Camera dei deputati – 1-00386 - 1-00355 - 1-00389 - Mozioni sul riavvio del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, infrastruttura strategica da inserire tra gli interventi prioritari. Discussione e Conclusine. Mozione 1-00399 APPROVATA

Camera dei deputati – 1-00386 - Mozione presentata il 12 ottobre 2020.

La Camera,

premesso che:

ai sensi della legge obiettivo n. 443 del 2001 è stato ricompreso il Ponte sullo stretto di Messina tra le infrastrutture strategiche da inserire tra gli interventi prioritari, in ragione dell'importanza rivestita per l'intero territorio nazionale a partire dal Sud Italia;

 il bando internazionale per la selezione del General Contractor cui affidare da parte dello Stato la progettazione definitiva e la successiva costruzione del ponte, vide l'aggiudicazione della gara a Eurolink di Impregilo (poi gruppo Salini), con impegno di realizzare l'opera in settanta mesi;

con la legge di stabilità per il 2013 (legge n. 228 del 2012) vennero stanziati 300 milioni di euro per il pagamento delle penali per non realizzare l'opera;

il Ponte sullo Stretto di Messina è classificato tra gli interventi con procedimento interrotto a seguito di quanto comunicato nell'XI allegato infrastrutture al Def 2013,

impegna il Governo

1) ad avviare quanto prima le opportune iniziative volte a riconsiderare il progetto, già cantierabile, per la realizzazione, nel rispetto della tutela dell'ambiente, del Ponte sullo Stretto di Messina.

(1-00386)

Camera dei Deputati

Martedì 27 ottobre 2020

Rinvio della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355, Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

(Discussione e rinvio)

Nella, seduta di martedì 27 ottobre 2020, l’Aula ha discusso sul rinvio della discussione delle mozioni in titolo.

L’On. Cantone (M5S), nel suo intervento ha chiesto il rinvio ad altra seduta del seguito della discussione sulle mozioni sul Ponte sullo stretto di Messina.

L’On. Pagano (LEGA), ha sottolineato di essere contrario al rinvio della discussione.

L’On. Prestigiacomo (FI) è intervenuta a favore della richiesta di rinvio alla prossima settimana della mozione perché da parte di alcuni colleghi della maggioranza è stata motivata con il fatto che vi è una Commissione ministeriale che dovrebbe concludere i suoi lavori il 30 di ottobre, una Commissione istituita presso il Ministero delle infrastrutture, che sta vagliando da un punto di vista tecnico tutto un ventaglio di ipotesi circa il collegamento veloce nello Stretto di Messina. A suo avviso si può aspettare senza fornire una motivazione strumentale alla maggioranza per bocciare una mozione che invece rappresenta, un punto di svolta per l'intero Mezzogiorno e per l'intero Paese, cioè la possibilità di realizzare il ponte sullo Stretto attraverso i fondi del Recovery Plan.

Infine la Camera ha approvato il rinvio del seguito dell'esame delle mozioni concernenti iniziative per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

Camera dei Deputati

Mercoledì 4 novembre 2020

Seguito della discussione delle mozioni Prestigiacomo ed altri n. 1-00355, Lollobrigida ed altri n. 1-00386 e Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389 concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

(Seguito discussione e conclusione)

(Mozioni presentate)

Nella seduta di mercoledì 4 novembre 2020, l’Aula ha proseguito la discussione delle mozioni concernenti iniziative per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina, nell'ambito di un più ampio programma di rilancio infrastrutturale ed economico.

Il Presidente, ha avvertito che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 12 ottobre 2020 e nella quale è intervenuto il rappresentante del Governo, è stata presentata la mozione Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389.

Inoltre è stata presentata la mozione Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger ed altri n. 1-00399.

Il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Cancelleri, ha espresso parere contrario sulle mozioni n. 1-00355 (Nuova formulazione), 1-00386 e 1-00389, e parere favorevole sulla mozione 1-00399.

In fase di dichiarazione di voto, si segnalano i seguenti interventi di interesse.

