Camera dei Deputati – 4-07503 – Interrogazione su l' e- commerce di Amazon, accusato di aver violato le norme antitrust.
Camera dei Deputati – 4-07503 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 13 Novembre 2020.
— Al Ministro per gli affari europei, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
Amazon, il colosso dell'e-commerce, è finito nuovamente sotto i riflettori della Commissione europea e accusato di aver violato le norme antitrust, distorcendo la concorrenza nei mercati al dettaglio online: Amazon avrebbe abusato della sua posizione dominante sia in Germania che in Francia e utilizzato l'immensa mole di dati sugli utenti di cui dispone per avvantaggiarsi sui rivenditori più piccoli;
in particolare, secondo la tesi dell'Antitrust, nella doppia veste di gestore della piattaforma per le vendite in cui sono «ospitati» anche rivenditori terzi e di venditore diretto di suoi prodotti sulla medesima piattaforma, Amazon godrebbe e approfitterebbe di una posizione di vantaggio a scapito degli altri rivenditori, che sono sia clienti che concorrenti;
la società di Seattle, inoltre, utilizzerebbe impropriamente i dati privati dei rivenditori terzi per posizionarsi meglio con le sue offerte: secondo quanto riportato dai documenti pubblicati dall'organo di vigilanza europeo, Amazon sfrutterebbe le informazioni ricavate dalle attività di tali venditori per abbassare i prezzi, generare offerte e ottenere maggiore profitto, concorrendo in modo sleale con questi ultimi;
quella che l'interrogante giudica una spudorata gestione dei dati consentirebbe ad Amazon di evitare i normali rischi di impresa e di sfruttare la posizione dominante per la fornitura di servizi, in violazione dell'articolo 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (Tfue) che vieta l'abuso di una posizione dominante sul mercato;
l'accusa contro Amazon, se accertata, conferma l'impatto devastante delle politiche commerciali attuate dal colosso americano sul commercio, non solo francese e tedesco, ma anche italiano che sta subendo un vero e proprio sciacallaggio commerciale, particolarmente accentuato da quando è scoppiata l'emergenza pandemica;
con l'avvicinarsi del Natale, peraltro, la campagna delle vendite di Amazon si è fatta assillante e invasiva e rischia di trovare terreno fertile nella chiusura dei negozi disposta con le misure di contenimento dei contagi;
ma vi è di più, perché dove non arriva Amazon ci pensa il Governo italiano, permettendo di spendere sulla piattaforma anche il buono mobilità 2020 per acquistare una bicicletta, una ebike o un monopattino elettrico;
sebbene non sia una novità, peraltro, non finirà mai disdegnare l'esiguità dell'importo versato al fisco da colossi come Amazon, che contano su un giro d'affari di miliardi di euro l'anno e con profitti che nel 2019 hanno raggiunto i 146 miliardi: nel 2019 Amazon ha versato 10,9 milioni di euro a fronte di un fatturato di 1 miliardo di euro;
le tasse, naturalmente, si calcolano sugli utili e non sui ricavi, ma queste società non rendono noto come sono suddivisi i profitti nei diversi Paesi e attraverso operazioni tra filiali domiciliate in diversi Stati spostano gli utili nei Paesi dove il prelievo è bassissimo o inesistente, riuscendo a sottrarre al fisco tra il 2015 e il 2019 qualcosa come 46 miliardi di euro –:
se e quali immediate iniziative di competenza il Governo intenda promuovere per mettere gli esercizi di vicinato in condizione di concorrere con i colossi del web internazionale, salvaguardare il nostro tessuto economico e la pluralità delle offerte, anche attraverso il divieto di promozioni senza regole uniformi, come il black friday o il prime day, a tutela altresì dei consumatori e di un mercato sano;
se e quali iniziative di competenza il Governo intenda promuovere per l'adozione di una normativa, anche fiscale e in materia di promozioni commerciali, equa ed uniforme per il commercio fisico e digitale, affinché entrambi possano operare ad armi pari nell'ambito dello stesso mercato di riferimento.
(4-07503)