Camera dei Deputati - 5-04695- Interrogazione sul cambio di appalto delle attività di contact center di Anac e del comune di Roma e sul contratto collettivo che verrà applicato ai lavoratori di questi call center. RISPOSTA
Camera dei Deputati - 5-04695- Interrogazione a risposta in Commissione presentata il 30 settembre 2020
— Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
il contact center di Anac è stato gestito dal 2014 dalle aziende Covisian Spa e Transcom World Wide Spa applicando il contratto collettivo nazionale del lavoro nel settore delle telecomunicazioni a tempo indeterminato;
il medesimo contratto era applicato ai lavoratori di Abramo Spinella gestione del contact center del comune di Roma 060606;
a seguito di bandi di gara per entrambi i sopracitati contact center gestiti da Consip, i nuovi appalti sono stati affidati al consorzio Leonardo servizi e lavori, che affiderà la gestione dei contact center alla consorziata aCapo;
la ditta subentrante non applicherà ai lavoratori il contratto del settore telecomunicazioni, bensì quello delle società cooperative sociali che prevede retribuzioni notevolmente inferiori rispetto a quelle percepite in base al contratto precedentemente applicato;
l'affidamento della gara al massimo ribasso comporterebbe l'applicazione di tabelle retributive per il costo del lavoro inferiori a quelle stabilite per i contact center;
il 90 per cento dei lavoratori interessati hanno deciso di protestare contro una condizione che li danneggia in maniera considerevole sotto il profilo economico indicendo uno sciopero dal 18 settembre 2020;
le segreterie nazionali Slc-Cigl, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni, hanno richiesto il rinvio temporaneo del cambio di appalto delle attività di contact center di Anac e comune di Roma previsto per il prossimo 1° ottobre 2020, per dare la possibilità di individuare soluzioni che evitino una situazione socialmente drammatica per circa 200, tra lavoratrici e lavoratori, operanti nei siti produttivi di Roma e Crotone –:
quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati, per quanto di competenza, in ordine alla situazione esposta in premessa, al fine di individuare una soluzione in grado di tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti.
(5-04695)
CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 25 novembre 2020
Lavoro pubblico e privato (XI)
INTERROGAZIONI
Mercoledì 25 novembre 2020. — Presidenza della presidente Debora SERRACCHIANI. – Interviene la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Francesca Puglisi.
La seduta comincia alle 13.10.
5-04695 Polverini: Situazione lavorativa dei dipendenti dei contact center dell'ANAC e del Comune di Roma.
La Sottosegretaria Francesca PUGLISI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Paolo ZANGRILLO (FI), in qualità di cofirmatario dell'atto di sindacato ispettivo, ringrazia la sottosegretaria per la dettagliata ricostruzione della vicenda, ma sottolinea che essa non si è ancora risolta. Auspica, pertanto, che il Governo mantenga alta la vigilanza e confermi l'impegno a trovare adeguate soluzioni che consentano il mantenimento dei livelli occupazionali e il ripristino dei livelli salariali che i lavoratori avevano prima del cambio di appalto.
La seduta termina alle 13.35.
5-04695 Polverini: Situazione lavorativa dei dipendenti dei contact center dell'ANAC e del Comune di Roma.
TESTO DELLA RISPOSTA
Passo ad illustrare l'atto concernente la situazione lavorativa dei dipendenti dei contact center dell'ANAC e del Comune di Roma.
Per quanto attiene al quesito concernente l'individuazione di una soluzione in grado di tutelare i diritti dei lavoratori coinvolti, occorre tenere conto della vertenza sindacale in atto, in relazione alla quale sono in discussione il tema delle condizioni contrattuali di tutela dei lavoratori conseguenti all'applicazione del Ccnl della cooperazione sociale, rispetto a quelle già applicate dell'attuale contratto nazionale delle telecomunicazioni, e il tema del rispetto dei requisiti della clausola sociale non solo circa l'assorbimento del personale precedente ma anche in ordine al mantenimento delle stesse condizioni occupazionali.
Ciò posto, dato atto che non risultano richieste d'intervento ispettivo, deve darsi atto della sostanziale facoltà di autodeterminazione della disciplina contrattuale dei rapporti di lavoro, per cui le parti possono liberamente scegliere il CCNL deputato alla disciplina del rapporto fermo il rispetto dell'articolo 36 della Costituzione.
In ragione di quanto sopra, è utile sollecitare sempre il committente pubblico ad una attenta redazione dei bandi di affidamento di servizi e alla previsione di clausole sociali utili, in caso di cambio appalto, alla gestione delle possibili criticità occupazionali o relative alla regolazione contrattuale applicata.