L’On. Fusacchia (MISTO-CD-RI-+E), ha affermato:” abbiamo un grande problema e una grande questione aperta sulla scuola, che si trova in una certa situazione anche per questioni di trasporto pubblico locale e questo Parlamento discute del ponte sullo stretto di Messina. Quindi, non aggiungo una parola, però mi sarebbe piaciuto e preferirei che ci concentrassimo, quando parliamo di trasporti nel Paese, su altre questioni che stanno un po' più a cuore agli italiani in questo momento.”

L’On. Germanà (M-NI-USEI-C!-AC), ha evidenziato che tra le ragioni per cui, è favorevole a questa mozione è la convinzione dell'Europa, che dice che è un'opera infrastrutturale che va necessariamente realizzata per colmare il gap infrastrutturale con le regioni meno sviluppate, per colmare anche il gap di chi vuole tenere il Meridione, il sud, il Mezzogiorno intero, la Sicilia, la Calabria e la Campania legati a mancette, all'assistenzialismo e a leggi inutili, come il reddito di cittadinanza. Ha evidenziato che, dalla tragedia del COVID, bisogna prendere i soldi del Recovery Fund, questi 200 e più miliardi, in modo che consentano all'Italia di realizzare questa grande opera e sono fondi che l'Europa attribuisce all'Italia in base alla proporzione della popolazione, al tasso di disoccupazione, al PIL pro capite per ogni Stato membro. A suo avviso bisogna mettere da parte quelle strane idee su tunnel o altre cose irrealizzabili, e anche, se fossero realizzabili, conoscendo i tempi della burocrazia e della politica, si arriverebbe a fine legislatura. Ha concluso:” Prendete il progetto esecutivo del ponte - abbiamo i soldi - e realizziamolo”.

L’On. Stumpo (LEU), ha sottolineato che questa discussione si inserisce in una riqualificazione complessiva delle infrastrutture utile per rilanciare il Mezzogiorno all'interno di un progetto complessivo del Paese. Ha ricordato che le Commissioni competenti avevano già approvato e discusso, all'interno, poi, della relazione della V Commissione, un pacchetto complessivo delle infrastrutture che servono al rilancio del nostro Paese a suo avviso, per far sì che l'Italia sia sempre più competitiva, che possa crescere e che l'Europa possa diventare sempre più un partner mondiale, c'è bisogno di sviluppare quelle parti che oggi, a partire dal Mezzogiorno d'Italia, si trovano in condizioni di difficoltà, a partire dalle infrastrutture.

Ha affermato: ”Vedete, se un cittadino di Reggio Calabria oggi dovesse decidere di andare a Bari ha come unica possibilità quella di arrivare fino a Roma e poi da Roma andare a Bari, perché gli è completamente impedita la possibilità con le infrastrutture, tanto quelle ferroviarie quanto quelle viarie. Questo vale per un cittadino e vale soprattutto per le ricchezze di questi territori, vale per lo sviluppo dell'agricoltura, vale per lo sviluppo del turismo, vale per le capacità di essere attrattivi. E, allora, c'è bisogno, quindi, in tutta questa discussione, quando si parla di dove investire e di come investire, di ragionare sul Mezzogiorno come un unico modello, un modello che si tiene insieme, da Bari a Napoli, passando fino a Reggio Calabria e ritornando poi, attraverso Taranto, nuovamente a Bari, e mettere insieme tutte queste regioni, costruire un centro, un polo che possa essere un polo di attrazione per il turismo, che possa essere un polo, come lo è per l'agricoltura, di scambi per le proprie ricchezze territoriali e che possa, quindi, poi continuare, così come diciamo nella mozione con un attraversamento stabile dello Stretto, a essere il collegamento con la Sicilia, con l'alta velocità fino a Palermo o fino a Siracusa.”

L’On. Scoma (IV), a suo avviso è importante attuare misure shock per dare finalmente un nuovo slancio all'Italia, sbloccando i cantieri delle opere pubbliche troppo spesso fermi a causa dei problemi relativi alla macchina burocratica. In questo quadro è importante avere messo in campo, attraverso il dl Semplificazione, una serie di misure per garantire l'indispensabile snellimento procedurale e accelerare la realizzazione di opere pubbliche nel Paese. Sbloccare i procedimenti di autorizzazione, velocizzare le gare d'appalto, rendere più fluide le modalità di realizzazione delle infrastrutture strategiche nazionali, sono questi i punti che ha ritenuto essenziali e dai quali bisogna ripartire.

