Camera dei Deputati - 2-01028 - Interpellanza su chiarimenti e iniziative in ordine alla trasmissione delle informazioni sui decessi da COVID-19 e in ordine ad un'adeguata e affidabile pubblicità del dato giornaliero. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 2-01028Interpellanza urgente presentata il 15 gennaio 2021.

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
in relazione al Covid-19, i dati ufficiali resi noti dal Ministero della salute evidenziano come in Italia, alla data del 6 dicembre 2020, si contino in totale 755.306 positivi, 913.494 guariti e 60.078 decessi; la variazione di tali dati è conosciuta attraverso la pubblicazione giornaliera del numero di nuovi positivi, di nuovi guariti e nuovi decessi, attraverso cui è ricavato l'andamento complessivo della pandemia (la cosiddetta curva) e il suo impatto su tutto il territorio nazionale;
l'accuratezza dei dati e la loro tempestiva conoscibilità è criterio minimo di ogni scenario statistico e assume carattere ancor più fondamentale laddove riferito a uno scenario pandemico come quello che il Paese è chiamato ad affrontare in questo periodo storico;
avere piena contezza dell'andamento della curva, infatti, non rappresenta un mero esercizio di pedanteria statistica, ma risponde all'urgente esigenza di garantire la pronta verifica degli sviluppi della pandemia e il grado di efficacia delle misure di contenimento predisposte;
in relazione al numero di decessi giornalieri, in particolare, nel contesto attuale appare indispensabile avere dati certi e sicuri, sia per l'impatto profondo che questo numero ha su tutti i cittadini, sia perché esso vale anche a descrivere lo stato e la tenuta complessiva del sistema sanitario nazionale;
sotto questo profilo, appare degno di ulteriori approfondimenti quanto avvenuto il 3 dicembre 2020, quando i dati ufficiali registravano 993 decessi in un solo giorno, ricomprendendovi tuttavia i 361 decessi comunicati dalle regioni Lombardia e Friuli-Venezia Giulia quel giorno, ma avutisi nei giorni precedenti e fino a più di settimana prima;
a quanto appreso, un simile ritardo nella comunicazione e imputazione dei decessi non rappresenta una casualità, ma sarebbe congenito alla modalità di trasmissione dei dati; il fatto che non sia attualmente possibile conoscere il numero effettivo di decessi da imputare a uno specifico giorno rende assai difficoltoso ogni approccio scientifico alla pandemia, in quanto costringe lo stesso a fare affidamento su informazioni parziali e approssimative;
tale parzialità e approssimazione, inoltre, appare del tutto censurabile non solo perché rischia di compromettere la risposta delle istituzioni alla pandemia, ma anche perché è riferita a persone che per essa hanno perso la vita –:
se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle modalità di trasmissione delle informazioni relative ai decessi da Covid-19 su tutto il territorio nazionale e se, in relazione a tale dato, sia a conoscenza del fatto che i dati ufficiali pubblicati con cadenza giornaliera non garantiscono l'effettiva imputazione del decesso a quel determinato giorno;
se del caso, quali iniziative intenda assumere il Governo affinché il dato giornaliero sui decessi da Covid-19 sia reso pubblico, garantendone l'affidabilità e l'accuratezza e senza che vi siano ricompresi decessi non riferiti a quel determinato giorno.
(2-01028)

Camera dei Deputati

Venerdì 15 gennaio 2021

Chiarimenti e iniziative in ordine alla trasmissione delle informazioni sui decessi da COVID-19 e in ordine ad un'adeguata e affidabile pubblicità del dato giornaliero 

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Marattin ed altri n. 2-01028 (Vedi l'allegato A).

L'onorevole Marattin ha facoltà di illustrare la sua interpellanza.

LUIGI MARATTIN (IV). La ringrazio, Presidente. Buongiorno, sottosegretario. Sì, questa è la seconda, per quanto riguarda il gruppo di Italia Viva, anche se l'interpellanza è firmata anche da molti colleghi di altri partiti, ma diciamo che è la seconda interpellanza in una stessa filiera, alla quale appartiene l'interpellanza della collega Quartapelle Procopio appena appena fatta, rivolta alla tematica della totale trasparenza, accessibilità e chiarezza dei dati inerenti questa terribile pandemia.

