Senato della Repubblica – 4-02660 – Interrogazione sulla riforma delle banche cooperative.
Senato della Repubblica – 4-02660 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 18 Dicembre 2019.
- Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che:
la riforma delle banche cooperative (introdotta con il decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 2016, n. 49) perseguiva due obiettivi, in particolare: il rafforzamento del loro patrimonio sociale e il consolidamento del loro carattere mutualistico e localistico;
al primo scopo rispondeva l'obbligo di raggruppamento, cui la riforma aveva subordinato il rilascio o il mantenimento dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività bancaria in forma cooperativa (nuovo comma 1-bis dell'art. 33 del testo unico bancario);
alla base di tale obbligo di raggruppamento la riforma ha posto il "contratto di coesione", un apposito negozio dal contenuto minimo normativamente prefissato (nuovo art. 37-bis, comma 3, del testo unico bancario);
l'obiettivo di rafforzamento del carattere mutualistico e localistico delle banche di credito cooperativo non era stato perseguito a sufficienza dalla riforma;
le banche popolari e quelle di credito cooperativo sono state da sempre un punto di riferimento sul territorio e un sostegno imprescindibile per piccole e medie imprese, artigiani, commercianti, liberi professionisti e famiglie;
nel 2010 la banca di credito cooperativo di Ghisalba, in provincia di Bergamo, ha proposto ai propri correntisti di assumere la posizione di soci della banca stessa, al fine di ottenere particolari benefici;
il capitale derivante dalle quote sociali avrebbe fruttato sicuramente più interessi rispetto ai benefici derivanti dai depositi in conto corrente;
in data 7 dicembre 2010, il dottor G.M. ha sottoscritto quote sociali per un importo di 30.211 euro della banca di credito cooperativo di Ghisalba, successivamente incorporata dalla Banca di credito cooperativo dell'Oglio e del Serio, al fine di investire una quota di capitale personale con la possibilità di riavere il capitale investito in qualunque momento;
in data 30 giugno 2015, l'istituto banca di credito cooperativo di Ghisalba è stato cancellato dall'albo delle banche a seguito dell'incorporazione, della stessa, in banca di credito cooperativo dell'Oglio e del Serio;
a seguito dell'incorporazione, è stata dichiarata l'impossibilità di restituzione delle quote societarie dovute ai correntisti;
qualche anno dopo la sottoscrizione delle quote sociali il dottor G.M. comunicava al consiglio di amministrazione della banca il recesso dalla qualità di socio e il rimborso del valore nominale delle azioni, nonché del sovrapprezzo versato in sede di sottoscrizione delle azioni;
in data 8 marzo 2016, la banca di credito cooperativo dell'Oglio e del Serio, in persona del presidente dottor Battista de Poli, informava il dottor G.M. che il consiglio di amministrazione del 7 marzo 2016 non aveva potuto accogliere la richiesta di recesso da socio, in quanto il vigente statuto non consentiva l'esercizio del diritto per motivi diversi da quelli previsti dall'art. 13;
con comunicazione del 26 luglio 2016, il vice direttore Cristina Brambilla comunicava a G.M. che la banca, facendo appello al fondo di riacquisto di azioni e grazie alle sottoscrizioni dei propri soci, stava man mano liquidando le richieste di recesso e che, in tempi ragionevoli, avrebbero comunicato l'accettazione della sua richiesta;
in data 14 marzo 2019 la banca di credito cooperativo dell'Oglio e del Serio ribadiva quanto già comunicato in precedenza, ovvero che non era consentito recedere dallo statuto sottoscritto;
questa incresciosa situazione persiste ormai da alcuni anni e i correntisti, a tutt'oggi, non hanno ricevuto alcun tipo di riscontro da parte della banca, se non l'impossibilità di restituzione delle somme che ad oggi rimangono interamente bloccate;
sono circa 1,3 milioni gli italiani, soci cooperatori della BCC, che stanno per essere espropriati per legge e senza indennizzo del capitale che hanno investito nella loro banca;
la Banca d'Italia ha legittimato l'operato delle banche di credito cooperativo, le quali, legittimamente, hanno modificato il proprio statuto, prevedendo limitazioni estremamente rilevanti al diritto di recesso;
lo statuto della banca Oglio e Serio, in linea con le indicazioni dettate della Banca d'Italia, si attribuisce la facoltà di limitare o rinviare, in tutto o in parte e senza limiti di tempo, il rimborso delle azioni e degli strumenti di capitale del socio uscente per recesso. Questo costituisce non solo una limitazione del diritto di recesso (inconsistente) e un esproprio del diritto di proprietà del socio, ma anche un pesante ostacolo al risparmio ed all'investimento azionario,
si chiede di sapere quali iniziative e quali misure il Ministro in indirizzo intenda adottare per porre chiarezza e fine a questa grave situazione che i correntisti si trovano a dover fronteggiare con la banca da oramai diversi anni. (4-02660)