Camera dei Deputati - 5-05253 – Interrogazione sul sisma 2016- 2017 del Centro Italia che ha determinato, in seguito alla ricostruzione, la produzione di un grande quantitativo di macerie, la cui rimozione ha già richiesto appositi provvedimenti normativi. RISPOSTA
Camera dei Deputati - 5-05253 – Interrogazione a risposta immediata in Commissione presentata il 12 gennaio 2021.
— Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il sisma 2016-2017 del Centro Italia ha determinato, e determinerà in seguito alla ricostruzione, la produzione di un grande quantitativo di macerie (stimate 2.5 milioni di tonnellate pubbliche e 4.5 milioni di tonnellate private), la cui rimozione ha già richiesto appositi provvedimenti normativi. Tali macerie dopo i primi trattamenti previsti dagli specifici decreti legge, sono classificate come rifiuti inerti e come tali smaltiti in discariche per inerti ovvero assoggettati a trattamenti per recuperarli e utilizzarli in altre opere edili;
i controlli Arpa sul test di cessione presso impianti di conferimento rifiuti, provenienti dalla selezione e cernita, ha evidenziato superamenti delle concentrazioni limite dei solfati, presumibilmente dovuti alla presenza di frammenti di inerti a base di gesso, rispetto al limite del decreto ministeriale 5 febbraio 1998, pari a 250 mg/l, fino a 1.000 mg/l, di una quota di oltre il 70 per cento di inerti, portando all'esclusione dal riutilizzo di tali aggregati e creando di fatto la paralisi dell'intero sistema di gestione dei rifiuti prodotti dagli eventi calamitosi;
nella regione Marche non esistono discariche per inerti e ciò comporta maggiori costi di trasporto e inquinamento ambientale;
uno studio commissionato dalla regione Emilia-Romagna all'università di Bologna, nell'ambito del sisma del 2012 e pubblicato con ordinanza commissariale n. 7, del 6 febbraio 2014, emerge che valori di TOC e solfati maggiori rispetto ai limiti di accettabilità prescritti possono indicare la presenza di elementi organici, muffe o elementi vegetali, non necessariamente inquinanti;
il problema è noto da qualche anno e questo anche per effetto del decreto ministeriale 15 febbraio 1998, ormai ultraventennale rispetto all'evoluzione dei cicli produttivi, e poteva essere già risotto attraverso l'emanazione dello specifico decreto previsto dall'articolo 184-ter del decreto legislativo n. 152 del 2006 con il quale il rifiuto cessa di essere tale a determinate condizioni, cosiddetto decreto End of Waste, in linea con le indicazioni dell'Unione europea;
purtroppo, il gruppo di lavoro che dovrebbe assicurare lo svolgimento delle attività istruttorie concernenti l'adozione dei decreti su End of Waste non è stato ancora istituito e anzi si prevede la proroga, nel decreto-legge n. 183 del 2020 –:
se il Ministro interrogato intenda adottare apposite iniziative al fine di definire la gestione e riutilizzo delle macerie conseguenti al sisma 2016-2017, nella logica dell'end of Waste e dell'economia circolare, rimettendo nel circolo produttivo il materiale, attraverso opportuni interventi regolamentari, oppure permettere all'autorità competente di derogare alle concentrazioni limite di solfati nell'analisi del test di cessione.
(5-05253)
CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 gennaio 2021
Ambiente, territorio e lavori pubblici (VIII)
INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA
Mercoledì 13 gennaio 2021. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Interviene, da remoto, il sottosegretario di Stato per l'ambiente, il territorio e la tutela del territorio e del mare, Roberto Morassut.
La seduta comincia alle 16.10.
5-05253 Patassini: Iniziative per la gestione e l'utilizzo delle macerie conseguenti al sisma verificatosi nel centro Italia nel 2016 e 2017.
Tullio PATASSINI (LEGA), illustra l'interrogazione in titolo.
Il Sottosegretario Roberto MORASSUT, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 6).
