Camera dei Deputati- 5-02769 –Interrogazione sull'incertezza del tema 5G dovuta anche alla mancata conversione del decreto-legge n.105 del 2019 sul «golden power». RISPOSTA

Camera dei Deputati- 5-02769 – Interrogazione a risposta in Commissione presentata  il 27 settembre 2019

 — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

il Parlamento ha promosso un vasto ciclo di audizioni sul tema della transizione al 5G durante il quale operatori e soggetti interessati hanno svolto interventi e depositato interessanti memorie;

il Governo ha adottato un decreto-legge dedicato alla cybersicurezza (decreto-legge n. 105 del 2019), ma resta l'incertezza sul tema 5G dovuta anche alla mancata conversione del decreto-legge n. 105 del 2019 sul «golden power» a luglio 2019;

tale incertezza del quadro legislativo genera sconcerto tra agli operatori impegnati a investire cifre ingenti necessarie alla diffusione del 5G;

per quanto concerne la neutralità della rete il regolamento del 2015 attribuisce la preferenza per la trasmissione dei dati in rete sulla base di motivazioni economiche, quando sarebbe più opportuno introdurre valutazioni sulla qualità del servizio offerto –:

quali iniziative intenda assumere il Governo, e in quali tempi, relativamente a quanto esposto in premessa, attesa l'urgenza assoluta di provvedimenti indispensabili per lo sviluppo del 5G.
(5-02769)

Camera dei Deputati

Mercoledì 5 agosto 2020

Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 5 agosto 2020. — Presidenza della presidente Raffaella PAITA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico Mirella Liuzzi.

La seduta è cominciata alle 14.35.

5-02769 Butti: Iniziative urgenti per assicurare lo sviluppo della tecnologia 5G.

 La sottosegretaria Mirella LIUZZI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Alessio BUTTI (FDI), nell'augurare buon lavoro alla neoeletta presidente della Commissione, stigmatizza il ritardo con il quale il governo fornisce risposta ad un'interrogazione presentata nel settembre 2019 su un tema, come quello dello sviluppo delle nuove tecnologie, che richiederebbe ben altre politiche di intervento. Evidenzia al riguardo come la risposta fornita dalla rappresentante del governo, che giudica del tutto insoddisfacente, non fornisce alcun elemento di novità, limitandosi ad una mera elencazione di fatti già ampiamente noti. Al riguardo riterrebbe necessario comprendere l'orientamento del governo su alcune questioni cruciali relative alla transizione verso la tecnologia del 5G, quali la sicurezza delle reti, la posizione dell'Italia nello scacchiere geo-politico e nello scontro USA-Cina attualmente in corso. Stigmatizza altresì la mancata chiarezza in ordine alla questione del cloud nazionale, esprimendo forti preoccupazioni circa il recente intervento del Presidente del Consiglio nell'ambito del consiglio di amministrazione di Telecom circa la questione della rete unica secondaria e sul ruolo del fondo Kkr. Sollecita altresì risposte chiare e trasparenti sulla banda ultralarga, sul ruolo e sulle responsabilità di Infratel, evidenziando come il MISE sia affidato da tempo ad un rappresentante del M5S. Rileva infine la necessità che il governo fornisca risposte tempestive sul sistema di tracciamento incentrato sull'applicazione Immuni, che attualmente risulta essere stata scaricata da una percentuale molto bassa di utenti.

   La seduta è terminata alle 15.25.

5-02769 Butti: Iniziative urgenti per assicurare lo sviluppo della tecnologia 5G.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