Tra queste opere da finanziare e realizzare immediatamente, prioritaria per il Mezzogiorno e fondamentale per tutto il Paese appare sicuramente il collegamento che riguarda lo Stretto di Messina, cioè collegare la Calabria alla Sicilia. Tale collegamento costituirebbe un tassello importante di un piano più ampio comprendente i progetti inclusi in “Italia Veloce”, che prevede, tra l'altro, la tratta ferroviaria ad alta velocità Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina. Da anni risulta ormai completata la progettazione di un'opera di altissima tecnica e tecnologia che avrebbe dato concreta attuazione al collegamento veloce. Ha ritenuto che la realizzazione di un ponte a campata unica lungo 3,3 chilometri e mai realizzato fino a ora, che collega la penisola alla Sicilia, possa realmente essere forse la soluzione più praticabile. Il ponte rappresenterebbe un'occasione unica di un disegno organico di collegamento dell'alta velocità e la rete ferroviaria necessaria con l'infrastruttura stradale per colmare il divario tra Nord e Sud del Paese, con una connessione diretta tra le due opere infrastrutturali. Ma, pur tuttavia, in tale contesto si inserisce l'iniziativa del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di costituire una commissione di alto profilo con il compito di analizzare diverse e nuove soluzioni entro dicembre 2020 e trovare nuove o vecchie iniziative che rispondano alla richiesta di mobilità da e per la Sicilia. È ormai evidente che il Paese, di fronte a una crisi economica con pochi precedenti, riparte se ripartono le opere pubbliche, di cui la realizzazione del collegamento costituisce sicuramente una parte molto importante. Si tratterebbe di un'opera che da sola produrrebbe effetti positivi sia dal punto di vista occupazionale che dal punto di vista del rilancio dell'economia e dell'indotto ad esso collegato, tutto ciò in un'area, quale quella del Meridione. Proprio in relazione all'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery si è tornati a parlare in maniera concreta della realizzazione o del ponte o di opere similari, ricercando il giusto equilibrio tra la realizzazione di infrastrutture capaci di modernizzare il Paese e il rispetto dell'ambiente e del territorio, che rimangono i pilastri dell'attività di buon governo. Non per niente il parere della IX Commissione (Trasporti), reso nell'ambito della procedura di approvazione del Recovery, richiede la realizzazione di un collegamento stabile e veloce sullo Stretto di Messina. Vero è che solo il progetto del ponte però è definito nella sua interezza ormai da anni, con calcoli, studi di fattibilità, verbali di collaudo, indagini sull'impatto ambientale, a differenza delle altre due ipotesi allo studio, un tunnel sommerso a mezz'acqua e adagiato sul fondale o un tunnel sottomarino scavato 250 metri circa sotto il livello del mare.

In passato idee a sfavore, sostenevano che il ponte avrebbe collegato due deserti infrastrutturali: in effetti il Sud per molto tempo è rimasto molto indietro rispetto al Centro-Nord, e l'infinita vicenda dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria, proprio l'arteria che avrebbe dovuto alimentarlo per la modalità riferita alla gomma, forniva argomenti a questa tesi; ma durante il Governo Renzi quell'infrastruttura è stata completata e aperta al traffico, e quella metafora del ritardo perenne del Mezzogiorno è stata cancellata.

Ha affermato:” Se guardate i porti, col Terzo valico ad esempio si è agganciata Torino e sono partiti i lavori per i collegamenti internazionali Torino-Lione e Brennero; ma infine si è rivolto lo sguardo anche verso il Sud, in quella parte del Paese cioè che a più di un secolo e mezzo dall'unificazione ha chiuso la forbice con il Nord meno di quello che abbia fatto la Germania Est nei confronti dell'Ovest. Da subito si è aggiunto il collegamento tra Roma e Napoli; ma ora è proprio cambiato l'approccio, grazie alle scelte già operate e ai cantieri già aperti, e ancor più grazie al decreto-legge “semplificazioni” e al Recovery Fund sarà possibile completare una moderna ed efficiente rete ferroviaria nazionale, che finalmente includa anche il Sud.”

