Senato della Repubblica - 4-03495 - Interrogazione sull' assidua partecipazione del professor Burioni ad una trasmissione di RAI2. RISPOSTA
Senato della Repubblica - 4-03495 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 20 maggio 2020
- Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
allo scoppiare dell'emergenza coronavirus in Italia numerosi medici virologi, epidemiologi e scienziati hanno presenziato con assiduità le televisioni. Tra tutti il professor Roberto Burioni e la dottoressa Ilaria Capua, ex deputata alla Camera, sono stati i due esperti che più spesso sono apparsi, e appaiono ancora, negli studi televisivi. Il professor Burioni, infatti, è praticamente ospite fisso di Fabio Fazio a "Che tempo che fa", su RAI2, mentre sono frequenti gli interventi della dottoressa Capua soprattutto su La7, ma anche nella televisione pubblica;
molti italiani si sono chiesti se e quanto guadagnino questi esperti per la loro partecipazione in qualità di ospiti;
per quanto riguarda il professor Burioni, inoltre, la sua presenza fissa sulle reti RAI ha persino provocato le proteste di Codacons, l'associazione che tutela i diritti dei consumatori, che ha infatti presentato un esposto alla Corte dei conti per verificare i compensi del virologo;
a tal proposito, anche il settimanale "Panorama" ha dedicato un servizio a entrambi, contattando gli agenti dei due medici e, fingendosi una società privata interessata ad un loro intervento, ha chiesto quale fosse l'ammontare per la loro consulenza. Secondo quanto riportato sulla pagina on line di Codacons del 14 maggio, per il professor Burioni "Panorama" ha scelto di rivolgersi a "Elastica", una società di comunicazione di Bologna che cura per il virologo proprio questi aspetti. L'agente ha risposto che le richieste del professore variano da caso a caso: "Mi dica il budget, è limitato? Il professore farà le sue valutazioni. Potrebbe decidere di partecipare gratuitamente oppure di chiedere qualcosa in più perché è talmente impegnato che il compenso economico può essere una ragione per fare le cose", ha continuato l'addetto di "Elastica". Oltre al compenso generico basato sul tipo di intervento richiesto al professor Burioni, c'è da aggiungere che per quanto riguarda la sua presenza a "Che tempo che fa" il virologo prende anche un gettone di presenza, erogato da "Officina", la società di produzione del programma di RAI2, di cui Fazio è socio insieme alla società "Magnolia";
ma proprio sul compenso pagato dalla RAI al professore, il Codacons ha deciso di vederci più chiaro. Secondo Francesco di Lieto, vicepresidente del coordinamento per la tutela dei diritti dei consumatori, la presenza del professor Burioni su RAI2 va contro il diritto del cittadino ad un'informazione plurale e trasparente, non solo per l'assidua assenza di un contraddittorio, ma anche per un possibile conflitto d'interessi. Il professor Burioni, infatti, ha creato la "Pomona Ricerca Srl", che nella sua attività di ricerca ha frequenti rapporti di lavoro con multinazionali di farmaci e vaccini. Per questo, secondo Codacons, la presenza fissa su RAI2 garantirebbe una vera e propria pubblicità a vantaggio dei brevetti depositati dallo stesso professore tramite il lavoro della "Pomona";
per quanto riguarda il guadagno della dottoressa Ilaria Capua, il tentativo di "Panorama" di indagare sul suo compenso, invece, ha fornito anche delle cifre precise: "Per un contributo di 10 minuti su Skype (ha dichiarato l'agente della nota virologa, che dirige l'One health center of excellence presso l'università della Florida), o dallo studio televisivo dell'Università siamo attorno ai 2 mila euro più IVA". L'agente ha inoltre spiegato che il compenso della dottoressa non va a minutaggio "ma se si chiede una presenza di 10 minuti non può essere di un'ora, altrimenti la fee [il cachet] sale";
considerato che:
a parere degli interroganti medici virologi, epidemiologi, scienziati ed esperti vari possono certamente andare in televisione ad informare e dare consigli agli italiani in merito ad una così grave epidemia, ma dovrebbero farlo con "spirito missionario";
