Camera dei Deputati - 7-00495 -  7-00512 - Risoluzioni sui sistemi di protezione sociale per i lavoratori - Approvazione della risoluzione n. 8-00097.

Camera dei Deputati - 7-00495 -  Risoluzione in Commissione presentata il 10 giugno 2020.

  La XI Commissione,

premesso che:

la grave crisi economica ed occupazionale che si è abbattuta sull'Italia, in conseguenza della pandemia da COVID-19 e la conseguente e indispensabile interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema italiano di welfare;

come noto, il documento di economia e finanza 2020 (Def) prevede una contrazione del prodotto interno lordo pari a -8 per cento per il 2020 (nella nota di aggiornamento del Def di settembre 2019 era prevista una crescita del +0,6 per cento) e un rimbalzo del +4,7 per cento nel 2021. Dati sostanzialmente confermati anche dall'Istat, nelle sue previsioni sulle prospettive dell'economia italiana nel 2020-2021, evidenziando come la caduta del Pil sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell'1,6 per cento della spesa delle amministrazioni pubbliche, cui dovrà aggiungersi la flessione della domanda estera netta e delle scorte;

sul piano occupazionale, le previsioni tendenziali considerano per l'anno in corso una contrazione dell'occupazione rilevata dalla contabilità nazionale e delle forze lavoro nettamente più contenuta di quella dell'economia reale e di poco superiore al 2 per cento, grazie al ricorso agli ammortizzatori della cassa integrazione straordinaria (Cigs) e soprattutto di quella in deroga, eccezionalmente estesa nel loro ambito di applicazione dai provvedimenti adottati dal Governo. Maggiore invece sarà la contrazione attesa per l'occupazione espressa in unità di lavoro equivalente (Ula) e per le ore lavorate, che non tengono conto degli ammortizzatori sociali, per le quali si prevede una riduzione rispettivamente del 6,5 e del 6,3 per cento. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all'11,6 per cento, per recuperare parzialmente all'11,0 per cento nel 2021;

per far fronte ai gravi effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati dal blocco delle attività economiche e dal crollo della domanda, il Governo ha dovuto mettere in campo una serie di misure emergenziali, impegnando ingenti risorse finanziarie pari a oltre 17 miliardi di euro con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che si sommano ai quasi 8 miliardi di euro impegnati con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18;

nonostante queste ingenti risorse, l'impatto sui lavoratori è comunque pesante. Basti pensare che, per i lavoratori dipendenti – ovvero quelli che attualmente godono di un sistema di tutele più ampio ed articolato – è stato calcolato che il solo ricorso alla cassa integrazione per i mesi di aprile ha registrato un incremento dell'800 per cento, corrispondenti alla assenza completa di attività produttiva per oltre un milione e 100 mila lavoratori e una perdita di reddito e di potere d'acquisto di 2 miliardi di euro;

ancora oggi, una vasta platea di lavoratori, soprattutto nell'ambito del lavoro autonomo e professionale, risulta del tutto priva di misure ordinarie e strutturali di sostegno del reddito in caso di perdita o riduzione del lavoro, anche a motivo della tradizionale correlazione genetica tra accesso agli istituti di tutela e tipologia contrattuale di riferimento, che invece dimostra, oggi, limiti significativi e produce evidenti effetti distorsivi nel sistema generale delle tutele;

è di tutta evidenza che, al di là delle misure di carattere emergenziale adottate e che si potranno ulteriormente definire, anche grazie all'intervento e alle risorse approntate dall'Unione europea con il Piano Sure – quale sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza con uno specifico stanziamento di 100 miliardi di euro – è necessario avviare un'ampia operazione di revisione dell'attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali davvero universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento;

un significativo passo in avanti nella direzione dell'ampliamento delle categorie di lavoratori tutelati dai rischi di disoccupazione o di riduzione dell'attività lavorativa in costanza di rapporto di lavoro è stato realizzato con la riforma 10 dicembre 2014, n. 183, e, in particolare, con i corrispondenti decreti delegati 4 marzo 2015, n. 22 e 14 settembre 2015, n. 148;

