Camera dei Deputati - 3-01672 -Interrogazione su chiarimenti in merito alla platea di lavoratori in attesa di ricevere la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e alla relativa tempistica, nonché all'erogazione degli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione vigente. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01672 -Interrogazione a risposta immediata in Assemblea  presentata il 15 luglio 2020.

 – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali . – Per sapere – premesso che:
attualmente più di 7 milioni di persone, poco più di un terzo dei 23 milioni di lavoratori, sono in cassa integrazione: un lavoratore su tre ha, dunque, lo stipendio ridotto dal 20 al 40 per cento;
secondo i dati emanati dall'INPS, attualmente ci sarebbero dunque 365 mila persone che ne hanno fatto richiesta, di cui 100 mila persone che non sono state ancora pagate, circa 100 mila domande che non sono state ancora esaminate e 165 mila lavoratori che stanno avendo problemi con la regolarità dell'erogazione;
ciò a fronte delle dichiarazioni del presidente dell'INPS Pasquale Tridico che aveva promesso il pagamento della cassa integrazione per tutti entro il 10 giugno;
il sostegno ai lavoratori ed alle aziende in crisi a causa dell'emergenza da Covid-19 è stato uno dei primi provvedimenti del Governo che, con il decreto «Cura Italia», ha fin da subito esteso la cassa integrazione anche alle imprese con meno di 5 dipendenti;
la cassa integrazione, com’è noto, si ripartisce in tre fattispecie: cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, una varietà di strumenti di sostegno che le imprese e i lavoratori hanno a disposizione per contrastare gli effetti che il lockdown sta avendo sull'economia;
tra i ritardi per l'erogazione sicuramente il coinvolgimento degli enti regionali: le prime nove settimane di CIG sono infatti di competenza delle regioni che si occupano di smistare le pratiche che successivamente passano all'INPS. Ma tra le cause dei ritardi vi sono sicuramente anche l'alto numero di circolari e regolamenti che rende difficile per le aziende presentare correttamente le richieste. Dal 12 marzo sono stati emanati ben 26 atti dall'INPS, oltre a un numero imprecisato di comunicazioni e circolari interne del Ministero del lavoro. L'ultima circolare INPS, la numero 78 del 27 giugno, ha fornito indicazioni operative sulle disposizioni del decreto «Rilancio»;
si è dunque ancora ben lontani dalla copertura completa di tutti i lavoratori che attualmente dovrebbero usufruire degli strumenti di sostegno al reddito –:
se confermi i dati citati in premessa relativamente al numero di lavoratori ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, quanti siano i mesi di ritardo nell'erogazione delle tre fattispecie e in quali tempi e modalità si prevede saranno effettivamente erogati a coloro che ne hanno diritto gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione vigente.
(3-01672)

Camera dei Deputati

Mercoledì 15 luglio 2020

La seduta è stata ripresa alle 15.

Chiarimenti in merito alla platea di lavoratori in attesa di ricevere la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e alla relativa tempistica, nonché all'erogazione degli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla legislazione vigente 

PRESIDENTE. Il deputato Gianfranco Librandi ha facoltà di illustrare l'interrogazione D'Alessandro ed altri n. 3-01672 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.

GIANFRANCO LIBRANDI (IV). Grazie Presidente, signora Ministra, più di 7 milioni di lavoratori sono oggi in cassa integrazione, circa un terzo dei 23 milioni di lavoratori in Italia. Di questi quasi 90 mila non hanno ancora ricevuto un pagamento, mentre sono quasi 110 mila le domande ancora non esaminate. Nonostante le promesse del presidente dell'INPS, si sono accumulati ritardi soprattutto a causa della confusione di circolari e regolamenti emanati dall'istituto: ben 26 atti dal 12 marzo a oggi, a cui si aggiunge un numero imprecisato di circolari interne del Ministero del Lavoro. Si considera una semplificazione positiva quella introdotta dal 30 giugno che prevede il pagamento diretto dell'INPS con anticipo al 40 per cento ma ciò deve avvenire nei tempi previsti e senza ritardi.

In ogni caso è interesse pubblico avere oggi una stima puntuale e certa dei tempi e modalità di erogazione delle domande inevase, vecchie e nuove, per trasferire serenità ai lavoratori e alle famiglie.

PRESIDENTE. La Ministra del Lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha facoltà di rispondere.