E faccio la stessa introduzione che ho fatto alla precedente interpellanza di un paio di mesi fa, che ha ancora più valore, forse, adesso: vale a dire un ringraziamento al Ministero della Salute, sia alla componente tecnica che a quella politica, per il lavoro che sta svolgendo durante questa pandemia. Dicevo l'altra volta che non esiste sfida peggiore, probabilmente, per un'amministrazione statale che si occupa di salute, di uno scenario del genere; quindi, in ogni caso il primo pensiero è un ringraziamento, che ovviamente non preclude considerazioni volte a migliorare, rafforzare l'azione collettiva contro questa pandemia.

Nella scorsa interpellanza avevo fatto due domande, come si ricorda. Una è sulla richiesta di avere anche gli ingressi in terapia intensiva, oltre che il saldo giornaliero. Lei, sottosegretaria, rispose che non era prevedibile un accoglimento di questa richiesta a breve, poi siamo stati piacevolmente sorpresi nel vedere che, invece, questi dati sono stati resi disponibili. Ringraziamo lei e tutto il Ministero, ovviamente la Protezione civile e tutti gli attori coinvolti, per questo. Fra l'altro, da fine dicembre in particolare i dati sono completi, perché è mancato a lungo il dato giornaliero della Campania, e ora, invece, questi dati sono disponibili.

La seconda parte di quell'interpellanza, che ricalca quella della collega Quartapelle di poco fa, cioè sull'accessibilità totale dei dati, non ebbe all'epoca una risposta piena. Mi perdonerà, sottosegretaria: credo che non abbia avuto risposta neanche l'interpellanza della collega Quartapelle, poco fa, su questo punto. Ma, al di là di ciò, questa odierna interpellanza attiene ad una questione simile, ma leggermente diversa dalla scorsa, molto delicata, perché attiene al numero di decessi; e non esiste cosa peggiore dei decessi in questa pandemia, perché, come abbiamo sempre ricordato, oltre alla tragedia stessa della morte, questa pandemia infligge la cosa peggiore di tutte, che è far morire da sole le persone. Le assicuro, quindi, che tutti noi che abbiamo firmato questa interpellanza, ed io in particolare che la sto esponendo, ci avviciniamo a questo tema con il massimo di rispetto e di timore nel toccare argomenti del genere, suggerendo approcci migliorativi: perché viviamo, purtroppo, in un contesto pubblico in cui è facile essere strumentalizzati, in cui anche su questa terribile pandemia e anche sulla questione dei morti si raccontano tante sciocchezze, ma, ciononostante, noi, come noto, non ci facciamo intimorire da problematiche di questo tipo, e arriviamo dritti al punto su come sia possibile migliorare lo stato presente delle cose.

Il numero di morti totale di questa pandemia all'epoca dell'interpellanza era molto inferiore; purtroppo credo siamo arrivati, ieri, a 80.848, che è un dato terribile. E la presente interpellanza non intacca affatto il dato aggregato, perché il numero di morti totali è quello, nonostante possa essere diviso fra i giorni o fra le settimane in modo differente, quindi niente di quanto sto per dire attiene alla tragedia di avere un numero assoluto così elevato. Così come non attiene alle varie polemiche che ci sono in merito alla classificazione dei morti COVID, perché sappiamo che la comorbilità è una questione importante, ma non significa certo che la presenza del virus nelle persone che hanno altre patologie renda indifferente, appunto, la presenza del virus stesso. Tuttavia, c'è una questione - arrivo al punto, sottosegretaria - che noi riteniamo cruciale, perché gli italiani sono spaventati da questa pandemia, e nella maggioranza dei casi fanno benissimo ad esserlo, ma chi si assume la responsabilità, l'onere e l'onore di guidare una Nazione deve anche maneggiare con molta cura le reazioni possibili della popolazione a notizie tragiche come queste. Il 3 dicembre scorso tutti i notiziari della sera hanno aperto con il record giornaliero dei morti, 993, addirittura superiore ai picchi della prima ondata; ed eravamo in una fase molto complessa, a cui poi seguì una fase ancora più complessa, perché eravamo a pochi giorni dalle foto di via del Corso, che - come dire? - indussero a determinate decisioni, che furono prese probabilmente oltre che sui dati ufficiali, su cui ho già detto, anche su immagini forti, quali sono foto di assembramenti. Ma l'immagine più forte di tutte è il numero di morti giornaliero: perché quando una famiglia cena di fronte alla televisione e vede che sono morte 993 persone nelle ultime 24 ore, è una cosa che fa paura e deve far paura.