anche al fine di una revisione ed integrazione del quadro normativo, sarebbe auspicabile un'attenta verifica degli effetti prodottisi successivamente all'entrata in vigore dei citati decreti legislativi, così come previsto dall'articolo 1, comma 13, della richiamata legge n. 183 del 2014;

per quanto concerne il mondo delle professioni, un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle casse di previdenza private, di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per la definizione di misure di sostegno del reddito dei liberi professionisti iscritti, nonché per l'erogazione di prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori rispetto a quelle già praticate,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative per realizzare un sistema di protezione sociale che progressivamente, ma entro tempi certi e ravvicinati, assicuri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo o professionale, anche nella forma di collaborazione coordinata e continuativa, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo, in caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell'anno, e di contrazione dell'attività produttiva, trattamenti economici tali da assicurare loro un'esistenza libera e dignitosa, superando l'attuale situazione di frammentazione e disparità di tutela tra lavoratori;

ad adottare iniziative per rivedere, in particolare, la disciplina in materia di protezione del reddito dei disoccupati, rafforzando Naspi e Dis-Coll e superando la frammentazione e le discriminazioni, per arrivare ad un unico strumento di disoccupazione, allungandone i periodi di fruizione ed escludendo ogni forma di décalage, in modo che la garanzia del reddito sia costante per tutta la durata dell'indennità, soprattutto per i lavoratori ultra-cinquantenni, e favorendo l'accesso all'indennità con requisiti ridotti per i lavoratori giovani;

ad adottare iniziative per rimuovere il vincolo di non lavorare per i percettori di cassa integrazione o di altre forme d'integrazione salariale, a fronte di una riduzione non completa del beneficio e del mantenimento del rapporto di lavoro, anche per incentivarli ad acquisire nuove competenze;

ad investire, anche sostenendo l'azione dei fondi interprofessionali, sulla formazione continua delle persone in cassa integrazione per l'aggiornamento delle competenze, in particolare sul digitale e sulla green economy, finalizzata a favorire la riorganizzazione dei processi produttivi e una coerente riqualificazione delle competenze professionali nonché la valorizzazione dell'occupabilità delle persone;

ad adottare iniziative per definire strumenti di indennizzo e ristoro che riguardino tutte le categorie di lavoratori autonomi, ispirati a un criterio di progressività, prevedendo benefìci maggiori per soggetti con redditi bassi e con comprovato calo di attività, valutato su base temporale compatibile con le specifiche professionalità;

ad adottare iniziative normative affinché anche gli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria possano prevedere, per le diverse gestioni obbligatorie da loro amministrate, ulteriori forme di assistenza ai propri iscritti, da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle corrispondenti del sistema pubblico.
(7-00495)

Camera dei Deputati

Giovedì 9 luglio 2020

Lavoro pubblico e privato (XI)

RISOLUZIONI

  Giovedì 9 luglio 2020. — Presidenza del presidente Andrea GIACCONE.

  La seduta comincia alle 14.20.

7-00495 Serracchiani: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori.
(Discussione e rinvio).

Andrea GIACCONE, presidente, avverte che la Commissione avvia la discussione della risoluzione 7-00495 Serracchiani, riguardante i sistemi di protezione sociale per i lavoratori.
Invita la presentatrice, on. Serracchiani, ad illustrare il contenuto del suo atto di indirizzo.

