Camera dei deputati - 2-00833 – Interpellanza sul limite all’utilizzo dei contanti.
Camera dei deputati - 2-00833 – Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento) presentata il 10 giugno 2020.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
dal 1° luglio 2020 il limite all'utilizzo dei contanti passa da 3.000 a 2.000 euro, per abbassarsi a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2022;
una prima modifica alla normativa è stata apportata dalla legge n. 208 del 2015, comma 989 dell'articolo 1, che dispone la modifica dell'articolo 49, comma 1, del decreto legislativo n. 231 del 2007; successivamente un'ulteriore modifica è avvenuta per effetto del decreto-legge n. 124 del 2019, che all'articolo 18 novella il citato articolo 49 del precedente decreto n. 231 del 2007, a cui viene aggiunto il comma 3-bis, che così dispone: «A decorrere dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, il divieto di cui al comma 1 e la soglia di cui al comma 3 sono riferiti alla cifra di 2.000 euro. A decorrere dal 1° gennaio 2022, il predetto divieto e la predetta soglia sono riferiti alla cifra di 1.000 euro»;
dal 1° luglio il «decreto fiscale» in relazione alla legge di bilancio 2020 prevede che il Pos (acronimo di Point of sale) diventi obbligatorio per tutti coloro che vendono beni e servizi con la coercizione di accettare pagamenti elettronici con carte di credito e bancomat;
lo stesso, giorno entra in vigore anche il credito d'imposta sulle commissioni pagate per l'utilizzo del Pos da parte degli esercenti attività d'impresa, arti e professioni, con un valore pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con pagamento da parte dei clienti mediante carte di credito, di debito o prepagate, come previsto dall'articolo 22 del decreto-legge n. 124 del 2019;
il settore dei pagamenti elettronici e in modo particolare l'utilizzo del Pos è in forte crescita; si registra un aumento del 126,6 per cento nel periodo che intercorre dal 2013 al 2019, secondo Banca d'Italia;
il 18 ottobre del 2019 al termine del vertice dell'Unione europea il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riferendosi ai pagamenti elettronici ha dichiarato che «ci siamo premurati per tempo di lavorare con tutti gli intermediari finanziari perché questa modalità digitale di pagamento non sia penalizzante per le commissioni, ho parlato con tutti i principali operatori e saranno parte integrante della partita. Andremo ad azzerare o ridurre sensibilmente le commissioni»;
a febbraio 2020, prima dell'emergenza epidemiologica in Italia, ai sensi dell'articolo 126-sexies del Testo unico bancario il gruppo finanziario Nexi s.p.a. che fornisce servizi e infrastrutture per il pagamento digitale per banche, aziende, istituzioni e pubblica amministrazione, ha trasmesso alla propria clientela la proposta di modifica unilaterale concernente la variazione e rimodulazione dei corrispettivi previsti da contratto con ogni cliente;
le condizioni economiche applicate dal gruppo Nexi all'esercente relative ai metodi di pagamento per il servizio acquiring di Nexi Payments s.p.a. registrano una diminuzione delle commissioni con i circuiti stranieri (UPI, JCB), dal 4,45 per cento al 2,29 per cento, ma un netto aumento di commissioni bancarie per i servizi normalmente utilizzati dagli italiani (Maestro, MasterCard, Visa, V pay) dallo 0,97 per cento all'1,24 per cento;
inoltre, la comunicazione avvenuta per mezzo di posta elettronica informava la clientela che, entro data stabilita, la proposta si riteneva accettata in assenza di un espresso rifiuto e, nel caso del rifiuto, il cliente avrebbe dovuto recedere immediatamente dal contratto;
il gruppo Nexi s.p.a. comunicava che la rimodulazione dei corrispettivi era causata dall'evoluzione del contesto economico e finanziario;
il costo del denaro nello stesso periodo preso in considerazione da Nexi s.p.a. non ha registrato variazioni di rilievo, come conferma la Banca centrale europea;
si è in presenza, ad avviso degli interpellanti, di una vera e propria tassa per i commercianti che si vedono costretti a pagare il 30 per cento in più di commissioni rendendo così inutile il credito d'imposta introdotto dal 1° luglio 2020 –:
quali iniziative urgenti di competenza il Governo intenda adottare per contrastare questi ingiustificati aumenti.
(2-00833)