Camera dei Deputati - 5-04677 - Interrogazione su interventi per la riforma del Reddito di cittadinanza. RISPOSTA
Camera dei Deputati - 5-04677 - Interrogazione a risposta immediata in commissione presentata il 29 settembre 2020.
— Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
a diciotto mesi dall'avvio dell'istituto del reddito di cittadinanza, periodo al termine del quale la legge prevede una sospensione dell'erogazione del beneficio in attesa di una nuova erogazione a seguito di domanda dei beneficiari, i numeri forniti da Anpal sui risultati ottenuti delineano uno scenario fortemente negativo;
a fine luglio 2020, su una platea di circa 1,23 milioni di percettori maggiorenni del reddito di cittadinanza, i patti per il lavoro sottoscritti sono stati soltanto 318,221, mentre la maggioranza dei percettori del beneficio, circa il 57,8 per cento del totale, avevano appena ricevuto la convocazione presso i centri per l'impiego. Le offerte di lavoro e le opportunità formative proposte dai così detti navigator ai beneficiari del reddito di cittadinanza sono state, inevitabilmente, ancora inferiori, pari 220.048;
all'ormai acclarato mancato funzionamento dell'istituto nella parte relativa al reinserimento nel mondo del lavoro, si aggiungono distorsioni, criticità ed effetti perversi, in parte già noti e di recente descritti puntualmente in un'inchiesta del Corriere della Sera;
nell'inchiesta sopra citata si riportano numerose testimonianze di imprenditori che denunciano il fatto di non riuscire a trovare manodopera perché sovente i percettori di reddito di cittadinanza o rifiutano offerte di lavoro, oppure propongono di svolgere la propria attività in nero per cumulare il salario al sussidio percepito;
anche sul fronte dei controlli e delle verifiche dell'effettivo possesso dei requisiti per l'accesso al reddito di cittadinanza si sono registrate numerose e preoccupanti carenze che hanno consentito l'accesso al sussidio a persone affiliate ad organizzazioni criminali, a numerose persone in stato di detenzione, o, come emerso a seguito di un tragico fatto di cronaca che ha visto la morte del giovane Willy Duarte, a persone che possiedono cespiti e redditi non compatibili con l'accesso al reddito di cittadinanza;
a fronte di dette criticità, in una recente intervista, anche un Ministro del Governo, il Ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova ha denunciato il fallimento del reddito di cittadinanza sia sotto il profilo dei controlli che sotto il profilo dell'avviamento al lavoro –:
se il Governo non intenda adottare iniziative volte a riformare radicalmente l'istituto del reddito di cittadinanza al fine di liberare risorse da investire in una riforma organica del settore delle politiche attive del lavoro, della formazione e degli ammortizzatori sociali.
(5-04677)
Camera dei Deputati
Mercoledì 30 settembre 2020
Lavoro pubblico e privato (XI)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Mercoledì 30 settembre 2020. — Presidenza della vicepresidente Renata POLVERINI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Francesca Puglisi.
La seduta comincia alle 13.15.
5-04677 Zangrillo: Interventi per la riforma del Reddito di cittadinanza.
Paolo ZANGRILLO (FI) illustra la sua interrogazione, volta a sapere se il Governo, a fronte del fallimento, certificato dai dati statistici, del Reddito di cittadinanza come strumento per favorire l'accesso al mercato del lavoro delle persone più deboli, abbia intenzione di riformare l'istituto per liberare le risorse necessarie a intervenire con investimenti importanti nel settore delle politiche attive del lavoro.
La Sottosegretaria Francesca PUGLISI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), sottolineando, in particolare, che i dati dimostrano che circa il 50 per cento dei percettori del Reddito di cittadinanza non sono avviati al lavoro non per l'incapacità del Centri per l'impiego, ma per l'oggettiva difficoltà a collocare soggetti mediamente con più di 50 anni di età, con basso titolo di studio e fuori dal mercato del lavoro da circa dieci anni. Ciò non toglie, tuttavia, che sia necessario sottoporre a un attento riesame l'impianto del Reddito di cittadinanza, allo scopo di configurarlo in modo più aderente ai soggetti cui è diretto, razionalizzando l'impiego delle risorse, che, se liberate, potranno essere investite per il potenziamento delle politiche attive del lavoro.
Paolo ZANGRILLO (FI), pur ringraziando la sottosegretaria, giudica eccessivamente vaga la risposta fornita, che, oltretutto, non dà conto del fallimento del Reddito di cittadinanza, il quale sconta la pretesa di sommare due finalità che, al contrario, dovrebbero essere perseguite con strumenti diversi: la lotta alla povertà e il contrasto alla disoccupazione. Ribadisce la necessità di una riforma radicale dell'istituto e di ingenti investimenti per consentire ai Centri per l'impiego di raggiungere almeno lo standard medio dei sistemi più avanzati, anche attraverso una più stretta connessione tra essi, le regioni e le imprese, allo scopo di rendere possibile l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.
La seduta termina alle 13.45.
