Camera dei Deputati – 3-01934 – Interrogazione sulle misure dei canoni determinati previsti per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico- ricreative. RISPOSTA
Camera dei Deputati – 3-01934 – Interrogazione a risposta immediata presentata il 24 Novembre 2020.
— Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
l'articolo 100 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126, al comma 3, stabilisce che, in luogo dei canoni Omi, alle concessioni relative alla realizzazione e alla gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti di ormeggio, si applicano le misure dei canoni determinati secondo i valori tabellari previsti per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, di cui al comma 2 dello stesso articolo;
tuttavia, al comma 4 si precisa che dal 1° gennaio 2021 l'importo annuo del canone dovuto, quale corrispettivo dell'utilizzazione di aree e pertinenze demaniali marittime con qualunque finalità, non può, in ogni caso, essere inferiore a 2.500 euro;
in pratica, il mancato gettito dovuto alla nuova quantificazione dei canoni viene compensato dal nuovo gettito previsto dall'aumento della soglia minima. In tal modo, però, si determina, dall'oggi al domani, una vera e propria stangata per i titolari, circa 20.000 in tutta Italia, di concessioni per piccole aree demaniali, a terra o in mare, i quali pagavano un canone annuo di 362,90 euro e dovranno ora moltiplicare la cifra per sette. Inoltre, tale aumento graverà anche sulle casse delle amministrazioni comunali, titolari di concessioni;
sebbene sia opportuno il superamento dei canoni Omi per determinate concessioni demaniali, risulta inaccettabile che questa riforma sia pagata dalla fascia più debole dei concessionari. Infatti, trattandosi di un aumento della soglia minima, rappresenta perlopiù un colpo inferto alla piccola nautica da diporto, che comprende un'importante fetta del parco nautico italiano, e alle tradizioni marinare, producendo la rinuncia di molte concessioni divenute spese di rilievo in taluni casi insostenibili, specie se si pensa alle concessioni conservate per consuetudine e tramandate di generazione in generazione nonostante lo scarso utilizzo;
infine, si rileva che sul territorio nazionale, caratterizzato da un'elevata estensione costiera, sono numerose le piccole realtà dove, in mancanza di un porto vero e proprio, si contano molte concessioni singole di superficie limitata; la norma che, come specificato, aumenta il canone minimo va a colpire anche queste realtà –:
alla luce di quanto premesso e valutato il grave impatto determinato sul settore della piccola nautica da diporto dalla disposizione sopra richiamata, quali iniziative di competenza intenda adottare, anche al fine di custodire la tradizione marinara italiana, per preservare il settore già colpito dall'emergenza epidemiologica insieme ai relativi comparti imprenditoriali e artigianali.
(3-01934)
Camera dei Deputati
Mercoledì 25 novembre 2020
Misure a favore della nautica da diporto, con particolare riferimento alla rideterminazione dei canoni di concessione, anche ai fini del rilancio del settore nell'attuale contesto emergenziale
PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01934 (Vedi l'allegato A).
LUCA PASTORINO (LEU). Grazie, signor Presidente. Ministro, lei sa che l'articolo 100 del “decreto Agosto”, n. 104 del 2020, stabilisce che, in luogo dei canoni OMI, alle concessioni relative alla realizzazione e alla gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, inclusi i punti di ormeggio, si applicano le misure dei canoni determinati secondo i valori tabellari previsti per le concessioni demaniali marittime con finalità turistico-ricreative, di cui alla legge n. 494 del 1993. Questa è una cosa che ci soddisfa e quindi della prima parte dell'articolo 100 siamo soddisfatti; poi c'è un punto 4 che però prevede, per qualsiasi tipo di finalità, la fissazione di un canone minimo a 2.500 euro l'anno, dai 362 precedenti. Questa è una cosa che sta avendo un impatto devastante su tutto quello che non è relativo alle finalità turistico-ricreative: mi riferisco ai comuni stessi, quindi le concessioni in capo ai comuni; mi riferisco alle attività…
PRESIDENTE. Concluda.
LUCA PASTORINO (LEU). …legate al mare della nostra tradizione marinara. Lei conoscerà il Dragun di Camogli, che ha una boa, che oggi paga un ormeggio di 362 euro all'anno e dovrebbe pagarne 2.500. Ecco, noi chiediamo, anche alla luce di quello che poi potrà dire successivamente in replica, che ci possano essere le condizioni per trovare una soluzione ad un problema che c'è, esiste, e fa parte della nostra storia.
