Camera dei Deputati - 5-05105 - Interrogazione sui tempi, modalità e risorse per l'attuazione delle misure di messa in sicurezza del territorio, con particolare riguardo al rischio idrogeologico. RISPOSTA
Camera dei Deputati - 5-05105 - Interrogazione a risposta immediata in commissione presentata l'1 dicembre 2020
— Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
i nubifragi che hanno interessato nei giorni scorsi la Sardegna hanno ancora una volta ricordato la drammatica fragilità del territorio regionale e più in generale del territorio di gran parte del nostro Paese. Eventi calamitosi che sempre più spesso interessano i nostri territori, con gravi conseguenze in termini di perdite di vite umane, e di danni economici;
a fronte di ingenti risorse stanziate per fronteggiare ogni volta i danni prodotti, è evidente l'assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione. L'eccessivo consumo di suolo, la cementificazione degli alvei e il disboscamento dei versanti collinari e montuosi contribuiscono, infatti, maniera determinante a sconvolgere l'assetto idraulico del territorio, determinando un'amplificazione del rischio che interessa praticamente tutto il territorio nazionale;
la maggior parte dei fiumi è stata oggetto in questi anni di un'aggressione che ne ha modificato radicalmente assetti e dinamiche. I corsi d'acqua sono stati molti casi trasformati in canali, ignorando che si tratti di ecosistemi naturali regolati non solo dalle leggi dell'idraulica. Ci si è, così, adoperati a «canalizzare» i fiumi con l'idea di poter contenere le acque in alvei sempre più stretti e consentire un rapido deflusso delle acque verso valle nei periodi di piena;
a causa di una sempre più spinta «impermeabilizzazione» e della perdita di capacità di ritenzione del territorio, l'acqua meteorica raggiunge sempre più velocemente i corsi d'acqua principali che registrano altrettanto velocemente colmi di piena pericolosi. Se a questo si aggiunge l'escavazione selvaggia che si è avuta fino agli anni '70, gli sbarramenti trasversali, la riduzione delle aree di esondazione naturale, la distruzione degli ambienti ripariali, l'inquinamento delle acque, ci si rende conto dell'urgenza di affrontare seriamente questi problemi;
alla luce di tale, ormai continua, emergenza, risulta sempre più urgente un aggiornamento degli strumenti di governo, da quelli a scala territoriale, piani di bacino o piani di assetto idrogeologico per esempio, fino al livello locale, piani regolatori generali e regolamenti edilizi, innescando interventi puntuali nelle aree più vulnerabili, da realizzare in tempi brevi tenendo conto della nuova geografia del rischio –:
con quali strumenti e con quali/quante risorse di cassa il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze, intenda intervenire e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di accelerare le procedure per attuare le misure necessarie alla messa in sicurezza del territorio, e favorire la delocalizzazione di immobili insistenti in siti ad alto rischio idrogeologico, programmando la revisione di strumenti di pianificazione ambientale ed urbanistica.
(5-05105)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Mercoledì 2 dicembre 2020. — Presidenza della Presidente Alessia ROTTA. – Interviene, da remoto, il sottosegretario di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut.
La seduta comincia alle 14.
5-05105 Mazzetti: Tempi, modalità e risorse per l'attuazione delle misure di messa in sicurezza del territorio, con particolare riguardo al rischio idrogeologico.
Erica MAZZETTI (FI), illustra l'interrogazione in titolo.
Il sottosegretario Roberto MORASSUT, intervenendo da remoto, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5), richiamando peraltro quanto già contenuto nella risposta all'interrogazione presentata dal deputato Manca.
Aggiunge che l'analisi dei dati relativi agli ultimi dieci anni in ordine alla spesa per gli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico evidenzia la sottoscrizione di Accordi di programma per più di sei miliardi di interventi da parte del solo Ministero dell'ambiente, cui si aggiungono gli strumenti di programmazione messi in campo dagli altri dicasteri, tra cui, in particolare, il Ministero dell'agricoltura. Di tali risorse ne sono state impegnate effettivamente il 58 per cento, il che impone una riflessione sulle cause dei ritardi che si registrano nel sistema e sulla difficoltà nella realizzazione delle opere. Si tratta certamente di difficoltà dovute all'orografia del territorio, ma anche alla diminuzione delle capacità tecniche all'interno delle strutture territoriali e alla sovrapposizione di strumenti amministrativi diversi ed eterogenei.
