Senato della Repubblica – 4-03541 - Interrogazione Sul completamento dell'autostrada Asti - Cuneo e le anomalie riscontrate dall'interrogante, per il mancato rispetto delle condizioni con cui il socio privato della concessione aveva vinto la procedura competitiva.

Senato della Repubblica – 4-03541 - Interrogazione con richiesta di risposta scritta presentata il 27 Maggio 2020.

- Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Premesso che:

le risposte alle interrogazioni 3-2828 del 4 maggio 2016 e 4-06760 del 20 dicembre 2016 sul completamento dell'autostrada Asti-Cuneo hanno confermato le forti anomalie riscontrate dall'interrogante, in particolare il mancato rispetto delle condizioni con cui il socio privato della concessione aveva vinto la procedura competitiva indetta nel 2003 e la mancanza di alcuna azione da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per chiederne conto, in primis sul versamento di soli 37,5 dei 130 milioni di euro previsti in sede di gara; il 4 aprile e il 13 agosto 2019 l'interrogante ha presentato sull'argomento le interrogazioni 3-00764 e 3-01134; nella seconda si evidenziavano i gravi danni per l'interesse pubblico derivanti dallo schema approvato dal CIPE il 1° agosto 2019; in mancanza di risposta, presentava l'ulteriore interrogazione 3-01275 del 9 dicembre 2019 con i nuovi elementi emersi; in luogo della risposta, il 14 maggio 2020, nonostante le pesanti criticità riportate nella deliberazione n. 18/2019/G del 18 dicembre 2019 della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti, sulla relazione "Le concessioni autostradali" (relatore consigliere Antonio Mezzera), il CIPE approvava due delibere sull'aggiornamento e la revisione dei rapporti concessori e dei piani economico-finanziari delle società A33 Asti-Cuneo SpA e Satap A4 Torino-Milano, con il cosiddetto finanziamento incrociato per il completamento dei lavori di costruzione dell'autostrada A33 (626 milioni di euro), con il che si confermavano tutte le gravi anomalie già evidenziate dall'interrogante;

si ha notizia di tali delibere dal sito del Governo, ma non è disponibile il contenuto, essendo la banca dati del CIPE ferma al 20 dicembre e mancando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, che non avviene mai prima di due mesi; tuttavia, consta che il piano approvato dal CIPE sarebbe il seguente: per l'Asti-Cuneo, la scadenza è anticipata dal 2038 al 2031, il valore di subentro è stabilito in circa 345 milioni di euro, il valore degli investimenti da realizzare nel biennio 2018-2020 è di 346 milioni di euro; per l'autostrada A4 Torino-Milano, la scadenza è confermata al 2026, il valore di subentro è stabilito in circa 888 milioni di euro; il valore degli investimenti da realizzare nel biennio 2018-2020 è di 114 milioni di euro; per entrambe le concessioni, le tariffe resterebbero ferme fino al 2022 e aumenterebbero del 2,20 per cento ogni anno dal 2023; inoltre, il 21 aprile 2020 il Ministero ha fatto presente di aver ritirato la richiesta di parere alla Commissione europea, non sussistendo più la richiesta di proroga della durata della concessione, motivo della richiesta originaria;

il valore di subentro da riconoscere ai concessionari Satap A4 e Asti-Cuneo risulta gravemente aumentato per il mancato aggiornamento del tasso di congrua remunerazione del capitale investito (WACC) riconosciuto alla concessionaria Asti-Cuneo;

tale tasso (inspiegabilmente ed in palese violazione delle delibere CIPE n. 27 del 21 marzo 2013 e n. 68 del 7 agosto 2017) è infatti rimasto invariato al 9,23 per cento dal 2013 sino al 2031, generando, oltre all'incremento dei valori di subentro, per il concessionario Asti-Cuneo una super remunerazione degli azionisti, con un rendimento che sfiora il 18 per cento, mentre per il concessionario Satap A4 viene garantita una remunerazione degli azionisti del 10 per cento circa, raddoppiata rispetto al caso di mancato ricorso al "cross financing"; sulla base delle citate delibere CIPE, il WACC andava invece obbligatoriamente aggiornato alla scadenza di ogni periodo regolatorio, come peraltro correttamente effettuato con l'aggiornamento del piano economico-finanziario della Satap A4 che ha registrato una riduzione del WACC dal 10,52 al 7,55 per cento;

