Camera dei Deputati- 5-03339 – Interrogazione sui lavori per la realizzazione dell'infrastruttura in fibra ottica da parte di Open Fiber S.p.a. e sui danni arrecati. RISPOSTA

Camera dei Deputati- 5-03339 – Interrogazione a risposta in Commissione presentata il 3 gennaio 2020.

 — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere - premesso che:

Open Fiber S.p.a., società il cui assetto azionario è costituito da una parteciparne paritetica tra Enel spa e CdP Equity S.p.A. società del gruppo Cassa depositi e prestiti (società per azioni controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze), ha avviato un piano per la realizzazione di un'infrastruttura in fibra ottica, su scala nazionale, provvedendo alla realizzazione della rete in fibra ottica, o mediante un investimento privato, stipulando apposite convenzioni con i comuni interessati dagli interventi o con un finanziamento pubblico nelle cosiddette «zone bianche» – cioè aree individuate come «a fallimento di mercato» – in quanto operatore individuato come concessionario all'esito di procedure di gara avviate da Intratel S.p.a. (soggetto in house del Ministero dello sviluppo economico);

il decreto 1° ottobre 2013 del Mise, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 244 del 17 ottobre 2013 – serie generale, detta le specifiche tecniche delle operazioni di scavo e ripristino per la posa di infrastrutture digitali nelle infrastrutture stradali;

alcuni comuni, tra i quali ad esempio Lecce, con cui Open Fiber ha operato in convenzione, lamenterebbero la non corretta esecuzione dei lavori di ripristino a seguito degli scavi per la posa dei cavi, anche se, dal canto suo, Open Fiber replica che i lavori sarebbero conformi alla normativa («decreto fibra», «decreto scavi» e altro) che prescrive le modalità d'intervento della posa dei cavi e dei ripristini in ogni dettaglio;

anche il comune di Busto Arsizio non sarebbe soddisfatto dell'operato della società, tanto che il sindaco pare abbia chiesto agli uffici comunali di attivarsi per procedere con l'escussione della fideiussione che Open Fiber ha versato a garanzia;

ancora, per esempio, è del 14 dicembre 2019 la notizia dell'episodio del danneggiamento della rete idrica in sei punti diversi nel comune di Messina, che avrebbe portato il sindaco ad emanare un'ordinanza con cui ferma d'imperio i lavori che Openfiber da mesi effettua in città per il passaggio della fibra ottica. Secondo l'ordinanza, infatti, sarebbero molte le colpe ascrivibili alla società, la quale, oltre a non aver eseguito un'idonea indagine georadar preventiva, per cui continuerebbe a causare diversi ed ingenti danni alle infrastrutture, non collocherebbe nei tempi previsti la necessaria segnaletica di divieto di sosta con zona rimozione coatta, con indicato il periodo di validità, creando intralcio e confusione per la viabilità; inoltre non delimiterebbe idoneamente le aree di intervento e non collocherebbe la necessaria segnaletica stradale e idonei dispositivi luminosi, così come previsto dal codice della strada. Inoltre, non adotterebbe, durante gli interventi, le precauzioni necessarie a salvaguardia della pubblica incolumità, movimentando i mezzi di cantiere sulla sede viaria contestualmente al transito veicolare e pedonale;

in data 15 gennaio 2019, il gruppo M5S all'Assemblea regione siciliana ha depositato l'interrogazione n. 653, con la quale richiedeva chiarimenti sulla regolarità della condotta di Open Fiber S.p.a. –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto sopra riportato e se non ritengano opportuno adottare iniziative di competenza, anche attraverso un controllo generalizzato sulla conformità dei lavori per la posa di infrastrutture digitali nelle infrastrutture stradali, rispetto al decreto 1° ottobre 2013 del Mise e, più in generale rispetto alla normativa di riferimento, anche al fine di tutelare la sicurezza delle persone e dei luoghi interessati dagli interventi in questione, indubbiamente compromessa, qualora le condotte segnalate venissero accertate.
(5-03339)

Camera dei Deputati

Mercoledì 5 agosto 2020

Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)

INTERROGAZIONI

  Mercoledì 5 agosto 2020. — Presidenza della presidente Raffaella PAITA. – Interviene la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico Mirella Liuzzi.

  La seduta è cominciata alle 14.35.

5-03339 Ficara: Rispetto della normativa vigente da parte della società Open Fiber nella realizzazione dei lavori per la posa di infrastrutture digitali nelle infrastrutture stradali, a tutela della sicurezza dei cittadini.

