Senato della Repubblica- 4-02398 - Interrogazione sul servizio di trasporto pubblico nel territorio regionale in Toscana affidato tramite una procedura di gara ad Autolinee Toscane SpA controllata da Régie, azienda di Stato francese.
Senato della Repubblica- 4-02398 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 29 ottobre 2019.
- Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:
al termine dell'articolata procedura di gara per l'affidamento dei servizi su lotto unico (gara iniziata nel 2015 per un importo pari a circa 4 miliardi di euro per 11 anni), la Regione Toscana, con decreto dirigenziale 2 marzo 2016, n. 973, ha affidato in concessione, ai sensi del regolamento (CE) n. 1370/2007, il servizio di trasporto pubblico sul territorio regionale ad Autolinee Toscane SpA;
nel corso dello stesso anno l'impresa di trasporti Mobit Soc. cons. arl, consorzio che riunisce diverse società toscane operanti nel settore dei trasporti, non aggiudicataria della gara, ha presentato al Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Toscana un ricorso contro la Regione Toscana nel quale si afferma che la società Autolinee Toscane SpA doveva essere esclusa dalla gara, dato che la stessa è controllata da Régie autonome des transports parisiens (RATP), cioè da un soggetto che poteva essere qualificato come "operatore interno", in quanto trattasi di impresa pubblica creata dallo Stato francese;
con il medesimo ricorso Mobit ha fatto valere vizi attinenti all'offerta e il PEF presentato da Autolinee Toscane SpA, con i quali si richiedeva pertanto l'esclusione del concorrente, nonché si formulavano altre censure attinenti al procedimento di selezione; in seguito è stato presentato un secondo ricorso, in questo caso da parte di Autolinee Toscane contro Mobit, con il quale si richiedeva l'esclusione dell'offerta depositata dalla società in questione;
il TAR ha accolto entrambi i ricorsi ed in seguito è stato coinvolto sia il Consiglio di Stato, davanti al quale entrambe le società hanno fatto appello, che a sua volta, prima di esprimere una decisione si è rivolto alla Corte di Giustizia dell'Unione europea con una domanda di pronuncia pregiudiziale;
nell'attesa della definizione del contenzioso sulla gara di affidamento del lotto unico del trasporto pubblico locale (TPL) e, nelle more del pronunciamento del Consiglio di Stato, la Regione Toscana ha inteso superare la situazione di incertezza, che si era creata con la gestione di servizio regolata attraverso atti impositivi d'obbligo emanati dagli enti locali nei confronti dei gestori operanti sui vari territori, stipulando in data 29 dicembre 2017, un contratto di servizio denominato "contratto ponte", che ha consentito l'affidamento del servizio in via d'urgenza a tutti gli attuali quattordici gestori del trasporto pubblico riuniti in un unico soggetto (ONE scarl), per il biennio 2018 - 2019;
con atto dirigenziale n. 6585 del 19 aprile 2019 la Regione Toscana ha disposto l'aggiudicazione definitiva a favore di Autolinee Toscana, a contenzioso aperto in quanto ancora il Consiglio di Stato di Stato doveva pronunciarsi, anche alla luce del pronunciamento della Corte di giustizia europea avvenuto il 25 ottobre 2018;
il Consiglio regionale, all'unanimità in data 27 febbraio 2019, aveva invece approvato una mozione con cui si impegnava la Giunta regionale ad affidare la gara del servizio di trasporto pubblico locale soltanto in seguito alla pronuncia del Consiglio di Stato, in modo da assicurarsi una effettiva corrispondenza fra le decisioni della stessa e quelle disposte dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea, ed evitare, pertanto, l'attivazione di nuovi contenziosi fra i soggetti interessati;
la Giunta regionale non ha dato in alcun modo seguito a questa mozione avendo proceduto, come scritto in premessa, all'aggiudicazione definitiva a favore di Autolinee Toscana con decreto dirigenziale del 19 aprile 2019;