Inoltre – con riferimento alla disciplina della clausola sociale – si osserva che l'articolo 50 del Codice appalti prevede che «Per gli affidamenti dei contratti di concessione e di appalto di lavori e servizi diversi da quelli aventi natura intellettuale, con particolare riguardo a quelli relativi a contratti ad alta intensità di manodopera, i bandi di gara, gli avvisi e gli inviti inseriscono, nel rispetto dei principi dell'Unione europea, specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, prevedendo l'applicazione da parte dell'aggiudicatario, dei contratti collettivi di settore di cui all'articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81. I servizi ad alta intensità di manodopera sono quelli nei quali il costo della manodopera è pari almeno al 50 per cento dell'importo totale del contratto»; inoltre, l'articolo 30, comma 4 dispone che «Al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni è applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quelli il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l'attività oggetto dell'appalto o della concessione svolta dall'impresa anche in maniera prevalente». La disciplina non prevede, dunque, il mantenimento del CCNL applicato dal precedente operatore economico.
Sul punto anche l'ANAC si è espressa con il parere di precontenzioso n. 62 del 2019 che specifica quanto segue: «Con specifico riferimento a un'ipotesi assimilabile, nel Parere sulla normativa AG15/2011 del 6 luglio 2011, l'Autorità, anche sulla base di giurisprudenza ivi richiamata (TAR Piemonte Torino, sez. I, 27 ottobre 2008 n. 2687), ha ritenuto che, alla stregua di un quadro normativo che ammette le società cooperative tra gli operatori economici partecipanti alle gare di appalto, apparirebbe sproporzionata e discriminatoria l'apposizione di clausole che impongono alle società cooperative (che applichino contratti collettivi rientranti nel settore delle attività oggetto della gara) l'adesione a contratti collettivi di altre categorie».
Inoltre, il Consiglio di Stato, di recente (sez. V 23/12/2019 n. 873), intervenuto sull'argomento ha statuito che «La clausola sociale è posta in funzione del mantenimento dei livelli occupazionali, ma essa non attribuisce anche al singolo lavoratore, in occasione del “cambio appalto”, un incondizionato diritto al livello di inquadramento contrattuale precedentemente posseduto, e più in radice al mantenimento della contrattazione collettiva precedentemente applicata, ma deve essere bilanciata con l'autonomia organizzativa dell'impresa e le esigenze tecniche del servizio».
Con riferimento al caso di specie, l'ANAC espressamente interpellata al riguardo, ha reso noto di essersi adoperata nei confronti del fornitore subentrante al fine di garantire il passaggio del personale dal precedente all'attuale contratto, mantenendo i livelli retributivi e le condizioni pregresse pur in assenza della prosecuzione con lo stesso contratto collettivo. A riprova di ciò risulta che 42 operatori di contact center sui 53 che svolgevano l'attività per ANAC nel precedente contratto hanno aderito alla clausola sociale e sono transitati al nuovo fornitore.
Faccio presente, altresì, che anche la Regione Lazio – interessato della questione – ha manifestato la disponibilità a supportare le parti sociali qualora ne formalizzino eventuale richiesta.
Per quanto riguarda la situazione dei lavoratori della Società Abramo Customer care spa di Crotone, la Prefettura di Crotone, ha riferito che lo scorso ottobre, i vertici regionali delle rappresentanze sindacali si sono confrontati con la società, constatando che circa 13 lavoratori avevano accettato la proposta della nuova società «aCapo» – riconducibile al «consorzio Leonardo» – e pertanto, avendo presentato le dimissioni volontarie dalla società «Abramo» sono stati automaticamente esclusi dalla procedura di licenziamento collettivo. A queste, tuttavia, si sarebbero potuti aggiungere altri lavoratori che alla scadenza dei 45 giorni previsti per legge dalla consultazione sindacale qualora avessero deciso di accettare la nuova proposta della società «aCapo».
Sempre, secondo quanto riferito dalla Prefettura di Crotone, alla fine del decorso mese di ottobre, dopo aver comunicato ai dipendenti forti difficoltà nel pagare per intero gli stipendi relativi al mese di settembre, con salari ridotti al 70 per cento, l'azienda ha presentato istanza di concordato preventivo presso il Tribunale di Roma.
Ha riferito la Prefettura di Crotone che secondo l'Azienda, il concordato è lo strumento più idoneo per garantire la continuità, garantendo, in tal modo, la regolarità delle retribuzioni per le mensilità future.
Anche il Comune di Roma, espressamente interpellato, al riguardo, ha riferito di aver svolto un forte ruolo di intermediario affinché il passaggio del personale potesse concludersi nell'interesse di tutte le parti coinvolte con il miglior esito possibile per i lavoratori. Il Comune di Roma ha monitorato con estrema attenzione l'evolversi della situazione, eseguendo nel rispetto di quanto stabilito negli atti di gara, un'approfondita verifica di conformità del servizio, il cui iter si è definitivamente concluso il 29 ottobre scorso con esito di congruità rispetto a quanto previsto nel capitolato tecnico e nel disegno esecutivo.
In conclusione, nel rilevare che il Ministero del lavoro non ha ricevuto alcuna richiesta di intervento dalle parti interessate, il Governo assicura la massima attenzione in ordine alla vicenda fin qui esposta e in relazione ad eventuali più recenti sviluppi della situazione occupazionale, manifesto sin da ora la disponibilità del Ministero del lavoro a valutare le eventuali richieste per tutelare la posizione dei lavoratori.