La sottosegretaria Mirella LIUZZI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

Paolo FICARA (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta fornita dalla rappresentante del Governo che testimonia come siano stati fatti passi importanti al fine di ridurre il digital divide in tutto il territorio nazionale. Pur apprezzando gli sforzi compiuti dal ministero, sottolinea l'importanza di interventi
urgenti al fine di garantire l'effettuazione dei collaudi dei lavori da parte di Open Fiber, auspicando non solo che sia garantita una vigilanza attenta e continua da parte degli organismi di vigilanza sui soggetti concessionari delle infrastrutture stradali ma anche che si realizzi l'implementazione della mappatura del sottosuolo al fine di agevolare la realizzazione degli scavi necessari per l'installazione della fibra ottica su tutto il territorio nazionale.

La seduta è terminata alle 15.25.

5-03339 Ficara: Rispetto della normativa vigente da parte della società Open Fiber nella realizzazione dei lavori per la posa di infrastrutture digitali nelle infrastrutture stradali, a tutela della sicurezza dei cittadini.

TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA

L'onorevole interrogante fa riferimento al Piano Banda Ultra Larga (BUL) e – specificamente – lamenta la non corretta esecuzione dei lavori di ripristino da parte di Open Fiber, a seguito degli scavi per posa della fibra ottica, in alcuni comuni del territorio nazionale.
In via preliminare, occorre ricordare che, con decisione finale del 30 giugno 2016, la Commissione europea ha approvato il regime di aiuti di Stato relativo alla «Strategia Banda Ultralarga» italiana.
In data 11 febbraio 2016, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dello sviluppo economico, le Regioni e le Province Autonome italiane, ai sensi della delibera CIPE 6 agosto 2015, n. 65, hanno stipulato un «Accordo quadro per lo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale verso gli obiettivi EU2020», con il quale hanno convenuto di destinare a tali interventi risorse nazionali e risorse comunitarie, previste nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali, indicate nei Programmi Operativi Regionali.
In data 3 aprile 2019 la Commissione europea ha approvato definitivamente il «grande progetto nazionale banda ultra larga – Aree bianche» per un costo ammissibile pari a 941 milioni di euro.
Come correttamente indicato dall'Interrogante, il soggetto attuatore dell'intervento è Infratel Italia S.p.a., società controllata da Invitalia S.p.a. e vigilata dal Ministero dello sviluppo economico. La società aggiudicataria dei bandi di gara pubblicati da Infratel nelle «Aree bianche» è Open Fiber ed è l'attuale concessionaria per la costruzione, manutenzione e gestione della rete BUL nei territori interessati.
Il decreto 1o ottobre 2013, emanato dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, cui si fa riferimento nell'atto in discussione, afferisce alle modalità di posa delle infrastrutture digitali, ovvero le infrastrutture per le telecomunicazioni a banda larga ed ultralarga e le relative modalità di ripristino, lungo tutte le strade ricadenti nell'intero territorio nazionale, in ambito urbano ed extraurbano.
Tale decreto riguarda la rete stradale di interesse nazionale, gestita da ANAS S.p.a. e da diversi concessionari autostradali, nonché la rete stradale gestita dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni; a tal proposito, si rappresenta che in data 26 settembre 2013 il provvedimento ha acquisito l'intesa in sede di Conferenza Unificata.
Il decreto prevede che la posa delle infrastrutture digitali possa avvenire attraverso differenti metodologie di scavo, introducendo accanto allo scavo tradizionale metodologie di scavo a limitato impatto ambientale (perforazione orizzontale e mini-trincea) che favoriscono la rapidità delle operazioni di posa dell'infrastruttura digitale sul territorio.
Il decreto, in funzione delle diverse metodologie di scavo, prevede specifiche tecniche differenziate tra l'ambito urbano ed extraurbano e per i diversi tipi di infrastruttura stradale, nel rispetto dell'esigenza di contenere le aree di ripristino
della infrastruttura stradale stessa, anche al fine di non gravare di eccessivi oneri le operazioni di installazione delle infrastrutture digitali.