Debora SERRACCHIANI (PD) evidenzia che la crisi pandemica ha dimostrato la profonda frammentazione del mercato del lavoro, anche dal punto di vista delle tutele previste per le diverse categorie di lavoratori. La sua risoluzione, pertanto, muovendo da tale considerazione, intende verificare la possibilità di introdurre un unico strumento universale, attivabile sia in costanza di rapporto di lavoro sia in caso di disoccupazione involontaria, che garantisca un sostegno economico di ammontare costante e tale da permettere un'esistenza dignitosa, sia al lavoratore sia alla sua famiglia, attraverso il superamento
dei massimali. Il nuovo strumento, inoltre, dovrà essere strettamente correlato a percorsi di formazione professionale finalizzati al reinserimento lavorativo, incentivando i lavoratori all'acquisizione di nuove competenze. Ritenendo opportuno effettuare un ciclo di audizioni volto ad acquisire i necessari elementi di valutazione, auspica la collaborazione di tutti i gruppi, sia di maggioranza sia di opposizione, su un tema di importanza fondamentale e fortemente condiviso.

Andrea GIACCONE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia la discussione della risoluzione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.30.

CAMERA DEI DEPUTATI

Martedì 22 dicembre 2020

Lavoro pubblico e privato (XI)

RISOLUZIONI

  Martedì 22 dicembre 2020. — Presidenza della presidente Debora SERRACCHIANI. – Interviene il Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali, Stanislao Di Piazza.

  La seduta comincia alle 12.10.

7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo: Sistemi di protezione sociale per i lavoratori.
(Seguito discussione congiunta e conclusioneApprovazione della risoluzione n. 8-00097).

La Commissione prosegue la discussione congiunta delle risoluzioni, rinviato nella seduta del 9 luglio 2020.

Debora SERRACCHIANI, presidente, comunica che l'ordine del giorno reca il seguito della discussione congiunta delle risoluzioni n. 7-00495 Serracchiani e n. 7-00512 Zangrillo, riguardanti i sistemi di
protezione sociale per i lavoratori, rinviata lo scorso 9 luglio.
Ricorda che la Commissione ha svolto un ampio ciclo di audizioni, che ha permesso di raccogliere gli spunti e i dati necessari alla conclusione della discussione.
Avverte che lo scorso 4 dicembre è stato trasmesso alla Commissione un documento, approvato dall'assemblea del CNEL nella seduta del 25 novembre 2020, concernente osservazioni e proposte sui sistemi di protezione sociale per i lavoratori, oggetto delle risoluzioni in discussione.
Fa presente, infine, che è stata presentata una proposta di testo unificato delle risoluzioni, che è in distribuzione (vedi allegato 1). Prego, pertanto, l'onorevole Zangrillo, firmatario della risoluzione n. 7-00512, di illustrare brevemente la proposta di testo unificato delle risoluzioni.

Paolo ZANGRILLO (FI), firmatario della risoluzione n. 7-00512, rileva che la proposta di testo unificato muove dalla necessità, come le risoluzioni di cui costituisce la sintesi e il punto di incontro, di ripensare e ridisegnare il sistema di welfare italiano, sia per porre rimedio ai profili critici messi in luce dalla crisi pandemica in atto, sia per proiettare i diversi istituti rientranti tra gli ammortizzatori sociali in una prospettiva futura, che permetta il rilancio del sistema produttivo italiano grazie al sostegno sia dei lavoratori, attraverso un solido e avanzato sistema di formazione, sia delle imprese, che possano reperire sul mercato del lavoro le professionalità di cui hanno bisogno. Infine, il testo unificato sottolinea la necessità di intervenire sull'organizzazione istituzionale che governa, o dovrebbe farlo, l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro, in primo luogo l'ANPAL, che ha dimostrato la sua inadeguatezza già prima dell'acuirsi della crisi. Più in particolare, la risoluzione unificata pone l'accento sulla necessità di un maggior coordinamento tra i livelli istituzionali, tra l'ANPAL e le regioni, nonché su quella di dotare delle competenze necessarie il personale chiamato all'attuazione delle politiche attive. Infine, auspica che il Governo si attivi al più presto, in quanto il biennio a venire si annuncia ancora irto di difficoltà ed è più che mai urgente intervenire per favorire il reinserimento nel circuito produttivo dei tanti che, a causa della crisi, ne sono stati o ne saranno espulsi.

