in sede europea (Banda Ultralarga, 5G, WiFi, IOT e Intelligenza Artificiale);
  • Adoperarsi per il rilascio delle frequenze della banda 700 MHz da parte di tutti gli operatori di rete DVB-T;
  • Proseguire l’esame della proposta di Regolamento (CE) n. 715/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo all'omologazione dei veicoli a motore riguardo alle emissioni dai veicoli passeggeri e commerciali leggeri (euro 5 ed euro 6).

Ricerca, sviluppo tecnologico e spazio

Multi-annual Financial Framework 2021-2027, Cluster Tecnologici Nazionali

E’ attualmente in corso di esame il “pacchetto” di proposte regolamentari pubblicato dalla Commissione europea nel maggio 2018 in vista della definizione del Quadro finanziario pluriennale (Multi-annual Financial Framework) 2021-2027, in cui viene di fatto istituzionalizzato uno stretto legame tra le politiche di coesione e gli obiettivi fissati dal “semestre europeo”, con un accento sulla promozione della crescita sostenibile e dell'occupazione in linea con la strategia Europa 2020 e con l’Agenda 2030.

Il “pacchetto” di proposte regolamentari pubblicato dalla Commissione europea nel maggio 2018, in vista della definizione del Quadro finanziario pluriennale (Multi-annual Financial Framework) 2021-2027, istituzionalizza di fatto uno stretto legame tra le politiche di coesione e gli obiettivi fissati dal “semestre europeo”, con un accento sulla promozione della crescita sostenibile e dell'occupazione in linea con la strategia Europa 2020 e con l’Agenda 2030.

In particolare, nel corso del 2020, il Governo proseguirà nell’attuazione di: Cluster Tecnologici Nazionali; Ricerca Industriale nelle 12 Aree-Cluster; Social Impact Finance; Proof of concept; FARE Ricerca in Italia 2016; RIDE – Ricerca italiana di eccellenza; Progetti di ricerca di base; Contamination Lab; Co-finanziamento IR; Open Ricerca

Impegni del Governo

  • Promuovere una governance multilivello volta a sostenere una programmazione sinergica dei finanziamenti in materia di ricerca e innovazione;
  • Valorizzare il capitale umano, potenziare le infrastrutture di ricerca e al rafforzamento dei meccanismi di collaborazione pubblico – privato;
  • partecipare al sistema nazionale dell’innovazione ai bandi pilota di EIC, il costituendo European Innovation Council (EIC);
  • Proseguire nell'azione di assistenza ai partecipanti italiani al Programma quadro Horizon 2020;
  • Impegnarsi nell’attuazione di grandi programmi strategici in ambito aerospaziale e in ambito satellitare, quali “Cosmo-SkyMed” e “Copernicus”;
  • Continuare a lavorare per l’attuazione della Strategia nazionale di specializzazione intelligente ed in materia di politiche per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo del settore spaziale in particolare all’attuazione del Piano strategico Space Economy.

Ambiente

Attuazione della strategia sull’economia “circolare”, politiche sul clima-energia, politiche per lo sviluppo sostenibile

La Commissione europea presenterà la nuova strategia sull’economia circolare. Il Governo auspica: incentivi per la modernizzazione della gestione dei rifiuti e della loro tracciabilità; maggior utilizzo della fiscalità ambientale e degli appalti pubblici verdi; collegamento tra decabornizzazione e circolarità; aumento delle pratiche di riutilizzo dell’acqua; creazione di nuovi posti di lavoro verdi, soprattutto per i giovani.

Coerentemente con le indicazioni contenute nelle linee guida della Commissione europea 20192024, e date le specificità dell’Italia, è fondamentale che vi sia particolare attenzione ai settori alimentare, tessile, delle costruzioni, della mobilità e del turismo.

Nell’ambito dei negoziati internazionali sul clima, obiettivo prioritario sarà quello di dare seguito alle decisioni adottate dalla ventiquattresima conferenza delle parti di Katowice e dalla prima conferenza delle parti dell’accordo di Parigi sul clima. Inoltre, l’Italia ha assunto l’impegno di partecipare alla COP 26 in partenariato con il Regno Unito che ne assumerà la Presidenza.

La nuova Commissione europea ha adottato una Comunicazione sul cd. Green Deal Europeo destinata a guidare, come una vera e propria tabella di marcia, il lavoro dell'Esecutivo europeo nei prossimi cinque anni e oltre, non solo in campo climatico ma anche a livello trasversale. L'obiettivo

Tra gli obiettivi immediati, la Commissione ha ricordato, nell'ambito della lotta ai cambiamenti climatici, l'adozione della prima Legge europea sul clima per il raggiungimento della neutralità climatica al 2050, prevista per il mese di marzo 2020, e un piano per incrementare di almeno il 50% (verso il 55%) gli obiettivi climatici dell'UE per il 2030, previsto per la prossima estate. Tra le altre misure previste, la Commissione ha ricordato l'adozione di una Strategia UE per la biodiversità al 2030 e di nuovo Piano di Azione specifico per l'economia circolare, che si focalizzerà su settori quali il tessile e le costruzioni, entrambi previsti per la prossima primavera. Il Green Deal europeo riguarda tutti i settori dell'economia, in particolare i trasporti, l'energia, l'agricoltura, l'edilizia e settori industriali quali l'acciaio, il cemento, le TIC, i prodotti tessili e le sostanze chimiche.

Impegni del Governo

  • Realizzare azioni intersettoriali nel quadro della nuova strategia europea per l’economia circolare;
  • Promuovere l’adozione di politiche sull’uso sostenibile del suolo, in linea con l’obiettivo 15 della Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030;
  • Promuovere il riutilizzo delle acque reflue trattate, partecipando in particolare all’elaborazione del regolamento europeo sui requisiti minimi di qualità;
  • Perseguire l’obiettivo di un equo accesso all’acqua;
  • Continuare a garantire la partecipazione attiva al completamento del processo per la definizione delle regole tecniche necessarie a dare piena operatività all’accordo di Parigi sul clima;
  • Mettere in atto delle azioni finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica al 2050;
  • Rafforzare il percorso di coerenza tra la trasposizione interna dell’agenda 2030 e gli altri strumenti di programmazione, in particolare quelli strategici, finanziari e del semestre europeo per il post-2020, tenuto conto del contributo fornito dall’Italia per il tramite della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e dei relativi documenti attuativi regionali;
  • Impegnarsi nel quadro politico dell'Unione europea al fine di garantire che le politiche europee e i relativi meccanismi di monitoraggio e revisione siano in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile e i rispettivi traguardi, rafforzando la collaborazione con le Istituzioni europee e con gli Stati membri;
  • Sostenere l’integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale di tutto il bilancio, fissando allo scopo una serie di condizioni di attuazione e di target.

 

Energia

Energie rinnovabili, efficienza energetica, gas naturale, reti trans-europee

La Commissione europea UE intende istituire il Just Transition Fund con lo scopo di sostenere le comunità locali più impattate dalla transizione ad un’economia a basso contenuto di carbonio (“low carbon”), quali ad esempio le regioni in cui vi è uno sfruttamento intensivo di carbone.

Per il mercato gas, nel corso del 2020 potrebbe avere inizio il processo di revisione della struttura del mercato (ivi inclusa la direttiva gas n. 2009/73/UE). Il processo potrebbe riguardare non solo il settore del gas ma anche i settori direttamente ad esso collegati, quali l’elettrico, il riscaldamento/raffrescamento e i vettori energetici per la mobilità in un’ottica di sector coupling (accoppiamento fra mercati dell’elettricità e mercato del gas) e sector integration con altri settori di consumo (integrazione con il settore dei trasporti o dell’industria), nonché l’utilizzo di nuovi tipi di gas (gas rinnovabili, gas sintetici e idrogeno).

Nell’ambito reti trans-europee, il processo biennale di adozione dell’elenco dei progetti di comune interesse (PCI) con atto delegato della Commissione europea, conclusosi a fine 2019, riprenderà a fine 2020 con una serie di incontri periodici che continueranno nel corso del 2021 fino all’approvazione di una nuova lista entro la fine 2021.

 

Impegni del Governo

  • Perseguire sfidanti obiettivi nazionali al 2030 in materia di rinnovabili e di efficienza energetica;
  • Perseguire l’efficienza del mercato elettrico come fattore centrale per la decarbonizzazione;
  • Monitorare, con riferimento alle reti trans-europee dell’energia, lo stato di avanzamento degli iter di realizzazione dei progetti di comune interesse (PCI) di interesse italiano

 

Trasporti

Trasporto stradale, marittimo, aereo, reti trans-europee, politiche di coesione

Nell’ambito dell’iniziativa “Europa in movimento”, presentata dalla Commissione europea il 31 maggio 2017 per migliorare il funzionamento del settore del trasporto stradale e promuovere una politica maggiormente sostenibile dei trasporti (Pacchetto Mobilità I), il Governo proseguirà i negoziati relativi a due iniziative legislative in materia di tariffazione delle infrastrutture stradali [COM (2017) 275; COM (2017) 276], già avviati in Consiglio.

In ordine alla proposta di modifica della direttiva 1999/62/CE, relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture [COM (2017) 275] (cosiddetta “Eurovignette”), il Governo sarà impegnato a sostenere l’abolizione dei sistemi di tariffazione basati sul tempo, favorendo i sistemi basati sulla distanza percorsa, in ossequio ai principi “chi utilizza paga” e “chi inquina paga” e supportando l’estensione di alcune disposizioni anche ad altre tipologie di veicoli (quali veicoli leggeri ed auto per trasporto passeggeri). Al riguardo il Governo valuterà con cautela l’eliminazione dei tetti massimi dei costi esterni, in relazione ai nuovi valori di riferimento. Il Governo inoltre provvederà a sostenere quanto richiesto dal Senato con l’atto di indirizzo adottato dalla 8a Commissione Permanente in data 26 luglio 2017 (sub lettere a e b) ovvero: ampliare la portata del vincolo di destinazione degli introiti da mark-up (maggiorazione), prevedendo l’obbligo del reinvestimento nel settore dei trasporti, nonché assicurare che gli introiti derivanti dalla riscossione di oneri connessi alla congestione del traffico siano destinati a sostenere le infrastrutture e i servizi di trasporto collettivo.

In base all’andamento del negoziato sulla suddetta direttiva il Governo valuterà l’opportunità di supportare la proposta di modifica della direttiva 1999/62/CE relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l’uso di alcune infrastrutture, per quanto riguarda determinate disposizioni concernenti le tasse su autoveicoli [COM (2017) 276], intesa ad abolire i livelli minimi di tassazione attualmente previsti per i veicoli pesanti, mediante progressiva riduzione del 20 per cento all’anno, per cinque anni, previa verifica degli impatti sulla fiscalità regionale. Il Governo, come richiesto dal Senato con l’atto di indirizzo adottato dalla 8a Commissione Permanente in data 26 luglio 2017 (sub lettera a) avanzerà l’ipotesi di prevedere l’esclusione dei veicoli leggeri dal meccanismo di riduzione della tassazione solo in via temporanea, per motivi precauzionali, individuando a regime qualche forma di compensazione anche per tale categoria di veicoli, che sono invece assoggettati alla proposta di direttiva sui pedaggi stradali.

Si segnalano, inoltre, le attività negoziali concernenti i Regolamenti n. 1071/2009 (accesso alla professione di trasportatore su strada), n. 1072/2009 (accesso al mercato del trasporto di merci su strada in ambito UE), n. 561/2006 e 165/2014 (normativa sui tempi di guida e riposo nel settore del trasporto stradale e sul tachigrafo), le direttive 2006/22 sui controlli della normativa sociale e le direttive 96/71/CE e 2014/67/UE sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto stradale.

Restano ancora aperti due connessi dossier in materia di trasporto stradale, il cui negoziato, previa opzione della presidenze di turno, dovrebbe essere ripreso nel 2020, vale a dire la proposta [COM (2017) 282] di modifica della normativa europea in materia di noleggio senza conducente dei veicoli pesanti (Pacchetto mobilità I) e la proposta [COM(2017)48] sul trasporto combinato (Pacchetto mobilità II), su cui è stato raggiunto un orientamento generale del Consiglio a dicembre 2018, mentre il Parlamento europeo si è espresso in prima lettura ad aprile 2019. Sui menzionati dossier esistono ancora risvolti critici, che riguardano, per quanto concerne la [COM(2017)282], l’aspetto dei controlli del noleggio e, per quanto concerne la [COM(2017)48], la natura delle tratte stradali iniziali e terminali del trasporto, per l’interferenza con le regole del cabotaggio, ove svolte interamente sul territorio di uno Stato membro.

