Camera dei Deputati -5-03908 -Interrogazione sulla concorrenza fiscale aggressiva nell'Unione europea nel contesto dell'emergenza Covid-19. RISPOSTA
Camera dei Deputati -5-03908 -Interrogazione a risposta immediata in commissione presentata il 5 maggio 2020.
— Al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:
l'Unione europea ha tra le proprie fondamenta il mercato unico che ad oggi non ricomprende l'Unione fiscale: pertanto gli Stati membri possono attuare politiche di concorrenza fiscale, le quali impattano fortemente sulla responsabilità fiscale delle imprese a detrimento della fiscalità generale e quindi della capacità degli Stati di finanziare spesa pubblica e servizi;
nelle raccomandazioni dell'Unione europea contenenti i pareri sul programma nazionale di riforma verso Olanda, Lussemburgo, Malta, Cipro, Irlanda, emerge dal 2017 il tema della pianificazione fiscale aggressiva strategica (ATP): l'elevato livello dei dividendi, degli interessi e delle royalty pagati in percentuale del prodotto interno lordo indica che le imprese impegnate nella ATP sfruttano la normativa tributaria per eludere l'imposizione fiscale. Tali transazioni, se non sono tassate neanche nella giurisdizione di riscossione, rappresentano una evasione fiscale;
l'entità delle transazioni finanziare all'interno degli Stati dell'Unione e degli stessi gruppi di imprese (holding) è reso di ancora più difficile misurazione, poiché le società multinazionali non rendono pubblici i report stato per stato (CBCR), con impossibilità di valutare i dati di bilancio aggregati e facilitando il profit-shifting, stimato da alcuni economisti, in 6,35 miliardi di utili d'impresa trasferiti artificialmente in sei giurisdizioni a tassazione fiscale agevolata (Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Belgio, Cipro, Malta);
dal recente report della Tax Justice Network, a causa dell'attrazione delle multinazionali statunitensi operanti in Europa nei paradisi fiscali europei, ogni anno verrebbero persi 27 miliardi di dollari di mancati introiti fiscali nell'Unione europea, e le perdite maggiori risultano nei Paesi europei che in questo momento sono stati più colpiti dalla pandemia: l'Italia avrebbe perso 4 miliardi di dollari di imposte sulle società;
la pandemia ha maggiormente evidenziato i gravi costi delle pianificazioni fiscali aggressive all'interno dell'Unione europea, in termini di profonda distorsione dell'architettura comunitaria che danneggia il nostro Paese – con perdite altissime in termini di entrate tributarie proprie dalle imprese – e impoverisce l'Unione –:
in un periodo di emergenza come quello che l'Unione europea sta attraversando a causa dell'epidemia da Covid, se e con strumenti si ritenga di intervenire, nell'ambito dei negoziati in corso nell'Unione europea per elaborare la strategia comune di risposta all'emergenza epidemiologica, affinché le misure contemplino meccanismi per il superamento dell'attuale disomogeneità tra i regimi fiscali nazionali e la conseguente concorrenza fiscale aggressiva, al fine di contrastare gli effetti distorsivi arrecati al mercato unico e recuperare risorse per contrastare l'emergenza economico sociale in atto.
(5-03908)
Camera dei Deputati
Giovedì 6 maggio 2020
Politiche dell'Unione europea (XIV)
Mercoledì 6 maggio 2020. — Presidenza del presidente Sergio BATTELLI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per gli affari europei, Laura Agea.
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
La seduta comincia alle 14:00.
5-03908 Berti: Sulla concorrenza fiscale aggressiva nell'Unione europea nel contesto dell'emergenza Covid-19.
Francesco BERTI (M5S) illustra l'interrogazione in titolo, evidenziando in particolare come l'assenza di una Unione fiscale consenta ad alcuni Stati membri di attuare politiche di concorrenza fiscale aggressive, che comportano effetti distorsivi sul mercato unico e incidono sulla capacità degli Stati di finanziare la spesa pubblica e i servizi, ostacolando il reperimento delle risorse necessarie per affrontare l'emergenza economico-sociale in atto.
La sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Laura AGEA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).
Francesco BERTI (M5S), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta, che conferma l'impegno dell'Italia nel sollecitare le istituzioni europee a promuovere i principi della trasparenza e a contrastare le pratiche di concorrenza fiscale, attuate in particolare da paesi quali l'Olanda, il Lussemburgo, Malta, Cipro e l'Irlanda, che ricorrono in modo diffuso a politiche di pianificazione fiscale aggressiva strategica.
Conclude esprimendo apprezzamento altresì sul riferimento fatto dalla rappresentante del Governo in ordine all'esigenza di fare ricorso in modo incisivo alla collaborazione rafforzata per contrastare il fenomeno della concorrenza fiscale.
Interrogazione n. 5-03908 Berti: Sulla concorrenza fiscale aggressiva nell'Unione europea nel contesto dell'emergenza Covid-19.
TESTO DELLA RISPOSTA
Grazie Presidente, e grazie agli Onorevoli interroganti.
La crisi sanitaria ed economica dovuta al Covid ha accentuato le asimmetrie sociali ed economiche degli Stati membri dell'Unione europea. La politica fiscale europea, e internazionale, rileva ancora oggi una importante diseguaglianza tra gli Stati e necessita di una urgente armonizzazione per assicurare un corretto funzionamento del mercato interno ed evitare distorsioni della concorrenza.
