Camera dei Deputati - 2-00854 - Interpellanza sulla necessità di costituire un organismo, a prevalente partecipazione pubblica, in grado di gestire le infrastrutture di rete a banda ultra larga.

Camera dei Deputati - 2-00854 - Interpellanza presentata il 9 luglio 2020.

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:

OpenFiber s.p.a. è stata costituita nel dicembre del 2015 con partecipazione azionaria paritetica tra Enel s.p.a. e Cdp Equity (controllata per il 97,1 per cento da Cassa depositi e prestiti), ciascuna delle quali detiene il 50 per cento del capitale sociale, per realizzare un'infrastruttura di rete a banda ultra larga (Bul) interamente in fibra ottica Ftth (Fiber To The Home) in tutte le regioni italiane;

l'Ftth è considerata dagli esperti la connessione più veloce alla rete e, come sostiene Assoprovider, essendo «Composta da cavi in fibra (in sostituzione del rame, ormai obsoleto) durante tutto il percorso, dalla dorsale alla cabina armadio e da questa fino dentro casa dell'utente, consente di raggiungere una velocità in download e upload finora mai sperimentata»;

il modello commerciale adottato da OpenFiber è definito wholesale-only, di vendita all'ingrosso, in pratica il servizio non è rivolto alle famiglie, ma la società noleggia la propria rete alle aziende delle telecomunicazioni, circostanza che, secondo alcuni osservatori, costituirebbe una garanzia per lo sviluppo di un mercato realmente concorrenziale e per l'accesso non discriminatorio di tutti gli operatori;

la società opera con fondi pubblici e, allo stato attuale, è assegnataria di tre bandi di Infratel, società in-house del Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito del piano di promozione, realizzazione e integrazione delle infrastrutture per la fruizione dei servizi internet a banda ultra larga in oltre 7.600 comuni di piccole dimensioni, anche nelle aree a bassa densità di popolazione, le cosiddette «aree bianche», aree nelle quali, in assenza di sussidi, la realizzazione di un'infrastruttura innovativa potrebbe non essere economicamente sostenibile;

secondo quanto ha comunicato di recente la società, la copertura in fibra, alla fine del 2019, sarebbe stata pari a otto milioni di unità immobiliari, mentre entro il 2022 sarà raggiunto l'obiettivo al 92 per cento; il restante 8 per cento, entro il 2023;

è il caso di osservare che la digitalizzazione, le telecomunicazioni e la realizzazione di un'infrastruttura internet innovativa riguardano settori strategici e sensibili, su cui si esplicita lo sviluppo delle moderne economie;

la centralità del settore e l'urgenza di sviluppare una moderna rete di trasmissione a banda larga sono priorità ribadite nello stesso «Piano strategico per rilanciare il Sistema-Paese» dopo l'emergenza COVID-19 (presentato nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio dei ministri ed elaborato anche in relazione con l'annunciato Recovery Fund europeo da 750 miliardi di euro) che al primo punto pone la necessità di «Modernizzare il Paese lavorando per la digitalizzazione [...] Il concetto cardine è quello della “identità digitale” che passa attraverso banche dati pubbliche e la banda larga in tutta la penisola»;

è il caso di osservare, però, che questo processo di modernizzazione, che richiederebbe un forte impegno da parte di tutti i soggetti interessati, rischia di svolgersi in un contesto nel quale i principali attori, come OpenFiber, oltre ad aver manifestato criticità operative, hanno ruoli, finalità e assetti societari che li pongono in una situazione di vulnerabilità nei confronti dei mercati finanziari e dei competitor;

a questo proposito, è il caso di segnalare sia la puntata del 1° giugno 2020 di Report, nella quale si è discusso dei ritardi della posa della fibra e di alcune criticità di OpenFiber sia l'articolo dell'edizione online del 6 marzo 2020 del «Fatto quotidiano», che ha dato la notizia che l'antitrust «ha deciso di imporre a Tim una sanzione pecuniaria di circa 116 milioni di euro perché ha posto in essere una strategia “anticoncorrenziale preordinata a ostacolare lo sviluppo in senso concorrenziale degli investimenti” per le infrastrutture della rete a banda ultralarga»;

a quanto esposto si aggiunge la notizia, confermata dal consiglio d'amministrazione di Enel s.p.a., secondo la quale il 16 giugno 2020 la banca d'investimenti australiana Macquarie Group ha presentato un'offerta vincolante per rilevare, in tutto o in parte, la partecipazione di Enel in Open Fiber s.p.a.;

la citata circostanza desta ulteriori preoccupazioni sul futuro del processo di innovazione avviato nel nostro Paese con la realizzazione della fibra ottica altamente innovativa come l'Ftth, anche in relazione a un'eventuale perdita di controllo nazionale nella governance di un settore strategico e sensibile come quello connesso alle infrastrutture di telecomunicazione e alla trasmissione dei dati –:

quali siano gli orientamenti del Governo in merito alla necessità di promuovere la costituzione di un organismo, a prevalente partecipazione pubblica, sul modello di Terna – unico operatore di sistemi di trasmissione (Tso) della rete nazionale ad alta tensione – in grado di gestire le infrastrutture di rete a banda ultra larga, garantendone sviluppo e manutenzione, preservando le stesse, per quanto di competenza, da condizionamenti e fluttuazioni del mercato, dalla concorrenza di competitor che perseguono finalità commerciali e da mutazioni degli assetti societari che potrebbero incrinare la centralità di un controllo nazionale.
(2-00854)

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