Per quanto riguarda il trasporto marittimo, il Governo continuerà a sostenere le azioni e le attività necessarie per semplificare gli oneri amministrativi a carico degli operatori marittimi, promuovendo lo sviluppo e l’aggiornamento dei sistemi informatici necessari a digitalizzare i procedimenti amministrativi relativi agli obblighi di “reporting” da parte degli operatori del settore marittimo-portuale e da parte delle navi marittime in ingresso ed in uscita dai porti italiani. La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla realizzazione d’infrastrutture per i combustibili alternativi (2014/94/UE) sarà implementata con lo sviluppo e con la disponibilità di nuove tecnologie per il trasporto marittimo. Inoltre, il Governo continuerà a seguire le attività di cui al pacchetto politico NAIADES 2 “Verso una navigazione interna di qualità” e alla piattaforma di implementazione PLATINA 2. Il pacchetto politico NAIADES 2, che costituisce la continuazione del programma NAIADES 2006-2013, è il secondo programma d'azione europeo volto a promuovere il trasporto merci sulle vie navigabili d'Europa allo scopo di ridurre le emissioni.

Nel settore del trasporto aereo, sarà prioritario:

  • promuovere la conclusione e la firma degli accordi globali già finalizzati con Armenia (parafato il 24.11.2017), Qatar (parafato il 4.3.2019), Tunisia (parafato l’11.12.2017) e Ucraina (parafato il 28.11.2013);
  • portare a termine i negoziati globali in corso di trattazione con ASEAN, Azerbaijan, Oman e Turchia;
  • supportare la cooperazione con i Paesi africani avviata nell’anno 2019 in sede di task force UE/Africa;
  • promuovere le trattative e la conclusione degli accordi orizzontali.

Nell’ambito delle reti trans-europee, nel 2020 proseguiranno le attività propedeutiche alla revisione del regolamento (UE) n. 1315/2013 sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete TEN-T, in quanto, alla luce delle future nuove sfide economiche, politiche, tecnologiche e sociali ed a seguito dei negoziati in risposta all'uscita del Regno Unito dall’Unione europea, la Commissione europea ha deciso di anticipare tale processo di revisione al 2021, per affrontare temi quali le norme e i requisiti infrastrutturali, gli strumenti di attuazione, i vari aspetti della rete.

Inoltre, sempre al fine di facilitare l’attuazione della rete centrale TEN-T, la Commissione europea ha lanciato una proposta di regolamento, tuttora in fase negoziale sulla razionalizzazione delle misure per promuovere la realizzazione della rete transeuropea dei trasporti (COM(2018)277), volta all’armonizzazione e alla semplificazione delle procedure autorizzative relative ai progetti d’interesse comune sui Corridoi della rete TEN-T.

Riguardo le politiche di coesione del settore dei trasporti, il Governo intende dare continuità, nel prossimo settennato, al periodo di Programmazione 2014-2020, facendo emergere anche alcuni elementi di innovazione. Di seguito si illustrano i punti di raccordo tra gli obiettivi strategici e gli obiettivi specifici previsti dalla nuova proposta di regolamento FESR e gli interventi prioritari per il settore infrastrutture e trasporti, in continuità con la Programmazione 2014-2020:

  • OS 3 (Obiettivo Specifico C2: Sviluppare una rete TEN-T intermodale, sicura, intelligente, resiliente ai cambiamenti climatici e sostenibile)
  • OS 3 (Obiettivo Specifico C3: Sviluppare una mobilità locale, regionale e nazionale, intelligente, intermodale, resiliente ai cambiamenti climatici e sostenibile, migliorando l’accesso alla rete TENT e la mobilità transfrontaliera)
  • OS 3 Un’Europa più connessa in sinergia con OS 1 - Un’Europa più intelligente (Obiettivo specifico C3: Sviluppare una mobilità locale, regionale e nazionale, intelligente, intermodale, resiliente ai cambiamenti climatici e sostenibile, migliorando l’accesso alla rete TEN-T e la mobilità transfrontaliera; Obiettivo Strategico 1 - A2) Permettere ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni pubbliche di cogliere i vantaggi della digitalizzazione)

Impegni del Governo

  • Proseguire i negoziati per la tariffazione delle infrastrutture stradali nell’ambito dell’iniziativa “Europa in movimento”;
  • Continuare a seguire i negoziati sulle proposte della Commissione europea di modifica ed integrazione della normativa vigente in materia di trasporto merci su strada (Pacchetto mobilità I e II);
  • Incentivare la riduzione dell’inquinamento di CO2 nel trasporto marittimo e nelle acque interne;
  • Promuovere, nel settore del trasporto aereo, la conclusione e la firma degli accordi globali già finalizzati tra l’Unione europea ed alcuni Stati terzi;
  • Proseguire le attività propedeutiche alla revisione del Regolamento (UE) n. 1315/2013 sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete TEN-T.

 

Agricoltura e pesca

Biologico, indicazioni geografiche, origine delle materie prime

Nel 2020 il Governo contribuirà ai lavori di completamento del quadro normativo europeo in materia di agricoltura biologica, che entrerà in applicazione dal 1°gennaio 2021, con l’obiettivo di garantire controlli efficaci e armonizzati in ambito UE, anche con riferimento alle importazioni da Paesi terzi. Continuerà ad essere prioritaria la tutela delle indicazioni geografiche italiane nel contesto europeo e internazionale, mentre, sul fronte delle norme in materia di pratiche sleali lungo la filiera agro-alimentare, si procederà ad un rapido recepimento della direttiva (UE) 2019/633.

Il Governo proseguirà il proprio impegno nel monitoraggio della disciplina nazionale sulle condizioni generali applicabili ai programmi operativi delle organizzazioni di produttori ortofrutticoli prevista dal regolamento (UE) n. 1308/2014 nell’ambito della Strategia nazionale applicabile ai programmi operativi, in vista della Relazione da presentare alla Commissione europea nel 2020. Inoltre, considerato il perdurare della crisi del settore oleicolo italiano, sarà considerata l’esigenza di incentivare gli investimenti per l’incremento e la modernizzazione degli impianti oleicoli al fine di aumentare la produzione e la competitività del settore oleicolo italiano. Sarà inoltre posta attenzione alla difesa degli interessi nazionali su alcuni punti di interesse, quali la convergenza esterna, le proposte di modifica della OCM nei settori carne, latte ed apicoltura, nonché il regime di frutta e latte nelle scuole.

Con riferimento al settore vitivinicolo, nell’ambito della OCM vitivinicola, sarà necessario gestire l’eventuale revisione del quadro normativo nazionale relativo del sistema delle autorizzazioni all’impianto dei vigneti, a seguito delle risultanze di apposita attività di monitoraggio svolta e di conseguente proposta di modifica all’attuale normativa europea sul sistema autorizzativo. Il Governo darà applicazione concertata alle novità normative introdotte dalla nuova regolamentazione europea del settore fitosanitario, tenendo conto delle priorità connesse al tema internazionale della protezione contro gli organismi nocivi per le piante e alle nuove modalità previste per i controlli ufficiali, nonché agli obblighi discendenti dall’attuazione della direttiva sulla strategia per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera e dalla revisione in atto del Piano di azione nazionale sui prodotti fitosanitari (PAN).

Inoltre, il Governo continuerà il proprio impegno a tutela del Made in Italy e dei prodotti di qualità anche mediante la piena applicazione e valorizzazione degli accordi internazionali. In riferimento al meccanismo di protezione ex officio previsto dal regolamento (UE) n. 1151/2012, il Governo manterrà alto il livello di attenzione proseguendo nell'attività di monitoraggio e segnalazione avviata con successo, così come, con riferimento al contrasto delle frodi sul web, proseguirà l'impegno di monitorare le offerte di prodotti alimentari sulle piattaforme E-bay, Alibaba e Amazon.

Tra le linee programmatiche per il 2020, il Governo lavorerà per la reintroduzione dell’arresto temporaneo dell’attività di pesca per raggiungere gli obiettivi della PCP e salvaguardare gli stock ittici nel Mar Mediterraneo; sarà valorizzato il settore dell’acquacoltura; verranno introdotte misure di modernizzazione per sicurezza, condizioni di lavoro ed efficienza energetica delle imbarcazioni.

Impegni del Governo

  • Contribuire ai lavori di completamento del quadro normativo europeo in materia di agricoltura biologica, che entrerà in applicazione dal 1°gennaio 2021, con l’obiettivo di garantire controlli efficaci e armonizzati in ambito UE, anche con riferimento alle importazioni da Paesi terzi;
  • Seguire il negoziato sulla riforma della PAC 2021-2027 e sul QFP per la medesima programmazione, compresi gli aspetti connessi ai possibili effetti legati alla “Brexit”;
  • Tutelare le indicazioni geografiche italiane nel contesto europeo e internazionale;
  • Intervenire in materia di trasparenza delle informazioni sull’origine delle materie prime, incrementando le tutele attualmente previste dall’ordinamento europeo;  si impegnerà a negoziare in sede di trilogo il Regolamento relativo al Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca per il periodo 2021-2027;
  • Contrastare il disboscamento illegale.

 

Politiche di coesione: fondi strutturali e di investimento europei

L’assetto finanziario e le regole che disciplineranno la politica di coesione nel prossimo ciclo di programmazione sono in via di definizione nell’ambito dei negoziati in corso in seno alle Istituzioni dell’Unione europea aventi od oggetto il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), ovvero il futuro Bilancio pluriennale dell’Unione, e i regolamenti che formeranno il “pacchetto legislativo coesione” 2021-2027. Parallelamente al processo negoziale sui testi regolamentari, nel marzo 2019 il Governo ha dato avvio ai lavori per la definizione dell’Accordo di partenariato, il documento che definisce gli indirizzi strategici per la programmazione della politica di coesione 2021-2027, da approvare con decisione della Commissione europea. Secondo la proposta della Commissione europea, il prossimo Bilancio pluriennale europeo si attesterebbe all’1,11 per cento del RNL dell’UE27.

In vista del Consiglio europeo di dicembre, la Presidenza Finlandese ha presentato un progetto aggiornato di schema negoziale (c.d. Negotiating box) completo della quantificazione delle risorse. Le prime reazioni hanno fatto registrare, malgrado alcune timide aperture, il permanere di importanti differenze tra gli Stati membri. Un consistente gruppo di Stati membri - in particolare quelli che maggiormente beneficiano delle politiche di Coesione - rimangono su posizioni fortemente critiche a causa del taglio di quasi 50 miliardi rispetto all’ammontare proposto dalla Commissione. Sul fronte opposto, chiedono una riduzione del bilancio ancora più consistente Austria, Danimarca, Olanda e Svezia. Questi Stati membri vorrebbero ridurre in particolare Politica Agricola e Coesione e mettere più risorse soprattutto a favore delle politiche per la Competitività (ricerca, innovazione, digitale). La quantificazione delle risorse del Quadro Finanziario Pluriennale rimane al momento un tema aperto.

Oltre alla dotazione finanziaria complessiva del QFP ed alla quota destinata alle politiche di Coesione, sono state ricondotte al negoziato sul QFP, e quindi figurano nella Negotiating box, diverse disposizioni del “pacchetto legislativo coesione”, fondamentali per le implicazioni finanziarie o per il carattere orizzontale e di principio rispetto all’impostazione del futuro Bilancio. Tra queste: i criteri di allocazione per categoria di regioni e per Stato membro; la strutturazione della rubrica II del Bilancio “Coesione e valori”; la condizionalità macroeconomica e il collegamento con il Semestre europeo; i meccanismi di flessibilità; la regola di concentrazione tematica dei fondi; le risorse destinate alla Cooperazione Territoriale Europea nonché diversi altri aspetti che attengono anche ai profili attuativi della politica. Uno dei temi più rilevanti del negoziato è certamente il metodo di allocazione dei fondi, che nella proposta della Commissione europea subisce alcune rilevanti modifiche rispetto al 2014- 2020 (c.d. nuovo Metodo di Berlino). Sulla base di tale metodo, l’Italia riceverebbe per la politica di coesione 38,6 miliardi di euro, 2,7 miliardi in più rispetto alle attuali assegnazioni, a prezzi 2018. Il Governo ritiene, tuttavia, che l’aumento delle assegnazioni per la politica di coesione non tenga il passo con la dinamica dell’economia italiana e sia decisamente sottodimensionato.

Impegni del Governo

  • Confermare e rafforzerà la politica di coesione 2021-2027, quale principale politica di investimento dell'Unione;
  • Mirare al raggiungimento di un compromesso sul Pacchetto legislativo coesione su cui è in corso il negoziato il più possibile aderente agli interessi dell’Italia;
  • Proseguire l’impegno per la tempestiva ed efficace attuazione della programmazione 2014‐2020.

