Senato della Repubblica- 4-03318 - Interrogazione sulla realizzazione del MOSE e il "VII Atto Aggiuntivo", si tratterebbe di un iter errato posto che tre anni fa la revisione della Convenzione era partita, come corretto, dai commissari straordinari su input di ANAC e Prefettura di Roma.

Senato della Repubblica- 4-03318 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 5 maggio 2020.

 - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'interno. - Premesso che:

l'articolo 18, comma 3, del decreto-legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, ha soppresso il Magistrato alle acque per le province venete e di Mantova, istituito ai sensi della legge 5 maggio 1907, n. 257, che a sua volta era erede dell'omonima gloriosa istituzione della Serenissima;

il suddetto articolo trasferisce le funzioni, i compiti e le attribuzioni già svolti dal Magistrato alle acque al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia;

il Consorzio Venezia Nuova è il concessionario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - Provveditorato Interregionale per le opere pubbliche del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, in forza della convenzione generale Rep. n. 7191 del 4 ottobre 1991 e successivi atti aggiuntivi per lo studio, la sperimentazione, la progettazione e la realizzazione degli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi indicati dalla legge 29 novembre 1984, n. 798, recante "Nuovi interventi per la salvaguardia di Venezia";

fino alla realizzazione del MOSE (modulo sperimentale elettromeccanico), indicato quale termine di consegna entro il 31 dicembre 2021, il Consorzio Venezia Nuova sarà in straordinaria e temporanea gestione ai sensi dell'articolo 32, comma 1, del decreto-legge n. 90 del 2014;

con provvedimento del prefetto di Roma n. 45800 del 12 febbraio 2016, la straordinaria e temporanea gestione del Consorzio è stata estesa alla Comar S.c.a.r.l., attribuendo ai medesimi amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova, ex lege, tutti i poteri e le funzioni degli organi di amministrazione dell'impresa, con riferimento alla completa realizzazione degli interventi relativi agli impianti meccanici ed elettromeccanici destinati a completare le opere alle bocche di porto previsti dall'"atto d'impegno" del 26 gennaio 2010, e pertanto del compito fondamentale del completamento dei lavori del MOSE;

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 novembre 2019 è stato nominato il commissario straordinario sblocca cantieri per il MOSE, nella persona dell'architetto Elisabetta Spitz, ai sensi dell'articolo 4, comma 6-bis, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55;

martedì 11 febbraio 2020, la VIII Commissione permanente (Ambiente, Territorio e lavori pubblici) della Camera dei deputati, nell'ambito dell'indagine conoscitiva relativa all'esame della proposta di legge recante "Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna", ha svolto l'audizione del commissario straordinario per il MOSE, Elisabetta Spitz, nel corso della quale è emerso il dubbio che per la realizzazione dell'opera alle bocche di porto di Venezia ci sia venuti a trovare in condizioni di "eccesso di governance" per la presenza di enti di pari poteri di intervento tra il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Triveneto, la terna degli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova e il commissario straordinario sblocca cantieri. Il rischio è di contribuire a complicare e rallentare le decisioni per il completamento dell'opera, a fronte della necessità di semplificazione e migliore individuazione di decisori e, quindi, di responsabili della sua realizzazione;

considerato che:

recentemente sono stati pubblicati alcuni articoli, su "La Nuova Venezia" dell'11 aprile 2020 nonché sul "Corriere della Sera" del 12 aprile 2020, secondo cui il provveditore interregionale per le opere pubbliche del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia pro tempore, Cinzia Zincone, avrebbe scritto agli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova per chiedere un "VII Atto Aggiuntivo" alla Convenzione n. 7191 del 1991; si tratterebbe di un iter errato posto che tre anni fa la revisione della Convenzione era partita, come corretto, dai commissari straordinari su input di ANAC e Prefettura di Roma;

dalle predette notizie è dato apprendere che questo nuovo "VII Atto Aggiuntivo", avente "carattere transattivo", prevede la rinuncia dello Stato italiano alla irrogazione di penali per inadempienze e ritardi maturati nella progettazione o esecuzione del sistema MOSE (una sorta di condono per i vizi dell'opera) nonché la rinuncia alla restituzione degli anticipi già corrisposti;

nel medesimo "VII Atto Aggiuntivo", precisa la stampa citata, vi è inserita come corrispettivo per la manleva, la rinuncia da parte delle imprese del Consorzio di una parte ingente di opere "collaterali" al MOSE, in parte già progettate, affidate e cominciate, quali quelle previste dal "Piano Europa", gli inserimenti paesaggistici, i lavori in Arsenale, gli interventi morfologici in Laguna, la messa in sicurezza di Piazza San Marco;

è stato segnalato agli interroganti, da più parti della cittadinanza, che i titoli posseduti dalla dottoressa Zincone non sarebbero quelli previsti dalla normativa per svolgere l'incarico che ricopre;

considerato inoltre che, a parere degli interroganti tale "VII Atto Aggiuntivo", qualora accolto o approvato, causerebbe un enorme vulnus nonché ritardi nell'ultimazione del sistema MOSE, visto che il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia non ha né le persone né le strutture per farsi carico di tutte le gare necessarie per appaltare le attività di progettazione e di esecuzione lavori ai sensi del decreto legislativo n. 50 del 2016,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;

quale procedura sia stata avviata per assegnare l'incarico alla dottoressa Cinzia Zincone e se la medesima possegga i requisiti di legge per poter svolgere l'incarico di provveditore interregionale per le opere pubbliche del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, e in forza del quale, data la situazione enormemente complessa e delicata della Laguna di Venezia, potrebbero essere prese decisioni atte a pregiudicare il completamento del MOSE e incidere in modo non rimediabile sulle diverse attività di competenza del Provveditorato;

quale sia il numero e quali i nominativi di quanti abbiano manifestato interesse a ricoprire il predetto incarico e se siano a conoscenza delle notizie di stampa secondo le quali sarebbero già pronti ricorsi di funzionari dell'Amministrazione interessati all'incarico, basati su una sentenza della Corte dei conti della Lombardia, del 2017, che imporrebbe laurea ed esperienze tecnico ingegneristiche per il ruolo di provveditore;

se corrisponda al vero che nel "VII Atto Aggiuntivo" alla Convenzione del 1991 proposto agli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova vi sarebbe inserita la rinuncia dello Stato italiano alla irrogazione di penali per inadempienze o ritardi maturati nella progettazione o esecuzione del sistema MOSE, nonché la rinuncia da parte delle imprese del Consorzio di una parte ingente di opere "collaterali" al MOSE, quali quelle indicate;

quali misure, di propria competenza, i Ministri in indirizzo intendano adottare per porre in essere gli opportuni accertamenti e verificare i contenuti del "VII Atto Aggiuntivo". (4-03318)

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