Antonio VISCOMI (PD), in qualità di cofirmatario della risoluzione n. 7-00495 Serracchiani, illustra i punti sui quali si è registrata la sintesi che ha consentito di giungere all'elaborazione del testo unificato. In primo luogo, sottolinea il ruolo della crisi economica generata dalla pandemia, che ha messo in luce i profili critici del sistema di welfare italiano e ha evidenziato la necessità di aprirlo alle categorie di lavoratori difficilmente classificabili nelle categorie tradizionali del lavoro subordinato e di quello autonomo e, per questo, quasi del tutto privi di tutele. In secondo luogo, rileva la comune consapevolezza della necessità di superare la convinzione che solo il progressivo ridursi dell'entità del beneficio possa essere di stimolo alla ricerca di un'occupazione. Al contrario, il cosiddetto décalage, lungi dall'avere una funzione di incentivo, impoverisce inutilmente i percettori delle indennità. Ancora, osserva che è stata trovata la sintesi anche sulla necessità di ripensare le politiche attive del lavoro, che si dovrebbero piuttosto definire politiche di attivazione del lavoro, essendo volte anche ad affiancare il lavoratore e l'impresa, mettendoli in condizione, l'uno, di acquisire una solida preparazione, al passo con il progresso tecnologico, e l'altra di trovare sul mercato del lavoro le professionalità di cui ha bisogno. Infine, d'intesa con il collega Zangrillo, propone di modificare il testo unificato in distribuzione per tenere conto delle novità introdotte recentemente nel disegno di legge di bilancio, in discussione alla Camera, riguardanti, in particolare, l'istituzione dell'ISCRO, uno strumento di welfare pensato per i titolari di partite IVA iscritti alla gestione separata o ad altre gestioni dei lavoratori autonomi.

Debora SERRACCHIANI, presidente, fa presente che anche il testo unificato integrato dalle modifiche proposte dai deputati
Viscomi e Zangrillo è a disposizione dei commissari e pubblicato su GeoCamera (vedi allegato 2). Chiede, quindi, al rappresentante del Governo di esprimere il parere di competenza sull'ulteriore nuovo testo unificato delle risoluzioni.

Il Sottosegretario Stanislao DI PIAZZA, manifestando il suo apprezzamento per lo sforzo di sintesi che ha portato all'elaborazione di un testo unificato delle due risoluzioni su un tema cruciale per il mercato del lavoro italiano, esprime parere favorevole, sia sulle premesse sia sugli impegni richiesti al Governo.

Stefano LEPRI (PD), cofirmatario della risoluzione n. 7-00495 Serracchiani, preannunciando il proprio voto favorevole, intende porre all'attenzione dei colleghi un punto, non approfondito dalla risoluzione unitaria, ma che, a suo giudizio, merita un intervento futuro della Commissione. Fa riferimento, in particolare, alla necessità di modificare la disciplina relativa alla condizionalità, in base alla quale l'accesso a un determinato beneficio, CIGS, NASpI, Reddito di cittadinanza e via dicendo, è subordinato all'accettazione di un'attività, in genere in favore dell'ente locale di appartenenza. Si tratta di una disciplina purtroppo disattesa, ma che potrebbe avere un grande valore, permettendo a coloro che attendono una ricollocazione di rendersi utili alle loro comunità.

Flora FRATE (MISTO-A-+E-RI) preannuncia la sua astensione nella votazione sulla proposta di testo unificato delle risoluzioni, in quanto esso non le appare pienamente corrispondente alle reali necessità del mercato del lavoro italiano, acuite dalle conseguenze della crisi pandemica in atto. Infatti, non condivide la delimitazione dell'ambito preso in considerazione dal testo, che non considera tutte le categorie di lavoratori colpiti dalla crisi, come per esempio i professionisti, e giudica un errore non avere messo l'accento sulla necessità di garantire l'accesso al mercato del lavoro a chi, specie nel Meridione, conclude il ciclo scolastico. Inoltre, ritiene che il testo non distingua nettamente tra le politiche sociali e le politiche attive, che riguardano ambiti diversi, e che non affronti il tema, estremamente importante, dell'insufficienza di molti lavori ad affrancare dal pericolo della povertà.