pertanto, con l'aggiornamento del WACC dell'Asti-Cuneo, in attuazione delle citate delibere CIPE, sulla base dei bilanci di esercizio degli anni 2012 e 2017, il tasso del 9,23 per cento si ridurrebbe al 7 per cento circa per il periodo 2013-2017, e al 6 per cento per i periodi dal 2018 al 2031; conseguentemente, i valori di subentro si ridurrebbero a 700 milioni di euro circa per la Satap A4, e a 150 milioni di euro circa per la A33, con un risparmio totale di circa 383 milioni di euro;

inoltre, come risulta anche dalla citata relazione della Corte dei conti (nota 78, alle pagine 48-49), per decisione della Commissione europea, a tutela della concorrenza e dunque dell'utente, il valore di subentro non deve superare il 140 per cento dell'Ebitda (margine operativo lordo) ovvero, qualora una revisione del piano economico-finanziario dopo il termine del periodo oggetto di regolamentazione dovesse determinare un aumento del WACC in base alle norme CIPE, il valore potrebbe essere arrivare a non più del 160 per cento dell'Ebitda; nel 2018 (ultimo dato disponibile nella relazione annuale ministeriale) l'Ebitda della Asti-Cuneo è stato di 8.756.144 euro, quello della Torino-Milano 212.048.000 euro; il valore di subentro complessivo non può dunque superare 353,3 milioni per le due concessioni sommate, mentre il CIPE ha approvato un valore di subentro di 1.233 milioni, superiore di ben 879 milioni; tuttavia il Ministero il 20 aprile 2020 ha annunciato il ritiro della richiesta di parere alla Commissione europea;

quanto approvato dal CIPE comporta una serie di vantaggi per il concessionario, a danno dell'erario e dell'utente autostradale: si accetta senza problemi e senza contropartite il mancato rispetto degli impegni presi dal socio privato dell'Asti-Cuneo in sede della gara 2003-2005 (completare l'Asti-Cuneo a un determinato costo, in 5 anni e mezzo, versando 130 milioni di euro), si modifica il percorso dell'infrastruttura rendendone meno costosa la realizzazione, gli si concede un WACC più alto di quello stabilito dai criteri generali CIPE, si anticipa al 2026 l'incasso del guadagno che doveva conseguire sulla Torino-Milano dal 2026 al 2034 in caso di proroga, si anticipa al 2031 l'incasso del guadagno che doveva conseguire sulla Asti-Cuneo dal 2032 al 2038, si falsa a suo vantaggio l'esito della gara dal 2026 imponendo ad eventuali concorrenti valori di subentro abnormi, si azzerano i rischi di gestione per gli anni successivi alla scadenza;

sotto il nome di cross financing, inoltre, si configura un semplice prestito da parte della Satap A4 Torino-Milano per il completamento della Asti-Cuneo, con una remunerazione del 9,23 per cento, a carico dei contribuenti, una mera operazione finanziaria, esente da ogni rischio o componente imprenditoriale;

con questa operazione, i pedaggi delle due tratte interessate saliranno del 2,2 per cento all'anno dal 2022 al 2026, mentre senza sarebbero scesi del 2-2,5 per cento all'anno fino al 2018; questo comporta che i 38,75 euro occorrenti oggi per la tratta Torino-Milano-Torino nel 2026 diverrebbero 43,20 nel primo caso, 32,3 nel secondo caso,

si chiede di sapere:

perché si sia ignorato il mancato rispetto delle condizioni stipulate in sede di gara del 2003-2005 per il completamento dell'autostrada Asti-Cuneo, da parte del socio privato;

perché il Ministro in indirizzo non abbia risposto all'interrogazione 3-01275 del 9 dicembre 2019 procedendo nel piano di cui l'atto stesso evidenziava le gravi anomalie;

perché abbia ignorato gli importanti rilievi della Corte dei conti sulla medesima vicenda;

quale sia ragione della mancata pubblicazione delle delibere CIPE del 14 maggio 2020;

perché non sia stato aggiornato il tasso di congrua remunerazione del capitale investito (WACC) per l'Asti-Cuneo e se ritenga che pagare il 9,23 per cento sia compatibile con l'interesse pubblico;

perché sia stata ritirata la richiesta di parere alla Commissione europea, nonostante il valore di subentro stabilito sia più di 3 volte superiore al limite da essa fissato;

perché, per un'operazione che è un prestito per il completamento dell'Asti-Cuneo, ci si sia rivolti a una società autostradale e non al mercato o a un istituto bancario, che con ogni probabilità avrebbero consentito di ottenere tassi assai inferiori al 9,23 per cento, in assenza di fattori di rischio.

(4-03541)

 

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