Riguardo la questione posta dagli Onorevoli interroganti si osserva che la legislazione italiana ha di recente introdotto norme di matrice sovranazionale finalizzate a migliorare il patrimonio informativo dell'amministrazione finanziaria in tema di analisi dei fenomeni di pianificazione fiscale aggressiva, come nel caso dei lavori OC-SE/G20 in tema di BEPS (Base erosion and profit Shifting) o in sede di recepimento di direttive dell'Unione europea, tra cui quelle aventi ad oggetto il Country by country reporting (GBCR) e i tax ruling.
In particolare, il tema delle misure di contrasto alla pianificazione fiscale aggressiva, attuata soprattutto dalla grandi imprese multinazionali, è stato al centro dei lavori BEPS, in ambito OCSE e gli esiti di tali lavori sono stati recepiti, a livello UE, con le Direttive ATAD1 e ATAD2.
Con riferimento ai CBCR si osserva che il Report OCSE sull'Action 13, pubblicato nell'ambito del Progetto BEPS, ha rivisitato il Capitolo V delle Linee Guida dell'OCSE sui prezzi di trasferimento, introducendo – ai fini della relativa documentazione – un approccio su tre livelli.
In particolare, in aggiunta al Master File e al Country File, è stato previsto per i gruppi multinazionali di rilevanti dimensioni un nuovo meccanismo di Rendicontazione Paese per Paese (Country-by-Country Reporting, di seguito anche CbCR) che integra la documentazione da fornire in tema di prezzi di trasferimento e che è oggetto di scambio tra le amministrazioni fiscali.
Le raccomandazioni del Report OC SE sono state recepite in ambito europeo con la Direttiva 2016/88l/EU del 25/3/2016 (c.d. «DAC4»), sull'obbligo dello scambio automatico obbligatorio di informazioni in materia di Rendicontazione Paese per Paese, ed attuate in ambito nazionale con la legge di Stabilità 2016, cui hanno fatto seguito il decreto ministeriale del 23 febbraio 2017 ed il Provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate del 28 novembre 2017.
Quest'anno dovrebbero inoltre essere attuate le disposizioni della Direttiva (UE) 2018/822 del Consiglio, del 25 maggio 2018 (c.d. DAC 6), recante la modifica della Direttiva 2011/16/UE per quanto concerne lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale relativamente ai meccanismi transfrontalieri soggetti all'obbligo di notifica.
Vale comunque la pena osservare che la pubblicità delle informazioni che i Gruppi multinazionali scambiano con le amministrazioni fiscali attraverso l'invio della rendicontazione CBCR non è parte del minimum standard previsto dall'Action 13 BEPS.
Rispetto alla proposta della Commissione per l'introduzione a livello europeo
di una rendicontazione pubblica Paese per Paese dei gruppi multinazionali, l'Italia ha votato a favore della proposta nella sessione ministeriale del Consiglio del 28 novembre 2019. Tuttavia, la proposta della Commissione non ha ottenuto la necessaria maggioranza qualificata.
Con riferimento alle misure oggetto di valutazione in ambito UE per il superamento dell'attuale disomogeneità tra i regimi fiscali nazionali e la conseguente concorrenza fiscale aggressiva sembra opportuno evidenziare l'importante lavoro compiuto negli anni recenti nell'ambito del Gruppo Codice di Condotta per il contrasto alle pratiche fiscali dannose (di seguito, il Gruppo) costituito presso il Consiglio UE.
Il Gruppo ha definito criteri e standard per valutare i regimi fiscali preferenziali introdotti dagli Stati membri. Questo al fine di individuare eventuali profili di concorrenza fiscale dannosa che incentivino la pianificazione fiscale aggressiva.
Al momento, i lavori del Gruppo Codice di Condotta sono finalizzati, fra l'altro, a verificare la conformità delle normative degli Stati membri alle diverse linee Guida sulle norme antiabuso definite dal Gruppo. Alcune di queste linee Guida rivolte agli Stati membri, il Gruppo ha favorito interventi legislativi comunitari come la Direttiva antielusione che ha determinato l'introduzione negli ordinamenti degli Stati membri di nome di contrasto all'elusione fiscale, o la Direttiva per lo scambio informazione sugli accordi fiscali (ruling) concessi dagli Stati Membri ai contribuenti, favorendo così la trasparenza di pratiche amministrative che potrebbero dare luogo a fenomeni elusivi.
L'Italia rimane in prima linea nel contrasto all'elusione fiscale e nell'instaurazione di un sistema fiscale europeo e internazionale equo, adeguato alla profondità dell'integrazione delle filiere produttive e commerciali, che consenta una giusta contribuzione allo sviluppo complessivo dell'Unione. In questo contesto il Governo è intenzionato ad impegnare il massimo sforzo per raggiungere una armonizzazione delle politiche fiscali a livello europeo anche, qualora necessario, attraverso il ricorso alla cooperazione rafforzata prevista dall'articolo 116 del Trattato per correggere le distorsioni della concorrenza in materia fiscale.
La seduta termina alle 14:35.