Senato della Repubblica - 4-04078 - Interrogazione sull’ avvio delle operazioni di scavo e dragaggio nei porti di Venezia- Marghera e Chioggia.
Senato della Repubblica - 4-04078 - Interrogazione a risposta scritta presentata il 16 settembre 2020.
- Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Premesso che:
si apprende dalle notizie di stampa ("La Nuova Venezia" del 26 agosto 2020 e "Il Sole 24 Ore" del 28 agosto 2020) che il commissario straordinario dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale, Pino Musolino, ha annunciato l'avvio, dal 25 agosto 2020, delle operazioni di scavo e dragaggio nei porti di Venezia-Marghera e Chioggia;
tali operazioni di dragaggio hanno interessato fin da subito l'ingresso del porto petrolifero di San Leonardo e a breve prenderanno il via i primi dragaggi del canale dei Petroli (che congiunge Malamocco con la banchina commerciale di Marghera) nonché dei primi canali portuali di Chioggia (che, da quanto si apprende, dovrebbero portare ad un pescaggio ad almeno 7 metri);
per quanto riguarda, invece, il canale Vittorio Emanuele, si apprende che anche qui, terminati i lavori di bonifica bellica, potranno essere "avviati anche qui i dragaggi di ripristino del pescaggio che permetterebbe alle grandi navi da crociera di entrare dalla bocca di porto Malamocco e arrivare alla Marittima di Santa Marta senza più passare sul canale della Giudecca" mentre sono previsti altri dragaggi anche nel canale Sud - San Marco Petroli, nella Darsena della Rana e in quella di accesso anche alla raffineria Iron ("La Nuova Venezia", 26 agosto 2020);
dalle medesime notizie di stampa si apprende inoltre che dei 906 milioni di euro stanziati, nel mese di agosto 2020, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a sostegno dei porti italiani, ben 26 milioni sono stati assegnati ai porti di Venezia-Marghera e Chioggia, al fine di finanziare, nella misura di 10 milioni, le opere di escavo dei canali, mentre i restanti 16 milioni saranno impegnati per predisporre la cassa di colmata del Molo dei Sali ad accogliere i fanghi dragati (non ancora formalmente in gestione all'Autorità per mancanza di provvedimento in tal senso della Giunta Regionale);
rilevato che:
l'avvio delle operazioni di dragaggio è iniziato grazie all'accordo dell'Autorità di sistema portuale con il Provveditorato interregionale delle opere pubbliche, che permetterà di portare i fanghi scavati all'isola delle Tresse, mentre non risulta ancora essere stato adottato il nuovo Protocollo di trattamento dei fanghi che non ha ancora avuto il via libera da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
a parere degli interroganti, il conferimento dei predetti fanghi garantirebbe enormi e sicuri ricavi all'attuale gestore dell'Isola delle Tresse ossia società Tressetre SpA, la cui concessione di gestione del conferimento dei fanghi, aggiudicata mediante project financing dall'allora commissario straordinario per i fanghi della laguna di Venezia nell'anno 2010, veniva a chiudersi in data 31 dicembre 2016 a seguito della naturale scadenza contrattuale unitamente alle proroghe concesse;
tale concessione nel febbraio 2018, in maniera del tutto arbitraria ed eludendo la normativa statale e comunitaria in materia di affidamento di opere pubbliche, è stata rinnovata ed estesa fino al 2022 (come risulta dalla relazione allegata al progetto di ampliamento dell'Isola delle Tresse) mentre con atto del luglio 2019, con procedura negoziata, si è ulteriormente prorogata la concessione a Tressetre SpA fino al 31 dicembre 2026, consentendo il conferimento dei fanghi fino al 31 dicembre 2022, ad un canone di conferimento pari ad ?/mc 13,60, nonché di ultimare la modellazione dell'isola delle Tresse fino al 31 dicembre 2026 (di fatto con una proroga di 10 anni oltre la scadenza contrattuale prevista al 31 dicembre 2016);
nello stesso atto del luglio 2019, per altro privo di protocollo od estremi di repertoriazione, veniva garantito alla società Tressetre SpA un conferimento di almeno un milione di metri cubi assicurando ricavi per 13.600.000 euro;
successivamente in data 5 marzo 2020 la predetta variante veniva esaminata dal Comitato tecnico ed amministrativo del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche del Veneto, Trentino e Friuli-Venezia Giulia e sia la commissione relatrice che l'avvocato distrettuale dello Stato di Venezia hanno dichiarato illegittima la procedura negoziata di conferimento al medesimo operatore economico, per un importo economico presunto non inferiore ad 13.600.000 euro, ed è stata ribadita la necessità di elaborare a cura della Stazione appaltante un bando di gara pubblico, oltre soglia comunitaria atteso l'importo previsto e nel rispetto di quanto sancito dall'art. 175 del decreto legislativo n. 50 del 2016 in materia di concessioni;
nel corso degli anni (in particolare negli anni 2006/2011) la società Tressetre SpA ha già ricevuto ingenti contributi economici dallo Stato per garantire l'equilibrio del proprio Piano economico finanziario e le continue varianti aggiuntive hanno creato condizioni vantaggiose, atteso che l'investimento iniziale di ampliamento era stato ampiamente ammortizzato con i primi lavori; tutto ciò, a parere degli interroganti, sarebbe in contrasto con la normativa in materia di procedura di affidamento dei contratti pubblici e crea un evidente pregiudizio economico per le casse degli enti pubblici che dovrebbero continuare a corrispondere un canone di conferimento pari ad ?/mc. 13,60;
considerato che:
tutte queste attività e queste ingenti somme di denaro sono finalizzate esclusivamente a garantire il ripristino dell'accessibilità nautica della Laguna di Venezia per le navi, sia da crociera che portacontainer, e a rendere più appetibile, da un punto di vista, economico, la portualità veneta;
questo obiettivo si muove in direzione diametralmente opposta rispetto alle recenti osservazioni formulate nel Rapporto di missione sul sito di Venezia e Laguna, stilato dagli ispettori dopo la visita, durata quattro giorni, alla fine di gennaio 2020, e inviato al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo nel mese di luglio 2020; rapporto che lamenta l'assenza di una decisione definitiva per vietare il passaggio delle grandi navi da crociera in Laguna esprimendo una netta contrarietà allo scavo del Canale Vittorio Emanuele per i possibili effetti negativi che avrebbe sull'ambiente;
la procedura negoziata di affidamento al medesimo operatore economico è già stata dichiarata illegittima dal Comitato tecnico ed amministrativo del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche del Veneto, Trentino e Friuli-Venezia Giulia,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza della situazione descritta, a giudizio degli interroganti pericolosa da un punto di vista ambientale ed altresì elusiva del vigente Codice dei contratti pubblici;
quali iniziative di propria competenza intendano intraprendere per dare corso alle opportune verifiche atte a garantire la piena legittimità dell'azione amministrativa, nonché intervenire perché si provveda a risolvere la situazione rappresentata. (4-04078)