Qualche giorno dopo, forse il giorno dopo, un organo di stampa ha riportato una notizia che ha mosso questa interpellanza, relativa al fatto che quel dato del 3 dicembre, i 993 morti, che ha colpito gli italiani perché era il record assoluto di morti giornalieri, in realtà, per una parte - credo 127, 128, quello che è - era riferito a persone decedute nei giorni e nelle settimane addirittura precedenti. Lo ripeto, questo, anche se era così, non intacca il numero totale di morti: anche sottraendo quei morti dubbi, il 3 dicembre, erano comunque tantissimi, quindi tutti questi discorsi devono essere molto, molto chiari. Tuttavia, io credo che ci sia una certa differenza nello stabilire che i morti comunicati alle ore 18 o 17 di ogni giorno sono o non sono riferiti alle 24 ore precedenti. Perché, ripeto, non fa alcuna differenza in assoluto: quando tireremo una riga, nel meraviglioso giorno alla fine di questa pandemia, il numero totale di morti sarà quello, e se superiore a uno è comunque una cifra inaccettabile. Però, è nostro dovere riuscire a tarare la comunicazione nei confronti dei cittadini in un momento come questo, non solo nella chiarezza e nell'accessibilità dei numeri, e si veda l'interpellanza precedente della collega Quartapelle e quella nostra del mese scorso, ma anche sulla rispondenza esatta a quanto avvenuto. Gli italiani devono sapere ogni sera il numero, i numeri di questa pandemia, i contagiati, i tamponi e purtroppo anche i deceduti, relativi alle ultime 24 ore in maniera standardizzata, in maniera chiara, in maniera trasparente, perché altrimenti, purtroppo in questa vicenda sono in gioco emozioni, sensazioni collettive che possono indurre a un clima sbagliato, in un senso o in un altro, anche se - non so che parola usare - gli errori o le inefficienze… Perché la nostra interpellanza è volta a chiedere se è vero che, non solo il 3 dicembre, ma anche gli altri giorni, i morti comunicati sono relativi o meno alle ultime 24 ore, oppure se vi sono, in quel giorno, anche persone decedute nei giorni precedenti; perché quello che accade, ripeto, è la necessità di assicurarsi, in modo assoluto, che le comunicazioni siano rispondenti esattamente a quello che accade, perché, in un senso o in un altro, si creerebbe una distorsione. Anche se, ripeto, l'errore fosse in senso opposto, cioè se si dovessero comunicare meno deceduti rispetto a quelli che sono nelle ultime 24 ore, si creerebbe un ottimismo che sarebbe ugualmente sbagliato. Quindi, ogni tipo di sensazione indotta in chi ascolta, purtroppo, queste drammatiche notizie tutte le sere deve essere esattamente corrispondente a quello che accade, oltre ad essere perfettamente accessibile alla comunità scientifica, come dicevamo prima.

Sottosegretaria, noi le chiediamo, quindi, innanzitutto se quanto riportato da quell'organo di stampa rispondesse al vero o meno: cioè i 993 morti del 3 dicembre sono tutti deceduti nelle 24 ore precedenti o meno? E, in generale, quando, alle 17 ogni giorno, la Protezione civile e l'Istituto superiore di sanità, con il Ministro della Salute, comunicano il numero di deceduti giornalieri, siamo assolutamente sicuri che quello sia il numero relativo ai decessi delle ultime 24 ore, o le inefficienze di sistema fanno sì che si scarichino su quel giorno anche deceduti nei giorni precedenti? E se sì, chi decide quanti? Chi decide fino a che punto scaricare su quel particolare giorno persone che, purtroppo, hanno perso la vita nei giorni precedenti?