Nel sottolineare la particolare importanza del decreto cui fa riferimento l'interrogazione in esame, fa presente che la procedura per la definizione dei decreti cosiddetti «end of waste» è particolarmente complessa, vedendo il coinvolgimento degli stakeholders, del Consiglio di Stato, di ISPRA e dell'Istituto superiore di sanità. Ricorda la possibilità per le amministrazioni di rilasciare autorizzazioni caso per caso, qualora non sia ancora stato emanato il decreto ministeriale di cessazione della qualifica di rifiuto, fattispecie applicabile nel caso di specie.
In ultimo tiene a informare la Commissione che il Ministero sta lavorando per la realizzazione di un portale che consenta ai cittadini e a chiunque sia interessato di verificare l'avanzamento della procedura con riguardo alla definizione dei decreti relativi alla cessazione della qualifica di rifiuto.
Tullio PATASSINI (LEGA), replicando, osserva che quella resa dal sottosegretario è una tipica «risposta non risposta» cui i rappresentanti del Ministero dell'ambiente hanno ormai purtroppo abituato la Commissione. Si riserva di approfondire le dichiarazioni rese dal sottosegretario con riguardo alla possibilità per le amministrazioni di emanare un decreto caso per caso nella fattispecie di cui all'interrogazione. Sottolinea ancora una volta l'importanza che si proceda alla trasformazione di un elemento che è considerato rifiuto, come le macerie, in una materia prima seconda. Fa presente che, in caso non si addivenga ad una soluzione per le macerie, si dovrà realizzare una discarica della grandezza di 120 stadi da calcio.
La seduta termina alle 17.
5-05253 Patassini: Iniziative per la gestione e l'utilizzo delle macerie conseguenti al sisma verificatosi nel centro Italia nel 2016 e 2017.
TESTO DELLA RISPOSTA
Con riferimento alle questioni poste, occorre rilevare che è in corso, presso questo Ministero, l'istruttoria tecnica per l'emanazione di un decreto end of waste per i rifiuti da demolizione e costruzione.
Il decreto richiede la necessaria interlocuzione con l'Ispra e l'ISS finalizzata a definire i valori limite da fissare per i solfati e i cloruri, con specifico riferimento ai requisiti di qualità dell'aggregato recuperato e a valutare i possibili effetti che gli stessi hanno sulla salute umana.
Allo stato attuale, è riconosciuta alle autorità locali la possibilità di rilasciare le autorizzazioni per il trattamento di specifiche filiere di rifiuti da reimmettere nel ciclo produttivo, valorizzando la progressiva implementazione dell'economia circolare.
Tali autorizzazioni individuano le condizioni e le prescrizioni necessarie a garantire l'attuazione dei princìpi relativi alla gerarchia dei rifiuti, di cui all'articolo 178 del Codice dell'ambiente, con particolare riferimento alle quantità di rifiuti ammissibili nell'impianto ed alle operazioni di recupero.
In tal modo si attribuisce alle Regioni – o agli enti da esse delegati – la competenza a rilasciare agli impianti per il trattamento dei rifiuti destinati a divenire «end of waste», le autorizzazioni «caso per caso», applicando comunque i criteri nazionali del recupero agevolato.
Per le attività di recupero che rispettano le quantità previste nel decreto ministeriale 5 febbraio 1998, restano ferme le procedure autorizzatorie semplificate.
In considerazione di tanto, rientra nella facoltà dell'ente che autorizza il recupero delle macerie, fissare dei limiti, caso per caso, nell'ambito di autorizzazioni rilasciate ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 3, del decreto legislativo n. 152 del 2006 al pari della possibilità di rilasciare autorizzazioni relative a procedure semplificate di cui al decreto ministeriale 5 febbraio 1998.
In ogni caso il Ministro dell'ambiente può adottare linee guida per l'uniforme applicazione sul territorio nazionale delle procedure autorizzatorie regionali.
In ultimo si deve sottolineare come il Ministero dell'ambiente consideri prioritario il tema dell'end waste al fine di favorire le attività necessarie a consentire lo sviluppo e la valorizzazione dell'economia circolare.