5-04677 Zangrillo: Interventi per la riforma del Reddito di cittadinanza.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti richiamano l'attenzione del Governo sull'efficacia del Reddito di cittadinanza.
Preliminarmente, con riferimento alle presunte carenze relative alle verifiche in ordine all'effettivo possesso dei requisiti per l'accesso al Reddito di cittadinanza, preciso che la norma prevede controlli sui requisiti dichiarati dal beneficiario nella domanda di accesso alla misura. Tali controlli, vengono effettuati, in via preventiva, da INPS circa le informazioni presenti nella sua banca dati e in una fase successiva, su campioni di rischio appositamente selezionati, da altri organi, tra cui la Guardia di Finanza.
A questo proposito l'INPS, interpellato in materia, ha rappresentato che l'accertamento dello stato reddituale e/o patrimoniale dei richiedenti avviene per il tramite della Dichiarazione Sostitutiva Unica, che è oggetto di verifica da parte dell'Agenzia delle Entrate, sulla base delle informazioni presenti nelle banche dati (redditi, patrimonio mobiliare ecc.).
Tali controlli, tuttavia, non esauriscono il sistema degli accertamenti sul reale stato patrimoniale dei percettori. Segnalo, infatti che il flusso massivo dei dati RdC è inviato periodicamente alla Guardia di Finanza, che dispone ulteriori verifiche mirate su situazioni che richiedono approfondimenti; inoltre, a partire dal mese di novembre, saranno sottoposte a verifica le dichiarazioni rese dai percettori del reddito di cittadinanza in merito al possesso dei c.d. «beni durevoli». Tale accertamento sarà contestuale per i successivi rinnovi e per le nuove domande.
Per quanto riguarda l'efficacia di una misura di reddito minimo quale il reddito di cittadinanza, che intende coniugare obiettivi di politica attiva del lavoro con obiettivi di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all'esclusione sociale, attraverso uno strumento di sostegno al reddito, questa, va valutata prendendo a riferimento diversi indicatori. Infatti il reddito di cittadinanza è pensato per intervenire immediatamente sul contrasto alla povertà introducendo un sistema di sostegno al reddito, collegato a percorsi di accompagnamento per il superamento del disagio sociale e, laddove possibile, politiche attive per l'inserimento lavorativo.
Un primo risultato viene dimostrato dai recenti dati Istat, che hanno evidenziato un calo della povertà assoluta nel secondo semestre 2019 rispetto al 2018. È chiaro che, per fare in modo che la condizione di bisogno non si traduca in povertà intergenerazionale è necessario proseguire nel rafforzamento degli strumenti di inclusione sociale e lavorativa. Pertanto è necessario far ripartire gli interventi di rafforzamento dei centri per l'impiego e dei servizi competenti in materia di contrasto alla povertà per la predisposizione dei patti per il lavoro e dei patti per l'inclusione sociale sospesi a causa dell'emergenza sanitaria.
Secondo i dati forniti da INPS a luglio 2020, i nuclei familiari che percepiscono il Reddito o la Pensione di cittadinanza sono 1.266.412, circa il 75 per cento delle famiglie in condizioni di povertà assoluta (ISTAT).
Ad ogni modo, il dato attuale testimonia della capacità della misura di raggiungere
i soggetti più bisognosi. Inoltre, in futuro, sarà utile anche valutare se e in che misura il Reddito di cittadinanza abbia potuto offrire protezione alle famiglie più vulnerabili a fronte dell'emergenza COVID-19. La natura non assistenziale della misura si esplica infatti, anche a prescindere dagli esiti lavorativi raggiunti nel breve periodo, nella capacità di avviare con le famiglie beneficiarie un percorso di attivazione e di inclusione sociale.
È chiaro che vanno rafforzate ed implementate le politiche attive del lavoro, soprattutto in un momento di emergenza sanitaria quale quello che stiamo vivendo, che ha coinvolto tutta la popolazione in un'emergenza economica senza precedenti.
Sul punto, voglio segnalare un progetto elaborato dal Ministero che rappresento nell'ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l'accesso alle risorse del c.d. Recovery Fund.
Più precisamente, nell'ambito del progetto «Rilancio delle politiche attive a sostegno delle transizioni occupazionali» il Ministero del lavoro punta alla realizzazione di interventi strategici, a livello nazionale, finalizzati a sostenere le transizioni occupazionali, con una azione integrata che punti allo sviluppo delle competenze delle persone giovani e adulte, indirizzandole anche verso i futuri ambiti economici del verde e della digitalizzazione.
Indispensabile sarà, poi, la complementarietà con le politiche attive finalizzate al mantenimento occupazionale o al reinserimento dei lavoratori tramite una riqualificazione professionale e un accrescimento delle competenze individuali utili a rispondere alle esigenze del mercato del lavoro nell'ottica di attenuare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.
Mi preme da ultimo ricordare che, lungo questa direttrice, si colloca anche un altro degli undici progetti presentati, cioè quello che riguarda la completa rivisitazione della disciplina degli ammortizzatori sociali sulla quale, come noto, è già al lavoro un'apposita commissione di esperti.