 

Occupazione

Politiche per l’occupazione, salute e sicurezza sul lavoro, sicurezza sociale dei lavoratori

Al fine di dare attuazione al piano della formazione e occupazione di qualità, in linea con la Raccomandazione europea sulla garanzia di qualità dell’istruzione e formazione professionale, nel 2020 sarà sviluppata la revisione dei criteri di accreditamento degli Enti di formazione. Sarà inoltre assicurato l’impulso necessario per la realizzazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale nel Sistema duale, ossia il modello formativo integrato tra scuola e lavoro, e, in tale ambito, si prevede di dare attuazione al Protocollo Italia-Germania, in materia di politiche attive del lavoro.

Si disporrà inoltre la definizione di un “Piano nazionale di garanzia delle competenze della popolazione adulta”, che verrà discusso e adottato nel corso del 2020. Tale Piano è finalizzato a definire le strategie nazionali per favorire e sostenere l’attivazione di percorsi formativi destinati alla popolazione adulta in età lavorativa necessari per qualificarsi o riqualificarsi nell’ottica di garantire il loro inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro. Nell’ambito della Strategia europea 2020, si segnala inoltre l’attività promossa dall’Unione europea per raggiungere l’interconnettività tra tutti gli Stati membri e rispondere alle esigenze di maggiore mobilità dei cittadini e delle imprese europee, consistente nell’ attuazione dello “Sportello unico digitale europeo”, di cui al regolamento UE 2018/1724. In linea con tale regolamento, a partire dal 2020 i cittadini e le imprese che si muoveranno liberamente nel mercato unico, avranno a disposizione sul portale Your Europe un unico punto di accesso alle informazioni; tale servizio, che punta ad uniformare a livello europeo l’accesso ai servizi attraverso informazioni di qualità e canali di assistenza effettiva per tutti i cittadini dell’Unione, proporrà le regole vigenti a livello nazionale e europeo in materia di impresa, lavoro, istruzione, salute e tassazione.

Riguardo la sicurezza sul lavoro, nell’ambito dell’attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, il Governo partecipa ai lavori relativi alla proposta della Commissione europea di revisione della direttiva 2004/37/CE (che regolamenta l’esposizione a sostanze chimiche cancerogene e mutagene nei luoghi di lavoro), diretta a rivedere o ad introdurre valori limite di esposizione per alcune sostanze considerate cancerogene o potenzialmente tali per l’uomo, nonché ad introdurre limiti di esposizione professionale per nuove sostanze o processi lavorativi. Quindi, proseguirà il lavoro di identificazione delle sostanze cancerogene già avviato con una prima direttiva (n. 2398 del 12 dicembre 2017) e con le successive (n. 130 del 16 gennaio 2019 e n. 983 del 5 giugno 2019).

Per la sicurezza sociale dei lavoratori, nella precedente legislatura il Parlamento europeo non ha approvato il testo di compromesso adottato dal Consiglio: l’attività programmata per il 2020 prevede quindi la riapertura del negoziato sulle modifiche ai Regolamenti n. 883/2004 e n. 987/2009, che riguardano il coordinamento dei regimi di sicurezza sociale. La revisione sarà mirata a garantire le adeguate tutele ai cittadini che si spostano in Europa e rafforzare i meccanismi di cooperazione tra Stati membri. In particolare, in materia di disoccupazione dei lavoratori frontalieri e transfrontalieri e in materia di determinazione della legislazione applicabile, si dovrà concordare un nuovo testo che possa permettere di conciliare i principi della libera circolazione dei lavoratori con la lotta al fenomeno del dumping sociale.

Impegni del Governo

  • Assicurare l’impulso necessario alla realizzazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale nel Sistema duale, modello formativo integrato tra scuola e lavoro;
  • Promuovere, per i cittadini e le imprese che si muoveranno liberamente nel mercato unico, un unico punto di accesso alle informazioni sul portale Your Europe;
  • Migliorare l’accesso all’occupazione delle persone in cerca di lavoro, in particolare di giovani e disoccupati di lunga durata, e sostenere l’ingresso delle donne al mercato del lavoro;
  • Contrastare la disoccupazione, in particolare giovanile, in attuazione del Pilastro dei diritti sociali;
  • Adottare formalmente le modifiche al regolamento (CE) 883/2004 in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale

 

Affari sociali

Povertà, famiglia, disabilità, pari opportunità, integrazione dei migranti

 

Il Governo continuerà ad assicurare il massimo impegno sul versante degli investimenti sociali e sulla “inclusività” della crescita nel quadro della Strategia Europa 2020 e del Pilastro europeo dei diritti sociali. Pertanto, sarà assicurata la partecipazione attiva ai lavori del Comitato per la protezione sociale, incluse le iniziative di confronto tematico, e ai tavoli del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD).

Per quanto riguarda le misure di inclusione sociale, le Raccomandazioni rivolte quest’anno all’Italia dal Consiglio europeo investono l’area di intervento del miglioramento dell’efficienza del mercato del lavoro e delle politiche sociali finalizzate in particolare a raggiungere i giovani e le persone vulnerabili. In coerenza con tale Raccomandazione e in ossequio alle Raccomandazioni rivolte all’Italia nel 2013 (e in forma attenuata nel 2014) si inserisce il reddito di cittadinanza.

Nel 2020 il Governo prevede di proseguire le azioni di valorizzazione dei modelli e delle esperienze riscontrate nel settore dell’economia sociale ai fini dell’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati e vulnerabili e di promozione e valorizzazione della cultura e delle iniziative sulla responsabilità sociale delle imprese e delle organizzazioni - RSI.

Nell’ambito delle politiche per la famiglia, in linea con quanto stabilito dall’ European Pillar of Social Rights (Pilastro europeo ei Diritti Sociali) il Governo si impegnerà nell’attuazione di politiche a sostegno delle famiglie e dei loro figli anche attraverso nuove misure per favorire la conciliazione vita-lavoro. Nel 2020 il Governo Italiano, attraverso il cosiddetto “Family Act”, intende adottare le seguenti misure per gli asili nido gratuiti ed il congedo parentale per i padri.

Per quanto riguarda la tutela delle disabilità, l’attuale programma di Governo mira a ridurre le diseguaglianze territoriali che incidono fortemente sulle opportunità di vita delle persone con disabilità.

In riferimento alle pari opportunità e l’emancipazione femminile, nel 2020 il Governo avvierà un’azione di monitoraggio quali-quantitativo sugli effetti della normativa delle quote di genere e sulla presenza femminile negli organi collegiali di amministrazione e controllo delle società commerciali.

Nell’ambito delle politiche per l’integrazione die migranti, il Governo nel 2020 procederà all’attuazione dei progetti relativi al Bando 3/2018, che ha destinato circa 24 milioni di euro alle iniziative volte alla prevenzione, repressione, assistenza e integrazione sociale delle vittime della tratta degli esseri umani, ed alla piena esecuzione del nuovo Piano Nazionale Anti Tratta 2019-2021, attualmente in fase di predisposizione.

Impegni del Governo

  • Lavorare per investimenti sociali e sulla “inclusività” della crescita nel quadro della Strategia Europa 2020 e del Pilastro europeo dei diritti sociali;
  • Proseguire l’impegno nella programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 attraverso la costruzione del nuovo accordo di partenariato e la progettazione dei piani operativi in materia di inclusione sociale che terranno conto degli avanzamenti realizzati a livello nazionale in materia di misure di contrasto alla povertà e di livelli essenziali delle prestazioni;
  • Sostenere le politiche di inclusione sociale in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare;
  • Promuovere politiche per le pari opportunità e l’emancipazione delle donne;
  • Porre in essere politiche di integrazione dei migranti e favorire condizioni di regolarità lavorativa;
  • Promuovere il miglioramento delle condizioni di lavoro per i lavoratori, sia sotto il profilo dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata, sia per quanto concerne l’attivazione di misure per implementare la trasparenza e conoscenza delle condizioni di lavoro e di tutte le necessarie informazioni contrattuali connesse.

 

Tutela della salute

Prevenzione, sicurezza alimentare, sanità animale, dispositivi medici, ricerca

Il Governo nel contesto della sicurezza chimica parteciperà alle azioni comunitarie per limitare la produzione, l’immissione in commercio e l’uso di sostanze preoccupanti quali ad esempio i PFAS - acidi perfluoroacrilici, e continuerà a sostenere le altre azioni regolatorie per la gestione del rischio chimico a tutela della salute dei consumatori e dell’ambiente. Il Governo perseguirà l’ottimizzazione dei controlli di prodotti chimici anche in dogana, ponendo particolare attenzione alle vendite on-line.

Sono implementate inoltre azioni specifiche in materia di acque destinate al consumo umano, per il potenziamento delle politiche e delle attività funzionali all’accesso all’acqua, ed il rafforzamento della prevenzione estesa all’intera filiera idropotabile, secondo principi di analisi di rischio (Piani di Sicurezza dell’Acqua). Tali attività mirano anche ad aumentare il grado di fiducia dei consumatori nelle acque di rubinetto e diminuire l’utilizzo delle plastiche. Quale strumento d’elezione per il raggiungimento dei predetti Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, l’Italia ha proposto la ratifica del “Protocollo Acqua e Salute”, che rappresenta il primo accordo internazionale adottato in modo specifico per raggiungere un’adeguata fornitura di acqua potabile e di igiene per ciascun individuo.

Nell’ambito del processo di valutazione della legislazione dell’Unione Europea in materia di sangue, tessuti e cellule, che avviene a distanza di oltre 10 anni dall’adozione delle Direttive europee, proseguirà la consultazione, di tutti gli stakeholder della rete trasfusionale e della rete trapiantologica, per consolidare e rappresentare ai tavoli di lavoro avviati dalla Commissione europea le principali istanze di cambiamento delle Direttive in tema di sostanze biologiche di origine umana. Al fine di garantire elevati livelli di sicurezza per la tutela del donatore e del ricevente, saranno rappresentati, nelle sedi europee, i Piani integrati di prevenzione, sorveglianza e risposta alla trasmissione trasfusionale o attraverso la donazione di organi, tessuti o cellule dei patogeni emergenti (Zika virus, West Nile virus, Chikungunya, etc.) sviluppati a livello nazionale.

Nell’ambito della sicurezza nutrizionale, è prevista la partecipazione del Governo, sia alle attività che si svolgeranno a livello europeo per l’approfondimento delle problematiche concernenti l’applicazione delle misure di cui al regolamento 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, e al regolamento 1924/2006 (claims), sia ai lavori tesi a sostenere il piano d'azione comune per combattere l'obesità infantile. In materia di Igiene degli alimenti ed esportazione, l’entrata in applicazione da dicembre 2019 del regolamento UE 2017/625 in materia di controllo ufficiale sugli alimenti comporterà un intenso lavoro al fine di garantire le condizioni per una corretta applicazione del regolamento. In tal senso si dovrà procedere ad una revisione delle linee guida sul controllo ufficiale e ad attività di audit sul territorio per la verifica dei controlli nei diversi settori alimentari. Si continuerà nella gestione di settori specifici quale quello micologico. Per quanto concerne le attività ispettive si seguiterà ad effettuare le attività consuete sia in materia di controllo sulle navi da pesca e sulle navi officina che sugli stabilimenti abilitati all’esportazione degli alimenti verso i Paesi terzi con i quali sussistono accordi internazionali. Per quel che riguarda i rapporti con i Paesi terzi e commercio internazionale, proseguirà l’attività volta a garantire il rispetto degli accordi internazionali, sia in tema di accordi di libero scambio, sia in tema di accordi SPS, per le materie attinenti le esportazioni di prodotti alimentari e non alimentari che richiedono garanzie sanitarie, sia per la prevenzione della diffusione di malattie infettive/infestive degli animali e delle piante, sia per la garanzia della tutela della salute del consumatore.