Ringrazio gli Onorevoli interroganti per l'interrogazione sottoposta all'attenzione del Ministero dello sviluppo economico.
 Le telecomunicazioni rappresentano un settore strategico che sta vivendo delle grandi trasformazioni ed è indubbio che l'Italia debba giocare, anche in questo campo, un ruolo centrale in Europa.
Nell'ambito del processo di sviluppo capillare delle reti di nuova generazione giova, peraltro, rilevare che ci troviamo in un momento cruciale di passaggio dalla fase dei progetti pilota avviata dall'Italia sin dal 2017 e conclusasi lo scorso mese di giugno, al lancio di servizi commerciali da parte degli operatori che hanno investito e stanno investendo ingenti risorse finanziarie per lo sviluppo delle nuove reti, in particolare quelle in tecnologia 5G, le quali costituiranno la base su cui poggeranno gran parte delle attività socio-economiche dei prossimi anni.
L'assetto dello spettro radio elettrico è stato riorganizzato con l'adozione del nuovo Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze (PNRF 2018), secondo gli accordi internazionali ed europei, per consentire lo sviluppo delle nuove tecnologie, che prevedono, tra l'altro, la riduzione della banda destinata alle trasmissioni televisive a favore dei nuovi sviluppi delle reti di comunicazione 5G. Per la concreta assegnazione delle frequenze, è stato quindi approvato dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il 7 febbraio 2019, il nuovo Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze (PNAF), come previsto dalla legge di bilancio per il 2019. Con decreto 5 ottobre 2018 il Ministero dello sviluppo economico ha, inoltre, approvato il Nuovo Piano nazionale di ripartizione delle frequenze per favorire la transizione verso la tecnologia 5G. Successivamente, sono state svolte e concluse, precisamente in data 2 ottobre 2018, le gare per l'assegnazione dei diritti d'uso delle frequenze per il 5G.
Il forte interesse degli operatori per lo sviluppo del 5G ha portato anche all'avvio di progetti pilota privati che si sono affiancate alle sperimentazioni ufficiali del Ministero dello sviluppo economico, in particolare in tema di sicurezza delle infrastrutture stradali e smart road. I 5 progetti pilota avviati dal Mise con bando pubblico sono stati realizzati nelle città di Bari, L'Aquila, Matera, Milano e Prato e, come sopra detto, il 30 giugno scorso si sono concluse le attività di test con i primi dati sugli use case.
Il MISE ha creato, quindi, tutte le condizioni per il lancio commerciale dei servizi 5G prestando una particolare attenzione alla tutela degli interessi strategici nazionali attraverso una normativa ad hoc che garantisca la sicurezza delle nuove reti.
È indubbio altresì che in tale fase occorra un lavoro di sistema, ossia un'ampia cooperazione tra il settore pubblico e quello privato, con l'obiettivo di garantire lo sviluppo della tecnologia, da un lato, e la sicurezza delle nuove reti, dall'altro.
Giova rilevare, infatti, che agli indubbi benefici che l'evoluzione verso le reti di quinta generazione porteranno per il sistema Paese, si affiancano tuttavia problematiche connesse alla complessità e pervasività di tali reti. La flessibilità architetturale delle reti 5G rende, pertanto, la
sicurezza un tema veramente complesso da gestire, in quanto le relative architetture saranno composte da una pluralità di segmenti che vanno dall'accesso radio alla rete core, e con una vastità di terminali che svolgono funzioni sempre più complesse; quindi avremo un insieme molto ampio di elementi che presenteranno diversi aspetti di vulnerabilità. Ciò impone, dunque, l'individuazione di strategie per il controllo della filiera delle forniture di prodotti e sistemi che gli operatori di comunicazione elettronica utilizzano.
Al fine di ridurre tali rischi, è stato previsto un nuovo framework legale per gli operatori che intendono impiegare apparati e utilizzare servizi per le reti 5G forniti da soggetti di provenienza extra-UE.
È importante sottolineare che, nell'ambito dei poteri nel settore 5G, l'articolo 1 del decreto-legge n. 22 del 2019 ha introdotto disposizioni specifiche in tema di poteri speciali inerenti le reti di telecomunicazione elettronica a banda larga con tecnologia 5G.
