Camera dei deputati – 4-06067 - Interrogazione sulla censura nei confronti di Radio Radio, emittente televisiva italiana e sul diritto all' informazione e al pluralismo dell' informazione.

Camera dei deputati – 4-06067 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 17 giugno 2020

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

Radio Radio è una emittente televisiva italiana, con concessioni e licenze pubbliche rilasciate dal Ministero dello sviluppo economico e dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni; le stesse autorità pubbliche vigilano per legge sui contenuti diffusi;

Radio Radio è fruibile su tutte le piattaforme multimediali: web, App, FM, Tv. Si occupa principalmente di attualità, politica ed economia;

Radio Radio, in 42 anni di lavoro, non ha mai avuto querele, non ha mai violato il codice penale e non ha mai avuto nessun tipo di richiamo dalle autorità;

domenica 15 giugno 2020 il canale Radio Radio Tv su YouTube è stato chiuso «per violazione delle Norme della community di YouTube». L'accusa di YouTube è quella di aver pubblicato file video contenenti «minorenni in situazioni sessualmente allusive», in particolare, per il team di YouTube, «la sicurezza dei minorenni è una questione di primaria importanza. I video contenenti minorenni in situazioni sessualmente allusive non saranno tollerati. YouTube non è luogo per comportamenti predatori»;

Radio Radio, che si occupa principalmente di politica e che si limita a ricaricare le sue trasmissioni radiofoniche in rete, non ha evidentemente nulla a che fare con questa condotta. Tant'è che 24 ore dopo il canale è stato riattivato, con un messaggio inviato da YouTube a Radio Radio in cui si dichiara che «Il tuo canale non viola le norme della community»;

nelle scorse settimane, lo stesso canale ha subito la censura di un altro video in cui era intervistato il conduttore di «Report» Sigfrido Ranucci in cui si spiegava che il Senato a gennaio 2020 comprava 10 mila mascherine;

nelle ultime settimane, diversi video che non violano alcuna norma della comunità di YouTube sono stati comunque censurati. Agli autori non è concessa alcuna possibilità di appello. Si tratta quasi sempre di procedure automatiche che rendono inutile ricorrere contro l'oscuramento dei singoli contenuti;

l'amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, in un video, ha espressamente ammesso che la sua azienda «fermerà tutti, i video che contraddicono l'OMS»;

a detta dell'interrogante la censura subita si colloca in abuso della posizione dominante e attesta un sistema oscurantista, giustizialista e unilaterale che non garantisce né il diritto all'espressione e all'informazione, né la possibilità di difendersi contro calunnie e diffamazioni

–: se e quali iniziative normative il Governo intenda adottare in relazione all'attività delle aziende multinazionali che nel nostro Paese si occupano di ospitare e divulgare contenuti informativi, posto che andrebbero rispettate le leggi nazionali e i contratti stipulati in Italia, e che comunque vanno garantiti il diritto all'informazione e al pluralismo dell'informazione, nonché la libertà di espressione del pensiero sancita dall'Articolo 21 della Costituzione per cui, oltretutto, la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
(4-06067)

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