Camera dei Deputati – 2-00858 - Interpellanze sulle numerose criticità dei ponti stradali sul fiume Po, la maggior parte gestiti da Anas. RISPOSTA
Camera dei Deputati – 2-00858 - Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento) presentata il 14 luglio 2020.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
sull'asta del fiume Po e nelle sue prossimità sorgono numerosi ponti ammalorati, in particolare i ponti stradali, che a causa delle numerose criticità risultano già essere interdetti al traffico pesante. La maggior parte dei ponti stradali sono gestiti da Anas e per alcuni è previsto a breve il passaggio alla medesima società (come il ponte di Ostiglia-Revere in provincia di Mantova);
con ripetuti atti ispettivi (fra i quali, l'interrogazione presentata nella passata legislatura n. 5-04503) sono state messe in evidenza le criticità di numerose strutture, alcune già interdette al traffico pesante, alcune in via di interdizione, alcune da ricostruire;
con la legge di bilancio 2019 è stato effettuato un importante stanziamento di 250 milioni di euro per i ponti sul Po, ed è iniziato un monitoraggio di queste e altre infrastrutture nazionali, dal quale emerge un variegato e mobile quadro di gestione che non favorisce l'efficienza e la sicurezza dei trasporti ed il rispetto della concorrenza nelle gare;
attraverso il Po, in particolare sulle strade statali, mancando una infrastrutturazione ferroviaria a capacità dignitosa, passano buona parte delle merci italiane esportate e importate che determinano i due terzi del prodotto interno lordo italiano. Tali infrastrutture sono un importante fattore di coesione territoriale interregionale e interprovinciale per i territori complessivamente interessati, abitati da metà della popolazione italiana;
è recentissima la notizia della prossima chiusura al traffico pesante del ponte Marino nel comune di Borgo Mantovano sulla strada statale 12 Abetone-Brennero, con conseguente deviazione del traffico merci di oltre 30 chilometri sul Po di Ostiglia-Revere, che necessita anch'esso di urgenti lavori di manutenzione e consolidamento;
sul ponte di San Benedetto Po (Mantova) il traffico pesante è interrotto dal 2012 e fu presentata segnalazione ad Anac per la gara che si concluse con l'assegnazione dell'esecuzione dei lavori ad (una società extraregionale, attualmente in contenzioso con la provincia di Mantova, che assegnò in subappalto buona parte dei lavori a un'azienda locale poi interdetta dalla white list antimafia;
risultano essere molti i ponti attualmente chiusi o interessati da lavori di manutenzione, quali ad esempio il ponte di Borgoforte (Mantova), il ponte di Viadana-Boretto (Mantova), il ponte di Casalmaggiore (fra le provincie di Cremona e Parma), il ponte di San Daniele Po (Parma) e il ponte della Becca (Pavia), con inevitabili ripercussioni negative sul tessuto socio-economico;
l'inquinamento in pianura Padana ha raggiunto livelli elevati e nonostante il lock-down sta aumentando anche il livello di ozono, tanto che in data 7 luglio 2020 è stato diramato l'allarme per la salute con invito ad evitare attività all'aria aperta nelle ore di maggiore insolazione; le polveri sottili già in eccesso potrebbero quindi aumentare per l'incremento dei chilometri percorsi dalle merci trasportate su gomma che, in Emilia-Romagna e a Mantova in particolare, sono responsabili per il 21 per cento del particolato respirato secondo la speciazione del particolato atmosferico di Ispra;
risulta infine opportuno segnalare che la regione Lombardia ha chiuso alcuni punti nascita, fra i quali quello di Viadana, con la conseguenza che, con i ponti spesso non praticabili, le partorienti devono percorrere notevoli distanze per accedere a presidi più lontani. Le medesime criticità si sono presentate durante l'attuale emergenza Covid-19 anche per altre prestazioni sanitarie –:
quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere al fine di velocizzare la manutenzione e, ove necessario, la ricostruzione dei ponti sul fiume Po e sulle principali arterie afferenti allo stesso, incrementando la dotazione finanziaria dei fondi previsti dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145, dichiarando contestualmente uno «stato di emergenza per i ponti sul Po» e valutando un eventuale commissariamento.