È necessario pertanto snellire le procedure, aumentare il coordinamento dei territori con le amministrazioni centrali e innalzare il livello di competenza tecnica delle strutture locali. Ricorda che il Piano nazionale di ripresa e resilienza metterà a disposizione del Ministero a tali scopi risorse
stimabili tra i 4 e gli 8 miliardi di euro nei prossimi anni, che dovranno essere spese in modo adeguato e nei tempi richiesti dall'Europa.
Il Governo ha già messo in campo alcune iniziative volte a rendere più rapide le procedure, e si riferisce, in particolare, al cosiddetto «decreto semplificazioni» e, come preannunciato nella risposta resa all'interrogazione presentata dall'onorevole Manca, il Ministero dell'ambiente sta predisponendo, di concerto con il Ministero delle infrastrutture, un aggiornamento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che reca i criteri e le modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.
Anticipa che nel disegno di legge cosiddetto «collegato ambientale», di prossima emanazione, verrà dato alle Autorità di bacino un potere prescrittivo sui piani regolatori dei comuni per evitare che una programmazione troppo parcellizzata a livello territoriale confligga con gli interventi di carattere interregionale da operare sui bacini idrografici.
In ultimo, preannuncia l'emanazione da parte del Governo di un decreto-legge avente ad oggetto il contrasto al dissesto idrogeologico, che reca un indirizzo del Governo che auspica il Parlamento possa accompagnare attraverso un esame puntuale e attento delle misure in esso contenuto.
Erica MAZZETTI (FI) ringrazia il sottosegretario per la risposta puntuale, che tuttavia non considera del tutto esaustiva. Pur ritenendo una buona notizia l'annuncio da parte del Governo di un decreto-legge avente ad oggetto il dissesto idrogeologico, ritiene che debba essere il Parlamento, ed in particolare la Commissione, che sta svolgendo un iter conoscitivo al riguardo, la sede nella quale elaborare una proposta normativa.
Gli obiettivi indicati nella risposta dal sottosegretario sono condivisi da sempre anche dal proprio gruppo, ma gli strumenti messi in campo finora dal Governo per raggiungerli non si sono dimostrati adeguati, come palesato dalla necessità di doverne approntare di nuovi. Ritiene che il problema non sia relativo alle risorse ma alla semplificazione delle procedure, sulle quali è a suo giudizio opportuno intervenire con urgenza.
Il sottosegretario Roberto MORASSUT, chiede alla presidenza di poter formulare un'ultima precisazione, al solo fine di rassicurare la deputata Mazzetti che il Governo terrà in debito conto l'importante lavoro conoscitivo svolto dalla Commissione e che ci sarà un ampio margine di intervento del parlamento nell'esame del preannunciato decreto-legge.
Alessia ROTTA, presidente, avendo il sottosegretario in modo irrituale integrato la propria risposta, consente anche alla deputata Mazzetti, che glielo ha richiesto, di poter integrare la propria replica.
Erica MAZZETTI (FI) con riguardo alle ultime considerazioni del sottosegretario Morassut, ribadisce l'opportunità che sia la Commissione, che ha competenze specifiche e che ha già svolto un ampio lavoro al riguardo, la sede più opportuna nella quale elaborare una proposta normativa.
Alessia ROTTA, presidente, nel dichiarare concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno, ritiene opportuno precisare – essendo stata sollevata una questione concernente le prerogative della Commissione – che il lavoro conoscitivo svolto dalla Commissione, certamente non all'insaputa dei Ministeri competenti, consentirà a suo avviso ai commissari di intervenire in modo più puntuale ed efficace sul provvedimento d'urgenza preannunciato dal rappresentante del Governo.
La seduta termina alle 15.
5-05105 Mazzetti: Tempi, modalità e risorse per l'attuazione delle misure di messa in sicurezza del territorio, con particolare riguardo al rischio idrogeologico.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, inerenti la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico sul territorio nazionale, si rappresenta che sono state previste, nel recente periodo e per quanto di competenza del Ministero dell'ambiente, una serie di attività. Al riguardo, si segnala, innanzitutto, l'articolo 55 del cosiddetto Collegato Ambientale che ha istituito, presso il Ministero il «Fondo progettazione», diretto a favorire l'efficace avanzamento delle attività progettuali delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e provvedere a rendere le stesse immediatamente cantierabili. Nel Fondo, come previsto dall'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 luglio 2016, affluiscono 100 milioni di euro assegnati dal CIPE con delibera n. 32/2015, al fine di garantire l'avanzamento della progettazione fino al livello esecutivo di interventi contro il dissesto.