L’On. ritiene che il ponte possa far uscire alfine dall'isolamento la rete infrastrutturale siciliana rispetto a quella nazionale, possa produrre l'estensione alla Sicilia della rete ad alta velocità, e possa produrre una drastica riduzione dei tempi di percorrenza su gomma. Ha chiesto pertanto al Governo di impegnarsi con tutte le iniziative necessarie atte a realizzare un collegamento, in modo da porre definitivamente fine all'isolamento della rete dei trasporti siciliani da quella del resto del Paese, estendendo così l'alta velocità fino a Messina, Catania e Siracusa. È per questo motivo voterà a favore della mozione.

L’On. Bucalo (FDI), ha voluto sottolineare che il ponte sullo Stretto è uno dei tasselli fondamentali di un piano infrastrutturale da 100 miliardi di euro, capace di rafforzare porti, aeroporti, di connettere il Paese ai grandi corridoi internazionali, che permetterà di accelerare il passaggio di merci e persone, ridurre i costi logistici e l'inquinamento; ma soprattutto di portare finalmente l'alta velocità in Sicilia, cosa che senza un collegamento stabile non ci sarà mai.

Ha affermato:” Il Ministro De Micheli qualche giorno fa ha annunciato che, oltre al ponte, ci sono altre proposte interessanti per collegare la Sicilia alla Calabria, ed è stata istituita proprio una commissione per studiare e capire qual è la più adatta, il ponte o il tunnel: un tunnel che si adagia sul mare o sottomarino. Però al tempo stesso dichiara che il progetto del ponte sullo Stretto non può essere più utilizzato, perché ormai antico e superato: pertanto non viene inserito nell'elenco delle opere finanziabili con il Recovery Fund, classificandolo come un progetto storico che ha problemi di attuazione di difficile soluzione nel medio termine in questo momento sembra preferita sia dallo stesso Premier Conte che qui dal Viceministro Cancellieri, siciliano: il tunnel sottomarino. Questa è una progettazione intanto che richiede tempi lunghissimi e ricordo che, già negli anni Novanta, una proposta simile di Saipem fu bocciata e fu preferito, soprattutto per ragioni di fattibilità e sicurezza, proprio il ponte.”

Ha inoltre evidenziato che l'Unione europea ha sempre considerato di estrema importanza l'attraversamento stabile dello Stretto di Messina, perché l'ha visto proprio come uno dei principali colli di bottiglia della rete trasportistica continentale. Se l'opera, se il progetto, deve essere aggiornato, deve essere ammodernato, lo si può fare in fase di progettazione esecutiva dei lavori, non distruggendo tutti questi anni di studi e di lavoro e di soldi.

Concludendo, ha evidenziato che con la mozione ha ritenuto che non si possa più ritardare ulteriormente l'avvio di politiche di riequilibrio degli investimenti, che incidono pesantemente sulla qualità della vita, sulla capacità produttiva ed occupazionale del Sud.

L’On. Pezzopane (PD), ha evidenziato che le infrastrutture e le reti di trasporto influiscono sullo sviluppo dei territori e il sud, oggettivamente è stato trascurato nel tempo da parte della politica e delle grandi imprese, deputate a realizzare e gestire le reti di trasporto. Solo più recentemente sono stati individuati numerosi interventi prioritari, che riguardano finalmente anche il Mezzogiorno e che operano un ammodernamento e il potenziamento di reti ferroviarie, della rete stradale, del trasporto pubblico locale e del sistema portuale, prevedendo l'integrazione intermodale tra i diversi sistemi di trasporto.