Con riferimento al Settore Igiene delle tecnologie alimentari, la legislazione europea in materia di additivi, aromi ed enzimi alimentari, nonché di contaminanti, dei materiali destinati al contatto con gli alimenti (MOCA) e degli alimenti OGM è in continua evoluzione sia per coniugare le necessità tecnologiche della filiera alimentare, sia le esigenze ed aspettative dei consumatori; consumatori sempre più consapevoli e coinvolti ai temi legati alla sicurezza alimentare. In tale ambito i temi sopracitati comportano la predisposizione e l’adozione di specifiche misure sul territorio nazionale anche attraverso piani di controllo/monitoraggio. Per il 2020 è previsto il prosieguo della partecipazione ai lavori del Comitato permanente per le piante, animali, alimenti e mangimi (Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed o PAFF), Sezioni Novel Food and Toxicological Safety (TOX) e OGM, e dei relativi gruppi di lavoro operanti presso la Commissione europea nelle materie suindicate. Saranno valutate attentamente le new breeding techniques (nuove tecniche di miglioramento genetico) per le quali, considerata la sentenza emessa dalla Corte di giustizia nella causa C-528/16 del 25 luglio 2018, la Commissione europea avvierà uno studio sulle opzioni disponibili per affrontare la situazione giuridica delle stesse.

Con riferimento alla sanità animale, verranno sviluppate le attività inerenti alla definizione della legislazione europea secondaria nel settore dei medicinali veterinari conseguenti all’entrata in vigore del regolamento (UE) 2019/6, relativo ai medicinali veterinari e che abroga la direttiva 2001/82/CE. L’Italia sarà altresì impegnata nelle attività necessarie ad assicurare l’integrazione dei sistemi informativi nazionali con la Banca Dati dell’Unione europea prevista dal regolamento, nonché a supportare la Commissione europea nell’ambito dell’accordo di Mutuo Riconoscimento dei sistemi ispettivi delle officine di fabbricazione di medicinali veterinari USA-Unione Europea, ed in particolare nella valutazione del Food Drug Admmistration, autorità responsabile delle suddette ispezioni negli USA.

Nell’ambito dei dispositivi medici, a seguito della scelta da parte dell’Unione europea di utilizzare la Classificazione Nazionale dei dispositivi medici (CND) italiana come nomenclatore europeo, continuerà nel 2020 il consistente contributo italiano all’attività straordinaria di revisione e supporto della CND per adattarla alle più ampie esigenze, nell’interesse nazionale ed europeo.

Per la ricerca, il Governo ha previsto l’adozione delle Strategie regionali di specializzazione intelligente e della Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente (SNSI), approvata dalla Commissione europea, che ha individuato le seguenti cinque aree tematiche verso cui orientare il sistema Paese e le risorse previste per il periodo 2014-2020.:1) Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente; 2) Salute, Alimentazione, Qualità della vita; 3) Agenda Digitale, Smart Communities, Sistemi di mobilità intelligente; 4) Turismo, Patrimonio culturale e industria della creatività; 5) Aerospazio e difesa. Lo sviluppo dell’area tematica “Salute, alimentazione, qualità della vita”, tenuto conto della complessità di temi che la compongono, è stato ulteriormente declinato in tre sottogruppi, tra il quali il Sottogruppo Salute (composto da CNR, ISS, AIFA, Cluster ALISEI, Cluster Ambienti di Vita, Farmindustria, Assobiotech, Assobiomedica). Il relativo Piano Strategico Salute è stato elaborato attraverso un percorso che ha coinvolto rappresentanti istituzionali caratterizzato da una ampia condivisione, anche sul territorio nazionale, con diversi stakeholders e dall’acquisizione dei contributi delle Regioni.

Impegni del Governo

  • Proseguire la collaborazione con l’Unione per rafforzare l’approccio intersettoriale e multistakeholder per garantire ai i cittadini un futuro all’insegna di uno sviluppo in salute e più sostenibile;
  • Tutelare la sicurezza nutrizionale, approfondendo le problematiche concernenti l’applicazione delle misure comunitarie sulle informazioni sugli alimenti ai consumatori e per il piano d’azione comune per combattere l'obesità infantile;
  • Partecipare ai processi avviati dalla Commissione europea per la revisione delle normative in materia di sanità animale;
  • Supportare il Network sulla materia delle carenze e di indisponibilità di farmaci;
  • Implementare l’applicazione del nuovo regolamento sui dispositivi medici e proseguire la discussione della proposta di un Regolamento relativo all’Health Technology Assessment (HTA);
  • Promuovere la concentrazione degli investimenti nella ricerca basata sulle evidenze, in aree di rilevanza strategica.

 

Istruzione

Formazione, gioventù, sport

Il Governo collaborerà per rendere l’apprendimento permanente maggiormente attrattivo attraverso lo sviluppo di ambienti di apprendimento innovativi. Per quanto riguarda l’istruzione e formazione professionale si lavorerà per migliorare la qualità e il legame col processo di Copenaghen e con il futuro quadro di cooperazione, al fine di garantire la portabilità delle qualifiche, e migliorare il collegamento con la ricerca, l’innovazione e le imprese.

Proseguirà l’impegno per il perseguimento dei seguenti obiettivi nazionali, in coerenza con gli obiettivi europei:

- ridurre a meno del 15 per cento la porzione dei giovani quindicenni con scarse abilità in lettura funzionale, matematica e scienze; - ridurre a meno del 10 per cento gli early school leavers;

- far crescere almeno fino al 15 per cento la partecipazione ad attività LLL – Life Long Learning degli adulti fra i 25 e i 64 anni.

Con riferimento alla gioventù, il Piano triennale 2020-2022 predisposto dal Dipartimento con il coinvolgimento di tutti gli stakeholders del sistema, è stato elaborato tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dei principi di rilevanza internazionale dettati dalla Dichiarazione del Consiglio dell’Unione Europea del 9 aprile 2019, laddove si riconosce l’importanza della dimensione giovanile nell’Agenda 2030 e il ruolo chiave che i giovani possono svolgere nel conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Il Governo lavorerà inoltre sul servizio civile sostenuto nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”, e sui Corpi Civili di Pace (CCP), soluzione alternativa all’uso delle forze armate nella soluzione dei conflitti attraverso l’impiego delle abilità, sensibilità e “skills” speciali da parte degli operatori volontari.

Per lo sport, il Governo parteciperà alle attività che saranno poste in essere dalle prossime presidenze di turno UE: quella croata e, a seguire, quella tedesca. Nel corso del 2020 giungerà a compimento il “Piano di lavoro per lo Sport 2017-2020”, adottato dal Consiglio EYCS nel maggio 2017, e verranno gettate le basi per il nuovo piano triennale 2021-2024 a cui il Governo fornirà il proprio contributo. Inoltre, è atteso anche il nuovo regolamento UE per Erasmus+ 2021-2027 che è già in avanzato stato di trilogo e che destina allo Sport un budget di 550 milioni di euro.

Impegni del Governo

  • Contribuire alla costruzione del nuovo quadro di cooperazione europeo “Education and Training 2030”;
  • Sostenere lo sviluppo personale e l’autonomia dei giovani e la loro integrazione nel mercato del lavoro;
  • Contribuire al nuovo “Piano di lavoro per lo sport 2021-2024”;
  • Seguire con particolare attenzione i negoziati che porteranno all’adozione del nuovo Regolamento Erasmus + 2021-2027

 

Cultura

Creatività, beni culturali

Per l’anno 2020, l’azione del Governo nel settore cultura terrà conto delle priorità insite nella nuova Agenda Strategica del Consiglio 2019-2024 e, in particolare, della priorità “Costruire un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero”. Per il perseguimento di questo obiettivo, il Consiglio si propone, fra l’altro, di investire nella cultura e nel patrimonio culturale, quali elementi caratterizzanti l’identità europea. Il Governo coopererà con le Presidenze di turno del Consiglio UE al fine di affermare il ruolo della cultura in linea con la visione globale di sviluppo sostenibile nelle sue dimensioni economica, sociale e ambientale.

In tale prospettiva sarà garantita la cooperazione con la Commissione europea e gli Stati membri sugli obiettivi strategici proposti dalla Nuova agenda europea per la cultura, lanciata con Comunicazione della Commissione europea nel maggio 2018, ovvero:

  • Dimensione sociale: sfruttare il potere della cultura e della diversità culturale per la coesione e il benessere sociali;
  • Dimensione economica: sostenere la creatività basata sulla cultura nell’istruzione e nell’innovazione, oltre che per l’occupazione e la crescita;
  • Dimensione esterna: rafforzare le relazioni culturali internazionali.

L’Italia proseguirà nel suo impegno di co-coordinamento del partenariato Cultura e Patrimonio culturale dell’Agenda urbana per l’UE, avviato nel corso del 2019. L’Agenda Urbana per l’UE è una iniziativa intergovernativa lanciata dal Patto di Amsterdam del 30 maggio 2016 con l’obiettivo di favorire uno sviluppo equilibrato, sostenibile e integrato delle città europee che ne incrementi la vivibilità e l’attrattività e ne stimoli l’innovazione, affrontando con successo le sfide sociali. Strumento per l’attuazione dell’Agenda sono i partenariati tematici multilivello. Il partenariato Cultura/Patrimonio culturale ha adottato nel mese di ottobre 2019 un Orientation paper, che identifica le tematiche sulla base delle quali, nel corso del 2020, sarà sviluppato l’Action Plan. I temi delineati dall’Orientation paper sono:

  • turismo culturale;
  • imprese culturali e creative;
  • trasformazione, riconversione urbana e riuso adattativo degli edifici;
  • sostenibilità finanziaria e finanziamenti;
  • resilienza del patrimonio culturale e naturale;
  • governance trasversale, integrata, interdisciplinare e partecipativa;
  • cultura e servizi culturali per città inclusive.

Nell’ambito delle politiche per la creatività, il Governo continuerà a seguire con attenzione l’andamento dei triloghi finalizzati all’adozione definitiva del regolamento per il programma Europa Creativa 2021-2027. Nel 2020 il Governo proseguirà nelle attività di comunicazione in merito alla partecipazione dell’Italia all’UE e a favore di programmi e iniziative europee. I desk nazionali Cultura e Media proseguiranno nell’opera di diffusione delle informazioni sul programma Europa Creativa a proposito dei bandi e delle azioni a sostegno dei settori culturali e creativi, come, per esempio l’Azione “Music Moves Europe” dedicata al comparto dell’industria musicale, individuato dalla Commissione europea come strategico per la crescita economica e occupazionale nei prossimi anni.

Per quanto riguarda i beni culturali, il Governo proseguirà il monitoraggio dell’applicazione della direttiva 2014/60/UE, che disciplina la restituzione dei beni culturali illegalmente rimossi dal territorio di uno Stato membro dell’Unione. Il Governo proseguirà l’attuazione e il monitoraggio del regolamento (CE) 116/2009 sull’esportazione dei beni culturali, che disciplina l’emanazione, a cura delle autorità competenti, di licenze per l’esportazione di beni culturali al di fuori del territorio doganale dell’Unione. Obiettivo primario è garantire controlli uniformi sulle esportazioni verso Paesi terzi presso tutte le frontiere esterne dell’UE, tutelando così il patrimonio culturale europeo. e limitando il traffico illecito di beni culturali.

Sarà assicurato inoltre il supporto e la collaborazione con l’iniziativa Europeana, finanziata nell’ambito della Connecting Europe Facility (CEF), che offre un accesso europeo federato alle risorse culturali (opere d’arte, manufatti, libri, audiovisivi, documenti, manoscritti, archivi sonori, etc.) digitalizzate dalle istituzioni culturali degli Stati membri. Il Governo continuerà ad assicurare la partecipazione all’Expert Group on Digital Cultural Heritage and Europeana, forum per la cooperazione fra Stati membri e Commissione europea nel settore della digitalizzazione e accessibilità on-line dei contenuti culturali, che offre orientamenti anche in ordine ai piani di lavoro annuali di Europeana.

Impegni del Governo

  • Prestare particolare attenzione alla priorità “Costruire un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero” dell’Agenda Strategica del Consiglio 2019-2024 e a garantire il ruolo di co-coordinamento per l’Agenda Urbana UE per il partenariato Cultura e Patrimonio;
  • Continuare l’azione di diffusione in Italia dei programmi Europa Creativa, Marchio del patrimonio europeo ed Europa per i cittadini, incentivando anche lo sviluppo della creatività contemporanea e della mobilità tra gli artisti;
  • Proseguirà con le azioni di monitoraggio e applicazione delle direttive e dei regolamenti UE, che disciplinano la restituzione, l’esportazione e l’importazione dei beni culturali, garantendo maggiori controlli uniformi sulle esportazioni e contrastando il traffico illecito di beni culturali anche quale fonte di finanziamento del terrorismo;
  • Favorire la crescita competitiva delle imprese creative, cinematografiche e audiovisive, rafforzando gli investimenti e favorendone la circolazione internazionale;
  • Proseguire nell’attuazione della digitalizzazione e l’accessibilità in rete del materiale culturale e sulla conservazione digitale e nel relativo monitoraggio.

