Camera dei Deputati - 3-01641 - Interrogazione su intendimenti del Governo in merito ad un piano di rilancio del comparto siderurgico. RISPOSTA
Camera dei Deputati - 3-01641 - Interrogazione a risposta immediata in Assemblea presentata l'1 luglio 2020.
– Al Presidente del Consiglio dei ministri . – Per sapere – premesso che:
la crisi della siderurgia va avanti da anni in Europa e in Italia. Con la pandemia da COVID-19 la domanda di acciaio è ulteriormente diminuita del 50 per cento;
secondo la World steel association, la differenza tra il primo quadrimestre del 2020 e quello del 2019 segna un calo del 12,5 per cento nell'Unione europea e del 22,4 per cento in Italia. Gli ordinativi sono in picchiata, con il crollo della domanda di settori trainanti come auto ed elettrodomestici: a marzo 2020 l'output è sceso del 40,2 per cento su base annua e ad aprile 2020 del 42,5 per cento. Il nostro Paese ha pagato un dazio molto più caro rispetto agli altri Paesi, visto che l’output a livello globale ad aprile 2020 è sceso del 13 per cento, mentre quello dell'Unione europea del 22,9 per cento;
il settore siderurgico necessita di una reazione urgente. A Taranto ArcelorMittal ha presentato un piano che si allontana dall'accordo del 4 marzo 2020, prevedendo 3.200 esuberi, la riduzione della produzione e il rinvio degli investimenti. A Piombino Jindal, che nel 2018 ha acquistato gli impianti, si è impegnata nuovamente a presentare un piano industriale agli inizi di giugno 2020. Il gruppo indiano si è insediato con la promessa di investire sul forno elettrico, in modo da rendere autonomo lo stabilimento per tornare a produrre acciaio, ma ad oggi resta solo una promessa. A Terni il gruppo ThyssenKrupp conferma la volontà di cedere le acciaierie nell'ambito di un processo di riorganizzazione, che, ovviamente, provoca preoccupazione riguardo alla salvaguardia occupazionale ed industriale del sito;
serve un piano strategico nazionale per la siderurgia che definisca il fabbisogno di acciaio in Italia e in Europa. È il momento di decidere che cosa si vuole produrre ed in che modo e la qualità degli investimenti che il Governo vuole mettere in campo. Risulta indispensabile, per dare una continuità d'impresa, bloccare i licenziamenti e prorogare gli ammortizzatori sociali, anche alla luce dell'interlocuzione aperta per il rinnovo del contratto nazionale. Gli stabilimenti siderurgici necessitano di investimenti: ambientali, di ammodernamento degli impianti, di innovazioni di prodotto e di attenzione alla sicurezza dei lavoratori –:
se il Governo intenda predisporre urgentemente un piano per il rilancio del settore siderurgico che, coinvolgendo le parti sociali e le istituzioni interessate, stabilisca strategie e interventi da adottare.
(3-01641)
Camera dei Deputati
Mercoledì 1 luglio 2020
La seduta è ripresa alle 15:00.
Intendimenti del Governo in merito ad un piano di rilancio del comparto siderurgico
PRESIDENTE. Il deputato Guglielmo Epifani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01641 (Vedi l'allegato A).
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, torniamo con questa interrogazione a porre il problema e l'allarme sulla condizione del settore siderurgico italiano, che già attraversava problemi e crisi prima della pandemia e che, naturalmente, con la pandemia vede accelerate tutte le sue problematiche. Perché lo facciamo? Perché, in queste settimane, sono successe cose che vanno esattamente in questa direzione: l'accordo di marzo fatto ArcelorMittal su Taranto, che coinvolgeva poi anche Genova e Novi Ligure, è stato rimesso in discussione e, ancora oggi, non sappiamo cosa voglia fare ArcelorMittal. Vuole restare o vuole andare? Secondo, Piombino: gli impegni presi, tutt'oggi, sono disattesi. L'azienda dice che li farà, i nuovi investimenti, ma, allo stato, non ci sono.
Come se questo non bastasse, in questi giorni, la Terni è stata messa in vendita da parte della Thyssen. Ora, se i problemi si aggravano malgrado lo sforzo del Governo, che cosa bisogna chiedere di più al Governo e al Paese per provare a dare una soluzione vera ai problemi di questo settore? L'interrogazione chiede al Governo di porsi seriamente di fronte a questo problema.
PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha facoltà di rispondere.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Grazie. Grazie per la sollecitazione per questa interrogazione. Preciso che il settore siderurgico costituisce, nella opinione del Governo, un elemento imprescindibile delle attività produttive del nostro Paese ed è per questo che lo consideriamo fortemente strategico. Come è noto, in Europa e in Italia, è in corso una perdurante crisi della siderurgia, ulteriormente aggravata adesso da questa emergenza epidemiologica. Alla luce di queste circostanze, l'obiettivo del Governo è realizzare un piano strategico per la siderurgia, che definisca nel dettaglio il fabbisogno di acciaio nel nostro Paese, le condizioni di mercato su cui i produttori devono muoversi, nel rispetto, ovviamente, delle regole europee del libero mercato, ma con la consapevolezza che sono necessari anche alcuni elementi di protezione commerciale. Il rilancio di questo settore passa non soltanto dalla ristrutturazione del comparto, in un'ottica sicuramente di maggiore competitività, ma anche per una specializzazione sugli acciai di qualità a beneficio di filiere ad alto valore aggiunto, come l'industria elettrotecnica e la meccanica di precisione, di cui l'Italia è leader e; ovviamente, passa anche attraverso una transizione energetica e crediamo che proprio questo settore debba orientarsi in questa direzione quanto prima per non rimanere ai margini, poi, del mercato e della competitività. Tale progetto di rilancio deve includere, naturalmente, anche ogni iniziativa necessaria alla soluzione delle crisi più gravi, tra cui l'ex Ilva di Taranto, la Acciai Speciali Terni, Jindal di Piombino.
ArcelorMittal ha comunicato ai commissari e ai rappresentanti delle istituzioni che per il sopraggiungere della pandemia le misure di contenimento adottate dal Governo hanno fortemente inciso sulla capacità produttiva dello stabilimento di Taranto e, di conseguenza, aveva la necessità di una rivisitazione del piano industriale. Attualmente la trattativa sta proseguendo, ArcelorMittal ha dichiarato che gli accordi di marzo sono vincolanti e intende rispettarli, seppure il Governo abbia bocciato il piano presentato dall'azienda il 5 giugno scorso. Come è noto, in queste ore, in questi giorni, si sta lavorando alla nuova compagine societaria contemporaneamente e si sta valutando anche un intervento pubblico, ricorrendone tutte le condizioni, perché riteniamo che questa sia la miglior garanzia per raggiungere i livelli occupazionali e gli obiettivi ambientali che il Governo considera qualificanti.
In secondo luogo, ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni ha annunciato la necessità di cessione di moltissimi stabilimenti in quanto non ritenuti strategici, similmente a quanto già annunciato due anni fa dall'azienda, la quale non ha, poi, lo ricordo, dato seguito a questo proposito. In attesa delle scelte che la proprietà vorrà compiere in termini di cessione azionaria, le interlocuzioni avvenute in questi giorni con l'amministratore delegato dell'azienda ci portano a ritenere che verrà confermato il piano industriale, il quale prevede investimenti per circa 60 milioni di euro e che i tempi non saranno brevi.
Ancora, per la Jindal si è delineato un percorso costruttivo condiviso, che garantisce i lavoratori e il prosieguo delle attività produttive a Piombino, che si inseriscono pienamente nell'ambito del piano allo studio del Governo per sostenere un nuovo modello di siderurgia ecosostenibile in Italia.
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Epifani.
ETTORE GUGLIELMO EPIFANI (LEU). Il fatto che il Governo riconosca, attraverso le sue parole, il bisogno di predisporre un piano strategico per il fabbisogno e l'utilizzo dell'acciaio per le imprese italiane è sicuramente un passo importante, del quale c'è bisogno. Provo a fare un esempio: se noi non abbiamo un'idea di che cosa serva al nostro sistema produttivo, qualcuno mi spiega come potremmo noi, di fronte alla vendita della Terni, dove potremmo avere due produttori italiani che hanno già dimostrato il loro interesse e almeno due grandi produttori stranieri che hanno dimostrato il loro interesse, magari, ipotesi, un grande cinese, magari, ipotesi, un altro grande indiano, mi sa dire qualcuno come il Governo italiano, insieme all'impresa, potrà esprimere un'opinione se prima non ha una sua opinione? E la stessa cosa vale per Piombino, perché non basta dire che il piano si farà, più in là, perché il tempo non sempre gioca a favore. In settori così pesanti, dove gli investimenti di innovazione e di ricerca, anche ambientali, sono fondamentali, il tempo gioca a nostro sfavore, e la stessa cosa riguarda Taranto, che oggi produce 2 milioni di tonnellate l'anno, cioè il minimo sindacale indispensabile per tenere aperti gli altiforni.
Per questo c'è bisogno di un piano e c'è bisogno di farlo presto; per farlo presto e bene c'è bisogno che il piano si faccia insieme alle imprese e insieme ai sindacati dei lavoratori. Ci vuole più concertazione di settore, perché solo questa assicura, di fronte a un bene intermedio per la produzione manifatturiera, di trovare le soluzioni migliori per l'Italia e, aggiungo, per l'Europa.
La seduta termina alle 16,10.