Senato della Repubblica – 4-02598 – Interrogazione sulla gestione di Anas e sulla situazione di Aie.

Senato della Repubblica – 4-02598 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 9 Dicembre 2019.

 - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'economia e delle finanze. - Premesso che:

Anas, con i suoi 6.283 dipendenti, è gestore della rete stradale e autostradale italiana di interesse nazionale, 30.000 chilometri, ed è una società per azioni sottoposta al controllo e alla vigilanza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, entrata a far parte dal 2018 del gruppo Ferrovie dello Stato italiane;

il 40 per cento delle infrastrutture gestite da Anas ha più di 35 anni, e usura e scarsa manutenzione hanno provocato negli anni danni fatali e incalcolabili, con aperture di inchieste e molteplici condanne;

negli anni Anas ha visto la sua reputazione macchiata da inchieste e accuse gravissime, che vanno dalla corruzione al disastro colposo per crolli e incidenti. Come la maxinchiesta della Procura di Roma nel 2015 sulla "cellula criminale" "che gestiva un giro di mazzette", che ha coinvolto Antonella Accroglianò, la "Dama Nera", ex capo del coordinamento tecnico amministrativo di Anas;

l'azienda è stata costantemente al centro di numerosi atti di sindacato ispettivo, oltre che per le vicende giudiziarie, anche per le inefficienze, compensi esorbitanti ai vertici societari e assunzioni in contrasto con le norme sulla selezione del personale dipendente delle società partecipate;

la selezione dei dipendenti deve aver luogo tramite concorsi pubblici, poiché si tratta di una società del Ministero dell'economia e delle finanze con vigilanza del Ministero delle infrastrutture;

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

il direttore risorse umane e organizzazione di Anas dal 29 gennaio 2019 è Adriana Celico, presente anche nell'organismo di vigilanza del gruppo (OdV) e nell'OdV di Quadrilatero Marche-Umbria Spa;

sembra che negli ultimi mesi Anas abbia ripreso le assunzioni "clientelari", senza effettuare, in numerosi casi, i doverosi bandi e concorsi di evidenza pubblica.

il 4 dicembre 2019, "L'Espresso" ha pubblicato un articolo dal titolo "L'Italia va a pezzi? No problem: Anas arruola un uomo di Gladio", dove tra l'altro è scritto: «Quando in Anas pensavano di avere visto tutto, fra viadotti crollati, scandali giudiziari, tangenti e nepotismo sistematico, ecco arrivare la spy story. Lui si chiama Omar Vittone, e prima di diventare lo strapagato "branch deputy manager" di Anas international Qatar con un mensile di 93 mila riyal (circa 23 mila euro) più alloggio era un veterano delle missioni militari in Iraq, Afghanistan, Libano ed è tuttora il rappresentante per Piemonte e Valle d'Aosta dell'associazione volontari di Stay behind, la rete costituita dai servizi segreti Usa e italiani, meglio nota come Gladio, ufficialmente sciolta nel 1990 dopo la storica testimonianza di Giulio Andreotti di fronte alla commissione parlamentare stragi. Il saldo delle escursioni dell'Anas e della controllata Anas international enterprise (Aie) in nazioni poco note per la loro trasparenza finanziaria è pesante. Anas (...) ha dovuto creare un fondo rischi da 32 milioni che corrisponde prudenzialmente al buco di Aie. Oltre a questo, per garantire la continuità aziendale, il 18 giugno 2019 ha versato 10 milioni di euro per coprire i 7,5 milioni di perdite e ricostituire il capitale sociale. Il giorno prima, 17 giugno 2019, Pino Zingale, magistrato della Corte dei conti delegato al controllo dell'Anas, ha denunciato "gli elementi di possibile reato e danni erariali" alla procura di Roma e alla procura regionale della Corte dei conti. L'esposto è stato inviato anche alla ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, e all'attuale ad dell'Anas Massimo Simonini, figlio di un dirigente dell'Anas nominato ad dall'ex ministro Toninelli»;