Al fine di contemperare lo sviluppo digitale con l'esigenza di preservare la sicurezza stradale della circolazione, sia durante i lavori sia per tutta la vita utile della infrastruttura stradale, il decreto prevede opportune misure di salvaguardia dell'infrastruttura stradale stessa. Le infrastrutture digitali dovranno essere installate nel rispetto di quanto disciplinato nel Nuovo Codice della Strada e nel Regolamento di esecuzione ed attuazione del Nuovo Codice della Strada e successive modifiche e integrazioni, con particolare riferimento alle disposizioni relative alla regolarità e sicurezza della circolazione stradale ed alla tutela dell'infrastruttura stradale.
Si segnala, altresì, che recenti misure di semplificazione per l'innovazione sono state previste nel decreto-legge n. 135 del 2018, convertito nella legge n. 12 del 2019 recante «Disposizioni urgenti in materia di sostegno e semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione», per accelerare il rilascio delle autorizzazioni, in particolare per le attività di scavo a basso impatto ambientale.
In tal senso, le modifiche apportate dal decreto-legge n. 76 del 2020 del 16 luglio 2020, con particolare riferimento all'articolo 38 recante «Misure di semplificazione per reti e servizi di comunicazioni elettroniche», hanno introdotto modifiche che consentono di ampliare la casistica in cui è previsto l'utilizzo di tecniche di scavo innovative a basso impatto ambientale, che comporterebbe vantaggi non solo in termini di minore invasività degli interventi di costruzione della rete sulle strade interessate dai lavori, ma anche in termini di velocità nell'esecuzione delle opere.
In generale, per imprimere un'effettiva accelerazione alla indispensabile «chiusura dei cantieri» completati, il Consiglio di Amministrazione di Infratel Italia in data 26 maggio ha approvato (ai sensi del «Codice appalti») una procedura negoziata per l'affidamento di incarico per «verifiche in corso d'opera» di impianti in fibra ottica, con l'obiettivo di selezionare professionisti qualificati per l'attività di controllo dei cantieri Open Fiber.
Per far fronte alla situazione emergenziale determinata dall'emergenza sanitaria da Covid-19 e, più in generale, per consentire un'accelerazione nell'attuazione del piano BUL, infine, Infratel ha introdotto, nel rispetto della concessione e delle norme dell'ordinamento generale, significative misure di semplificazione che dovrebbero rendere più agevole la conclusione dei lavori da parte del concessionario. In particolare, mi preme ricordare le misure di collaudo con geo-coding automatico e di cosiddetto «collaudo agile».
Per migliorare i processi di progettazione e collaudo dei lavori sono stati altresì avviati dei gruppi di lavoro congiunti Infratel Italia – Open Fiber. I gruppi di lavoro hanno concordato alcune iniziative, tra le quali, per le attività di collaudo, è stata anche condivisa una modalità di monitoraggio delle criticità che ostacolano il completamento dei lavori ed impediscono l'esecuzione dei collaudi. Mentre, per le attività di progettazione, è stato condiviso con Open Fiber un software sviluppato da Infratel Italia per automatizzare le verifiche di conformità dei progetti alle norme tecniche di progettazione ed ai target di copertura previsti nei Comuni oggetto di intervento.
Nello specifico della questione posta dall'Onorevole Interrogante, si rappresenta che la società Open Fiber sta operando – nei comuni segnalati – esclusivamente con risorse proprie, in qualità di operatore privato e non utilizzando il finanziamento pubblico destinato alle cosiddette «aree bianche», aree individuate come «a fallimento di mercato», quale concessionario all'esito di procedure di gara avviate dalla società in-house del Ministero dello sviluppo economico.
Si ritiene, pertanto, che la verifica della correttezza delle operazioni di scavo e ripristino per la posa delle infrastrutture digitali nelle sedi stradali dei suddetti comuni non rientri nelle competenze della società Infratel S.p.A., quanto piuttosto in
quelle degli enti gestori delle strade interessate dai lavori. Allo stesso modo, si rappresenta che eventuali iniziative per un controllo generalizzato sulla conformità dei lavori per la posa di infrastrutture digitali nelle sedi stradali alle prescrizioni del cosiddetto «decreto scavi», non rientrano strettamente nelle competenze del MiSE ma concernono anche le competenze di altre Amministrazioni.
Tuttavia, giova sottolineare la necessità di giungere in tempi rapidi alla creazione di una infrastruttura digitale nazionale, che assicuri al sistema Paese di superare i divari tecnologici esistenti e raggiungere l'obiettivo europeo di una società digitale pienamente inclusiva, nel pieno rispetto, in ogni caso, delle regole previste anche al fine di tutelare la sicurezza dei cittadini e dei territori interessati dall'opera.

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