lo stesso professor Giuseppe De Donno, direttore della struttura complessa di pneumologia e unità di terapia intensiva respiratoria dell'ospedale "Carlo Poma" di Mantova, nel corso dell'audizione che si è tenuta presso la 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) in Senato, il 14 maggio, sul tema "Strategie anti e post COVID-19", ha riferito anzitutto che non è andato in televisione perché impegnato a lavorare e le poche volte che è stato contattato gli veniva offerta una fascia oraria tra le ore 23 e le 24 e solo la trasmissione "Petrolio" ha fatto un buon servizio sul tema della sieroterapia. Inoltre, come appena detto, numerosi esperti sono stati continuamente in televisione dietro pagamento di un compenso e "uno scienziato che viene pagato non è uno scienziato credibile, la scienza deve essere gratuita", queste le parole del professor De Donno;
inoltre, visto che si sono verificate discordanze di opinioni tra gli esperti (pagati), che hanno creato solo maggiore confusione e alimentato paura ed inquietudine, sarebbe stato e sarebbe più opportuno tacere laddove la scienza non ha acquisito ancora dati certi sul virus, né sulle cure per guarire dal COVID-19,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo voglia chiedere chiarimenti all'azienda RAI in merito ai compensi (pagati, tra l'altro, da tutti i contribuenti italiani) che vengono pattuiti con medici, scienziati ed esperti vari per la partecipazione a programmi di intrattenimento o d'informazione e se non condivida l'opinione degli interroganti che sia un aspetto vergognoso, perché l'informazione scientifica deve essere gratuita;
se non ritenga che la partecipazione del professor Burioni su RAI2 sia in contrasto con il diritto dei cittadini ad un'informazione plurale e trasparente, non solo per l'assidua assenza di un contraddittorio, ma anche per un possibile conflitto d'interessi, visto che Burioni si è garantito una vera e propria pubblicità a vantaggio dei suoi brevetti depositati.
Senato della Repubblica
Venerdì 18 settembre 2020
Sull'assidua partecipazione del professor Burioni ad una trasmissione di RAI2 – Interrogazione a risposta scritta n. 4-03495 De Bonis (MISTO)
Risposta. - L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha rappresentato che la Rai Radiotelevisione italiana SpA è tenuta a prestare il servizio pubblico generale radiotelevisivo in ossequio alle disposizioni del testo unico dei servizi media audiovisivi e del contratto nazionale di servizio 2018-2022, stipulato tra il
Ministero dello sviluppo economico e la società concessionaria. In particolare, ai sensi degli articoli 3 e 7 del testo unico, costituiscono principi fondamentali del sistema radiotelevisivo il pluralismo, la completezza e l'imparzialità dell'informazione, nonché l'apertura alle diverse opinioni e tendenze politiche. Inoltre, l'attività di informazione dei servizi di media audiovisivi, in quanto servizio di interesse generale, deve favorire la libera formazione delle opinioni.
Tali principi ricevono conferma nell'atto di indirizzo sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo, approvato dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi nella seduta dell'11 marzo 2003, nel quale è previsto che "Tutte le trasmissioni di informazione - dai telegiornali ai programmi di approfondimento - devono rispettare rigorosamente, con la completezza dell'informazione (...) avendo come unico criterio quello di fornire ai cittadini utenti il massimo di informazioni, verificate e fondate, con il massimo della chiarezza".
L'Autorità ha tenuto a precisare altresì che l'attività di informazione televisiva costituisce servizio di interesse generale e che, in ossequio a tale funzione, tutte le emittenti televisive sono tenute ad assicurare un'adeguata informazione sui fatti di attualità, al fine di concorrere alla formazione di un'opinione pubblica consapevole. Ciò con particolare riguardo al corrente stato di emergenza nazionale, in cui appare di prioritaria importanza garantire un'informazione corretta, scientificamente fondata, sui giusti comportamenti da assumere per contrastare la diffusione del virus, a tutela della salute pubblica.
L'Autorità ha informato di aver rivolto a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici un richiamo, con la delibera n. 129/20/CONS del 18 marzo 2020, affinché, in ossequio ai principi sanciti a tutela di un'informazione corretta ed obiettiva, sia garantita un'adeguata copertura informativa sul tema del coronavirus, assumendo ogni più idonea iniziativa per assicurare la testimonianza di autorevoli esperti del mondo della scienza e della medicina allo scopo di fornire ai cittadini utenti informazioni verificate e fondate.
