Camera dei Deputati- 4-03834 –Interrogazione sul blocco della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici riferimento a quelli di importo superiore a tre volte il trattamento minimo dell ' Inps. RISPOSTA

Camera dei Deputati- 4-03834 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 16 ottobre 2019.

 — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

la legge di bilancio per il 2019 ha disposto, per il triennio 2019-2021, il blocco della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, con riferimento a quelli di importo superiore a tre volte il trattamento minimo dell'Inps (articolo 1, comma 260, legge n. 145 del 2018);

pertanto, con decorrenza dal 1° gennaio 2019, tutte le pensioni di importo superiore a 1.539 euro (a valori 2019), che a legislazione previgente avrebbero avuto diritto a un incremento pari all'1,1 per cento (secondo l'indice di rivalutazione previsto dalla circolare Inps n. 122 del 27 dicembre 2018), sono soggette per legge al blocco della perequazione automatica;

ciò nondimeno, le pensioni in pagamento da quella data risultano a tutt'oggi calcolate ad importo pieno, senza cioè l'applicazione della prevista riduzione, rimessa in via amministrativa a un successivo «conguaglio»;

con comunicato del 30 dicembre 2018, l'Inps ha infatti informato che «alle pensioni in pagamento nel prossimo mese di gennaio non è stato possibile applicare la normativa sul sistema di rivalutazione delle pensioni introdotto dalla Legge di stabilità 2019» avendo l'istituto già elaborato entro novembre 2018 gli importi di pensioni rinnovate in applicazione della legislazione a quel momento vigente;

lo stesso comunicato ha quindi rinviato a una successiva circolare dell'Inps l'illustrazione delle modalità di attuazione delle nuove norme sulla perequazione delle pensioni e l'indicazione dei tempi per i conguagli;

la suddetta norma che ha disposto il blocco della perequazione automatica delle pensioni concorre alla copertura della manovra di bilancio per il 2019 in misura significativa, determinando un risparmio permanente di spesa pari a 3,6 miliardi di euro nel solo triennio 2019-2020 –:

se il Governo non ritenga di assumere iniziative affinché ai pensionati ai quali è stato richiesto un sacrificio economico rilevante per la copertura della manovra di bilancio per il prossimo triennio sia data una piena e tempestiva informazione circa gli effetti del previsto blocco della perequazione automatica sui loro importi pensionistici, attuali e futuri;

in particolare, se non ritenga di assumere iniziative per modificare la disciplina sopracitata considerato che il differimento sine die del «conguaglio» a carico dei pensionati appare all'interrogante lesivo del diritto alla certezza della prestazione previdenziale e sostanzialmente di dubbia legittimità, in quanto risulterebbe lasciata alla discrezionalità amministrativa la scelta dei tempi e delle forme per l'esazione di una prestazione patrimoniale che colpisce una vastissima platea di cittadini (circa 5 milioni di persone);

se il Governo non valuti indispensabile provvedere nei tempi più rapidi all'applicazione del blocco della perequazione previsto nell'ambito dell'ultima legge di bilancio, in modo da: a) assicurare l'effettività di una norma che concorre significativamente alla copertura della manovra finanziaria; b) limitare al massimo l'importo dei conguagli che saranno posti a carico dei pensionati;

se il Governo intenda chiarire le motivazioni alla base della tempistica per l'applicazione della norma sopra citata, considerato che il Governo ha stabilito che il conguaglio avverrà dopo le elezioni europee di maggio e che i pensionati a cui si è tornati a mettere le mani in tasca con l'ultima legge di bilancio se ne accorgeranno solo a urne elettorali chiuse.

(4-03834)

 

Camera dei Deputati

Il 22 dicembre 2019.

 

Sul blocco della rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici – Interrogazione n. 4-03834.

Risposta. — Con l'atto di sindacato ispettivo in esame l'interrogante richiama l'attenzione sulle disposizioni in materia di riduzione dei trattamenti pensionistici di cui all'articolo 1, comma 260, della legge 145 del 2018 (legge di bilancio 2019).

In via preliminare va precisato che l'articolo 1, comma 260, della legge di bilancio; ha previsto una rimodulazione delle fasce di rivalutazione annuale delle pensioni, come attestato dalla circolare Inps n. 44/2019.

Il legislatore, nella stesura della norma, si è fatto guidare dalla ratio di tutelare le fasce più deboli procedendo alla determinazione di indici di perequazione del trattamento pensionistico in misura inversamente proporzionale all'aumentare delle fasce di importi dei trattamenti pensionistici, puntualmente enucleati dalla norma in parola.

La circolare Inps n. 44 del 2019, applicativa della disposizione normativa anzidetta, evidenzia che una significativa modificazione della perequazione automatica avviene di fatto solo relativamente alle pensioni che superino di almeno 5 volte il minimo Inps, restando in concreto impercettibile per le pensioni più basse e poco rilevante per quelle il cui importo è da 4 a 5 volte il minimo Inps.

In riferimento poi al quesito circa il differimento sine die del «conguaglio», sollevato dall'onorevole interrogante, potenzialmente lesivo del diritto alla certezza della prestazione previdenziale, l'Inps, interpellato, riferisce che l'applicazione della nuova disposizione ha richiesto la predisposizione di una serie di fasi operative che hanno consentito di erogare i nuovi importi solo nel mese di aprile.

Pertanto, in relazione al conseguente recupero dei conguagli per il periodo gennaio-marzo, l'istituto ha preventivamente effettuato una verifica degli importi, per valutare l'opportunità o meno di una eventuale ripartizione in più tranche, al fine di ridurre il disagio nei confronti dei pensionati. All'esito di detta verifica è emersa l'opportunità di effettuare il recupero in un'unica soluzione sulla prima rata utile, giugno 2019.

Detto questo tengo a precisare che questo Governo presta la massima attenzione alla situazione dei pensionati italiani mosso dal fermo proposito di tutelare, nella massima misura possibile e con gli interventi che si riveleranno via via più idonei, le loro condizioni pensionistiche. La Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali: Francesca Puglisi.

 

 

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