Camera dei Deputati - 2-00923 - Interpellanza sull’ avvio del procedimento di licenziamento collettivo da parte dell’azienda Abramo Customer Care spa di Crotone. RISPOSTA
Camera dei Deputati - 2-00923 - Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento) presentata l’8 Settembre 2020.
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
la Abramo Customer Care spa è un'azienda operante nella fornitura di servizi esternalizzati per processi aziendali quali il rapporto diretto col cliente. Nella sede di Crotone, nella quale operano circa 1.600 addetti, l'azienda gestisce una importante attività di call center;
con lettera del 1° settembre 2020, dando seguito a quanto già paventato a luglio 2020 dalle associazioni sindacali di categoria, la Abramo Customer Care ha informato i Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, la regione Calabria, il comune di Roma e i sindacati, dell'avvio di un procedimento di licenziamento collettivo di 107 lavoratori, tutti impiegati a tempo indeterminato all'interno del sito industriale di Crotone, alla luce della cessazione dell'attività, dal 1o ottobre 2020, sulla commessa «Roma Capitale», nell'impossibilità di poterli reimpiegare su altra commessa. L'azienda, allo stato, si dichiara non in grado di garantire misure per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale della riduzione del personale;
il 22 luglio 2020 i sindacati avevano inviato una richiesta di incontro ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, alla Consip che ha curato il bando di gara, al comune di Roma e al consorzio Leonardo, vincitore della commessa, al fine di poter discutere degli effetti derivanti dalle non corrette modalità di applicazione della «clausola sociale» relativa ai servizi di contact center legati al servizio 060606 — comune di Roma;
il principio su cui si basa la norma sulla «clausola sociale» per i call center è di garantire continuità occupazionale ai lavoratori in caso di cambio di appalto, all'interno di un medesimo comprensorio territoriale;
per questi lavoratori, l'articolo 1, comma 10, della legge n. 11 del 2016 stabilisce che in caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente pubblico, il rapporto di lavoro continua con l'appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento;
occorre comprendere come il nuovo aggiudicatario della commessa del comune di Roma, il Consorzio Leonardo, intenda applicare la «clausola sociale». Al momento sta offrendo il mantenimento occupazionale su Roma, senza tener conto del vincolo territoriale. Sul sito di Crotone i lavoratori licenziati per la gran parte lavorano con part-time a 20 ore settimanali: dinanzi ad un trasferimento a 600 chilometri di distanza si troverebbero costretti a rinunciare al posto di lavoro;
l'articolo 50 del decreto legislativo n. 50 del 2016, codice degli appalti pubblici, come rafforzato dall'articolo 33 del decreto legislativo n. 56 del 2017, prevede che i bandi di gara relativi a servizi nei quali il costo della manodopera è superiore al 50 per cento dell'importo totale del contratto (per i call center il costo del lavoro supera l'80 per cento debbano contenere «specifiche clausole volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato»;
con il decreto direttoriale n. 77 del 1° ottobre 2018, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha fissato il costo del lavoro medio per il personale dipendente da imprese aggiudicatarie di servizi di call center, calcolato sulla base del contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni. Secondo i sindacati di categoria, dall'analisi dei contratti collettivi nazionali applicati dalle aziende subentranti, che sono diversi dal suddetto contratto collettivo nazionale delle telecomunicazioni, il nuovo trattamento economico complessivo dei lavoratori, risulta inferiore a quello avuto con il precedente appaltatore. Questo comporterebbe, oltre che un danno al lavoratore, anche un dumping che permette l'aggiudicazione delle gare al di sotto del costo fissato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali;
a precisare il contenuto della legge sono intervenute le linee guida dell'Anac, delibera n. 114 del 13 febbraio 2019 nelle quali si afferma che «Allo scopo di consentire ai concorrenti di conoscere i dati del personale da assorbire, la stazione appaltante indica gli elementi rilevanti per la formulazione dell'offerta nel rispetto della clausola sociale (...)», in particolare personale utilizzato, contratto collettivo nazionale di lavoro, applicato e sede di lavoro;