 

Turismo

Competitività, digitalizzazione

 

Il Governo, in linea con la strategia di crescita "Europa 2020" e con le priorità delineate nella Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo [COM(2010)352] L'Europa, prima destinazione turistica mondiale - un nuovo quadro politico per il turismo europeo del 30/06/2010 e con le Conclusioni del Consiglio Rafforzare il turismo sfruttando le risorse del patrimonio culturale, naturale e marittimo dell’Europa del 4/12/2014, intende adottare un approccio volto a riportare il settore del turismo al centro delle dinamiche europee. Il primo atto sarà la creazione di un sistema unitario nazionale di raccolta dati, in grado di interagire, in tempo reale, con le fonti primarie.

Nel 2020 saranno attuate azioni per contrastare l'abusivismo, dando esecuzione al Codice identificativo delle strutture ricettive e dell'extra-alberghiero, dialogante a livello regionale e nazionale, anche incentivando la trasformazione digitale per favorire la semplificazione burocratica e interagire efficacemente con i sistemi di sgravio fiscale volti a favorire lo sviluppo delle imprese. Gli obiettivi da perseguire riguardano, inoltre, l'ampliamento dell'offerta turistica nazionale, l'accrescimento della competitività del sistema turistico sia attraverso il potenziamento dell'infrastruttura digitale che attraverso l'adeguamento della rete infrastrutturale, lo sviluppo delle competenze per renderle al passo con l'evoluzione del mercato, la qualificazione delle imprese del turismo e il rafforzamento del brand Italia. Tali obiettivi saranno perseguiti attraverso una gestione partecipata che punti a sostenibilità e innovazione, andando ad ampliare la disponibilità dei dati sul settore, in accordo con le priorità dell'Agenda strategica del Consiglio 2019-2024 e con il Programma del Trio delle Presidenze del Consiglio UE, che intendono costruire un'Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero. Il Governo ritiene necessario portare avanti sistemi per agevolare le imprese ricettive, attraverso il rifinanziamento del credito di imposta.

Il Governo adotterà, in coerenza con la normativa europea, procedure semplificate per la gestione in forma digitale dei riconoscimenti delle qualifiche professionali, oltre a predisporre, in accordo con le Regioni, linee guida atte a definire e uniformare la disciplina sulle professioni turistiche.

Impegni del Governo

  • Adottare un approccio volto a riportare il settore del turismo al centro delle dinamiche europee e mondiali; Promuovere la centralità del settore turistico portando avanti la visione e le progettualità tracciate nel Piano Strategico di Sviluppo del Turismo (PST) 2017-2022 e nel relativo Piano di attuazione;
  • Migliorare l’offerta turistica e ampliare la disponibilità di dati attraverso una gestione partecipata finalizzata alla sostenibilità e all’innovazione;
  • Adottare procedure semplificate per la gestione in forma digitale dei riconoscimenti delle qualifiche professionali e misure per definire e uniformare la disciplina sulle professioni turistiche

 

Giustizia e affari interni

Contrasto alla criminalità, protezione civile, giustizia penale e civile

La priorità della sicurezza dei cittadini europei sarà al centro dell’azione del Governo con particolare riferimento al contrasto del terrorismo e dei fenomeni di radicalizzazione ed estremismo violento. In questo ambito, l’Italia sosterrà il negoziato con il Parlamento europeo per l’approvazione della proposta di regolamento relativa alla prevenzione della diffusione dei contenuti “terroristici” on-line che prevede l’introduzione di una serie di misure specifiche alle quali i prestatori di servizi di hosting saranno obbligati ad attenersi.

Il Governo, proseguirà nell’azione contro l’immissione di denaro di provenienza illecita nei circuiti legali dell’economia, avvalendosi sempre più della cooperazione internazionale “attiva” e “passiva”, nell’ambito delle indagini patrimoniali nei confronti degli “indiziati” o “indagati” di appartenere ad associazioni criminali nonché di coloro abitualmente dediti ad attività delittuose. Ciò al fine di rendere più efficace la cooperazione di polizia e facilitare l’individuazione dei proventi di reato o degli altri beni aggredibili sul fronte patrimoniale, come richiesto dalla legislazione comunitaria e dalle più recenti Convenzioni internazionali, e in particolare con la ratifica della Convenzione di Palermo del 2000.

Con riguardo al fenomeno del finanziamento al terrorismo, il Governo italiano proseguirà nell’azione di supporto all’interscambio informativo assicurato da Europol tramite:

- gli appositi Analysis Project "Hydra": riguardante in generale il fenomeno del terrorismo islamista – e “Travellers”, concernente gli individui che sono sospettati di viaggiare attraverso i confini internazionali al fine di prendere parte ad attività terroristiche e che possono costituire una minaccia per la sicurezza degli Stati membri

- l’Analysis Project TFTP, concernente il tracciamento dei flussi finanziari delle reti terroristiche, anche attraverso la gestione delle richieste – avanzate dalle competenti Autorità nazionali degli Stati membri – per l’accesso alla banca dati Terrorist Finance Tracking Program, istituita presso il Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti d’America. La consultazione della predetta piattaforma – disciplinata da apposito accordo stipulato dagli organi comunitari con la controparte statunitense e dalla relativa decisione 2010/412/UE del Consiglio dell’Unione europea – consente di acquisire, a livello di intelligence, tutte le transazioni finanziarie effettuate, a livello mondiale, da soggetti sospettati di essere coinvolti in attività di terrorismo e del relativo finanziamento.

Con riferimento alla protezione civile, il Meccanismo europeo di protezione civile, strumento di coordinamento della politica europea in materia di protezione civile, è stato riformato in modo sostanziale dalla Decisione (UE) 2019/420 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 marzo 2019 (che modifica l’originaria Decisione N. 1313/2013/UE). Tra le principali novità della riforma, l’istituzione di “rescEU”, nell’ambito del Meccanismo, ha imposto un vero e proprio cambio di passo all’azione europea in questo settore in virtù anche di un sostanziale incremento della dotazione finanziaria destinata al Meccanismo. “RescEU” è un bacino di risorse e mezzi messi a disposizione dell’UE dagli Stati Membri e finanziati a livello europeo per un impiego prioritario da parte del Meccanismo in operazioni internazionali. Il percorso negoziale di definizione dell’architettura di “rescEU”, già avviato nel corso del 2019, proseguirà nel 2020. Anche la componente scientifica, la ricerca, l’innovazione e la dimensione transfrontaliera hanno assunto una rilevanza maggiore nelle diverse azioni del Meccanismo europeo a seguito della riforma e saranno oggetto, insieme a “rescEU”, dell’attività negoziale del Governo in seno al Consiglio e nel Comitato di protezione civile.

Nel quadro di un approccio intersettoriale alle crisi, il Governo sosterrà gli indirizzi europei volti al rafforzamento della preparazione per gestire le conseguenze di minacce ibride ed alla cibersicurezza nonché delle azioni in materia di riduzione del rischio NBCR (nucleare, biologico, chimico e radiologico) contribuendo, fra l’altro, alle iniziative di rafforzamento degli strumenti di cooperazione per la gestione delle crisi intersettoriali quali l’IPCR (Integrated Political Crisis Response Arrangements).

Nell’ambito della giustizia penale, il Governo continuerà ad assicurare la partecipazione alla fase di implementazione del regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio del 12 ottobre 2017 relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata sull’istituzione della Procura europea (EPPO), prendendo parte alle riunioni dell’EPPO Expert Group costituito presso la Commissione europea ai sensi dell’art. 20, par. 4 del regolamento.

In ambito giustizia civile, il Governo partecipa al negoziato europeo avente ad oggetto una proposta di regolamento UE che mira all’individuazione di criteri di scelta della legge applicabile all’opponibilità ai terzi della cessione di crediti, sulla base della clausola di revisione contenuta nell’art. 27, comma terzo, del regolamento Roma 1 (n. 593/2008). Detta proposta mira a rendere più agevole il meccanismo della cessione dei crediti transfrontalieri e, in tal modo, a facilitare l’accesso al finanziamento delle imprese europee in caso di temporanea mancanza di liquidità. Il Governo continuerà a prender parte ai lavori del negoziato, affinché le norme in discussione siano coniate in modo tale da garantire la certezza giuridica dei trasferimenti dei crediti, così incentivare gli investimenti transfrontalieri, l’accesso al credito e l’integrazione del mercato.

Impegni del Governo

  • Contrastare il terrorismo e i fenomeni di radicalizzazione ed estremismo violento;
  • Contrastare l’immissione di denaro di provenienza illecita nei circuiti legali dell’economia;
  • Contribuire alla definizione delle priorità di investimento, delle specifiche tecniche e delle procedure operative necessarie per lo sviluppo di rescEU coinvolgendo tutti i soggetti rilevanti appartenenti al Servizio nazionale di protezione civile;
  • Sostenere gli orientamenti europei volti al rafforzamento delle sinergie fra azioni di protezione civile, politiche ambientali e iniziative finalizzate alla protezione degli oceani ed al contrasto ai cambiamenti climatici, anche attraverso l’utilizzo di fondi europei;
  • Assicurare la partecipazione dell’Italia nell’ambito dei negoziati finalizzati all’attuazione di una cooperazione giudiziaria in materia penale, attraverso strumenti quali l’istituzione della Procura europea, l’accesso transfrontaliero alle prove elettroniche, il contrasto alla corruzione;
  • Continuare la partecipazione ai negoziati in materia di cessione dei crediti transfrontalieri ed in materia di digitalizzazione del settore della giustizia;
  • Sostenere scelte che incentivino l’attività multilaterale della UE nel settore della giustizia civile.

 

Riforma delle pubbliche amministrazioni

Digitalizzazione, mobilità dei dipendenti

Per individuare gli elementi portanti di una chiara e coerente strategia digitale che permetta alla Pubblica Amministrazione di trasformarsi in un’entità tecnologicamente avanzata e rispondente alle esigenze della propria cittadinanza, la Commissione europea ha introdotto sette principi guida identificati nell’eGovernment Action Plan 2016-2020. Il Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione (pubblicato la prima volta nel 2017 e aggiornato annualmente) sviluppa la strategia digitale del settore pubblico in linea con i principi generali dettati dal sopra citato Piano della Ue e individua specifiche aree di applicazione progettuale come la CIE (Carta d'identità elettronica), PagoPA, l’adozione di standard, architetture e norme comuni, l’interoperabilità, le linee guida di design, l’open source, SPID (il sistema pubblico di identità digitale per accedere ai servizi pubblici) e ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente).

Nel 2020 proseguirà la piena attuazione del Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione. L’intervento più radicale e innovativo riguarda la creazione dell’app io.italia.it (progetto IO), l’applicazione che cambierà radicalmente il modello di interazione tra cittadino e Pubblica Amministrazione. La realizzazione di IO consentirà di garantire la centralità del cittadino che potrà ricevere messaggi, documenti e notifiche delle scadenze, chiedere informazioni e certificati, impostare le proprie preferenze e pagare la Pubblica Amministrazione in maniera semplice ed intuitiva. L’applicazione sarà il prodotto dell’integrazione delle componenti previste dal Piano triennale, tra cui le piattaforme abilitanti SPID e PagoPA, il sistema di notifiche e documenti basato sulle API e sul modello di interoperabilità previsto dal citato Piano, le linee guida di design per i servizi pubblici. Inoltre è in corso la realizzazione del servizio volto a consentire a tutti i cittadini di eleggere il proprio domicilio digitale, che sarà integrato all’interno di IO.

Il Governo intende rafforzare l’impegno a favore della mobilità dei pubblici dipendenti italiani verso l’Europa. Per il sostegno alla mobilità europea dei dipendenti pubblici, si mira a valorizzare in particolare la figura degli Esperti nazionali distaccati (END), con il duplice obiettivo di accrescere il valore delle risorse umane impiegate dalla Pubblica Amministrazione italiana in un ambito strategico come quello degli affari europei e di costruire nuovi canali di collegamento tra il livello amministrativo nazionale e il livello amministrativo europeo, sulla base del principio di leale cooperazione. Un ulteriore aumento nel 2020 del contingente di Esperti nazionali distaccati italiani presso Istituzioni, organi e Agenzie UE, oltre che proseguire la tendenza positiva degli ultimi anni, costituirebbe un segno concreto dell’impegno italiano all’avanzamento del processo di integrazione. Al contributo di professionalità che gli END italiani apportano all’azione delle Istituzioni e degli organismi UE corrisponde un altrettanto utile ritorno sulla qualità delle Pubbliche Amministrazioni di provenienza, grazie alle esperienze e competenze aggiuntive che gli END portano con sé al proprio rientro.