In proposito, si osserva che il nuovo articolo 1-bis del decreto-legge n. 21 del 2012, inserito con il citato decreto-legge, qualifica i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G quali attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale, ai fini dell'esercizio dei poteri speciali. Viene, dunque, stabilito l'assoggettamento a notifica per i contratti o gli accordi, qualora siano conclusi con soggetti esterni all'Unione europea, che abbiano ad oggetto l'acquisto di beni o servizi relativi alla progettazione, alla realizzazione, alla manutenzione e alla gestione delle reti inerenti i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G; altresì soggette a notifica sono le acquisizioni di componenti ad alta intensità tecnologica funzionali alla predetta realizzazione o gestione.
Tale previsione è finalizzata all'eventuale esercizio del potere di veto o all'imposizione di specifiche prescrizioni o condizioni. Le notifiche devono essere inviate al CSIRT (Computer Security Incident Response Team), istituito in seno al DIS con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 agosto 2019 ed inserito in un apposito network europeo.
A tal riguardo, si specifica altresì che sono oggetto di valutazione anche gli elementi indicanti la presenza di fattori di vulnerabilità che potrebbero compromettere l'integrità e la sicurezza sia delle reti sia dei dati che vi transitano.
Si evidenzia, tra l'altro, che il decreto-legge 105 del 21 settembre 2019 «Disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica» (convertito con modificazioni dalla legge 18 novembre 2019, n. 133), subordina l'esercizio dei poteri speciali all'esito delle verifiche effettuate dal Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN) istituito presso il MiSE per le attività di valutazione tecnica di sicurezza informatica.
In tale contesto il MISE rappresenta l'Amministrazione che – nell'ambito del Gruppo di Coordinamento – è competente per l'istruttoria delle notifiche presentate dagli operatori ai sensi del citato decreto-legge, avvalendosi delle competenze tecniche di un gruppo informale del quale fanno parte esperti provenienti dalle diverse Amministrazioni che siedono nel Tavolo di Coordinamento. Ove ritenuto opportuno, una serie di possibili prescrizioni per l'operatore notificante, anche queste concordate nell'ambito del gruppo tecnico informale, finalizzate a ridurre il rischio derivante dall'installazione delle apparecchiature oggetto della notifica, sono fornite al Gruppo di Coordinamento che propone l'esito dell'istruttoria al Consiglio dei ministri per l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con le determinazioni finali. La verifica del rispetto delle prescrizioni è affidata ad un Comitato di Monitoraggio istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 settembre 2019.
Le prescrizioni rivolte ai soggetti notificanti sono riconducibili a due principali tipologie che fanno riferimento ad aspetti relativi alla politica ed alla gestione della
sicurezza, da un lato; e ad aspetti di carattere più propriamente tecnico, dall'altro. A queste si aggiungono ulteriori prescrizioni derivanti dal «Toolbox» di misure di sicurezza per il 5G adottato in ambito europeo nel quadro dell'attuazione delle previsioni della Raccomandazione (UE) 2019/534 della Commissione del 26 marzo 2019 «Cibersicurezza delle reti 5G».
Invero, appare evidente l'importanza di tener conto dei collegamenti tra il 5G come fattore tecnologico abilitante, ed aspetti come l'intelligenza artificiale, l'utilizzo dei big data e il ruolo degli algoritmi, la cibersicurezza e, sotto il profilo infrastrutturale, le connessioni in banda larga, a loro volta indispensabili per assicurare l'adeguato sviluppo delle tecnologie 5G. In tal senso, ricordo le mozioni approvate il 16 luglio scorso in Assemblea Camera (tra i co-firmatari c’è anche l'Onorevole Interrogante), con le quali il Governo è stato chiamato ad assumere taluni impegni in merito alle iniziative a sostegno del settore delle telecomunicazioni e per l'efficienza e la sicurezza delle reti di comunicazione elettronica.
In conclusione, il Governo conferma la centralità della tematica dello sviluppo del 5G, in un contesto che vede un rafforzato impegno sull'accelerazione delle infrastrutture ultraveloci nella piena consapevolezza dei vantaggi economici e sociali della trasformazione digitale direttamente legati alle dimensioni delle reti, anche in considerazione dell'esperienza vissuta da tutti i cittadini nel corso dell'emergenza sanitaria da Covid-19.

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