va negativamente rimarcato il fatto che la Consip, un ente controllato dal Ministero dell'economia e delle finanze, nel bando per l'assegnazione del servizio di call center per il comune di Roma, non abbia adeguatamente esplicitato i criteri minimi necessari a dare effettiva consistenza a quanto stabilito in materia di «clausola sociale» da leggi e contratti collettivi, a tutela dei lavoratori dei call center;
al di là delle ricorrenti crisi occupazionali della società Abramo Customer Care, la provincia di Crotone è in preda a una crisi economica e sociale le cui radici affondano nello smantellamento del polo industriale negli anni '90. Le difficoltà derivanti dalla pandemia hanno inasprito una situazione già difficile, a cominciare dalle immense difficoltà che affliggono il sistema trasportistico, stradale e ferroviario, per la cui soluzione occorreranno ancora 5-10 anni;
nella classifica sulla vivibilità delle 107 province italiane, Crotone è collocata regolarmente agli ultimi posti: 106o in termini di saldo migratorio interno (in particolare, per la fuga dei giovani), 107o per il numero di anni di studio della popolazione, 107o per il tasso di disoccupazione (96o per il tasso di disoccupazione giovanile), 107o per il reddito medio e per la spesa delle famiglie, 104o per l'offerta di trasporto pubblico, 103o per la spesa sociale degli enti locali; 105o in termini di offerta culturale;
un percorso diverso è possibile: nell'ottobre 2019, dopo intensa trattativa, i lavoratori impegnati sulla commessa Enel mercato libero nel call center di Casarano in Puglia, hanno mantenuto il mantenimento del posto di lavoro grazie all'applicazione della clausola di salvaguardia sociale. Si ha notizia che, in casi analoghi, i contratti precedenti sono stati prorogati proprio per risolvere la questione della territorialità –:
se non ritengano opportuno intervenire con assoluta urgenza a tutela dei lavoratori della Abramo Customer Care spa di Crotone, per i quali è in corso una procedura di licenziamento collettivo, in considerazione del fatto che la soluzione di assorbimento per essi prospettata ad avviso degli interpellanti di fatto aggira le disposizioni sulla «clausola sociale» in favore dei lavoratori dei call center;
se non si ritenga che il bando di gara Consip che ha dato origine alla vicenda esposta in premessa fosse privo degli elementi necessari alla corretta applicazione della «clausola sociale».
(2-00923)
Camera dei Deputati
Giovedì 10 settembre 2020
La seduta è stata ripresa alle 15:00.
Iniziative a tutela dei lavoratori della Abramo Customer Care Spa, con particolare riguardo all'applicazione della “clausola sociale”
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Torromino e Occhiuto n. 2-00923 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al deputato Sergio Torromino se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
SERGIO TORROMINO (FI). Grazie, signora Presidente. Intendo illustrarla.
PRESIDENTE. Prego, collega.
SERGIO TORROMINO (FI). Grazie ai rappresentanti del Governo. La provincia di Crotone è uno dei territori più disagiati dell'intera nazione, in preda a una crisi economica e sociale, le cui radici affondano nello smantellamento del polo industriale negli anni Novanta. La mancanza di infrastrutture e dei servizi essenziali non rende il territorio stesso attrattivo verso nuovi investitori e le aziende già operanti arrancano faticosamente. Le difficoltà derivanti dalla pandemia hanno ancora di più inasprito una situazione già drammatica.
Signor sottosegretario, voglio condividere con lei alcuni dati: nella classifica di vivibilità delle 107 province italiane la provincia di Crotone si colloca al penultimo posto in termini di saldo migratorio interno riferito all'emigrazione giovanile per studio e lavoro; ultima per il tasso di disoccupazione giovanile (stiamo parlando del 96 per cento); ultima per il reddito medio e per la spesa famiglie; al terzultimo posto per l'offerta di trasporto pubblico; al quart'ultimo posto per la spesa sociale degli enti locali; al penultimo posto in termini di offerta culturale. Quindi, se mi ha ascoltato, si renderà conto di quanto disastrosa sia la situazione generale. Non penso di osare, ma la definizione appropriata sarebbe una città e un'intera provincia da Terzo mondo.
Parlavo, appunto, di classifica di vivibilità e mi preme sottolineare che tra le 107 province italiane la mia, cioè Crotone, è l'ultima - ripeto: l'ultima - per tasso di disoccupazione. Se alla mancanza di nuove prospettive lavorative aggiungiamo anche il rischio concreto della perdita di quei pochi posti di lavoro già esistenti, lei capisce bene quanto la situazione diventi ultra drammatica.