Impegni del Governo

  • Proseguire l’azione di sostegno alle iniziative volte a rendere più efficienti le pubbliche amministrazioni, ridurre gli oneri amministrativi e semplificare la regolamentazione;
  • Promuovere l’ulteriore sviluppo della strategia digitale del settore pubblico in linea con i principi generali definiti a livello europeo;
  • Individuare e sviluppare specifiche aree progettuali quali CIE (Carta d'identità elettronica), PagoPA, SPID (il sistema pubblico di identità digitale per accedere ai servizi pubblici) e ANPR (Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente;
  • Sostenere la mobilità europea dei dipendenti pubblici, valorizzando in particolare la figura degli Esperti nazionali distaccati (END).

 

 

PARTE TERZA - L’ITALIA E LA DIMENSIONE ESTERNA DELL’UNIONE EUROPEA

Politica estera e di sicurezza comune

La Politica estera e di sicurezza comune nel 2020 sarà fortemente influenzata dall’approccio che ad essa vorrà dare la nuova Commissione europea della Presidente Ursula von der Leyen e dall’articolazione delle competenze in fatto di azione esterna che interesseranno il nuovo Alto Rappresentante.

Il Governo valuterà con apertura, ma anche con prudenza, la proposta della Commissione europea di introdurre sempre di più il principio del voto a maggioranza qualificata in materia PESC. In particolare, si pondereranno l’effettivo valore aggiunto, in termini di efficacia, che tale innovazione apporterebbe alla PESC e le possibili implicazioni sui richiamati principi di solidarietà e collaborazione tra Stati membri. Sarà da valutare come ciò potrebbe incidere sulla posizione negoziale dell’Italia e sul lavoro necessario alla formazione di coalizioni di voto.

Il Governo lavorerà per rafforzare la posizione unitaria della UE sulla Libia, valorizzando la prospettiva italiana per la stabilizzazione del Paese, attraverso il sostegno all’azione svolta dalle Nazioni Unite e al Piano d’azione del Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la Libia Ghassan Salamé. Una Libia unita, stabile e pacificata consentirà di proseguire nella comune lotta al terrorismo e ai traffici illegali di esseri umani. Si continuerà a sollecitare il sostegno degli strumenti e delle risorse della Politica estera e di sicurezza comune alla ricerca di soluzioni strutturali al problema migratorio, in particolare per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo centrale. Ciò richiederà l’intensificazione della collaborazione con i Paesi africani maggiormente interessati dal fenomeno, nel quadro di una strategia improntata a un approccio complessivo, che tenga conto delle cause profonde della migrazione e orientata in particolare verso la lotta ai traffici e allo sfruttamento dell’immigrazione irregolare nel Corno d’Africa, nel Sahel e in Nord Africa. I formati di dialogo regionali, come i Processi di Rabat e Khartoum, continueranno ad essere valorizzati.

Riguardo alla Siria, si continuerà a promuovere in sede europea l’approccio italiano, basato sull’attuazione della Risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 2254 e sul sostegno agli sforzi dell’Inviato speciale delle Nazioni Unite Pedersen, nella consapevolezza che una soluzione duratura del conflitto richiede anche un confronto con tutti i principali attori internazionali coinvolti, a partire dalla Russia e dalla Turchia, le cui azioni nel Nord-est siriano rischiano di avere conseguenze drammatiche sotto il profilo umanitario e di vanificare ogni prospettiva di soluzione politica alla crisi. Particolare attenzione sarà dedicata al versante umanitario, pur nel rispetto della linea comune per cui non potranno essere impiegati fondi europei prima che sia pienamente avviato il processo politico interno di riconciliazione, caratterizzato da inclusività e richiamo alle responsabilità di coloro che si sono macchiati di gravi violazioni dei diritti umani. Il Governo intende reiterare il proprio appoggio e incoraggiamento all’azione dell’Alto Rappresentante finalizzata a favorire la ripresa del dialogo tra le parti nell’ambito del Processo di pace in Medio Oriente, e ribadire il pieno sostegno alla prospettiva dei due Stati. In questo quadro, il Governo intende operare affinché la UE mantenga un profilo equilibrato, lavorando al fine di preservare la consolidata posizione unica della UE sul dossier e promuovendo uno stretto raccordo con la comunità internazionale. Il Governo proseguirà il proprio supporto all’azione europea per rafforzare le relazioni con i Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, contribuendo al superamento della crisi interna, e continuerà a sostenere l’azione di mediazione delle Nazioni Unite per una soluzione diplomatica ed inclusiva della crisi in Yemen, nonché ad assumere ogni iniziativa volta a mitigare l’emergenza umanitaria causata dal conflitto, a partire dagli impegni presi in occasione della Conferenza internazionale dei donatori di Ginevra del febbraio 2019. In relazione all’Iraq, il Governo continuerà a contribuire alla stabilizzazione del Paese, in primo luogo attraverso le attività di formazione delle forze di sicurezza irachene da parte dei militari italiani nella cornice della coalizione anti-Daesh, e a sostenerlo attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo. In Europa, l’area dei Balcani Occidentali resta di interesse strategico. Il Governo proseguirà il proprio sostegno di lunga data a favore della stabilizzazione, della crescita economica e del percorso di integrazione europea dei Paesi dell’area, incoraggiandoli a proseguire nel cammino già intrapreso, in particolare con riferimento alla Macedonia del Nord che diventerà presto il trentesimo alleato della NATO.

Con riferimento alla crisi ucraina, il Governo italiano continuerà a promuovere un approccio bilanciato da parte dell’UE, orientato a sostenere l’azione del formato “Normandia” e l’attuazione, ad opera di tutte le parti interessate, degli accordi di Minsk, nel rispetto dell’integrità territoriale, della sovranità e dell’indipendenza dell’Ucraina. Il Governo assicurerà inoltre pieno sostegno ad ogni iniziativa che favorisca il dialogo con la Federazione Russa, in linea con l’approccio “a doppio binario” concordato in sede UE e NATO. Si continuerà in questo quadro a sostenere gli sforzi della nuova dirigenza ucraina per rilanciare i negoziati ed i contatti diretti con Mosca, adottando una politica maggiormente inclusiva all’interno del Paese, continuando al contempo ad incoraggiare il ruolo di mediazione e monitoraggio (Missione di monitoraggio speciale) dell’ Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE).

Per quanto riguarda l’America Latina, il Governo continuerà ad agire per mantenere alta l’attenzione della UE sulla situazione del Venezuela, vista la presenza di una vastissima comunità di origine italiana, e in considerazione dei pesanti risvolti umanitari, economici e regionali della crisi politica del Paese.

 

Nel contesto del subcontinente indiano, il Governo intende continuare a sostenere il consolidamento del partenariato tra UE e India, che dovrebbe veder svolgersi, nel corso del 2020, un nuovo vertice dopo quello tenutosi a Delhi nell’ottobre 2017. Tale azione si svolgerà in parallelo al rafforzamento delle relazioni bilaterali con l’India, perseguito attraverso le visite istituzionali ai massimi livelli effettuate a Delhi negli ultimi tre anni. Il Governo continuerà a fornire il proprio contributo costruttivo nella definizione di una nuova postura dell’Unione europea verso la Cina, in vista del completamento dell’Agenda Strategica UECina nel 2020 e sulla base della Comunicazione congiunta “UE-Cina - Una Prospettiva Strategica” del marzo 2019. Centrale rimane per il Governo il raggiungimento dei principali obiettivi dell’agenda economica che la UE si prefigge nei suoi rapporti con Pechino: accesso al mercato, messa in opera di un’effettiva parità di condizioni (level playing field), tutela dei diritti di proprietà intellettuale, firma dei due ambiziosi accordi in materia di protezione degli investimenti e tutela delle indicazioni geografiche.

Impegni del Governo

  • Continuare a sostenere la politica estera e di difesa comuni, orientandole in senso conforme agli interessi nazionali;
  • Continuare a promuovere il c.d. “approccio integrato”, che combina l’azione nel settore della sicurezza con l’attività di prevenzione dei conflitti;
  • Continuare ad assegnare, tra i diversi ambiti di attenzione, rilievo centrale all’area mediterranea, con particolare attenzione alle questioni migratorie, al contrasto al terrorismo e all’estremismo violento;
  • Proseguire il sostegno di lunga data a favore della stabilizzazione, della crescita economica e del percorso di integrazione europea dei Paesi dell’area dei Balcani Occidentali;
  • Intensificare la collaborazione con i Paesi africani maggiormente interessati dal fenomeno migratorio, nel quadro di una strategia improntata a un approccio complessivo e orientata verso la lotta ai traffici e alle cause della migrazione con particolare riguardo al Corno d’Africa, al Sahel e al Nord Africa;
  • Sostenere l’intensificazione delle iniziative UE rivolte al rafforzamento del Partenariato strategico con i Paesi dell’America Latina e Caraibi, con l’obiettivo di dare continuità ai rapporti con la regione, curando in modo sistematico e capillare l’attuazione dei risultati dei singoli vertici;  continuerà a dare attuazione alla European Union Maritime Security Strategy (EUMSS).

 

Politica della difesa comune

Dopo il suo lancio nel 2018 ed un primo anno di piena operatività nel 2019, il 2020 sarà dedicato al consolidamento dell’impianto istituzionale della Cooperazione strutturata permanente (PESCO) per quanto riguarda la partecipazione degli Stati terzi, con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei partner storici non appartenenti all’UE che possano apportare valore aggiunto ai progetti di sviluppo congiunto di capacità nel settore difesa. La PESCO, quale strumento di rafforzamento della politica di sicurezza nonché ambito privilegiato per le attività di sviluppo capacitivo di comune interesse, contribuisce a creare benefici rapporti tesi ad individuare nuove forme di innovazione e ricerca tecnologica. In tale quadro il Governo, nel continuare ad appoggiarne l’efficienza decisionale e i rigorosi meccanismi di verifica, collaborerà attivamente alla revisione strategica della PESCO e alla promozione di una riflessione sulle opportunità di razionalizzare il complesso delle progettualità e le regole esistenti, affinché possano essere colte appieno tutte le potenzialità della Cooperazione strutturata.

In parallelo, il Governo si adopererà perché le regole di assegnazione e impiego dei finanziamenti del Fondo europeo della difesa (EDF), il cui regolamento è ancora in via di definizione, corrispondano alle aspettative italiane di sviluppo di una base industriale europea solida, in cui le capacità dell’industria italiana della difesa trovino adeguato spazio. La revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD), lanciata in prova nel 2017, ha svolto nel 2019 il suo primo ciclo completo di verifica, a livello politico, del panorama capacitivo e cooperativo europeo, con l’obiettivo di incentivare la collaborazione sistematica tra gli Stati membri, capitalizzando così i recenti strumenti neo-introdotti (PESCO, EDF). Essa costituisce un passaggio fondamentale nell’ottica di uno sviluppo coerente rispetto al processo di pianificazione della NATO e di un’armonizzazione delle diverse iniziative in ambito UE. Nell’ambito degli strumenti per lo sviluppo delle capacità militari dell’UE, verrà dato supporto alla progressiva istituzione di un processo di pianificazione capacitiva europea ciclico, su base quadriennale, al fine di favorire la coerenza e la sincronizzazione con le paritetiche attività condotte nell’ambito del processo di pianificazione NATO, nel pieno rispetto dell’autonomia e complementarietà delle due organizzazioni.

Si supporterà inoltre il potenziamento del ruolo dell’Agenzia europea per la difesa (EDA), affinché essa si doti di strumenti idonei a sostenere lo sviluppo capacitivo dei Paesi membri in un’ottica sempre più integrata e di cooperazione, ricercando economie di scala e, laddove possibile, promuovendo, nell’ambito europeo, le capacità nazionali. In particolare il Governo contribuirà fattivamente al processo di revisione del regolamento fondante l’Agenzia, che ne disegnerà sia l’architettura di gestione che le relazioni con gli altri corpi dell’Unione. Si continuerà ad assicurerà pieno sostegno all’attività della Struttura di pianificazione e condotta delle missioni militari di addestramento e formazione (MPCC). La posizione nazionale al riguardo è di procedere con una revisione improntata ad una maggiore efficacia delle strutture di C2 (Comando e Controllo) dell’UE, ma con la necessaria cautela relativamente alle possibili indesiderate duplicazioni delle strutture NATO e alle ricadute in termini di risorse - umane e finanziarie - necessarie all’impresa.