sulla base del suddetto atto dirigenziale di aggiudicazione definitiva in data 25 settembre la Regione Toscana ha comunicato a One Scarl e Autolinee Toscana il cronoprogramma contenente le date di stipula dei contratti di trasferimento dei beni essenziali e del personale;
detto cronoprogramma è stato assunto con atto autonomo da parte della Regione Toscana, in quanto le parti non sono pervenute ad un accordo sulla definizione dello stesso;
in base a questo cronoprogramma, la messa in liquidazione delle aziende toscane confluite in Mobit, con la sottoscrizione dei primi rogiti è prevista a partire dalla prima metà di novembre;
l'udienza del Consiglio di Stato in merito ai primi tre ricorsi pendenti (due presentati da Mobit e uno da AT) si è svolta giovedì 10 ottobre e che il Consiglio si è riservato e quindi ad oggi non è prevedibile sapere se il responso arriverà prima del 31 dicembre 2019;
in merito al terzo ricorso (presentato da Mobit e relativo all'aggiudicazione definitiva) l'udienza del TAR è prevista per il 26 febbraio;
appare inopportuno procedere alla liquidazione della società senza attendere i pronunciamenti del Consiglio di Stato e le possibili conseguenze che ciò comporterebbe nel caso in cui le sentenze ribaltassero la decisione di aggiudicare definitivamente la gara ad Autolinee Toscane (criticità già avanzata ed espressa da tutto il Consiglio regionale con l'approvazione della mozione del febbraio del 2019);
necessaria, inoltre, appare una verifica urgente con la Regione Toscana per applicare quanto scritto nella comunicazione dello scorso 25 settembre 2019 inviata a One Scarl e Autolinee Toscana, ovvero che "le date indicate nel cronoprogramma indicate sia per i rogiti che per la stipula dei contratti di locazione degli immobili sia per i trasferimenti dei bus, dei veicoli e del personale, potranno subire adeguamenti temporali in ragione delle tempistiche di pubblicazione del dispositivo o della sentenza che definisce i giudizi pendenti al Consiglio di Stato" oltre che verificare che nessun passaggio di beni avvenga senza la certezza della legittimità dell'aggiudicazione;
appare ben dubbia la ragione di eventuale doglianza di Autolinee Toscane, è certo invece il danno che deriverebbe alle aziende toscane dall'affrettata aggiudicazione definitiva ad Autolinee Toscane, danno che già il solo preannunzio del provvedimento sta provocando, il tutto mentre è tuttora in corso il procedimento giudiziario;
le aziende toscane hanno già evidenziato che in questo modo la Regione va incontro consapevolmente ad un ulteriore contenzioso che, con il buon senso, sarebbe davvero evitabilissimo;
tra qualche settimana (al massimo pochi mesi) ci sarà la sentenza del Consiglio di Stato che finalmente dirà chi abbia ragione e a chi dovrà essere aggiudicato il servizio TPL della Toscana per i prossimi 11 anni. Stiamo parlando di un procedimento avviato con la legge regionale n. 65 nel 2010, quasi dieci anni fa;
si consideri l'importanza sociale del trasporto pubblico locale, tanto più in una fase di crisi economica e sociale come è quella che stiamo vivendo, nonché la centralità di un simile servizio dal punto di vista sociale ed economico, in particolare per le fasce deboli più duramente colpite dalla crisi, e sottolineando come questo rappresenti uno degli assi fondamentali con cui rispondere alla crisi ambientale, ed in particolare che le strategie europee di mitigazione dei cambiamenti climatici vedono nel trasporto pubblico locale uno dei principali strumenti di azione;
appare difficile comprendere per quale ragione oggi si vuole firmare un'aggiudicazione definitiva senza aspettare qualche settimana,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di tale situazione;
quali opportune azioni voglia intraprendere a tutela del trasporto pubblico locale e degli interessi nazionali rispetto ad una gara che appare all'interrogante agevolare un'azienda di Stato francese, in contrapposizione alle norme europee sugli appalti, a scapito delle aziende italiane.
(4-02398)