In questo frangente, signor sottosegretario, 107 lavoratori della società Abramo Customer Care, 107 famiglie, si trovano con la spada di Damocle del preavviso di licenziamento sulla testa. È, infatti, di pochi giorni fa la comunicazione pervenuta ai dipendenti e alle associazioni sindacali, oltre che al Ministero del Lavoro, a quello dello Sviluppo economico e alla regione Calabria, che l'azienda ha avviato un procedimento di licenziamento collettivo per tutti i 107 lavoratori impiegati a tempo indeterminato sulla commessa “Roma capitale”, non avendo la stessa società possibilità di reimpiegare o ricollocare i lavoratori su altre commesse. Vede, signor sottosegretario, questi 107 lavoratori dal 1° ottobre si troveranno in mezzo a una strada, dopo ben vent'anni di lavoro a tempo indeterminato presso la suddetta azienda. La Abramo è un'azienda nata dopo i drammatici fatti alluvionali del 1996. L'allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi, dirottò su Crotone la nascita della società proprio per contribuire fattivamente al rilancio occupazionale gravemente compromesso dal tragico evento. Nella sede di Crotone oggi operano circa 1.600 addetti. L'azienda gestisce un'importante attività di call center ed è indubbiamente tra le più importanti per il livello occupazionale che è in grado di garantire. La stessa gestisce diverse commesse nell'ambito del contact center sulle quali il parco operatori è distribuito in base alle necessità del committente. I 107 lavoratori raggiunti dal preavviso di licenziamento sono tutti impiegati presso la commessa del comune di Roma. La commessa in oggetto è stata messa a bando tramite evidenza pubblica - bando curato dalla Consip - nell'ottobre del 2016 e l'aggiudicatario si è rivelato il consorzio Leonardo.
È doveroso ricordare che già nell'aprile 2016 l'articolo 1, comma 10, della legge n. 11 del 2016, decretava l'utilizzo della clausola sociale nei casi di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente pubblico e cioè: il rapporto di lavoro continua con l'appaltatore subentrante secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento. Il principio su cui si basa la norma sulla clausola sociale per i call center è quello di garantire continuità occupazionale ai lavoratori in caso di cambio di appalto all'interno di un medesimo comprensorio territoriale, mantenendo anche i diritti salariali conquistati negli anni di lavoro. Va negativamente rimarcato il fatto che la Consip, un ente controllato dal Ministero dell'Economia, nel bando per l'assegnazione del servizio di call center per il comune di Roma non abbia adeguatamente esplicitato i criteri minimi necessari per dare effettiva consistenza a quanto stabilito in materia di clausola sociale da leggi e contratti collettivi a tutela dei lavoratori dei call center. Quindi, ha lasciato uno spiraglio aperto alla società subentrante e molto margine di discrezionalità sull'applicare o meno la clausola sociale e soprattutto sul come. Va da sé che qualora la società subentrante non rispetti la totalità della clausola sociale i lavoratori si vedrebbero costretti a rinunciare al lavoro in quanto economicamente svantaggioso. Va considerato che l'articolo 50 del decreto legislativo n. 50 del 2016, codice degli appalti pubblici, come già rafforzato dall'articolo 33 del decreto legislativo n. 56 del 2017, prevede che i bandi di gara relativi ai servizi nei quali il costo della manodopera sia superiore al 50 per cento dell'importo totale del contratto - e per i call center il costo del lavoro supera l'80 per cento - devono contenere specifiche clausole volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato.
Sottosegretario, mi preme sottolineare che quanto è accaduto ha dell'assurdo ma, allo stesso tempo, risulta drammatico. Sì, assurdo perché non è affatto pensabile che un ente pubblico come la Consip, controllato dal Ministero dell'Economia, dimentichi, all'interno del bando stesso, il vincolo della clausola sociale, di fatto facendo sì che i 107 lavoratori si trovino oggi, dopo vent'anni di lavoro, sbattuti in mezzo a una strada. Drammatico perché, in una realtà territoriale come la nostra in cui il lavoro non è certo dietro l'angolo, in cui non ci sono nuove prospettive lavorative e quelle già esistenti arrancano, non è accettabile e il Governo non può permettere che un solo posto di lavoro vada perduto. Signor sottosegretario, il Governo non faccia il gambero, che nelle situazioni di pericolo scappa all'indietro: prima di qualsiasi valutazione politica-elettorale - e in questo sono palesi le difficoltà di questo Governo - vengono i cittadini, il popolo italiano, la cui dignità è sancita dall'articolo 1 della Costituzione, il lavoro. Dal Ministro di competenza ci aspettiamo lo stesso scatto d'orgoglio e lo stesso impegno avuto nella vicenda Jabil di Marcianise, se non vuole fare figli e figliastri dei territori italiani. Quindi, le chiedo di intervenire con assoluta urgenza a tutela dei lavoratori della Abramo Customer Care di Crotone, per i quali è in corso la procedura di licenziamento, in considerazione del fatto che la soluzione dell'assorbimento per essi prospettata di fatto aggira le disposizioni sulla clausola sociale; che la stessa clausola sociale, se applicata, venga applicata nella sua interezza, rispettando i principi stessi per cui è stata istituita e, cioè, garantire continuità occupazionale in caso di cambio di appalto, mantenendo salario e diritti acquisiti in anni di lavoro. Così come è avvenuto nell'ottobre del 2019 per i lavoratori impegnati nella commessa ENEL Mercato Libero nel call center di Casarano in Puglia, i quali hanno mantenuto il posto di lavoro grazie all'applicazione della clausola di salvaguardia sociale; non per ultimo, di intervenire per l'annullamento del bando di gara Consip che ha dato origine alla vicenda esposta in premessa, in quanto privo di elementi necessari alla corretta applicazione della clausola stessa e concedendo proroghe alla Abramo fino all'espletamento di un nuovo e corretto bando di gara.
PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Francesca Puglisi, ha facoltà di rispondere.
FRANCESCA PUGLISI, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Con il presente atto parlamentare, gli onorevoli interpellanti richiamano l'attenzione del Governo sulla situazione occupazionale della società Abramo Customer Care Spa. L'azienda, nata a Crotone nel 1997, all'inizio si chiamava Datel, fornisce servizi di call center e attività di back office. All'inizio del 2019 erano occupate presso la sede di Crotone circa 1.900 unità lavorative, tra dipendenti a tempo indeterminato e precari. Secondo quanto riferito dalla prefettura di Crotone che abbiamo interpellato, a causa della riduzione dei volumi delle commesse da parte della TIM Spa a metà gennaio 2019, non sono stati rinnovati circa 700 contratti di lavoro, motivo per cui è sorta una vertenza approdata all'attenzione regionale e nazionale. In virtù dell'accordo sottoscritto a settembre dello scorso anno tra aziende e sigle sindacali CGIL e CISL, si è convenuto, tuttavia, di assumere 180 unità dipendenti a tempo determinato attingendo dal bacino delle posizioni lavorative non rinnovate. Successivamente, attesa la perdita della commessa “Roma capitale”, aggiudicata dalla società di servizi “Consorzio Leonardo”, si è paventato il licenziamento di 107 unità lavorative, motivo per cui la questione è oggi attenzionata dal Ministero che rappresento, quindi ce ne stiamo occupando. Si sono finora svolti diversi incontri tra le principali organizzazioni sindacali del settore e i soggetti assegnatari dell'appalto richiamato nel presente atto. Sottolineo che, come normalmente accade in caso di cambio appalto, è rimessa al confronto tra le parti l'individuazione delle modalità più idonee a garantire la necessaria continuità occupazionale. Mi sento, pertanto, di rassicurare gli odierni interpellanti, poiché il Ministero che rappresento ha ben presente la situazione relativa alla crisi aziendale in oggetto e assicureremo, quindi, la massima disponibilità per favorire il raggiungimento delle migliori soluzioni possibili a tutela dei lavoratori interessati. È una fase interlocutoria, quindi non posso andare oltre.
PRESIDENTE. Il deputato Torromino ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
SERGIO TORROMINO (FI). Intanto la ringrazio, sottosegretario, vedo la buona volontà da parte del Governo rispetto ad una situazione, ripeto, tragica come quella di Crotone, in questo caso dell'Abramo Customer Care. Quello che chiediamo, ripeto, è la salvaguardia dei posti di lavoro in un territorio difficile e, oggi, qui c'è una clausola sociale che lo prevede, soprattutto, su questo tipo di contratti. Perché ricordiamo che Crotone è una città particolare, la provincia di Crotone è molto particolare: la questione sociale sta diventando molto pesante e non scordiamoci che, nel lontano 1994, proprio in quella fase, ci fu lo smantellamento del polo industriale e Crotone risultò essere proprio una città dove esplose una grossa bomba sociale con i famosi fuochi del 1994. Dobbiamo tutti insieme lavorare e scongiurare quelle situazioni. In questo caso abbiamo la possibilità, perché, ripeto, si tratta di un'azienda che subentra, che applichi quella clausola sociale e territoriale e faccia rispettare pienamente quelli che sono i diritti che i lavoratori hanno acquisito nel corso di questi venti anni. Io la ringrazio ancora e sicuramente ci aggiorneremo.
La seduta è terminata alle 17:40.