Ha ricordato l'allegato infrastrutture al Programma nazionale di riforma “Italia veloce”, dove sono inserite 130 opere, di cui molte riguardano il Mezzogiorno e sette interessano la Sicilia; l'approvazione, da parte della Conferenza unificata Stato-regioni, il 6 agosto, del decreto proposto dal Ministro delle infrastrutture Paola De Micheli, che stanzia 906 milioni di euro di opere, 23 delle quali proposte dalle autorità del sistema portuale. 354 milioni sono per il Sud, pari al 39 per cento del totale, e riguardano i porti di Taranto, Bari, Palermo, Augusta, Barletta e Napoli, l'elenco delle opere da commissariare, in base all'articolo 9 del “decreto Semplificazioni”, dove sono previste infrastrutture stradali e ferroviarie di grande importanza, moltissime del Sud; il Piano sud 2030, dove il rilancio del sud Italia parte proprio dal settore dei trasporti e della logistica. Il piano individua 33 miliardi di investimenti in opere appaltabili entro il 2021, attraverso il potenziamento della rete ferroviaria, la velocizzazione dei servizi per ridurre la distanza temporale fra le ripartizioni territoriali del Paese, il miglioramento della mobilità interna del Mezzogiorno, con particolare attenzione al trasporto pubblico locale, il sostegno alle filiere logistiche territoriali, con particolare riferimento all'intermodalità delle merci in uscita ed entrata dai porti, soprattutto quelle di ultimo miglio.

Ha ricordato le indicazioni formulate dalle Commissioni ambiente e trasporti alla relazione sulle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund e la risoluzione, prima firmataria Bruno Bossio, in discussione presso le Commissioni ambiente e trasporti, finalizzata a colmare il gap infrastrutturale tra il nord e il Mezzogiorno.

Questi elencati, sono anche provvedimenti di natura diversa, che hanno tutti come obiettivo quello di sviluppare la rete infrastrutturale delle regioni del Mezzogiorno, con una interconnessione modale che riguarda il sistema autostradale, ferroviario e navale. Tra questi obiettivi c'è anche il tema dello Stretto, che unisce la Sicilia alla penisola.

Ha affermato:” Nella relazione della V Commissione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, discussa e approvata in quest'Aula poche settimane fa, c'è un paragrafo chiaro, infrastrutture per la mobilità, dove si legge: garantire l'infrastruttura stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate.”

A suo avviso, occorre una valutazione che investa gli interessi in gioco sulla realizzazione dell'opera, sui punti nevralgici. La direttrice, che collega il territorio italiano con quello insulare della Sicilia, passando proprio per lo Stretto, è ricompresa in uno dei nove core corridors, facenti parte della Trans-European Transport Network (TEN-T), rete strategica per collegare il territorio europeo, da nord a sud e da est a ovest.

Ha concluso sottolineando che il Partito Democratico sostiene la mozione di maggioranza.

L’On. Prestigiacomo (FI). Ha affermato che l'Alta Velocità prevista per collegare Nord e Sud dell'Europa delle reti TEN-T potrebbe finalmente diventare realtà, arrivando fino a Palermo e Siracusa. Ha sottolineato che l'intera Conferenza delle Regioni ha formalmente indicato al Parlamento il ponte sullo stretto tra le opere da finanziare con il Recovery Fund.

L’On. Pagano (LEGA), ha sottolineato che l'evoluzione del mercato globale richiede che si affronti rapidamente e sinergicamente il nodo delle infrastrutture. Ha affermato:” Ciò è già successo con il Governo Monti, che cancella quale sua prima scelta, prima scelta in assoluto, il ponte, di cui già era stata avviata la costruzione, assumendosi oneri di contenzioso che oggi sono pari a 800 milioni di euro. Né valgono assolutamente più le argomentazioni farlocche e ideologiste di tipo ambientalista - no TAV, no ponte, no TAP - salvo poi cambiare idea al primo sventolio di gestione del potere.”

