Camera dei Deputati - 3-01889 – Interrogazione sullo schema di atto aggiuntivo alla convenzione unica e la proposta di aggiornamento del Pef della convenzione unica tra Anas Spa e Autostrade per l' Italia (Aspi), trasmessi all' ART per il parere. RISPOSTA

Camera dei Deputati - 3-01889 – Interrogazione a risposta immediata presentata il 10 novembre 2020.

Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

la Corte dei conti – deliberazione 18 dicembre 2019 – ha evidenziato che: «nel 2008, le convenzioni autostradali vigenti furono approvate per legge, pur trattandosi di rapporti privatistici, per superare le rilevanti obiezioni sollevate degli organi tecnici e di controllo»;

il 22 settembre 2020, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha trasmesso all'Autorità di regolazione dei trasporti (Art) lo schema di atto aggiuntivo alla convenzione unica, approvata dalla legge n. 101 del 6 giugno 2008, e la proposta di aggiornamento del piano economico-finanziario (Pef) della convenzione unica tra Anas Spa e Autostrade per l'Italia (Aspi), per il parere;

il Pef 2020-2038, predisposto da Aspi, prevede una variazione tariffaria media annua dell'1,75 per cento, costruita attraverso l'inclusione in tariffa di costi impropri. L'Art nel parere del 14 ottobre 2020 afferma che, sulla base dei costi effettivamente ammissibili in tariffa e di una remunerazione ordinaria del capitale investito, si determinerebbe un incremento tariffario annuo dello 0,87 per cento dal 2021 fino al termine della concessione (2038);

la differenza tra l'incremento tariffario proposto da Aspi e l'incremento calcolato sulla base del modello dell'Art genera un valore di 4-5 miliardi di euro: da un lato, maggiori oneri per gli utenti, dall'altro, innalzamento del prezzo da pagare a Atlantia dalla cordata guidata da Cassa depositi e prestiti per la cessione della quota di Aspi;

l'Art ha segnalato, tra le anomalie, l'inclusione in tariffa dei costi relativi alle manutenzioni «incrementali», in realtà dovute dal concessionario a compensazione delle inadempienze gestionali degli anni precedenti, per un addebito agli utenti di 1,2 miliardi di euro;

l'Art ha evidenziato l'inclusione in tariffa di un onere attribuito agli effetti economici del Covid-19, calcolato annualizzando la caduta di traffico avvenuta nel periodo del lockdown completo, mentre la legge prevede il rischio traffico in capo al concessionario;

da «Il Sole 24 ore» e «Domani» si apprende che è in corso un confronto tra il Mit e Aspi per modificare il Pef. Da quanto emerge, sembra che le criticità rilevate dall'Art sarebbero accolte soltanto parzialmente;

sulla base del Pef preparato da Aspi, Atlantia il 24 ottobre 2020 ha definito inadeguata l'offerta presentata da Cdp –:

se il Governo non ritenga imprescindibile adottare le iniziative di competenza in ordine al Pef di Autostrade per l'Italia al fine di limitare l'incremento tariffario annuo a 0,87 per cento, come calcolato dall'Autorità di regolazione dei trasporti, ed evitare ingiustificati oneri aggiuntivi per gli utenti e ulteriore remunerazione indebita degli azionisti della concessionaria.
(3-01889)

Camera dei Deputati

Mercoledì 11 novembre 2020

Iniziative volte a limitare l'incremento annuo delle tariffe autostradali prospettato nel piano economico-finanziario predisposto da Autostrade per l'Italia 

PRESIDENTE. Il deputato Fassina ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01889 (Vedi l'allegato A).

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie Presidente, sulla gestione delle autostrade in concessione, anche stamattina la magistratura ha messo in evidenza possibili gravissime responsabilità individuali dei manager di ASPI-Atlantia, ma qui voglio affrontare il problema generale, la cui ultima espressione è data dal piano economico finanziario preparata da ASPI, un piano che prevede un incremento medio annuo delle tariffe autostradali dell'1,75 per cento, a fronte di quanto calcolato dall'autorità di regolazione dei trasporti che, sulla base dei costi ammissibili, prevede un aumento di 0,87. In valore attuale, vuol dire una differenza di 4-5 miliardi a vantaggio degli azionisti di Atlantia. Allora, chiediamo al Governo se non ritenga imprescindibile correggere il piano economico-finanziario di ASPI al fine di limitare l'incremento delle tariffe a 0,87 ed evitare ingiustificati aumenti per gli automobilisti e un ulteriore regalo miliardario a Benetton, Atlantia e soci.

PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.

PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e onorevoli colleghi, la procedura di risoluzione della convenzione per grave inadempimento avviata nell'agosto del 2018 nei confronti di ASPI, a seguito del tragico evento del crollo del ponte Morandi, è stata sospesa nel mese di luglio 2019, a seguito della richiesta di ASPI stessa di avviare una fase finalizzata ad un accordo transattivo e a una modifica della convenzione maggiormente rispondente all'interesse pubblico e depurata da pattuizioni sbilanciate a favore del concessionario. La fase per la verifica di un possibile accordo transattivo, avviata dal mio predecessore e da me proseguita sulla base di una specifica decisione dell'Esecutivo, ha fatto sì che il confronto con il concessionario, al fine di verificare - nel rispetto del principio costituzionale del buon andamento dell'azione amministrativa e per perseguire l'esclusivo interesse pubblico - la sussistenza delle condizioni per la definizione consensuale della procedura di contestazione da sottoporre alla valutazione del Governo.

Dopo una lunga interlocuzione con ASPI, peraltro molto aspra, e anche con l'azionista Atlantia, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 14 luglio di quest'anno, ha esaminato le ultime proposte transattive trasmesse, giunte all'esito di una lunga, complessa e - come dicevo - aspra valutazione di tutte le problematiche tecnico-giuridiche e di un minuzioso confronto tra gli uffici del mio Ministero, del MEF e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, avviando così l'iter previsto dalla legge per la formale definizione di una transazione. Tale eventuale transazione è volta a garantire la piena realizzazione degli interessi pubblici connessi alle esigenze dell'utenza e di salvaguardare i livelli occupazionali, di effettuare nuovi e consistenti investimenti e di tutelare gli interessi dei risparmiatori. Su questo si concentra e si dovrà concentrare esclusivamente il Piano economico-finanziario presentato da ASPI. Nell'evidenziare che il MIT, il MEF e la Presidenza del Consiglio hanno costantemente rappresentato alla società la necessità di sviluppare la proposta di PEF, recependo la nuova regolazione tariffaria introdotta dall'Autorità, ai sensi dell'articolo 16 della legge n. 109 del 2018, ricordo che l'approvazione del PEF da parte del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministero dell'Economia, segue precise regole procedurali, tra cui l'acquisizione del parere dell'Autorità.

Le osservazioni formulate dall'Autorità sulla proposta di PEF di ASPI sono attualmente oggetto di specifici approfondimenti, che saranno ovviamente resi noti non appena definiti.

Concludo, però, evidenziando e sottolineando che questo snodo procedurale risponde unicamente a delle regole tecniche, che sono di carattere economico-finanziario e trasportistico, e non ha nessuna influenza sulla trattativa riguardante gli impegni di ASPI e di Atlantia sul futuro assetto societario del concessionario. Peraltro, tale trattativa non è gestita dal mio Ministero, in quanto concedente tale trattativa, rispetto alla quale posso soltanto riferire che Cassa depositi e prestiti ha confermato al Governo che tutte le interlocuzioni si sono svolte e si svolgono sulla base di criteri competitivi e di prassi correnti di mercato.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il deputato Stefano Fassina.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Ministro, per la risposta, però al punto in cui siamo credo che il Governo debba assumere un atteggiamento più determinato, perché i criteri di mercato non valgono in questo caso. Siamo di fronte ad un monopolio naturale, che, gestito in mano ai privati, determina quello che oggi è stato riportato dalle intercettazioni fatte nel dialogo tra un manager di Atlantia, anzi della holding Edizione, con un suo interlocutore, cioè: aumento delle tariffe, investimenti minimi e rendite stratosferiche. I criteri di mercato non valgono. Il PEF, come sa meglio di me, serve a determinare il prezzo della vendita della quota di Atlantia, di ASPI. Quindi, di fronte al perdurare dell'indisponibilità di ASPI-Atlantia a riconoscere quello che è un dato di realtà, cioè che nell'aumento delle tariffe si possono mettere soltanto i costi propri, non si può mettere la compensazione degli investimenti non fatti in passato in relazione alla A10 dentro le tariffe del periodo 2021-2038. Di fronte a questa indisponibilità, è necessario che il Governo con la massima determinazione proceda alla revoca, perché, anche se dovessimo pagare nel peggiore dei casi la penale prevista, con le tariffe definite dall'Autorità di regolazione dei trasporti, ne avremmo più che abbastanza.

È ora che la gestione dei monopoli naturali, come le autostrade e gli aeroporti, ritorni in mano pubblica, altrimenti i risultati saranno sempre quelli che vediamo.

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