NUNZIA CATALFO, Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Con la presente interrogazione viene chiesto dall'onorevole Librandi di pronunciarmi sul tema della cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga e sui tempi di erogazione delle prestazioni. Ribadisco quanto già espresso riguardo alle circostanze che, durante l'emergenza epidemiologica, sia il Ministero del Lavoro sia l'INPS hanno dovuto affrontare per mettere in atto rapidamente un piano di sostegno al reddito adeguato per oltre 12 milioni di beneficiari, di cui oltre 4 milioni di lavoratori autonomi e liberi professionisti, 5,5 milioni di dipendenti privati, 500 mila cittadini richiedenti bonus baby-sitter e centri estivi, 460 mila richiedenti congedi parentali e ulteriori lavoratori che sono rimasti al di fuori dal sostegno. In un contesto di piena emergenza le procedure esistenti tradizionalmente lente e farraginose sono state semplificate e accelerate ma, a causa dell'eccezionalità della situazione che stiamo attraversando, si è generato un sovraccarico di domande e pratiche senza precedenti. A tal proposito, si tenga conto del fatto che, in soli tre mesi di emergenza COVID-19, l'INPS ha dovuto gestire integrazioni salariali che hanno riguardato oltre 5 milioni e mezzo di lavoratori per oltre 2 miliardi di ore di cassa integrazione, ossia un numero di ore pari ad oltre 7 volte quelle autorizzate in tutto l'arco dell'anno 2019. Si consideri peraltro che, oltre ai trattamenti di integrazione salariale, l'ente si è occupato anche della gestione di tutti gli altri strumenti ordinari di sostegno al reddito. Venendo ai dati richiesti dall'interrogante, sulla base degli elementi forniti dall'INPS in data 14 luglio 2020, posso riferire che, alla data del 9 luglio, risultano pervenute all'Istituto complessivamente 1.570.042 domande di integrazione salariale di cui 1.380.700 domande sono state autorizzate; 79.489 sono state annullate o respinte; residuano ad oggi 109.853 domande. L'indice di autorizzazione delle domande di integrazione salariale è attualmente pari al 92,6 per cento. Con riferimento ai pagamenti effettuati risulta che, alla data del 7 luglio, sono 3.120.499 i lavoratori per i quali è stato chiesto il pagamento di almeno un'integrazione salariale mensile; di essi 3.031.495 sono stati già pagati; ammontano a 89.004 quelli che devono essere ancora pagati; risulta pagato quindi il 97 per cento degli aventi diritto. Rispetto al totale dei 3,1 milioni per i quali è stata presentata domanda, il pagamento delle prestazioni, al 7 luglio scorso, l'Istituto deve ancora erogare 370.976 integrazioni salariali mensili. Con specifico riferimento poi alla cassa integrazione in deroga, l'Istituto ha potuto iniziare a lavorare le domande a partire dalla fine del mese di aprile 2020. Ciò è dovuto anche alle difficoltà di alcune regioni gravate anche loro da un'ingente quantità di richieste di autorizzazione decisamente superiore rispetto all'impegno ordinario. Inoltre, alcune domande formalmente in giacenza presso l'INPS non possono essere lavorate in quanto presentano vizi di procedura e devono essere prima annullate dalle stesse regioni. In molti casi invece il Ministero del Lavoro e l'INPS, grazie ad un proficuo dialogo con gli esponenti aziendali e gli intermediari previdenziali, sono intervenuti per correggere anomalie e complessità procedurali, determinando così uno snellimento delle procedure. Alla luce dei dati forniti, tenuto conto delle circostanze eccezionali in cui l'INPS è stato costretto ad operare, senza voler in alcun modo sminuire la portata delle conseguenze che ogni ritardo nei pagamenti genera ai danni dei lavoratori, posso assicurare che è stato e sarà compiuto il massimo sforzo da parte del Ministero del Lavoro e dell'INPS per tutelare i lavoratori e scongiurare il pericolo che la pandemia determinasse effetti disastrosi e irreversibili sull'economia.

PRESIDENTE. Il deputato Camillo D'Alessandro ha facoltà di replicare.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente, grazie, Ministro. Intanto voglio esprimere in premessa una grande solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori dell'INPS che stanno garantendo una mole eccezionale di lavoro. Una cosa sono i lavoratori dell'INPS, una cosa sono i vertici dell'INPS che dichiarano per l'INPS la certezza dei pagamenti che poi non arrivano, Ministro, ed è capitato più di una volta, in più di un'occasione. Qui non si tratta di cedere al giustificazionismo o non farsi carico della complessità. Qui si tratta - tuttavia, Ministro, lei condividerà, ne sono sicuro - di dire esattamente quando, quanto, oltre 100 mila italiani che ancora non percepiscono un euro dal mese di marzo lo percepiranno. Questa era la risposta che noi ci attendevamo oggi, perché può succedere - non dovrebbe accadere dopo un mese, dopo due -, ma non possiamo giustificarci, noi tutti non possiamo giustificarci, di fronte a coloro i quali, attraversati da una crisi devastante, sono costretti anche a dover fare i conti con i centesimi di risparmio dei mesi precedenti perché ancora non percepiscono una mensilità. Non sono tanti. Lei ha parlato di percentuali del 92 per cento e 98 per cento, ma quel 2 per cento, quell'8 per cento sono centinaia di migliaia di famiglie e di persone coinvolte, perché quel reddito mancato non riguarda solo il lavoratore, ma riguarda anche la propria famiglia. Allora, Ministro, oggi noi ci aspettavamo una risposta chiara su quanti sono, da quanti mesi non lo percepiscono e quando soprattutto lo percepiranno. Per questo non mi posso dichiarare soddisfatto, Ministra, ben sapendo il suo sforzo e il suo impegno. Ma, ripeto, lo distingua anche lei nella sua azione anche di controllo che ha il Ministero nei confronti dell'INPS: una cosa sono i lavoratori dell'INPS, una cosa sono i vertici dell'INPS.

La seduta è stata sospesa alle 15:55.

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