Niccolò INVIDIA (M5S) preannuncia il voto favorevole del gruppo Movimento 5 Stelle sulla nuova proposta di testo unificato delle risoluzioni, condividendo la richiesta di ridisegnare e aggiornare il sistema di welfare italiano con l'introduzione di uno strumento universale che raggiunga tutte le categorie di lavoratori. Concorda anche sull'accento posto sulla necessità di intervenire concretamente sulla formazione, coinvolgendo tutte le parti in causa, lavoratori, imprese e istituzioni, e ritiene, in particolare, condivisibile la proposta di incentivare i percettori di NASpI, DIS-COLL e Reddito di cittadinanza ad accettare proposte di stage formativi, consentendo di cumulare il trattamento di sostegno del reddito e l'emolumento percepito nell'ambito del percorso formativo.

Claudio DURIGON (LEGA) preannuncia il voto favorevole del gruppo Lega sull'ulteriore testo unificato delle risoluzioni, anche se ritiene che esso non tocchi tutti i punti critici del sistema di welfare messi in luce dalla crisi attuale. Infatti, sarebbe opportuno un intervento tempestivo del Governo per riformare l'ANPAL e auspica l'impegno della Commissione sul punto, perché solo partendo da questo si potrà porre mano a un'efficace riforma organica delle politiche attive.

Antonio VISCOMI (PD), a integrazione del suo precedente intervento, sottolinea il ruolo che la Commissione è chiamata a svolgere nel corso del 2021 per stimolare una riforma delle politiche di attivazione che non potrà prescindere da interventi, non solo sugli strumenti, ma anche sui soggetti istituzionali chiamati ad attivarli. I temi in primo piano saranno certamente anche quelli richiamati dai colleghi, dagli enti competenti all'impoverimento dei lavoratori, ai salari minimi, all'equo compenso
per i lavoratori autonomi, nella consapevolezza che si tratta di tessere di un mosaico che deve essere composto per fornire al Governo la cornice in cui inquadrare gli interventi.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva il nuovo testo unificato delle risoluzioni n. 7-00495 Serracchiani e 7-00512 Zangrillo, che assume il numero 8-00097 (vedi allegato 2).

La seduta termina alle 12.45.

 

NUOVO TESTO UNIFICATO DELLE RISOLUZIONI APPROVATO DALLA COMMISSIONE

 La XI Commissione,

premesso che:

la grave crisi economica ed occupazionale che si è abbattuta sull'Italia, in conseguenza della pandemia da COVID-19 e la conseguente e indispensabile interruzione di gran parte delle attività produttive, ha evidenziato ataviche fragilità sociali, nuove forme di diseguaglianza e profonde carenze del sistema italiano di welfare;

come noto, il documento di economia e finanza 2020 (DEF) prevede una contrazione del prodotto interno lordo pari a –8 per cento per il 2020 (nella Nota di aggiornamento del DEF di settembre 2019 era prevista una crescita del 0,6 per cento) e un rimbalzo del +4,7 per cento nel 2021. Dati sostanzialmente confermati anche dall'ISTAT, nelle sue previsioni sulle prospettive dell'economia italiana nel 2020-2021, evidenziando come la caduta del PIL sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell'1,6 per cento della spesa delle amministrazioni pubbliche, cui dovrà aggiungersi la flessione della domanda estera netta e delle scorte;