Tutto questo corrisponde al vero o no? E, se sì, che cosa intende fare il Ministero della Salute per assicurarsi che, invece, le comunicazioni non solo dei deceduti, che sono la cosa più tragica, ma anche dei contagiati, dei tamponi fatti, dei guariti, dei dimessi, degli ingressi in terapia intensiva, siano esattamente quelli in tempo reale? Perché il monitoraggio della situazione, l'accessibilità dei dati alla comunità scientifica e la trasparenza verso i cittadini sarà, assieme ai vaccini, l'arma che ci consentirà di sconfiggere, tutti insieme, questa maledetta pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per la Salute, Sandra Zampa, ha facoltà di rispondere.

SANDRA ZAMPA, Sottosegretaria di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Onorevole Marattin, il sistema di sorveglianza nazionale per il contrasto all'emergenza pandemica ha origine da un complesso flusso di dati, che, come lei sa, inizia a livello locale. I casi sospetti di aver contratto il virus COVID-19, siano essi a casa in isolamento domiciliare o ricoverati in ospedale, vengono sottoposti al test diagnostico molecolare per SARS-CoV-2. I campioni vengono inviati e analizzati nei laboratori regionali di riferimento. I laboratori regionali, a loro volta, informano del risultato le aziende sanitarie locali, che coordinano il flusso di dati tra i casi, gli ospedali, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, al fine di raccogliere informazioni dettagliate su ogni individuo che risulti positivo al test. I referenti regionali per la sorveglianza epidemiologica raccolgono le informazioni dei casi di tutte le aziende sanitarie locali.

In Italia attualmente vi sono due principali fonti di informazione sull'epidemia: il bollettino informativo del Ministero della Salute-Dipartimento Protezione civile (dati aggregati); la piattaforma nazionale di sorveglianza COVID-19 dell'Istituto superiore di sanità, dove invece si trovano i dati individuali.

La fonte Ministero della Salute-Dipartimento Protezione civile raccoglie quotidianamente informazioni sul numero totale di test positivi, decessi, ricoveri in ospedale e ricoveri in terapia intensiva in ogni provincia d'Italia. La fonte Istituto superiore di sanità prevede che le Regioni forniscano dettagli individuali su tutti i casi, compresi i casi demografici, lo stato clinico (quindi, l'indicatore sintetico di gravità della sintomatologia), la presenza di alcuni fattori di rischio (in particolare le patologie croniche di base), e l'esito (guarigione o, purtroppo, decesso).

La sorveglianza integrata ha avuto inizio con la circolare del Ministero della Salute del 22 gennaio - l'ho ricordata nella precedente risposta - che ha delineato i primi criteri e le modalità di segnalazione dei casi di quello che all'epoca veniva definito “nuovo Coronavirus”, condivisi con il Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità.

In seguito, con l'evolversi della situazione epidemiologica, sono state emanate ulteriori circolari ministeriali contenenti le necessarie integrazioni e gli aggiornamenti in tempo reale.

Il Dipartimento della Protezione civile, tramite l'ordinanza del 27 febbraio 2020, la n. 640, ha affidato la sorveglianza epidemiologica e microbiologica per il COVID-19 all'Istituto superiore di sanità, che ha creato una piattaforma informatica dedicata per consentire la raccolta giornaliera dei dati, sia attraverso un'interfaccia web in collegamento alla piattaforma stessa, sia attraverso l'invio di un dataset. I dati raccolti da entrambe le fonti sono consultabili quotidianamente sul sito istituzionale del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore.

In merito al quesito relativo all'imputazione dei decessi comunicati giornalmente, ovviamente con riferimento a un giorno determinato, faccio presente che il bollettino informativo del Ministero della Salute-Protezione civile, cioè il bollettino che raccoglie i dati aggregati, riporta i dati forniti quotidianamente dalle regioni e che l'assegnazione del singolo decesso a un determinato giorno deriva dal flusso dei dati regionali.

I dati individuali relativi ai singoli decessi sono presenti nel database nazionale di sorveglianza integrata dell'ISS, il quale, in base all'ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile del 4 agosto 2020, n. 691, può essere consultato in formato open data, in forma aggregata con modalità di pseudonimizzazione con doppio codice random, da centri di competenza nell'ambito scientifico e di ricerca, dagli enti di particolare rilevanza scientifica, nazionali e internazionali, e da pubbliche amministrazioni.