L’On. Licatini (M5S), ha affermato: “Tre miliardi e 900 mila euro per un ponte lungo 3,3 chilometri: è questo il punto massimo raggiunto dalla Stretto di Messina Spa, quando, il 27 marzo 2006, ha sottoscritto il contratto per realizzare l'opera. Negli anni successivi, a chi chiedeva treni nuovi, linee ferroviarie decenti, più ospedali e servizi degni di un Paese civile, veniva risposto che non c'erano i soldi. Intanto si progettava un ponte da 3 e più miliardi e nel 2008 si disponeva l'assegnazione di un contributo in conto impianti di 1,3 miliardi di euro al consorzio aggiudicatario. Tutto questo proprio mentre incombeva una grave crisi economica e, ribadisco, pendolari, imprese, ammalati, giovani e famiglie chiedevano infrastrutture utili e servizi essenziali. Nel 2012 fu il Governo Monti a fermare l'infrastruttura poco prima delle sue dimissioni e la legge di bilancio dello stesso anno stanziò 300 milioni di euro per il pagamento delle penali. L'anno successivo, nel 2013, la Stretto di Messina Spa, a seguito dello scioglimento dei contratti, è stata posta in liquidazione e fu nominato il commissario liquidatore, con un incarico da 160 mila euro l'anno, che avrebbe dovuto concludere l'operazione in dodici mesi. Nel corso degli anni, la concessionaria ha richiesto alle amministrazioni statali per le pregresse attività più di 300 milioni. Fino al 2013 la spesa è stata di oltre 312 milioni di euro. L'onere annuo per il mantenimento in vita della concessionaria, sceso sotto i 2 milioni di euro soltanto nel 2015, risulta ancora oggi rilevante.”

A suo avviso bisogna dare precedenza a quello che serve al Mezzogiorno, con un piano infrastrutturale coerente, armonico e il più possibile partecipato un piano corredato di voci di spesa, tempi di realizzazione e responsabilità.

Le priorità, sono quelle che si possono definire le infrastrutture di prossimità, le tante opere che risolvono effettivamente i problemi quotidiani delle persone e diventano per loro opportunità di progresso: ferrovie, ponti, strade, scuole, ospedali; opere che per giunta sono davvero in grado di portare tanti posti di lavoro per un tempo lungo e benessere diffuso. Ha ricordato i bandi pubblicati un mese fa per 2,3 miliardi, che serviranno a realizzare il raddoppio ferroviario sulla Messina-Catania, o lo sblocco dei lavori per l'anello ferroviario di Palermo, o l'avvio dei lavori nel 2019 del raddoppio della Catania-Palermo.

Altro importante contributo sta arrivando anche grazie ai provvedimenti di sburocratizzazione, come il “decreto Semplificazioni” che, fino a fine 2021, prevede procedure più celeri. Ci sono, dunque, tutte le condizioni per realizzare un insieme di infrastrutture e servizi che permettano, una volta attraversato lo stretto, di proseguire il viaggio da e per la Sicilia. L’obiettivo non sono soltanto i 3,3 chilometri dello stretto di Messina, dove pure dobbiamo assicurare in tempi brevi i collegamenti celeri, ma tutto il Mezzogiorno, con trasporti pubblici efficienti e autostrade vere, puntando su efficienza e rinnovabili, sull'innovazione tecnologica e sociale.

Il Mezzogiorno e la Sicilia possono ambire già adesso a diventare la piattaforma logistica dell'Europa nel Mediterraneo con i giusti interventi infrastrutturali nei porti, con la digitalizzazione e la semplificazione delle procedure nel traffico di persone e merci, con il potenziamento delle autostrade del mare verso il resto dell'Europa e dell'Africa.

Ha sottolineato che è al lavoro una commissione nominata dal Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti che dovrà essere integrata con esperti delle ricadute degli impatti ambientali indicati di concerto con il Ministero dell'Ambiente. Una commissione composta da tecnici di alto profilo terminerà i lavori entro il 31 dicembre 2020, trasmettendone le risultanze al Parlamento.

Sarà poi quest'ultimo, insieme alle istituzioni locali, a individuare la soluzione che possa meglio rispondere alla domanda di mobilità da e per la Sicilia, in coerenza con l'atto di indirizzo votato da quest'Aula nella discussione sul Recovery Fund.

Infine, la Camera ha respinto la mozione Prestigiacomo ed altri n. 1-00355 (Nuova formulazione), la mozione Lollobrigida ed altri n. 1-00386, e la mozione Alessandro Pagano ed altri n. 1-00389.