Si ricorda, inoltre, il Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico, il Ripristino e la Tutela della Risorsa Ambientale, adottato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2019. L'articolo 2, comma 1, di detto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri prevede che, ai fini di un tempestivo avvio ed elevazione di livello di operatività, le competenti amministrazioni predispongono e sottopongono alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Cabina di Regia Strategia Italia anche in coordinamento con la Struttura di missione Investitalia, ed al CIPE, un Piano stralcio 2019 recante elenchi settoriali di progetti e interventi immediatamente eseguibili già nel 2019, aventi carattere di urgenza e indifferibilità.
A ciò si aggiunga che, in applicazione dell'articolo 54, comma 2, del decreto-legge n. 76 del 2020, convertito con legge n. 120 del 2020, è in corso la definizione del Piano stralcio 2020 degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico rapidamente attivabili, a valere su risorse di bilancio del Ministero dell'ambiente.
Si ricorda, infine, con specifico riferimento alle iniziative normative finalizzate alla semplificazione delle procedure per velocizzare l'attuazione dei programmi di intervento, che nel «decreto semplificazioni» è stata introdotta una norma apposita diretta ad estendere ai Commissari per il dissesto le modalità e le deroghe già previste per i Commissari straordinari, per gli interventi infrastrutturali di particolare complessità progettuale o difficoltà attuativa, nonché la possibilità di avvalersi di assistenza tecnica, con oneri ricompresi nel quadro economico dell'opera. Con il medesimo decreto, si è esteso il ricorso alle Conferenze dei servizi anche alla programmazione 2020 delle risorse per il dissesto. Inoltre, come già noto, nella proposta di Collegato ambientale è stato incluso un Capo dedicato a delineare il quadro normativo in tema di tutela del suolo anche al fine di porre termini certi per le attività endoprocedimentali dirette alla formazione dei Piani per il dissesto, nonché ulteriori misure acceleratorie e di rafforzamento delle Strutture Commissariali.
Si rappresenta, altresì, che il Ministero dell'ambiente è attualmente impegnato, di concerto con il Ministero delle infrastrutture, nell'aggiornamento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015, concernente l'individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli
interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Da tale attività di revisione normativa scaturiranno ulteriori semplificazioni procedurali che contribuiranno a velocizzare l'attuazione dei programmi d'intervento.
Da ultimo, per quanto attiene alle risorse che potranno essere rese disponibili tramite il Recovery Fund, il Ministero dell'ambiente si è prontamente attivato redigendo, nell'ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), delle proposte preliminari di interventi per la messa in sicurezza degli abitati e dei bacini idrografici esposti a dissesto idrogeologico e di contrasto al cambiamento climatico, che prevedono il finanziamento di opere ricadenti in tutto il territorio nazionale. Complessivamente, la proposta avanzata, ora al vaglio della Cabina di regia nazionale, ammonta a circa 12 miliardi di euro.
Al contempo stiamo predisponendo come Ministero dell'Ambiente un decreto-legge sul dissesto che approderà in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni dopo il concerto con gli altri ministeri cointeressati.
Si prenda l'ultimo tragico evento avvenuto nel comune di Bitti in Sardegna sul quale ho chiesto di avviare un chiarimento in sede ministeriale a fronte del fatto che dall'ottobre 2017, sono trascorsi oltre due anni dalla sottoscrizione di una Convenzione tra il Commissario per gli interventi della Regione Sardegna e la società di Servizi Sogesid per arrivare alla pubblicazione del bando di gara per la progettazione di interventi pari a venticinque milioni di Euro finanziati dal Ministero per l'Ambiente e dalla Regione Sardegna.
Bitti ci richiama ad una drammatica realtà. È un'ulteriore conferma delle lentezze di un sistema operativo troppo dilatato. Per questo serve un decreto-legge che agisce in tre direzioni: netto sfoltimento delle procedure amministrative per varare gli interventi, semplificazione e chiarezza delle responsabilità, potenziamento delle strutture tecnico-operative del Ministero, degli Enti locali e delle Autorità Distrettuali. La lotta al dissesto non si fa discutendo all'infinito di modelli organizzativi. Non può essere materia di visibilità politica di questo o quel partito. Occorre invece rendere veloce ed efficiente il sistema operativo.
Mi auguro che il Parlamento accompagni attivamente l'indirizzo del Governo e si arrivi ad approvare presto misure urgenti di lotta al dissesto che innovino rispetto a quelle esistenti.