Con particolare riferimento al momento di emergenza sanitaria in corso, dunque, la normativa citata impone alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, nell'espletamento della missione di cui portatrice, di assicurare un'adeguata e esaustiva informazione in merito. Pertanto, a detta dell'Autorità, la presenza nei programmi Rai di soggetti informati o, comunque, coinvolti nel tema oggetto di trattazione appare strumentale al raggiungimento della finalità perseguita dal legislatore: ne deriva, quindi, che l'individuazione dei soggetti da invitare in tali consessi non può che essere rimessa all'autonoma determinazione editoriale della concessionaria in ossequio al principio, costituzionalmente garantito, della libertà di informazione. Altresì, la valutazione in ordine alla completezza dell'informazione non può essere effettuata in base al tempo televisivo fruito da ciascun soggetto portatore di determinate informazioni o al numero di presenze dello stesso, ma alla luce della completezza dei temi oggetto di informazione.
Per quanto attiene alla questione sollevata in merito alla "partecipazione del professor Burioni su Rai2" e al possibile "contrasto con il diritto dei cittadini ad un'informazione plurale e trasparente, non solo per l'assidua assenza di un contraddittorio", anche alla luce del quadro normativo di riferimento, l'AGCOM ha osservato che la presenza del professor Roberto Burloni nel programma "Che tempo che fa", in qualità di esperto sulla tematica del coronavirus, appare strumentale al raggiungimento della finalità di assicurare una completa informazione su tale tematica. La stessa viene peraltro trattata, nel corso delle puntate del programma, anche attraverso il confronto con altri soggetti esperti del mondo della scienza e della medicina allo scopo di fornire ai cittadini utenti una pluralità di informazioni. In particolare, dai dati di monitoraggio forniti all'Autorità dalla Geca Italia srl con riferimento allo stesso programma Rai, risulta che, nel periodo compreso tra il 1° marzo e il 30 aprile 2020, hanno partecipato oltre al professor Roberto Burioni anche altri esponenti del mondo delle scienze e della medicina sul tema dell'emergenza sanitaria (anche tramite collegamenti in diretta).
Alla luce delle considerazioni svolte, l'AGCOM ha concluso di non ravvisare elementi di criticità nella condotta della Rai in merito alla presenza nei suoi programmi del professor Burioni, né gli estremi della violazione dei principi a tutela del pluralismo dell'informazione, sanciti dal testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici e a tutela della correttezza dell'informazione con riferimento specifico alla trattazione del tema.
Per rispondere alla richiesta di chiarimenti "in merito ai compensi pattuiti con medici, scienziati ed esperti vari per la partecipazione a programmi di intrattenimento o d'informazione", è stata interpellata sul punto la Rai.
Per quanto riguarda la partecipazione del professor Burioni come ospite della trasmissione "Che tempo che fa", l'azienda segnala che, a seguito dell'evolversi della pandemia, le puntate sono state quasi interamente dedicate al tema del coronavirus e accanto a lui si sono avvicendati moltissimi altri medici e ricercatori, che lavorano in Italia e all'estero. In merito al suo compenso, per la partecipazione alla trasmissione, la Rai informa che il professor Burioni percepisce, come ogni altro ospite che prende parte alla trasmissione, un gettone di presenza, corrispostogli dalla società "Officina", con cui l'azienda ha un accordo quadro di appalto parziale. All'interno di tale contratto è previsto un valore forfettario a puntata per la presenza degli ospiti e per le relative spese e, pertanto, è "Officina" che stipula direttamente i contratti con gli ospiti. In relazione all'ipotesi di un possibile conflitto di interessi, la Rai riferisce che la stessa società "Officina", sentito direttamente l'interessato, ha comunicato che il professor Burioni sostiene di non di essere socio di aziende che producono farmaci o vaccini. Per quanto attiene, infine, alla dottoressa Capua, l'azienda informa che per la sua partecipazione nei programmi della Rai non ha mai ricevuto alcun compenso durante e dopo il periodo di emergenza coronavirus.
Si assicura la massima collaborazione del Ministero dello sviluppo economico, nell'ambito delle proprie competenze, a garantire il rispetto delle regole e dei principi vigenti ai sensi del contratto di servizio 2018-2022, al fine di un corretto svolgimento del servizio pubblico da parte della Rai.
Il Ministro dello dello sviluppo economico PATUANELLI
(18 settembre 2020)