Camera dei Deputati - 2-00849 - Interpellanza su iniziative di carattere ispettivo in relazione ad una indagine avviata nel 2010 dalla procura di Parma che ha coinvolto i vertici politici e amministrativi del comune. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 2-00849Interpellanza 2-00849 presentata il 12 gennaio 2021.

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
la procura di Parma, in particolare il pubblico ministero Paola Dal Monte, nel 2010 avviò una maxi indagine sul comune ducale, ipotizzando reati in danno della pubblica amministrazione. Nel mirino degli inquirenti, fra l'altro, finirono i dirigenti che erano stati assunti ai sensi dell'articolo 110 del decreto legislativo n. 267 del 2000. Per quelle 18 assunzioni vennero indagati i vertici i dell'amministrazione comunale e tutti i responsabili amministrativi che avevano firmato i contratti;
in particolare, l'assessore al personale, dottor Giovanni Paolo Bernini, il direttore generale, ingegner Carlo Frateschi, il segretario generale, dottor Michele Pinzuti, il direttore del settore personale, dottoressa Raffaella Rampini;
a distanza di dieci anni la procura di Parma ha deciso di chiedere l'archiviazione per tutte le posizioni avendo accertato che le assunzioni erano state effettuate secondo la legge e che la Guardia di finanza, che aveva condotto le indagini, aveva commesso degli «errori». «Il criterio previsto dalla legge per l'assunzione appare del tutto rispettato e non può essere invocata la violazione» scrive il pubblico ministero ed annota Il Riformista. Nel frattempo, però, l'amministrazione comunale, travolta dallo scandalo, ha cambiato colore, i dirigenti dell'epoca sono andati tutti in pensione, la dottoressa Rampini è anche morta, probabilmente di crepacuore, prima di sapere di essere stata prosciolta. Le indagini, condotte in modo spettacolare dalla Guardia di finanza con perquisizioni e sequestri continui di documenti presso gli uffici comunali, determinarono un grave danno d'immagine a tutti gli indagati e paralizzarono per mesi l'attività amministrativa. A distanza di dieci anni tutto viene archiviato e nessuno presenta le dovute scuse ai cittadini ingiustamente accusati –:
se non ritenga di attivare i propri poteri ispettivi e/o di promozione dell'azione disciplinare, considerato che, per verificare la correttezza giuridica di una decina di assunzioni, la procura di Parma ha impiegato ben 10 anni, ad avviso dell'interrogante violando le norme previste dal codice di procedura penale sulla ragionevole durata delle indagini preliminari e sottoponendo per tutto questo tempo gli indagati alla «spada di Damocle» e alla gogna mediatica di un carico pendente sul capo.
(2-00849)

Camera dei Deputati

Martedì 12 gennaio 2021

Iniziative di carattere ispettivo in relazione ad una indagine avviata nel 2010 dalla procura di Parma che ha coinvolto i vertici politici e amministrativi del comune

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Zanettin n. 2-00849 (Vedi l'allegato A).

L'onorevole Zanettin ha facoltà di illustrare la sua interpellanza.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, innanzitutto volevo darle il bentornato in quest'Aula anche da parte mia. Io ho presentato questa interpellanza, Presidente e onorevole sottosegretario Morassut, perché la reputo, anche se riguardante un ambito locale, quello della città di Parma, assolutamente paradigmatica ed esemplare del perverso rapporto che sussiste fra politica e magistratura. Sotto almeno tre profili io ritengo che questa vicenda meriti una particolare attenzione da parte del Governo.

Dapprima, l'aspetto mediatico, cioè il processo mediatico. Qui stiamo parlando di un'inchiesta scaturita da un'iniziativa della procura della Repubblica della città ducale nei confronti di sindaco, amministratori, dirigenti del comune per il reato di abuso d'ufficio.