La Camera ha approvato la mozione Nobili, Pezzopane, Luciano Cantone, Stumpo, Plangger ed altri n. 1-00399.

MOZIONE APPROVATA

   

La Camera,

premesso che:

la sua posizione geografica consente all'Italia di ricoprire il ruolo strategico di piattaforma logistica al centro del Mediterraneo, rappresentando una vera e propria cerniera tra Europa, Africa e Asia; nel Mezzogiorno, la rete autostradale si estende per 2,149 chilometri e rappresenta circa il 31 per cento di quella nazionale, mentre la rete ferroviaria, a fronte dei 16.788 chilometri complessivi distribuiti nell'intero territorio del Paese, è di 5.730 chilometri, di cui poco più del 50 per cento a doppio binario ed elettrificata;

 

nel Piano per il Sud del Governo Conte II le azioni per rilanciare gli investimenti nelle regioni meridionali nel triennio 2020-22, a parità di risorse disponibili e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, garantiranno una capacità di spesa in conto capitale media per anno di circa 7 miliardi di euro, corrispondenti all'1,8 per cento del prodotto interno lordo del Mezzogiorno e pari a complessivamente 21 miliardi di euro;

nelle more del negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27, il Governo nel Piano per il Sud ha stimato in maniera prudenziale in oltre 123 miliardi di euro l'ammontare delle risorse a disposizione dell'Italia per il nuovo ciclo di programmazione nelle regioni meno sviluppate;

prendendo atto che per sviluppare le infrastrutture al Sud è necessario un piano di investimenti che preveda almeno il 34 per cento delle risorse in conto capitale, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 310, della legge n. 160 del 27 dicembre 2019;

il quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea è stato rivisto per fronteggiare l'emergenza da COVID-19 e rilanciare gli investimenti in Europa attraverso l'utilizzo delle risorse del Recovery Fund;

il rapido sviluppo economico, infrastrutturale e tecnologico del Mezzogiorno costituisce, nell'ambito delle iniziative governative finalizzate a favorire la ripresa del «sistema Paese» post emergenza COVID-19, un obbiettivo primario e non più rinviabile;

con il decreto-legge n. 104 del 2020 (cosiddetto decreto-legge semplificazioni) sono state introdotte specifiche misure dirette a ridurre in modo consistente i tempi di realizzazione delle opere pubbliche;

occorre assicurare un più razionale ed efficace utilizzo di tutte le risorse pubbliche, mediante una puntuale ricognizione dei fabbisogni e verifica delle modalità e dei tempi di intervento;

in tale contesto, si inserisce l'iniziativa del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di costituire una specifica Commissione di alto profilo, con il compito di esaminare le diverse soluzioni finalizzate al rafforzamento dei collegamenti tra la Calabria e la Sicilia,

impegna il Governo:

1) ad avviare con il Parlamento una specifica interlocuzione sulle modalità attraverso cui ammodernare le infrastrutture del Mezzogiorno, allineandole a quelle delle altre zone geografiche d'Italia e dell'Europa, fermo restando il rispetto e la salvaguardia dell'ambiente;

2) ad assicurare la conclusione entro il 31 dicembre 2020 dell'attività della Commissione di cui in premessa nominata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, integrata con esperti ambientali concordati con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la pubblicazione dei lavori della stessa e la loro tempestiva trasmissione al Parlamento;

3) ad individuare, all'esito del confronto con il Parlamento e con le altre Istituzioni anche locali, la soluzione che possa meglio rispondere alla domanda di mobilità da e per la Sicilia, coerentemente all'atto di indirizzo approvato dalla Camera nell'ambito della discussione della relazione della V Commissione sulla individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, con la finalità di realizzare un collegamento stabile e veloce dello Stretto di Messina mediante la realizzazione di opere adeguate e la previsione di mezzi idonei e sostenibili, in modo da porre definitivamente fine all'isolamento della rete del trasporti siciliani da quella del resto del Paese, estendendo, così, l'alta velocità fino a Palermo e Siracusa.

(1-00399)

 

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