considerato che:

gli atti di sindacato ispettivo 4-00656 (del 9 ottobre 2018) e 4-01648 (del 14 maggio 2019) criticavano la gestione Anas, in particolare di Anas International (Aie SpA) presente in Algeria, Russia, Qatar, Georgia, Libia, Colombia, dal maggio 2019 guidata dall'amministratore delegato Guido Perosino; «AIE SpA, è controllata al 100 per 100 da Anas SpA e dovrebbe aver applicato i tetti retributivi. In Aie, specificatamente in Qatar, risultavano dipendenti con stipendi di oltre 100.000 euro. In AIE risultava assunto un certo Meo, figlio di ex dirigente Anas (addetto alla trasparenza), con stipendio che passa i 100.000 euro», si legge nell'interrogazione 4-00656;

si legge invece nell'atto 4-01648: «la gestione ANAS italiana ed estera ha visto alcune situazioni critiche e, secondo gli interroganti, in palese conflitto di interessi. In particolare, nonostante i cambiamenti auspicati per rendere più trasparente la gestione, a tutt'oggi è possibile riscontrare l'ennesimo caso di conflitto di interessi in AIE, che controlla società in molte parti del mondo per lavori di progettazione, direzione lavori e consulenza facendo leva sul know-how di ANAS: il nuovo A.D. Guido Perosino, amministratore delegato unico di Quadrilatero SpA, società pubblica di progetto controllata da ANAS, con compenso di 120.000 euro, promosso A.D. dell'AIE, la cui gestione non proprio trasparente era stato oggetto di atti di sindacato ispettivo; anche il suo predecessore, Bernardo Magrì, in carica fino al 10 ottobre 2018, era in palese conflitto di interessi, in quanto ricopriva anche la carica di direttore generale di una holding quotata in borsa (Astm, Sitaf, Tecnositaf, Sina, tutte società del gruppo Gavio)»;

a giudizio degli interroganti nell'Italia che va in pezzi, con strade franate, smottamenti, ponti crollati, tragedie anche per quel 40 per cento di infrastrutture gestite da Anas con più di 35 anni, dove l'usura, la scarsa manutenzione e gli arresti sempre più frequenti per corruzione (l'ultimo scandalo a Catania il 3 dicembre con arresti e tangenti), dai danni incalcolabili, non conviene mantenere il "carrozzone" di Anas International, che impiega all'estero fondi pubblici, le cui esposizioni debitorie con le banche di decine di milioni di euro, oltre le perdite, creano buchi nei bilanci, da ripianare e concorrenza sleale verso i privati,

si chiede di sapere:

quanti dipendenti siano stati reclutati da Anas dal mese di gennaio 2019 e se per tali, pur lodevoli, assunzioni siano stati espletati i doverosi bandi di evidenza pubblica;

se il deficit di Aie non sia da addebitare agli ex dirigenti Anas, che avevano favorito l'operazione di ingegneria societaria agevolata in Qatar e negli Emirati arabi;

se non sia doveroso chiudere Aie, per evitare ulteriori sperperi di fondi pubblici da impiegare rigorosamente per risanare le fatiscenti infrastrutture italiane;

a quanto ammontino le esposizioni debitorie e le linee di credito di Aie con le banche e se la denuncia di Pino Zingale, magistrato della Corte dei conti che controlla Anas, per gli elementi di possibile reato e danni erariali, non dovesse essere espletata dall'amministratore delegato Perosino, con analoghe denunce e richieste di azioni di responsabilità, nei confronti dei suoi predecessori in Aie;

se i Ministri in indirizzo non ritengano opportuno attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall'ordinamento, per fugare qualsiasi ombra nella gestione italiana ed estera e fare chiarezza e trasparenza all'interno dell'Anas, la più grande stazione appaltante italiana chiamata a gestire miliardi di euro di fondi ed appalti pubblici, rimuovendo con urgenza zone d'ombra ed illegalità, sia in Italia che all'estero. (4-02598)

 

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