PRESIDENTE. La Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.
PAOLA DE MICHELI, Ministra delle Infrastrutture e dei trasporti. Presidente, l'articolo 100 del decreto-legge n. 104 del 2020 reca diverse disposizioni in materia di concessioni demaniali marittime: trattasi di disposizioni che sono state inserite nel decreto-legge e confermate durante l'iter di conversione, il cui contenuto è frutto di un ampio confronto svoltosi in sede parlamentare in occasione della conversione del cosiddetto decreto Rilancio. In particolare l'articolo 100, nel chiarire che la proroga di 15 anni della durata delle concessioni demaniali in essere alla data del 31 dicembre 2018 si applica anche alle concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, ivi inclusi i punti di ormeggio, ha innovato la disciplina in materia di determinazione dei canoni concessori, da un lato, eliminando a partire dal 1° gennaio 2021 la possibilità di utilizzare i cosiddetti valori OMI, e dall'altro quantificando, a decorrere dalla medesima data, in euro 2.500, circa 208 euro al mese nei 12 mesi annui, l'entità del canone minimo annuo.
A tale riguardo, ricordo che detto importo minimo, individuato in lire 500.000 dall'articolo 9 del decreto interministeriale 19 luglio 1989, prima del citato intervento normativo è stato oggetto esclusivamente di aggiornamenti annuali sulla base della media degli indici Istat per i prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati e per i corrispondenti valori per il mercato all'ingrosso. L'ultimo aggiornamento determinava detto importo in euro 361,9 annui, pari a circa 30 euro al mese per 12 mesi. Il disposto incremento del canone minimo appare pertanto ragionevole, in considerazione dell'applicazione delle previsioni di cui all'articolo 1, commi 682 e 683, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, a tutte le concessioni demaniali, lacuali e fluviali, e della nuova disciplina in materia di calcolo dei canoni concessori.
PRESIDENTE. Il deputato Luca Pastorino ha facoltà di replicare.
LUCA PASTORINO (LEU). Presidente, io intanto ringrazio la Ministra della risposta, la ringrazio un po' meno del contenuto della risposta, nel senso che noi siamo contenti di quanto è stato fatto con la prima parte dell'articolo 100 del “decreto Agosto”, ma del comma 4 no.
Forse, mi sono spiegato male. In effetti, lei ha detto che quel canone da 500.000 lire della legge del 1989 ha avuto 30 euro di adeguamento nel corso degli anni; ma oggi, con il comma 4, noi diciamo al pescatore che ha la boa a Camogli o a Sestri Levante, che fino all'anno scorso pagava 362 euro, che, da domani, se vuole la boa, ne paga 2.500. Così come diciamo a un comune, titolare di concessioni che sono destinate ad attività sociali, legate allo sport, legate all'associazionismo, alle sedi di associazioni sportive, di cui magari si faceva carico e pagava 3.500 euro, giù di lì, per 10 concessioni, ebbene, adesso ne deve pagare 25 mila.
Questo mi sembra un discorso che favorisce una riflessione circa l'opportunità di passare da 362 euro a 2.500 euro di canone minimo, senza distinzione di finalità. Perché poi il punto è questo: secondo me occorrerebbe un ragionamento più ampio per cercare di distinguere le diverse finalità. Lo dico anche dal punto di vista dei conti, perché un'operazione di questo tipo, prevista dall'articolo 100, nella prima parte, quella del mancato utilizzo dei parametri OMI, determina un minor gettito di 6 milioni; nella seconda, ovvero quella dei 2.500 euro, determina un maggior gettito di 39 milioni.
Capite bene che forse un minimo di ragionamento in più, proprio per quanto rappresentano alcune di queste concessioni… E mi creda, in Liguria sono tante, legate alla tradizione; le ho parlato del Dragun di Camogli, ma potrei farle altri esempi. Anche sulla durata: voi pensate banalmente a quelle manifestazioni che si organizzano d'estate, i mercatini sulle aree demaniali; sostanzialmente quella roba lì anche a Forte dei Marmi non potranno più farla, nel momento in cui comunque da 300 euro gli organizzatori dovranno pagare 2.500 euro e i comuni altrettanto. Vi preannuncio quindi il deposito di un emendamento in legge di bilancio, e spero che avremo modo di discutere nel merito di quanto detto.