(2-00858)
Camera dei Deputati
Venerdì 31 luglio 2020
La seduta è cominciata alle 9,30.
Iniziative volte a velocizzare la manutenzione e la ricostruzione dei ponti sul fiume Po e sulle principali arterie collegate, anche incrementando la dotazione finanziaria dei fondi previsti dalla legge 145 del 2018 e valutando la possibilità di ricorrere ad un'apposita dichiarazione dello stato di emergenza
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Zolezzi ed altri n. 2-00858 (Vedi l'allegato A). Chiedo al deputato Zanichelli se intenda illustrare l'interpellanza. Sì. Prego, onorevole Zanichelli.
DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Presidente, portiamo in Aula un problema importante per il territorio della Pianura Padana. Veniamo dalla terra del bacino idrico del Po, un territorio in cui abitano 20 milioni di italiani distribuiti in centinaia, anzi migliaia di comuni. Sono milioni, infatti, i cittadini che ogni giorno si spostano per lavoro, studio e commissioni varie tra questi comuni. In questo territorio ci sono migliaia di ponti, perché il territorio è notevolmente antropizzato in modo diffuso, e numerosi ponti, per lo più in cemento armato, sono stati realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta, ponti che però si stanno avvicinando alla fine della loro vita a causa di questo materiale, appunto il cemento armato. Se guardiamo alle prime costruzioni fatte con questo materiale, attorno agli anni Venti e Trenta, possiamo in maniera molto generale ipotizzare un periodo di vita utile in circa sessanta o, nei migliori casi, settant'anni, questo lo dicono gli ingegneri edili e dei materiali. Sull'asse del fiume Po e dei suoi affluenti sorgono numerosi ponti ormai vecchi e ammalorati, in particolare ponti stradali che si stanno avvicinando all'età di settant'anni e, a causa delle numerose criticità, risultano già essere interdetti al traffico pesante o comunque soggetti a limitazioni. Ma un ponte chiuso è un dramma per un territorio: per i commercianti e le loro commissioni quotidiane, perché chi ha un esercizio commerciale a ridosso di un ponte e questo dovesse essere chiuso, inevitabilmente, si trova dimezzata la clientela; per gli studenti, che a settembre si recheranno a scuola e all'università.
Per gli agricoltori e i lavoratori in generale che, quotidianamente, comunque, al di là di un ponte, si devono spostare; se questo dovesse essere chiuso, ciò comporterebbe, a fronte di una situazione di traffico normale, con una percorrenza di cinque minuti, al fatto di dover percorrere un altro ponte, a monte o a valle, quindi con una percorrenza di 35-40 minuti anziché di cinque minuti. In un territorio che già è notevolmente inquinato, ovviamente questo incide anche sul consumo di carburante di numerose automobili e quindi anche sull'inquinamento in generale.
Il giorno successivo all'insediamento del nuovo Governo, mi sono permesso di regalare, assieme al gruppo 5 Stelle del comune di Colorno, al Ministro De Micheli un libro, un libro che si intitola “637 La vita al tempo del ponte. Settanta storie di ordinario disagio”, un libro che raccoglie alcuni esempi dei problemi e dei disagi vissuti dai cittadini di Colorno e di Casalmaggiore in seguito ai 637 giorni - quasi due anni - in cui il ponte sul Po è stato chiuso. Danni economici incalcolabili e questo perché? Perché negli anni non c'è stata manutenzione di questo ponte, non c'è stata prevenzione e non c'è stata programmazione rispetto a questa infrastruttura. Chi vive e chi si trova a vivere a ridosso di un ponte che finisce per essere chiuso, realizza ciò. Però, in realtà, il compito della politica è programmare e prevedere questi fenomeni affinché non debbano accadere, perché altrimenti i danni economici causati dalla chiusura di un ponte sono decisamente superiori rispetto a quelli della sua manutenzione.