In merito alla questione in esame, l'Istituto superiore di sanità ha inteso precisare, riguardo al flusso giornaliero dei dati provenienti dalle regioni, che i numeri riportati non necessariamente riflettono perfettamente le diagnosi, i ricoverati e i morti del giorno stesso, in quanto i dati risentono di possibili ritardi nella comunicazione a cura di ASL, laboratori o comuni stessi, per i casi di decesso, in particolare quelli che avvengono a domicilio. Tali evenienze possono comportare oscillazioni giornaliere.

Il flusso di dati che fa capo all'Istituto raccoglie, relativamente alle stesse diagnosi, le informazioni individuali, quali l'età del soggetto, il sesso (il genere), comune di domicilio o residenza, date relative all'inizio dei sintomi, alla diagnosi, al ricovero, all'eventuale terapia intensiva e al decesso.

Detto flusso permette di identificare con esattezza le date degli eventi principali in relazione al monitoraggio dell'epidemia da COVID-19 nel nostro Paese e, in particolare, l'evoluzione spazio-temporale nonché le principali caratteristiche riguardanti gli individui affetti.

L'Istituto superiore di sanità ha sempre evidenziato che i dati riportati al flusso aggregato coordinati dal Ministero della Salute sono nel complesso sostanzialmente affidabili, specialmente quando valutati a livello nazionale e regionale, per il monitoraggio quotidiano dell'andamento, anche tenuto conto dei limiti già citati.

PRESIDENTE. L'onorevole Marattin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

LUIGI MARATTIN (IV). Grazie, Presidente. Ringrazio la sottosegretaria che ha chiarito. Ha ricordato quanto sostenuto dall'Istituto superiore di sanità, vale a dire che i dati, sostanzialmente, sono comunicati dalle regioni e che, dalla risposta che ho ascoltato, non vi è garanzia che i decessi comunicati come avvenuti nelle ultime 24 ore siano effettivamente avvenuti nelle ultime 24 ore.

Meno chiara mi è la discrezionalità in capo, a questo punto, alle singole regioni nel, diciamo, imputare o meno i decessi - sono termini orribili: purtroppo, dobbiamo usare questi - al giorno effettivo e non a un giorno qualsiasi, perché - ripeto - dietro a questa scelta si cela la possibilità di scatenare reazioni, emozioni e sensazioni nei nostri concittadini sulla cosa più terribile in assoluto.

Quindi, se mi soddisfa la chiarezza su questo punto, che non so quanto sia, come dire, conosciuto ai nostri concittadini, mi soddisfa un po' di meno non essere in grado di comprendere che cosa impedisce esattamente alle amministrazioni locali di imputare i decessi al giorno effettivo e/o cosa spinge a concentrare o a non concentrare le informazioni che giungono in ritardo in un particolare giorno, perché il riflesso aggregato di questa scelta porta a titoli sui notiziari della sera o sui siti Internet che generano forte impatto sui nostri concittadini.

Ripeto: niente di tutto ciò ha a che fare con la somma, con il complesso dei deceduti di questa terribile pandemia.

Niente di tutto ciò ha a che fare con questo, ma l'andamento giornaliero e i morti giornalieri, lo sappiamo tutti, hanno scosso le coscienze e lo continuano a fare perché i morti, purtroppo, continuano a essere in diverse centinaia. Questa vicenda, quindi, è particolarmente importante e io sono sicuro che nelle prossime settimane e nei prossimi giorni noi non abbandoneremo questa vicenda, anche indagando presso le amministrazioni locali per riuscire ad assicurarci che il flusso informativo sia il più possibile accurato, perché, lo ripeto, è in gioco non solo la chiarezza dei dati, ma lo sono anche le sensazioni, le emozioni, i contraccolpi e l'impatto che, la cosa più terribile di tutte, la morte per COVID-19, può provocare fra i nostri concittadini in un momento così complicato; ciò ci mette nelle condizioni di combattere realmente, assieme, lo ripeto, soprattutto alla campagna vaccinale, finalmente, il virus COVID-19.

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