sul piano occupazionale, le previsioni tendenziali considerano per l'anno in corso una contrazione dell'occupazione rilevata dalla contabilità nazionale e delle forze lavoro nettamente più contenuta di quella dell'economia reale e di poco superiore al 2 per cento, grazie al ricorso agli ammortizzatori della cassa integrazione straordinaria (CIGS) e soprattutto di quella in deroga, eccezionalmente estesa nel loro ambito di applicazione dai provvedimenti adottati dal Governo. Maggiore invece sarà la contrazione attesa per l'occupazione espressa in unità di lavoro equivalente (Ula) e per le ore lavorate, che non tengono conto degli ammortizzatori sociali, per le quali si prevede una riduzione, rispettivamente, del 6,5 e del 6,3 per cento. Il tasso di disoccupazione peggiorerà nel 2020 all'11,6 per cento, per recuperare parzialmente all'11,0 per cento nel 2021;

per far fronte ai gravi effetti sull'occupazione e sui redditi dei lavoratori interessati dal blocco delle attività economiche e dal crollo della domanda, il Governo ha dovuto mettere in campo una serie di misure emergenziali, impegnando ingenti risorse finanziarie pari a oltre 17 miliardi di euro con il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, che si sommano ai quasi 8 miliardi di euro impegnati con il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18;

nonostante queste ingenti risorse, l'impatto sui lavoratori è comunque pesante. Basti pensare che, per i lavoratori dipendenti – ovvero quelli che attualmente godono di un sistema di tutele più ampio ed articolato – è stato calcolato che il solo ricorso alla cassa integrazione per i mesi di aprile ha registrato un incremento dell'800 per cento, corrispondenti alla assenza completa di attività produttiva per oltre un milione e 100 mila lavoratori e una perdita di reddito e di potere d'acquisto di 2 miliardi di euro;

ancora oggi, una vasta platea di lavoratori, soprattutto nell'ambito del lavoro autonomo e professionale, risulta del tutto priva di misure ordinarie e strutturali di sostegno del reddito in caso di perdita o
riduzione del lavoro, anche a motivo della tradizionale correlazione genetica tra accesso agli istituti di tutela e tipologia contrattuale di riferimento, che invece dimostra, oggi, limiti significativi e produce evidenti effetti distorsivi nel sistema generale delle tutele;

è di tutta evidenza che, al di là delle misure di carattere emergenziale adottate e che si potranno ulteriormente definire, anche grazie all'intervento e alle risorse approntate dall'Unione europea con il Piano SURE – quale sostegno per attenuare i rischi di disoccupazione in un'emergenza con uno specifico stanziamento di 100 miliardi di euro – è necessario avviare un'ampia operazione di revisione dell'attuale quadro normativo per arrivare alla definizione di un sistema di ammortizzatori sociali davvero universale, che ricomprenda tutte le tipologie di lavoratori e che sia basato sul principio della compartecipazione delle imprese e dei lavoratori al finanziamento;

un significativo passo in avanti nella direzione dell'ampliamento delle categorie di lavoratori tutelati dai rischi di disoccupazione o di riduzione dell'attività lavorativa in costanza di rapporto di lavoro è stato realizzato con la riforma 10 dicembre 2014, n. 183, e, in particolare, con i corrispondenti decreti delegati 4 marzo 2015, n. 22 e 14 settembre 2015, n. 148;

gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno tuttavia palesato e reso evidenti alcune carenze di tutela nei riguardi delle partite IVA iscritte alle gestioni autonome o alla gestione separata;

oltre a garantire un sostegno reddituale alle persone che perdono il posto di lavoro, ulteriore sfida strategica per il rilancio del sistema Paese sarà quella di attuare ogni strumento utile a garantire al maggior numero possibile di disoccupati di rientrare nel processo produttivo, garantendo percorsi formativi che consentano concretamente di acquisire nuove competenze anche di natura specialistica, rafforzando ed efficientando le azioni di politica attiva;

anche al fine di una revisione e integrazione del quadro normativo, sarebbe auspicabile un'attenta verifica degli effetti prodottisi successivamente all'entrata in vigore dei citati decreti legislativi, così come previsto dall'articolo 1, comma 13, della richiamata legge n. 183 del 2014;