Io ci tengo a ricordare solamente alcuni dei ponti ammalorati che hanno necessitato e necessitano di manutenzione sull'asta del Po e sono: il ponte di San Benedetto Po, nel Mantovano, che da tempo aspetta la sostituzione ed è interdetto al traffico pesante; il ponte Verdi, tra Parma e Cremona, per lungo tempo a senso unico alternato e che in questi giorni è chiuso completamente e per cui, come riportato anche dalle cronache proprio oggi, probabilmente i 20 milioni stanziati non saranno sufficienti e serviranno ulteriori fondi per una sistemazione più robusta; il ponte tra Guastalla e Dosolo, fra le province di Reggio e Mantova, che attualmente è percorribile al massimo a 40 chilometri all'ora; il ponte fra Boretto e Viadana; il ponte della Becca, nel Pavese, percorribile a senso unico alternato e del quale sarà necessaria la ricostruzione; il Ponte di Pievetta, tra il Piacentino e il Pavese, percorribile dall'8 giugno a senso unico alternato; e il ponte di Colorno-Casalmaggiore, riaperto da un anno ma che sappiamo che non potrà durare più di nove anni, in un periodo nel quale è necessario lavorare per la ricostruzione del nuovo ponte.
Io qui ho elencato solamente alcuni ponti stradali sul Po in un tratto di qualche decina di chilometri, ma dobbiamo pensare che questa situazione è tale lungo tutti i 650 chilometri di tutto il fiume Po e a questa situazione dobbiamo aggiungere anche le migliaia di piccoli e grandi ponti sulle decine di affluenti del fiume. Vede, Presidente, riguardo agli affluenti, io stesso sono andato anche a vedere personalmente la situazione del ponte Veggia, un ponte su un affluente del Po (ci sono andato poche settimane fa, assieme al sindaco di uno di quei comuni); anche lì si tratta di un ponte che, ovviamente, è di proprietà dei comuni, i quali non hanno i fondi necessari per poter affrontare la manutenzione necessaria e anche qui si rischia la chiusura di un ponte o la parziale limitazione al traffico, con disagi e, ovviamente, ulteriore traffico e ulteriore inquinamento.
Arriviamo al punto, perché diversi fondi sono stati indirizzati con la legge di bilancio - e questo lo dice anche il testo dell'interpellanza - quando il Ministro era Toninelli e quando è stato effettuato un importante stanziamento di 250 milioni di euro per i ponti sul Po e sul bacino idrico, intervenendo su 76 di questi ponti. Ma 76 sono solo una piccola parte e non possono che essere considerati solo l'inizio di un percorso che metta al primo posto la manutenzione delle infrastrutture, specialmente ora che sono in arrivo fondi per investimenti del Next Generation EU, perché sono numerosi i ponti che necessitano - e prossimamente necessiteranno - di intervento. Gli ammaloramenti visti in questi anni rischiano di essere solo l'inizio di ciò che sta accadendo e per questo riteniamo quella dei ponti sul bacino idrico del Po come una priorità di intervento per uno specifico piano di manutenzione, prima che quelli che sono stati solamente degli episodi sporadici di ammaloramento possano diventare, in breve tempo, una situazione di emergenza. Riteniamo che quei 250 milioni, messi dall'ex Ministro Toninelli, siano solo un primo passo: serve che il Ministero prosegua su questa strada.
Per questo, chiediamo quali iniziative di competenza del Governo il Ministero intenda assumere al fine di velocizzare la manutenzione e, ove necessario, la ricostruzione dei ponti sul fiume Po e dei suoi affluenti, sia incrementando i fondi previsti dalla legge n. 145 del 30 dicembre 2018, sia eventualmente prevedendo uno stato d'emergenza specifico e valutando un contestuale commissariamento della situazione.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, l'onorevole Roberto Traversi, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO TRAVERSI, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Vi ringrazio anche per l'interpellanza, perché il tema della manutenzione delle nostre infrastrutture è fondamentale, come è fondamentale per il Governo anche procedere con “Italia Veloce”. Però, dobbiamo sempre ricordarci la criticità di tutte queste strutture che sono a fine vita.