Si tratta di un'inchiesta che ebbe nell'ambito locale un ampio risalto: i giornali parlarono dei sequestri effettuati dalla Guardia di finanza, e da questa vicenda prese corpo una delegittimazione della classe politica locale, che portò il sindaco Vignali - che ricordiamolo, in quel momento, in quelle che sono le classifiche di popolarità e notorietà, veniva considerato addirittura al quarto posto in ambito nazionale, a un crescendo di discredito che lo portò, solo a distanza di un anno e con solo questa inchiesta aperta, addirittura alle dimissioni; poi, sappiamo come andò a finire, perché la città di Parma andò ad elezioni e vinse per la prima volta in una città importante un sindaco del MoVimento 5 Stelle. Quindi, il processo mediatico è il primo punto.

Il secondo punto è la ragionevole o irragionevole durata del processo. Ora, questo procedimento penale, nato nel 2010, si è concluso nel 2020. Si è concluso, Presidente, nel 2020 - e qui ho gli atti ufficiali, legali, certificati - con una richiesta, da parte del sostituto procuratore competente per quel processo, di archiviazione; ma ciò che è più sorprendente è proprio la motivazione con cui lo stesso sostituto procuratore, la dottoressa Dal Monte, che aveva dieci anni prima iniziato questo procedimento, lo conclude. Leggo testualmente quello che viene riportato nella richiesta di archiviazione: “Gli investigatori - ad avviso di chi scrive - sono incorsi in alcuni errori di valutazione che hanno poi determinato il contenuto dell'iscrizione del reato”. Orbene, un errore di diritto, un errore assolutamente evidente, che però ha atteso dieci anni per essere evidenziato in un atto processuale. Va ricordato che ancora in data 14 ottobre 2010 lo stesso procuratore della Repubblica chiedeva la proroga delle indagini e quella proroga delle indagini ha avuto come unico contributo, il 6 dicembre dello stesso anno, quindi, nel 2010, un'informativa della Guardia di finanza. Poi, abbiamo dovuto aspettare il 17 febbraio del 2020 per avere una richiesta di archiviazione, ovviamente accettata dal giudice delle indagini preliminari. Quindi, il secondo punto, lo ripeto, è la ragionevole o irragionevole durata di un procedimento.

Terzo aspetto significativo: la responsabilità del magistrato e, da qui, la richiesta di attività ispettive che abbiamo formulato nella nostra interpellanza. È possibile che un procedimento penale che riguarda dei cittadini incensurati, amministratori pubblici, rimanga dieci anni nel cassetto di un magistrato? Questa è la domanda che io pongo al sottosegretario Morassut. Non se ne dolga, sottosegretario, io avrei preferito che a rispondere a questa interrogazione arrivasse il Ministro Bonafede o un sottosegretario competente nella materia di giustizia, io la conosco come un importante esponente politico, ma non credo che lei abbia esperienze specifiche nel settore, però, la inviterei, sottosegretario, a non limitarsi a leggere i foglietti che le hanno presentato e le hanno procurato i burocrati del Ministero, ma a dire, lei, una sua valutazione di coscienza. Quelli che io ho citato sono dati assolutamente oggettivi, sono gli atti e i documenti di un procedimento penale che io, anche da avvocato, le certifico essere legali e validi. Allora, le chiedo se è possibile arrivare oggi, magari attraverso le sue parole, fuori dal contesto della formalità del Ministero della Giustizia, a una riabilitazione anche politica e morale di questi amministratori. Perché, poi, questo è un problema che non riguarda solo il centrodestra o il centrosinistra, io voglio citare e lo cito in quest'Aula anche l'episodio, la vicenda di Mario Oliverio, l'ex presidente della regione Calabria, anche lui indagato per corruzione - appartiene al suo stesso partito, il Partito Democratico -: è stato assolto poche settimane fa, ma nel frattempo la sua carriera politica è stata bruciata, ha dovuto rinunciare alla candidatura, così come è capitato al sindaco Vignali che dopo queste vicende si è ritirato a vita privata, ha lasciato perdere, dopo essere stato eletto ed essere il quarto primo cittadino in graduatoria di popolarità al momento in cui tutta questa vicenda è iniziata.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato Roberto Morassut, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO MORASSUT, Sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Naturalmente, onorevole Zanettin, il margine di interpretazione che io posso dare sulla vicenda è molto limitato, né, tantomeno, posso addivenire a una riabilitazione che non spetta a me nemmeno come esponente politico-parlamentare. Quindi, necessariamente non dico che “mi limiterò”, ma seguirò la traccia molto dettagliata che il Ministero della Giustizia mi ha fornito - l'onorevole Giorgis si scusa per un contrattempo, non può partecipare all'interpellanza - e che però contiene molti dati di merito che io le offro per la riflessione che poi lei vorrà fare nel pronunciarsi, più o meno soddisfatto, su questa risposta del Ministero e del Governo.