Impegni del Governo

  • Continuare a sostenere le iniziative volte al rafforzamento della difesa europea, in complementarità con la NATO, con l’obiettivo di sviluppare capacità all’altezza delle esigenze di protezione del territorio;
  • Adoperarsi perché le regole di assegnazione e impiego dei finanziamenti del Fondo europeo della difesa (EDF) corrispondano alle aspettative italiane di sviluppo di una base industriale europea solida, in cui le capacità dell’industria italiana della difesa trovino adeguato spazio, in un contesto esterno di perdurante instabilità;

 

Allargamento dell’Unione

Il Governo intende continuare ad assicurare un attivo contributo al sostegno pre-adesione ai Balcani occidentali, per promuovere la trasformazione politica, economica e sociale della regione e garantire progressi tangibili in materia di Stato di diritto e riforme socioeconomiche. Il percorso di avvicinamento all’Unione Europea deve avvenire infatti sulla base dei c.d. criteri di Copenaghen e sempreché i Paesi candidati (Montenegro, Serbia, Macedonia del Nord e Albania, cui si aggiunge la Turchia, con la quale però il processo negoziale è al momento “congelato”) e potenziali tali (Bosnia Erzegovina e Kosovo) soddisfino le condizionalità e i parametri stabiliti per consentire l’adeguamento all’acquis comunitario. Come negli anni passati, l’Italia fornirà quindi ai Paesi dei Balcani occidentali supporto e assistenza tecnica, mediante l’attuazione di progetti di collaborazione e attraverso le piattaforme messe a disposizione dall’UE con gli strumenti di preadesione (IPA). Occorrerà intensificare il trasferimento di competenze da parte dei Paesi Membri, soprattutto nel settore dello Stato di diritto, utilizzando al meglio gli strumenti finanziari esistenti, al fine di garantire continui progressi e mantenere salda la rotta europea dei Paesi candidati e potenziali candidati. A tal fine, il Governo italiano presterà particolare attenzione affinché nell’ambito della programmazione del QFP 2021-2027 siano assicurate agli strumenti di preadesione adeguate risorse finanziarie.

Impegni del Governo

  • Proseguire l’impegno a favore del processo di allargamento dell’Unione verso i Balcani occidentali, essenziale a garantire il consolidamento della democrazia, della sicurezza e della stabilità ai confini europei;
  • Mantenere il tradizionale sostegno all’attività dell’UE a favore della trasformazione politica, economica e sociale nei Paesi candidati e potenziali candidati.

 

Politica di vicinato e strategie macroregionali UE

Il Governo continuerà a sostenere l’azione esterna dell’UE nel quadro della Politica europea di vicinato (PEV), contribuendo in maniera costruttiva a attuare in concreto la “nuova” PEV, più efficace e meglio rispondente ai nuovi scenari geopolitici ed alle esigenze espresse dai Paesi vicini.

  • Vicinato meridionale: il Governo continuerà a sostenere con determinazione l’azione dell’UE nella dimensione meridionale della PEV, nella convinzione che proprio dalla sponda sud del Mediterraneo provengono per l’Europa i principali rischi sistemici sotto il profilo politico, economico, di sicurezza e migratorio. Il Governo intende massimizzare il proprio impegno al fine di promuovere il consolidamento delle democrazie ai confini meridionali dell’Europa, cooperando al contempo per la crescita economica sostenibile e per la gestione ordinata della mobilità nella regione.
  • Vicinato orientale: l’attenzione del Governo all’evoluzione del partenariato orientale resterà elevata. In continuità con gli esiti del quinto Vertice di Bruxelles (24 novembre 2017) e del Vertice di “partnership decennale” (13 maggio 2019), si continuerà a lavorare per realizzare gli obiettivi di lungo termine di integrazione economica, associazione politica e libertà di movimento tra l’UE ed i partner orientali, ponendo attenzione all’impatto che le relazioni con i “vicini dei nostri vicini” hanno sulla PEV stessa, anche attraverso la concreta attuazione dei venti obiettivi per il 2020, concordati proprio al Vertice di Bruxelles.

Le Strategie macro-regionali (SMR) dell’UE delineano forme innovative di cooperazione tra Stati, regioni e territori europei finalizzate a potenziare la cooperazione regionale, accrescere l’efficienza degli interventi europei e nazionali e incrementare il coinvolgimento degli attori locali nella programmazione, nei settori di intervento individuati come prioritari dai Paesi partecipanti. Delle quattro SMR (Danubiana, Baltica, Adriatico-ionica ed Alpina), l’Italia partecipa alla Strategia UE per la regione alpina (EUSALP) e alla Strategia UE per la regione adriatico-ionica (EUSAIR).

  • EUSALP: Obiettivo di EUSALP è rafforzare la cooperazione lungo l’arco alpino, favorire una maggiore integrazione tra aree montane e perimontane e promuovere progetti di sviluppo ecosostenibile, attraverso un Piano d’azione incentrato su tre pilastri: crescita economica e innovazione; mobilità e connettività; e energia e ambiente. Ad essa partecipano sette Stati (cinque membri UE: Italia, Francia, Germania, Austria, Slovenia, e due non UE: Svizzera e Liechtenstein) e quarantotto regioni (per l’Italia: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e le Province autonome di Trento e Bolzano). Il tratto distintivo di EUSALP rispetto alle altre Strategie macro-regionali risiede proprio nell’esercizio innovativo di coinvolgimento diretto delle Regioni quali co-attori assieme agli Stati nazionali.
  • EUSAIR: la Strategia dell’Unione europea per la Regione adriatico-ionica (EUSAIR) nasce per rendere più efficaci gli interventi europei e nazionali a sostegno dello sviluppo della macro-regione. Accanto alla Commissione europea, vi partecipano otto Paesi, quattro UE (Italia, Slovenia, Grecia, Croazia) e quattro non-UE (Albania, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro). Tale composizione “ibrida” conferisce valore alla Strategia, favorendo il percorso di integrazione europea dei Balcani occidentali. La Strategia prevede quattro pilastri di intervento, intorno ai quali convergono fondi già esistenti: pesca ed economia blu, interconnettività infrastrutturale ed energetica, ambiente, attrattività turistica e culturale (da sviluppare anche secondo un approccio orizzontale rivolto ad innovazione/ricerca) e capacity building (rafforzamento delle capacità). Ogni pilastro è guidato da due Paesi: l’Italia presiede, assieme alla Serbia, quello relativo all’interconnettività infrastrutturale ed energetica. EUSAIR è strettamente connessa all’Iniziativa adriatico-ionica (IAI), foro di dialogo politico nato nel maggio 2000 e composto attualmente da otto Stati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro, Serbia, Slovenia).

Impegni del Governo

  • Continuare a promuovere il consolidamento di democrazie al confine sud dell’Europa, incoraggiando il percorso di riforme interne dei vicini meridionali e contribuendo alla loro crescita economica sostenibile, oltre che alla gestione ordinata della mobilità, modulando le iniziative a seconda delle specifiche esigenze e situazioni dei partner;
  • Mantenere alta l’attenzione sul partenariato orientale al fine di realizzare gli obiettivi di lungo termine di integrazione economica, associazione politica e libertà di movimento tra l’UE ed i partner orientali;
  • Sostenere la piena realizzazione dei “venti obiettivi”, quale focus principale anche dopo il 2020, e l’attuazione degli accordi già in vigore con alcuni partner;
  • Proseguire l’impegno nelle due Strategie macro-regionali cui l’Italia partecipa (EUSAIR per la Regione adriatico-ionica e EUSALP per la Regione Alpina), con l’obiettivo di dare continuità alle iniziative promosse durante la presidenza italiana delle stesse (EUSAIR 2017-2018 e EUSALP 2019.

 

Rapporti con i paesi terzi e commercio internazionale

Nel corso del 2020 si intende continuare a svolgere un ruolo propositivo in vista dell’ulteriore approfondimento delle relazioni transatlantiche, in modo da risolvere i contrasti emersi nel 2019 e rafforzare le potenziali sinergie tra Stati Uniti, Canada ed Unione europea dinanzi alle maggiori sfide globali. Il Governo italiano ribadirà la necessità di preservare la specialità del rapporto con gli USA, in considerazione della profonda integrazione delle filiere di produzione europee con quelle statunitensi. In questo spirito, anche nel 2020 si lavorerà per evitare l’avvio di pericolose spirali protezionistiche (che potrebbero essere innescate dall’adozione di nuove misure daziarie) e contribuire alla definizione di soluzioni negoziali.

Le relazioni UE-Russia restano condizionate dalla perdurante crisi in Ucraina. Lo sforzo di dialogo verso la Russia dovrà continuare a favorirne il riavvicinamento al mondo occidentale, anche tramite l’individuazione di un chiaro ruolo del Paese all’interno di un’architettura securitaria.

Per quanto riguarda le relazioni UE-Svizzera, da parte italiana si continuerà a monitorare gli sviluppi nel negoziato UE-Svizzera per la definizione di un Accordo quadro istituzionale, che dovrebbe costituire la cornice giuridica unitaria per gli accordi settoriali in vigore, consentendo di superare sia l’attuale frammentazione della partecipazione svizzera al mercato europeo, sia le criticità determinate dal mancato adeguamento automatico della normativa elvetica all’acquis comunitario ed alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.

A livello commerciale, l’Italia continuerà ad assicurare la partecipazione, in ambito UE, ai negoziati relativi agli Accordi di libero scambio con Paesi terzi, nell’ottica di tutelare gli interessi difensivi ed offensivi del sistema produttivo e commerciale italiano, tra cui le indicazioni geografiche.

Nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio, Il Governo continuerà a sostenere la conclusione dei negoziati plurilaterali sulla regolamentazione interna del settore dei servizi e l’avanzamento della proposta sui sussidi industriali, al fine di ottenere risultati tangibili alla Conferenza ministeriale di Nur Sultan (MC12).

Impegni del Governo

  • Continuare a giocare un ruolo propositivo, con l’obiettivo di promuovere l’ulteriore approfondimento delle relazioni transatlantiche, appianando i contrasti emersi nel 2019 e rafforzando le potenziali sinergie tra Stati Uniti, Canada e Unione europea;
  • Incoraggiare il dialogo con la Russia per garantirne un percorso di riavvicinamento al mondo occidentale confermando il pieno sostegno alla politica europea del “doppio binario;
  • Sostenere un dialogo strutturato ed aperto con la Svizzera, nell’auspicio di positivi sviluppi nel negoziato per la definizione di un Accordo quadro istituzionale UE-Svizzera, e le prospettive di integrazione nel mercato unico dei Paesi europei di ridotta dimensione territoriale;
  • Offrire contributi di riflessione sulle modalità per rispondere alle preoccupazioni dell’opinione pubblica, mantenendo efficacia e credibilità dell’azione europea in materia di politica commerciale;
  • Proseguirà la partecipazione ai negoziati relativi agli accordi di libero scambio con Paesi terzi, con l’obiettivo di tutelare gli interessi del sistema produttivo e commerciale italiano, tra cui le indicazioni geografiche;
  • Proseguire l’impegno a favore di una efficace riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio e della conclusione dei relativi negoziati plurilaterali (regolamentazione dei servizi e sussidi industriali);
  • Promuovere il dialogo transatlantico per scongiurare spirali protezionistiche negative e favorire l’avvio di un negoziato UE-USA.
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Cooperazione allo sviluppo umanitario

Il Governo continuerà a lavorare perché il nuovo strumento europeo di azione esterna (NDICI, Strumento per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale), che, a partire dal 2021, assorbirà i fondi attuali, risponda efficacemente alle priorità di politica estera italiane: attenzione ai Paesi del vicinato e dell’Africa subsahariana, lotta alle cause profonde delle migrazioni e migliore collaborazione con i Paesi di origine e transito dei flussi. Con tale obiettivo, l’Italia difenderà da possibili tagli le risorse complessive dell’NDICI (circa 79,2 miliardi nelle proposte della Commissione europea) e, in particolare le dotazioni previste per vicinato (22 miliardi) e Africa Sub-Sahariana (32 miliardi), di cui continuerà a sostenere l’adeguato “isolamento” (ring-fencing), in modo che non possano essere drenate verso aree meno prioritarie

Impegni del Governo

  • Assicurare continuità alla politica per la cooperazione allo sviluppo dell’ambito dell’Unione europea;
  • Proseguire il lavoro negoziale sull’NDICI (Strumento per il vicinato, lo sviluppo e la cooperazione internazionale) principale strumento per l’azione esterna dell’UE, nel contesto del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, con l’obiettivo di renderlo efficace anche nella gestione della c.d. dimensione esterna della politica migratoria europea.