Ora vengo allo stato dell'arte. Nel periodo aprile-giugno sono stati emessi n. 21 mandati di pagamento per un totale di euro 23.640.688 a favore di varie province e della società ANAS, in attuazione del decreto interministeriale 3 gennaio 2020, n. 1. Nello specifico, con decreti del mese di aprile sono stati erogati: a favore della provincia di Mantova, euro 100 mila per la manutenzione straordinaria del ponte di Borgoforte; a favore della provincia di Pavia, euro 550 mila per il progetto di fattibilità tecnica ed economica della nuova costruzione del ponte nei pressi dell'esistente ponte della Becca, ex strada statale 617 Bronese; a favore della provincia di Parma, in qualità di soggetto attuatore a seguito del protocollo d'intesa sottoscritto con la provincia di Cremona, euro 1 milione per il progetto di fattibilità tecnica ed economica della nuova costruzione del ponte fra i comuni di Colorno e Casalmaggiore; a favore della provincia di Parma, euro 100 mila per la manutenzione straordinaria del ponte sul torrente Enza tra Montecchio e Montechiarugolo; a favore della provincia di Parma, euro 200 mila per la manutenzione straordinaria del ponte Giuseppe Verdi; a favore della provincia di Parma, euro 750 mila per la nuova costruzione del ponte sul rio Mozzola; a favore della provincia di Cremona, euro 130 mila per la manutenzione straordinaria del viadotto di Crema sul fiume Serio, sulla strada statale 145; a favore della provincia di Cremona, euro 50 mila per la manutenzione straordinaria del ponte Rivolta sul fiume Adda; a favore della provincia di Cremona, euro 150 mila per la costruzione del nuovo ponte sul fiume Oglio, in località Isola Dovarese; a favore della provincia di Cremona, euro 60 mila a seguito di protocollo di intesa stipulato con la provincia di Lodi per la manutenzione straordinaria del ponte di Crotta, sul fiume Adda, sulla strada provinciale 47. Per quanto concerne, poi, i ponti sul bacino del fiume Po di competenza della società ANAS, sono in fase di progettazione 16 interventi per un valore totale di circa 26 milioni di euro.
Relativamente alle opere d'arte richiamate dagli onorevoli interroganti e di competenza della società ANAS, si evidenzia che, per i lavori di ripristino del ponte Marino, ANAS ha redatto il progetto esecutivo e in data 3 settembre 2019 ha indetto la conferenza di servizi decisoria per l'approvazione del progetto stesso, con acquisizione dei pareri di tutti gli enti interessati ad eccezione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Mantova, che verrà rilasciato successivamente alla verifica dell'interesse culturale sul manufatto. L'intervento, dal costo di 3 milioni di euro, è inserito nel programma di manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie, oggetto di apposita convenzione MIT-ANAS.
Quanto al ponte di Ostiglia, ANAS rappresenta che, per la realizzazione dei nuovi impalcati stradali in sostituzione di quello stradale e quello ferroviario attualmente presenti sulla struttura, è in fase di definizione apposita convenzione fra ANAS e Rete Ferroviaria Italiana, che consentirà il trasferimento del ponte ferroviario di Ostiglia, attualmente in disuso e di proprietà RFI, ad ANAS.
A seguito della riclassificazione delle strade statali, sono in corso di definizione le procedure per il passaggio nella gestione di ANAS di alcune infrastrutture, tra cui il nuovo ponte di Colorno-Casalmaggiore e quello della Becca.
Infine, lungo le arterie stradali di competenza ANAS, la medesima società ha rappresentato che gli investimenti per gli interventi in corso e da eseguire sono pari a 267 milioni di euro. A valere sul Fondo per i ponti sul fiume Po, il fabbisogno assegnato ad ANAS, di cui all'Allegato 3 del predetto decreto interministeriale n. 1 del 2020, risulta pari a euro 30.775.000, di cui circa 10 milioni già erogati come prima annualità.
PRESIDENTE. Il deputato Alberto Zolezzi ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ALBERTO ZOLEZZI (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio davvero il sottosegretario Traversi. È una risposta importante che ci dettaglia l'impegno del Governo e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per queste importanti infrastrutture. Io, però, vado un pochino oltre.