per quanto concerne il mondo delle professioni, un ruolo fondamentale potrà essere svolto dalle casse di previdenza private, di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, per la definizione di misure di sostegno del reddito dei liberi professionisti iscritti, nonché per l'erogazione di prestazioni socio-assistenziali e di welfare ulteriori rispetto a quelle già praticate,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative per realizzare un sistema di protezione sociale che progressivamente, ma entro tempi certi e ravvicinati, assicuri a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori titolari di contratti di lavoro subordinato e di lavoro autonomo o professionale, pure se occasionali, intercorrenti con datori di lavoro o committenti privati e pubblici, nonché alle lavoratrici e ai lavoratori che effettuino prestazioni di lavoro in ragione di contratti di tipo associativo e ai titolari di partite IVA iscritti alle gestioni separate o alla gestione autonoma, in caso di disoccupazione involontaria, anche per periodi dell'anno, e di contrazione dell'attività produttiva, trattamenti economici e tutele previdenziali tali da assicurare loro un'esistenza libera e dignitosa, superando l'attuale situazione di frammentazione e disparità di tutela tra lavoratori. In tale prospettiva, l'istituzione dell'ISCRO, introdotta durante l'esame della legge di bilancio, rappresenta un primo importante passo nella direzione di un ridisegno organico;

ad adottare iniziative per rivedere, in particolare, la disciplina in materia di protezione del reddito dei disoccupati, rafforzando NASpI e DIS-COLL e superando la frammentazione e le discriminazioni, per arrivare a un unico strumento di disoccupazione, allungandone i periodi di fruizione
ed escludendo ogni forma di décalage, in modo che la garanzia del reddito sia costante per tutta la durata dell'indennità, soprattutto per i lavoratori ultracinquantenni, e favorendo l'accesso all'indennità con requisiti ridotti per i lavoratori giovani;

a valutare l'opportunità di riformare la disciplina in materia di compatibilità degli strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro con lo svolgimento di altra attività lavorativa, anche per incentivare i percettori di cassa integrazione o di altre forme d'integrazione salariale ad acquisire nuove competenze;

ad adottare ogni iniziativa utile al fine di prevedere concreti e adeguati percorsi di formazione professionale per i percettori di NASpI e DIS-COLL, anche con il coinvolgimento di organizzazioni datoriali, imprese e istituti universitari;

a valutare l'opportunità di incentivare, d'intesa con le organizzazioni datoriali e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, i beneficiari di NASpI, DIS-COLL e reddito di cittadinanza ad accettare proposte di stage formativi formulate dalle aziende e presentate per il tramite dei centri per l'impiego, consentendo la possibilità di cumulo tra il beneficio erogato e l'emolumento percepito nell'ambito dello stage formativo;

a porre in essere ogni iniziativa utile al fine di garantire l'efficienza e l'efficacia dell'azione di ANPAL;

a investire, anche sostenendo l'azione dei fondi interprofessionali, sulla formazione continua delle persone in cassa integrazione per l'aggiornamento delle competenze, in particolare sul digitale e sulla green economy, finalizzata a favorire la riorganizzazione dei processi produttivi e una coerente riqualificazione delle competenze professionali nonché la valorizzazione dell'occupabilità delle persone;

ad adottare iniziative per definire strumenti di indennizzo e ristoro che riguardino tutte le categorie di lavoratori autonomi, ispirati a un criterio di maggiore incisività della tutela per soggetti con redditi bassi e con comprovato calo di attività, valutato su base temporale compatibile con le specifiche professionalità, e che siano operativi anche per i periodi di osservanza dei protocolli sanitari, incluso l'isolamento fiduciario obbligatorio, al fine di incentivare il rispetto dei medesimi protocolli in un'ottica di prevenzione del contagio da Covid-19;

ad adottare iniziative normative affinché anche gli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria possano prevedere, per le diverse gestioni obbligatorie da loro amministrate, ulteriori forme di assistenza ai propri iscritti, da equiparare ai fini fiscali e contributivi a quelle corrispondenti del sistema pubblico.
(8-00097)
 

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