Riguardo al tema dell'interpellanza, è stato accertato che il procedimento penale a cui si riferisce l'interpellanza, appunto, è stato effettivamente definito con una richiesta di archiviazione del 17 febbraio 2020, a fronte di una iscrizione risalente alla data del 2 marzo 2010; sono tempi indubbiamente lunghi, tuttavia, tale procedimento penale si inseriva in un ben più vasto ambito investigativo, riguardante diverse vicende che hanno formato oggetto di molteplici fascicoli, cosicché gli esiti e la durata dello stesso devono essere necessariamente letti alla luce dell'impegno della procura della Repubblica presso il tribunale di Parma in relazione all'accertamento di complessi reati societari e contro la pubblica amministrazione, accertamento che ha assorbito buona parte delle energie investigative di quell'ufficio giudiziario.

Va ricordato, quindi, sinteticamente, come i filoni scaturenti dalle principali attività di indagine sul comune di Parma, che si sono originati nel corso del 2009, sono stati molteplici e hanno visto coinvolti diversi soggetti in relazione a diverse eterogenee condotte delittuose che vanno dalla corruzione alla concussione, dal peculato all'abuso d'ufficio, dalla turbativa d'asta alla turbata libertà di scelta del contraente, fino alla violazione della legge fallimentare.

Questo è l'elenco dei principali procedimenti penali da ascriversi a siffatto ampio e articolato contesto investigativo: procedimento penale n. 434 del 2009, relativo a plurime condotte di corruzione e di peculato di cui sono stati riconosciuti colpevoli il sindaco pro tempore, al quale sono stati contestati dieci episodi di peculato e due di corruzione, il capo di gabinetto del sindaco, il dirigente della mobilità e dell'ambiente, il capo della polizia municipale, il presidente del consiglio d'amministrazione della holding comunale STT SpA, il vicepresidente del consiglio regionale dell'Emilia Romagna, i dirigenti della multiutility IREN, l'amministratore della società pubblica Enjoy e plurimi imprenditori privati. Tutti questi soggetti sono stati destinatari di misure cautelari sia personali sia reali e sono stati condannati a pene che variano dai 2 ai 7 anni di reclusione.

Procedimento penale n. 6304 del 2010, relativo ad ipotesi di concussione e corruzione perpetrate dall'assessore al personale e ai servizi educativi del comune di Parma e dal suo addetto stampa, entrambi sono stati destinatari di misure cautelari personali e sono stati condannati.

Procedimento penale n. 5411 del 2010, relativo a condotte di corruzione e peculato poste in essere dal presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato della società pubblica STT SpA; anche costui è stato destinatario di misure cautelari personali ed è stato condannato a sette anni di reclusione.

Procedimento penale n. 773 del 2010, relativo ad ipotesi di assunzioni clientelari avvenute nell'ambito della società pubblica STT SpA da parte degli amministratori; tale procedimento penale è attualmente pendente nella fase dibattimentale.

Procedimento penale n. 6020 del 2011, relativo ad ipotesi di bancarotta fraudolenta originate dalla gestione della società a partecipazione pubblica SPIP (“buco” da oltre 120 milioni di euro), che hanno visto coinvolti, oltre agli amministratori della su indicata società, anche il delegato alle partecipate del comune di Parma.