Io credo che sia importante valutare questi ponti sul Po, in questo distretto, in questo bacino, come un'unica grande infrastruttura, per cui è necessario fare qualcosa di più; intanto capire che c'è uno stato di emergenza: oggi vi è la notizia di stampa del ponte Verdi che, probabilmente, va ricostruito; altri ponti vanno ricostruiti, Casalmaggiore, San Benedetto Po e probabilmente quello di Ostiglia; sono una trentina le opere che ricadono tutte sullo stesso importante bacino. In questo bacino ricordo che, secondo i calcoli di regione Lombardia, che sappiamo bene per la storia dei camici che al limite sottostima, dice che ci passano ogni giorno 405 mila veicoli, di cui 215 mila passano sui ponti stradali, gli altri 190 mila sui ponti autostradali, risultano più critici quelli stradali: parliamo di circa due terzi del PIL nazionale, prodotto nel territorio padano, con un passaggio continuo di merci, sia il passaggio interno che anche verso l'estero, perché poi ci sono statali come la Abetone-Brennero del ponte di Ostiglia; per cui, oltre a questo stato di emergenza, c'è da valutare l'accelerazione del passaggio ad ANAS di queste infrastrutture. Molte stanno passando, ma deve essere fatto molto rapidamente perché non si possono perdere anni; questo passaggio da ANAS alle province spesso è stato fatto intorno al 2001, quando le opere e le infrastrutture erano uno slogan della legge obiettivo, poi di opere non è stata fatta neanche una ed è stato affidato a dei soggetti, come le province, che si sono rivelati assolutamente inaffidabili. Questa emergenza, questa sorta di commissariamento degli enti locali deve essere sempre più rapido: per uno dei ponti, il ponte della Becca, si attende il passaggio di competenza ad ANAS, mentre la regione Lombardia neppure lo studio di fattibilità è riuscita a fare, cioè ci sono degli enti, province e regioni, che non stanno riuscendo da decenni a svolgere il loro compito; sono falliti sulla gestione delle infrastrutture. Abbiamo detto, anche per il ponte di Colorno-Casalmaggiore è stato fatto un incerottamento: un progetto, a mio parere, opinabile, però, tra pochi anni, il ponte andrà ricostruito; il ponte di San Daniele è da rifare; anche per quanto riguarda il ponte di Viadana, da accesso agli atti provinciali mi risulta che passerà di nuovo ad ANAS; è stato un ponte che ha avuto un sacco di interruzioni ed ha prospettive di vita comunque risicate anch'esso, è stato costruito cinque anni dopo il ponte di Casalmaggiore e probabilmente a breve sarà da ricostruire. E lo stesso abbiamo visto tutte le limitazioni: sul ponte di Casalmaggiore non possono passare mezzi oltre un certo peso, sul Ponte di Guastalla la percorrenza è a bassa velocità. Poi arrivo al ponte di San Benedetto Po: preciso qualche dettaglio ma per dire che tutto il contesto è sbagliato e assolutamente da migliorare: un ponte di 613 metri, danneggiato dalle alluvioni del 1993-1994 e 2000, dal sisma del 2012, è interdetto al traffico pesante dal 2012, ci sono delle cave in sede golenale, ci sono molte anomalie e la gara per la ricostruzione è stata assegnata al RTI costituito da Toto Costruzioni Spa e Vezzola Spa, con un ribasso del 2 per cento; la seconda classificata nella gara aveva proposto un ribasso del 15 per cento di ben 3 milioni. In quel frangente, alla provincia di Mantova si avvicendarono i dirigenti, da Biroli si passò a Vanz, il 1° gennaio 2015, e poi ci furono altri appalti su Valdaro: mi riferisco alla RTI WSR-Cavicchini Costruzioni Generali, a cui fu sottratto un appalto perché c'era una segnalazione di anomalia e a quel punto, chissà se ci fu una causalità, però passò alla dirigenza provinciale, all'agronomo Urbani nell'aprile 2015; quindi questa ditta Cavicchini Costruzioni Generali perse un appalto e cambiò - ripeto post hoc, non è detto che sia propter hoc - il dirigente. Questo Gaetano Cavicchini, nel settembre 2015, pochi mesi dopo, partecipò al matrimonio all'estero del presidente della provincia: non è assolutamente un reato, però si nota una serie di aziende nella provincia di Mantova che hanno una vicinanza o una partecipazione, per esempio, a eventi e a cene istituzionali, cene municipali, che sicuramente denotano una situazione