Senato della Repubblica – 4-04709 – Interrogazione sull'assemblea prevista per la primavera 2021 che rinnoverà il board, il Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore (dei Governi Renzi e Gentiloni), Pier Carlo Padoan, diventerà presidente di Banca UniCredit.
Senato della Repubblica – 4-04709 – Interrogazione a risposta scritta presentata il 29 dicembre 2020.
- Ai Ministri dell'economia e delle finanze e per gli affari europei. - Premesso che:
in occasione dell'assemblea prevista per la primavera 2021 che rinnoverà il board, il Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore (dei Governi Renzi e Gentiloni), Pier Carlo Padoan, diventerà presidente di Banca UniCredit. La cooptazione di Padoan è stata ufficializzata dal Consiglio di amministrazione di UniCredit il 13 ottobre 2020;
come Ministro dell'economia e delle finanze, il 23 dicembre 2016 Padoan ha salvato il Monte dei Paschi di Siena (MPS), con una iniezione di soldi pubblici, che ha permesso all'istituto senese di non fallire. Da allora MPS è banca pubblica, con azionariato a maggioranza del Tesoro;
il 4 novembre scorso, Pier Carlo Padoan si è dimesso da deputato della Repubblica, eletto nel collegio di Siena nel marzo 2018, nelle file del Partito democratico;
nella prossima primavera, da presidente di Unicredit, Padoan dovrà sovrintendere alla fusione proprio con il Monte dei Paschi di Siena, quindi dovrà fare una offerta per acquistare il pacchetto azionario di maggioranza dal Tesoro. Ma l'ex Ministro garantirà il raggiungimento dell'obiettivo in quello che gli interroganti individuano come un macroscopico conflitto d'interessi, potenzialmente pericoloso per la «sana e prudente gestione» della banca;
considerato, infatti, che:
il 27 giugno 2013 il Parlamento europeo ha approvato la direttiva 2013/36/UE, nota anche come "Crd4", che detta severe regole per la selezione dei manager e dei consiglieri d'amministrazione delle banche;
l'Italia ha ritardato il recepimento di tale direttiva per ben sette anni. L'ultima versione è stata predisposta proprio dal Ministro dell'economia e delle finanze pro tempore Padoan, e prevedeva norme contro i conflitti di interesse dei banchieri da nominare (comma 3 dell'articolo 24), che devono essere "indipendenti", pertanto non nominabili, ad esempio, se nei due anni precedenti alla loro nomina hanno ricoperto il ruolo di parlamentare;
l'attuale Ministro dell'economia e delle finanze ha firmato il decreto 23 novembre 2020 n. 169 recante disposizioni regolamentari in materia di requisiti e criteri di idoneità per lo svolgimento dell'incarico degli esponenti aziendali delle banche, degli intermediari finanziari, dei confidi, degli istituti di moneta elettronica, degli istituti di pagamento e dei sistemi di garanzia dei depositanti. Il provvedimento, pubblicato il 15 dicembre 2020 in Gazzetta Ufficiale n. 310, entrerà in vigore il 30 dicembre 2020 e le disposizioni ivi contenute si applicheranno alle nomine successive alla predetta data. Il decreto è stato quindi firmatodal Ministro dell'economia e delle finanze poche settimane dopo la cooptazione di Padoan in Unicredit;
le norme UE, negative per l'Italia, come l'entrata in vigore dal 1° gennaio 2021 del calendar provisioning e dei nuovi criteri di default, che rappresentano una sciagura sia per le banche che per PMI e le famiglie, sono state pedissequamente recepite nell'ordinamento italiano, mentre sono state poste in essere normative che appaiono funzionali agli interessi dell'aspirante banchiere Padoan. Infatti, tra le pochissime modifiche che sono state apportate al testo messo a punto tre anni fa dallo stesso Padoan vi è la cancellazione di quel comma 3 dell'articolo 24 sul conflitto di interessi dei banchieri da nominare. In poche parole, la direttiva è stata recepita in una versione che consente a Padoan di diventare presidente di Unicredit, anche se è stato deputato del Partito democratico, e tale norma ad hoc appare ancora più scandalosa se finalizzata a perfezionare il regalo di MPS ad UniCredit, sgravato di ulteriori 13,5 miliardi di euro a carico della collettività;
inoltre, a quanto risulta agli interroganti:
lo scorso 13 ottobre, quando è stato cooptato dal CdA Unicredit, Padoan avrebbe dichiarato di «essere indipendente ai sensi dello Statuto sociale di Unicredit e del Codice di autodisciplina delle Società quotate, nonché ai sensi del D. Lgs n.58/1998», meglio conosciuto come testo unico della finanza o legge Draghi. Nella sua dichiarazione Padoan non avrebbe però citato la Crd4, per la quale non avrebbe certo potuto considerarsi "indipendente", in quanto il 13 ottobre era ancora un parlamentare della Repubblica e pertanto non cooptabile per il vertice di Unicredit,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
quali iniziative di propria competenza intendano intraprendere al fine di accertare l'esistenza di potenziali conflitti di interesse nella nomina di Pier Carlo Padoan ai vertici di Unicredit, tanto più che l'elusione di tali conflitti di interesse sembrerebbe finalizzata a perfezionare il regalo di MPS ad UniCredit, sgravato di ulteriori 13,5 miliardi di euro, addossati sulle spalle dei contribuenti;
se vogliano fornire chiarimenti circa la cancellazione del comma 3 dell'articolo 24 (sul conflitto di interessi dei banchieri da nominare) dal testo definitivo del decreto 23 novembre 2020, n. 169 recante disposizioni regolamentari in materia di requisiti e criteri di idoneità per lo svolgimento dell'incarico degli esponenti aziendali delle banche, degli intermediari finanziari, dei confidi, degli istituti di moneta elettronica, degli istituti di pagamento e dei sistemi di garanzia dei depositanti;
se ritengano normale recepire pedissequamente nell'ordinamento italiano norme UE negative per l'Italia quali quelle citate;
più in generale, quali iniziative di propria competenza i Ministri intendano intraprendere per garantire una trasparente, sana, prudente e corretta gestione delle istituzioni bancarie, preservandole così come nella fattispecie, dal mercato partitocratico.
(4-04709)