Procedimento penale n. 1394 del 2011, relativo ad ipotesi di concussione a carico di due dirigenti del comune di Parma. Costoro sono stati destinatari di misure cautelari personali e il processo a loro carico pende attualmente nella fase dibattimentale.

Non può non essere sottolineato del resto che in quell'ambito temporale la procura della Repubblica presso il tribunale di Parma era un ufficio assolutamente sottodimensionato e anche non a pieno organico rispetto all'immane impegno investigativo richiesto, segnatamente ove si tenga presente la contemporanea pendenza del cosiddetto fascicolo Parmalat, all'epoca nella fase di avvio del dibattimento, e la necessità di far fronte ai rimanenti filoni d'indagine sul caso Parmalat.

Da tutto quanto sinora esposto consegue che nella situazione concreta in esame non appare sussistere alcun allarmante o comunque anomalo stallo investigativo-procedurale tale da giustificare l'esercizio dei poteri ispettivi e di promozione dell'azione disciplinare di titolarità del Ministero di Grazia e Giustizia, considerato che allo stato non si rinviene alcun profilo di responsabilità da parte dei magistrati in servizio alla procura della Repubblica presso il tribunale di Parma. Tuttavia, il Governo sottolinea l'impegno testimoniato da consistenti assunzioni di personale, dalla revisione delle piante organiche, dall'investimento sulla digitalizzazione per garantire all'amministrazione della giustizia, in generale e nel caso specifico, tempi rapidi e tutela dei cittadini sottoposti ad indagine.

PRESIDENTE. L'onorevole Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Io sono molto deluso dalla risposta del sottosegretario e dichiaro di essere assolutamente insoddisfatto, perché il sottosegretario ha parlato d'altro. Io voglio leggerle, sottosegretario, i nomi dei soggetti che erano inquisiti nel procedimento penale di cui stiamo parlando: Ubaldi, Vignali, Frateschi, Manuele, Pinzuti, Bernini e Rampini. Di questi, la gran parte non sono stati toccati, direi quasi tutti; forse solo il sindaco Vignali era coinvolto nei procedimenti penali di cui lei ha parlato. Questi erano tutti cittadini amministratori: penso a Bernini, che era assessore; penso alla dottoressa Rampini, che era una dirigente del Comune, la quale è anche morta nel corso dell'inchiesta, quindi è rimasta con la spada di Damocle e con la gogna mediatica sul suo capo ancor prima di trovare il conforto di un'archiviazione. Quindi, io credo che la sua risposta sia assolutamente inaccettabile perché questi erano cittadini che avevano diritto ad avere la loro giustizia, l'archiviazione del loro procedimento già nel 2010, perché è del tutto evidente che le argomentazioni che lo stesso pubblico ministero esprime nella richiesta di archiviazione sono questioni di diritto, quindi non avevano bisogno di approfondimenti istruttori, non avevano bisogno di accertamenti ulteriori. È veramente sconfortante vedere che i cittadini, di fronte a questa malagiustizia, non trovano neppure il conforto di una verifica, sotto il profilo disciplinare, della condotta del magistrato. Pensiamo che gli stessi dirigenti della Guardia di finanza che avevano redatto quei rapporti ispettivi dai quali è scaturita l'inchiesta penale, e che sono stati ritenuti errati da parte del magistrato, hanno avuto promozioni, sono diventati anche generali della Guardia di finanza, in questi anni. Quindi, nessuno paga, nessuno paga per il fatto che dei cittadini onesti e incensurati sono rimasti per dieci anni sotto la spada di Damocle di un procedimento, hanno trovato conforto solo dopo dieci anni, con una archiviazione tardiva, e il Governo ci viene oggi a rispondere che così va bene e che la procura stava lavorando comunque. Ripeto, Presidente e sottosegretario, una risposta assolutamente deludente.

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