decisamente inopportuna. Adesso questa gara è vinta dalla RTI Toto-Vezzola: Vezzola aveva molti rapporti con questa Cavicchini Costruzioni Generali, con cui è stata in RTI diverse volte, c'erano dei rapporti finanziari. Toto adesso è in contenzioso, il ponte doveva finire ben due anni fa, del nuovo ponte non c'è traccia e c'era un contenzioso perché su 33 milioni, 3 milioni riguardano una caserma, che doveva essere venduta per 3 milioni a questa ditta; 3 milioni è la differenza fra le due offerte, non è possibile che ci sia un contenzioso quando bastava guardare l'offerta finanziaria, mentre invece si è privilegiata la qualità del progetto della Toto; mi riferisco al fatto - non so se è ancora così - di far arrivare una gru dall'Olanda, una gru galleggiante messa di traverso sulla corrente sul Po, a rischio ribaltamento per trasportare la porzione di ponte. Vinse la Toto in particolare per le piste ciclabili, però, andando a vedere il progetto, devono stare un metro e mezzo sopra il livello di massima piena, invece dal progetto risultano a soli 25 centimetri. È una storia assolutamente da valutare. Se adesso andasse avanti il contenzioso, credo che sarà il tribunale, forse, a cercare di capire perché un territorio, perché i cittadini e perché i comitati devono stare senza un ponte così importante. Per cui, questa Cavicchini Costruzioni Generali è stata esclusa dalla white list, nonostante poi il ricorso al TAR e al Consiglio di Stato.
Ricordo gli studi dell'ex sottosegretario Gaetti a Mantova: è sparito il 21,6 per cento delle aziende mantovane negli ultimi 15 anni, mentre alcune aziende di Cutro, Crotone e Mesoraca sono aumentate del 9,5 per cento e non vuol dire certo l'aspetto geografico, però purtroppo ci sono state infiltrazioni criminali importanti. Alla Cavicchini, appunto, è stata negata l'iscrizione in white list dopo un'intercettazione del 2008, in cui, parlando con un imprenditore, Massimo Siciliano, poi arrestato nel 2012, Cavicchini si sarebbe informato su come avere protezione per svolgere attività imprenditoriale in Calabria. Poi ci furono gare con la Icop, una delle ditte di Siciliano e quant'altro. Risulta un contesto assolutamente inopportuno, familistico, non meritocratico, di scarsa concorrenza. Per cui voglio intervenire per stimolare il Ministero dei trasporti per velocizzare il passaggio della gestione di tutte queste infrastrutture ad ANAS. Non possono, questioni inopportune, condizionare un territorio. Questa ditta, la Cavicchini, è fallita pochi giorni fa, ma stanno fallendo decine di aziende in provincia di Mantova perché i ponti sono interrotti, mi riferisco ai trasporti pesanti in particolare. La crisi pandemica rischia, poi, di aggravare la situazione.
Il ponte di Ostiglia è un altro caso: il ponte di Ostiglia passerà completamente ad ANAS, ma, distale a quello, sulla statale Abetone-Brennero - chiaramente dalla Germania arrivano tantissime merci e noi le spediamo lì - vi è il ponte Marino, che è distale: è bene che la Soprintendenza se ne occupi, però deve essere anche il Ministero dei beni culturali a capire qual è la strategicità di questo ponte, a confrontarsi con il Ministro dei trasporti, perché, se si ferma il traffico pesante lì, è un grandissimo problema e non va assolutamente bene. Ricordo chi è attualmente il referente provinciale delle infrastrutture a Mantova: si chiama Mattia Palazzi, che è il sindaco di Mantova. In questi anni di infrastruttura, a Mantova, non ne è andata avanti nessuna nel contesto provinciale, per cui questo stato di emergenza va fatto e questi personaggi vanno commissariati.
Ricordo, infine, il ponte di Viadana, chiuso nel 2019 per la piena del Po. La regione Lombardia aveva chiuso i punti nascite, come quello dell'ospedale di Vicomoscano, a Viadana, appunto sulla sponda mantovana, per cui, in quella fase col ponte chiuso, non si poteva raggiungere neppure il punto nascita di Guastalla e le persone che dovevano andare, le coppie che dovevano far nascere un bambino, hanno dovuto davvero fare i salti mortali. Va riportata legalità, meritocrazia e bisogna manutentare e rifare, quando è il caso, queste opere, che sono utili per far avere un futuro a quei territori.
La seduta è terminata alle 11,15.