 

Servizio europeo di azione esterna

Nel 2020 proseguirà l’azione volta a consolidare e accrescere le posizioni acquisite nei gradi apicali del Servizio considerando che anche dopo la rotazione 2019 l’Italia è lo Stato membro più rappresentato a livello apicale nel Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), con venti Capi Delegazione. Risulta invece ancora sottodimensionato il numero di Agenti temporanei (funzionari della Pubblica Amministrazione italiana distaccati a diverso titolo presso le istituzioni europee) rispetto al calcolo teorico dato dal rapporto popolazione/Agenti temporanei. A settembre 2019, infatti, l’Italia contava su quindici Agenti temporanei, pari al 4,48 per cento del totale, mentre cento sono i Funzionari permanenti, pari al 15,85 per cento del totale. Ne consegue l’esigenza di proseguire, nel 2020, l’azione volta ad aumentare la presenza di funzionari italiani anche in posizioni intermedie (“middle-management”) sia nelle Delegazioni che a Bruxelles.

Impegni del Governo

  • Proseguire gli sforzi volti a favorire la presenza di funzionari italiani in posizioni di rilievo in Europa, anche attraverso appositi percorsi di formazione, con attenzione alle aree di interesse prioritario per la politica estera nazionale.

 

PARTE QUARTA – COMUNICAZIONE E FORMAZIONE SULL’ATTIVITA’ DELL’UNIONE EUROPEA

Strategie di comunicazione

La strategia di comunicazione per il 2020 sarà incentrata sulla promozione tra i cittadini di iniziative mirate ad alimentare il dibattito sul futuro dell'Europa, attivando nuovi progetti e proseguendo quelli più efficaci già sperimentati, per contribuire a sostenere un'Unione più coesa, più forte e più democratica, migliorando la conoscenza della sua storia e dei suoi valori, nonché dei temi europei di particolare rilievo nel contesto italiano, in linea con le nuove attività previste dalla Commissione europea e dal programma della Presidente Ursula von der Leyen.

Impegni del Governo

  • Promuovere le iniziative mirate ad alimentare il dibattito sul futuro dell'Europa con il coinvolgimento in particolare dei giovani, attivando nuovi progetti e proseguendo quelli più efficaci già sperimentati, per contribuire a promuovere un'Unione più unita, più forte e più democratica;
  • Continuare a sviluppare progetti che promuovono una migliore conoscenza dell’UE integrando l’utilizzo dei media tradizionali e di internet con gli eventi, i dibattiti e gli incontri sul territorio;
  • Potenziare le sinergie già operative tra le amministrazioni, gli enti e i soggetti pubblici italiani, con gli altri Stati dell’UE e con le organizzazioni e le istituzioni UE, avviandone all’occorrenza di nuove;
  • Valorizzare la comunicazione dei progetti cofinanziati dall’UE attraverso iniziative e campagne utili a rafforzare e migliorare il grado di conoscenza delle politiche di coesione da parte dei cittadini;
  • Valorizzare i progetti cofinanziati, al fine di illustrare le opportunità offerte dalla UE, i risultati sinora raggiunti e l’impatto dei progetti cofinanziati dai Fondi europei nonché per promuovere la conoscenza in merito ai compiti delle istituzioni;
  • Programmare, in occasione della ricorrenza del Settantesimo anniversario della Dichiarazione Schuman, una serie di iniziative ed azioni indirizzate soprattutto ai giovani e volte a dare un rinnovato slancio per la democrazia europea.

 

PARTE QUINTA – COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE POLITICHE EUROPEE

Coordinamento della posizione negoziale dell’Italia e attività del CIAE

Il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei (CIAE) è lo strumento fondamentale per la definizione della posizione nazionale nei processi decisionali sulle politiche europee. Come concordato nella prima riunione del CIAE del Governo attualmente in carica, che si è tenuta il 15 novembre 2019 ed è stata presieduta, per la prima volta, dal Presidente del Consiglio dei ministri, nel corso del 2020 si darà notevole impulso all’azione di coordinamento orizzontale e verticale per assicurare l’efficace partecipazione dell’Italia ai processi decisionali dell’Unione Europea, rafforzando la governance nazionale.

Impegni del Governo

  • Proseguire l’azione indirizzata all’efficace partecipazione dell’Italia alle attività dell’Unione europea attraverso gli strumenti di coordinamento, indirizzo e impulso politico, con particolare riferimento al CIAE, su temi strategici quali la transizione verso la neutralità climatica - Green Deal, la gestione dei temi legati all’Agenda 2030, il negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, la strategia industriale europea, le iniziative per il rilancio della crescita e dell’occupazione e le attività legate al Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche dell’Unione europea e dei Paesi dell’area euro.

 

Coordinamento in materia di aiuti di Stato

La Commissione europea ha adottato una proposta di revisione mirata del regolamento generale di esenzione “Target GBER” per categoria n. 651/2014 e ha lanciato una relativa consultazione pubblica rivolta agli Stati membri. Tale revisione interviene per consentire una rapida attuazione delle misure di aiuto, nel rispetto delle cautele previste nel citato regolamento n. 651/2014 (comunicazione alla CE, trasparenza, soglie, cumulo, pubblicazione e controllo), nei seguenti ambiti: finanziamenti nazionali contenuti nei prodotti finanziari sostenuti dal Fondo InvestEU; progetti di ricerca, sviluppo e innovazione "RSI" insigniti del marchio di eccellenza nell'ambito del vigente Orizzonte 2020 o del nuovo programma Orizzonte Europa (che sarà adottato entro la fine del 2020), e progetti di cofinanziamento e azioni di Teaming, sempre nel quadro dei citati Orizzonte 2020 o Orizzonte Europa; progetti di cooperazione territoriale europea (CTE). In considerazione del fatto che le modifiche al predetto regolamento di esenzione saranno adottate entro la fine del prossimo anno, l’attività del Governo nel corso del 2020, sarà volta a definire la posizione italiana rispetto alle proposte della Commissione europea, sulla base del coordinamento di tutte le amministrazioni centrali e regionali coinvolte e del conseguente contemperamento dei vari interessi delle singole amministrazioni di settore.

Impegni del Governo

  • Partecipare alla revisione mirata del regolamento generale di esenzione per categoria n. 651/2014 “Target GBER”;
  • Potenziare il coordinamento in fase ascendente, al fine di partecipare al processo di revisione dei regolamenti e degli atti di soft law in materia di aiuti di stato in scadenza nel 2020;
  • Dare supporto alle amministrazioni al fine di rafforzare le conoscenze per una corretta attuazione delle politiche in materia di aiuti di Stato.

Priorità legislative per l’adeguamento del diritto interno al diritto UE

Nel corso dell’anno 2020 il Governo dovrà dare attuazione alle deleghe contenute nella legge 4 ottobre 2019, n. 117 – legge di delegazione europea 2018. Essa conferisce la delega al Governo per l’attuazione di 26 direttive europee, per l’adeguamento della normativa nazionale a 12 regolamenti europei, l’attuazione di una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio e la compiuta attuazione di una decisione quadro GAI del Consiglio. Tra i provvedimenti da recepire, rientrano quelli relativi a: rifiuti di imballaggio, ’efficienza energetica, distacco dei lavoratori, regolamentazione delle professioni, frodi in materia di IVA, riciclaggio, imposte editoria, servizi di media audiovisivi, comunicazioni elettroniche, concorrenza, detenzione di armi, radiazioni ionizzanti, esposizione a sostanze cancerogene etc.)

 

Impegni del Governo

  • Dare priorità alle deleghe contenute nel disegno di legge 4 ottobre 2019, n. 117 - legge di delegazione europea 2018, per l’attuazione delle direttive e l’adeguamento agli altri atti dell'Unione europea;
  • Presentare in Parlamento, ai sensi dell’articolo 29 della legge n. 234/2012, i nuovi disegni di legge di delegazione europea ed europea, con cui assicurare il periodico adeguamento dell’ordinamento nazionale a quello dell’Unione europea.

 

Prevenzione e soluzione delle infrazioni al diritto UE

Al 27 novembre 2019, le procedure d'infrazione pendenti sono 77, di cui 66 per violazione del diritto dell'Unione e 11 per mancato recepimento di direttive. Il Governo ha fatto del rinnovato impegno per la riduzione del numero di procedure d’infrazione una delle sue priorità.

Impegni del Governo

  • Proseguire nell'azione di rafforzamento della prevenzione delle infrazioni e delle attività di risoluzione dei casi pendenti e, dall’altra, adottare nuovi strumenti per una rinnovata efficienza nella gestione del precontenzioso;
  • Continuare ad avvalersi degli strumenti normativi previsti dalla legge 234/2012, primi fra tutti il disegno di legge di delegazione europea e il disegno di legge europea, al fine di garantire il tempestivo recepimento delle direttive UE;
  • Proseguire nell'azione di rafforzamento della prevenzione delle infrazioni e della risoluzione di quelle pendenti, garantendo il coordinamento delle amministrazioni centrali e locali nonché l'attività di assistenza e vigilanza delle amministrazioni competenti per materia, favorendo, ove possibile, il confronto con i Servizi della Commissione europea per il superamento delle criticità in ordine alla compatibilità col diritto UE;
  • Continuare a garantire, fin dalle fasi iniziali della procedura d’infrazione, le condizioni più favorevoli ad un’adeguata difesa della posizione nazionale ove si instauri il futuro giudizio dinanzi alla Corte di giustizia.

 

Tutela degli interessi finanziari e lotta contro la frode

L’obiettivo cardine è il deciso rafforzamento dell’azione preventiva e di contrasto anche nei casi di cosiddetta “frode transnazionale”, ormai proficuamente (e tempestivamente) aggredibili solo attraverso un più stretto ed effettivo scambio dei dati tra i competenti Uffici antifrode degli Stati membri, con l’imprescindibile coordinamento, nei casi più complessi, dell’Ufficio europeo lotta antifrode (OLAF). Inoltre verranno sviluppate la progettualità antifrode denominate “CATONE” (Cooperation agreements and training on objectives and new experiences - accordi di cooperazione e formazione su obiettivi e nuove esperienze), volta a migliorare le procedure di “recupero effettivo” delle risorse oggetto di indebita/illecita captazione delle risorse europee.

Impegni del Governo

  • Attraverso Il Comitato per la lotta contro le frodi nei confronti dell’Unione europea (COLAF), promuovere la necessaria omogeneizzazione delle azioni antifrode in tutta l’Unione, mediante la diffusione delle best practices conseguite grazie anche al peculiare know how posseduto dagli Organismi investigativi nazionali;
  • Rafforzare l’azione preventiva e di contrasto anche nei casi di cosiddetta “frode transnazionale”.

 

Cooperazione amministrativa nell’attuazione del mercato interno

Nel corso del 2020 la rete Internal Market Information (IMI), strumento informatico multilingue che facilita la cooperazione amministrativa nel quadro dell’attuazione della legislazione del mercato interno, continuerà ad ampliare il proprio ambito operativo. Il sistema IMI, assicurato dal Coordinamento nazionale IMI operante presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche Europee, gestirà il flusso dati delle Autorità competenti italiane, in continua crescita, registrate in 17 aree legislative, per un totale di 53 procedure amministrative. Nel quadro della priorità attribuita all’Agenda digitale, il lancio nel 2020 di un maggior numero di settori, su richiesta della Commissione europea, evidenzia il ruolo sempre più riconosciuto e significativo dell’IMI.

La rete della Commissione europea SOLVIT, a cui lavorano 30 Centri nazionali (in Italia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le Politiche Europee) continua a gestire un numero sempre crescente di problemi transfrontalieri sottoposti da cittadini e imprese causati dalla non corretta applicazione della normativa europea da parte delle Pubbliche Amministrazioni: il numero dei casi è passato da 180 all’anno nel 2002 agli attuali 2160 nel 2019, aumentando di dodici volte, incremento che risulta ancora maggiore per il Centro italiano, terzo Paese per carico di lavoro. A seguito dell’imminente entrata in vigore del nuovo regolamento (EU) 2019/515 sul mutuo riconoscimento (aprile 2020), tutte le decisioni amministrative emesse in questo settore dagli Stati membri, dovranno menzionare esplicitamente SOLVIT tra gli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie.

Impegni del Governo

  • Assicurare il coordinamento nazionale del sistema IMI che nel corso del 2020 continuerà ad ampliare il proprio ambito operativo;
  • Continuare a contribuire alla rete della Commissione europea SOLVIT, gestendo un numero sempre crescente di problemi transfrontalieri sottoposti da cittadini e imprese causati dalla non corretta applicazione della normativa europea da parte delle Pubbliche Amministrazioni;
  • Assicurare l’aggiornamento e l’implementazione della pagina italiana della banca dati delle professioni regolamentate gestita dalla Commissione europea anche in vista della prossima migrazione della banca dati nella piattaforma IMI.

 

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